Whisper
-4-
Avviso:
I personaggi di questa storia
appartengono tutti all’autrice J.K.
Rowling. Io li ho utilizzati solamente per divertirmi e far divertire chi
leggerà questo lavoro. I fatti narrati di seguito non sono mai avvenuti nella
saga di Harry Potter.
Questo racconto è stato scritto con nessuna intenzione di lucro, quindi, si ritiene che
nessun diritto di copyright sia stato violato.
Buona lettura
Angéle
I'm not a perfect
person, there are many things I wish I didn't do
but I continue learning. I never meant to do those things to you
and so I have to say before I go, that I just want you to know.
I've found a reason for me, to change who I used to be
a reason to start over new, and the reason is you.
HOOBASTANK - Reason
Hermione rise ancora
una volta mentre camminava rilassata accanto a Ron.
Lei
aveva vinto la partita di Basket e per questo, in quel momento, si trovavano
sulla riva del Tamigi ad ammirare le bellissime luci della città che si
mescolavano con quelle del cielo scuro.
-Adesso
dove mi porti?- chiese la bruna lisciandosi la gonna
chiara e leggera che indossava.
Ron
le osservò le dita affusolate prima di risponderle.
-Beh,
per questa parte dell’uscita avevo pensato di lasciarti carta bianca. Tu dove
vuoi andare?-
Hermione
lo guardò portandosi una ciocca dietro l’orecchio. C’erano tanti posti n cui
avrebbe voluto essere con lui. Forse uno dei più importanti era la gelateria di
Diagon Alley, quella di Fortebraccio, dove lei aveva capito di essere
innamorata completamente di lui, al terzo anno di Hogwarts.
-Voglio
andare a Diagon alley. Alla gelateria di Fortebraccio.-
Ron
curvò le labbra in un piccolo sorriso. Proprio in quella gelateria al 6° Anno
aveva rivelato ad Harry, la sua passione per Hermione.
-Va
bene...-
Le afferrò dolcemente un polso e senza
esitazioni la trascinò nel vicolo più vicino.
La
piccolissima passaporta -una vecchia molletta rotta- era adagiata su un
cassonetto.
Hermione
la prese da un lato e Ron dall’altro.
-Siamo
sicuri che può portarci due per volta?-
Il
rosso rise avvicinandosi a lei. Le tolse un piccolo ciuffetto riccio dagli
occhi e le sussurrò.
-Per essere più sicuri, potremmo mantenere
un contatto.-
Hermione
inarcò un sopracciglio. Gli occhi scuri saettarono sul viso roseo di Ron.
-E
quale sarebbe il contatto da mantenere?-
Ron
sorrise maliziosamente.
-Beh,
potrei abbracciarti.-
Le
mise le due mani sui fianchi attirandola a sé. Il profumo intenso di primavera
gli riempì i polmoni. Hermione appoggiò la sua testa sul petto e respirò quella
fragranza così particolare che emanava solo lui.
-Credo
che così non mi perderò...-
Ron
fece uno strano rumore col naso prima di controllare
il suo orologio.
-5...4...3...-
-Sai
una cosa Ron?-
-No,
2...1-
-Mi
sento bene quando mi abbracci...-
Ron
non riuscì a sentire quel sibilo tanto sommesso e coperto dalla veemenza del
trasporto. Il classico strappo all’altezza dell’ombellico gli aveva coperto
tutti i sensi.
Hermione
assaggiò con soddisfazione il cremoso gelato all’italiana che tanto le piaceva
da bambina. A N.Y. non aveva trovato nulla di così buono.
Erano
seduti blandamente sulle panchine di marmo che si trovavano in un piccolo parco
a Diagon Alley. I grandi alberi erano ricoperti di luci che rendevano
l’atmosfera alquanto romantica e rilassante.
-Mi
è mancato questo...- disse all’improvviso sollevando
la mano con la quale impugnava il cono.
Ron
sorrise allungando le gambe davanti a lui.
-Già.
È il gelato più buono di tutta Londra.- concordò
iniziando a sgranocchiare un po’ di cialda.
Hermione
si voltò a guardarlo e senza un reale motivo scoppiò a ridere.
Era
una sensazione così bella poter parlare di nuovo con lui. Potergli
stare accanto senza avere il timore di ritrovarsi in un sogno troppo bello.
Quante
volte si era pentita di non aver accettato la sua proposta di matrimonio?
Quante volte gli era mancato enormemente?
-Ridi
di me?- le chiese fissandola negli occhi.
Hermione
si bloccò quando sentì il suo cuore avere una brusca impennata. Succedeva
sempre ogni qual volta lui le puntava quegli occhi terribilmente chiari
addosso.
-Non
potrei mai ridere di te.- gli disse voltandosi a
fissare il vuoto.
Ron
la osservò per un po’. Sospirò rassegnato prima di voltarsi a sua volta a
fissare l’oscurità vellutata del parco.
-Non
posso ancora crederci...- esordì Hermione.
Ron
si voltò fissandola.
-Che Ginny ed Harry si sposeranno dopo domani...
sono tanto emozionata per loro.-
Il
rosso le sorrise allungando una mano e scompigliandole i capelli.
-Già,
mi ci è voluto un po’ per abituarmi all’idea! Ho avuto
un mezzo collasso quando l’hanno annunciato due mesi fa, a tavola... mamma è
scoppiata a piangere, mentre papà non ha fatto nessuna piega. Si vedeva che era
un po’ scosso. Ginny è sempre stata la sua figlia
preferita...- le spiegò con aria malinconica.
-Beh,
in fondo è l’unica figlia femmina...-
Ron
sollevò le spalle. Accartocciando il fazzoletto del cono e
gettandolo nel cestino a pochi metri da lui.
-Anche tuo padre avrebbe fatto tante storie?- le
chiese all’improvviso voltandosi per guardarla.
Hermione
inghiottì l’ultimo boccone prima di rispondere.
-No.-
Ron
rimase interdetto. Conosceva bene il signor Granger e sapeva della sua iper
protettività nei confronti della figlia.
-Sì
certo come no! Andiamo Hermione, a tuo padre verrebbe un collasso.-
La
ragazza rimase in silenzio a fissarsi le scarpe.
-No,
invece. Te lo posso assicurare.-
Ron
sbruffò.
-E
come fai a esserne così sicura?-
-Perché
quando tu mi hai chiesto di sposarti, lui era molto contento!-
Un
silenzio imbarazzante calò su di loro. I respiri divennero veloci e molto
rumorosi. Hermione era arrossita sulle guance mentre Ron aveva un abbondante
strato di rosso che gli ricopriva le orecchie.
-Tu-tu
ne hai parlato con i tuoi genitori?- chiese Ron
cercando di controllare la sua agitazione.
Hermione annuì senza alcun suono.
-Quando?-
La
bruna si voltò per scrutare il cielo notturno.
-La
sera stessa in cui me lo hai chiesto.-
Ron
avrebbe tanto voluto che una voragine si fosse spalancata
in quel momento inghiottendolo per sempre. Invece era
ancora lì, seduto su quella panchina. Un senso di vergogna gli attanagliava il
cuore.
-La
sera prima della tua partenza.-
Hermione
annuì ancora.
-Bene!-
esclamò Ron alzandosi dalla panchina. Non credeva che quei ricordi gli
potessero fare ancora così male.
-Perché lo hai fatto?- le chiese voltandosi velocemente. –Mi avevi già detto
di no! che bisogno c’era di rendermi ancora più
ridicolo di fronte i tuoi genitori!-
Hermione
strinse i pugni.
-Non
ti ho reso ridicolo di fronte ai miei genitori!-
Ron
scoppiò a ridere.
-Ah,
no? immagino
quante belle risate vi siate fatti su di me! Povero piccolo Ron
Weasley...-
Hermione
trattenne a stento le lacrime che pressavano per uscire. Si alzò in piedi
raggiungendolo.
-Non
ho mai riso di te! E men che meno l’ho fatto in quella situazione. Come puoi pensare una cosa
del genere, Ron. Ho fatto di tutto quella notte tranne
che ridere di te...-
Ron
si voltò con gli occhi ridotti a due fessure.
-Non
dirmi che non hai mai pensato che io sia stato un povero scemo a chiederti di
sposarmi...-
Se
Ron non avesse visto
la mano di Hermione ancora alzata non avrebbe mai immaginato che a
colpirlo fosse stata proprio lei.
-Non
l’ho mai pensato.-
Ron
rimase in silenzio a sfiorarsi la guancia colpita. Quel dolore corporeo era
niente in confronto al dolore che sentiva nel profondo del
cuore. Riaprire quelle ferite mal rimarginate era stato incredibilmente
straziante.
-Se non l’hai mai pensato... allora perché non hai
accettato?- Ron la guardò negli occhi.
Hermione
sospirò riabbassando la mano sul viso di Ron. Dolcemente gli accarezzò la gota
rossa.
-Io...
io ho avuto paura.- confessò volgendo verso il basso
gli occhi.
-Di
cosa? Di non amarmi?- le domandò Ron con un sorriso amaro.
Hermione
alzò immediatamente il capo. Le dava fastidio il sol pensiero che lui avesse mai potuto pensare una cosa del genere.
-Non
ho mai dubitato del mio amore per te... io ho avuto solo paura di-di amarti
troppo, di poter soffrire senza un limite se un giorno fosse
finita... o ho avuto paura di rovinare un rapporto perfetto.- Lo sguardo
di Hermione era carico di amarezza.
-Perché non me ne hai parlato? Avremmo potuto
risolvere tutto. Insieme siamo sempre stati imbattibili.
Tu ed io. Eravamo una squadra.- Ron urlò portandosi le
mani nei capelli.
Hermione
sentì la stessa identica sensazione di gelo allo stomaco di quella sera in cui
la sua vita era cambiata. Istintivamente
si portò una mano alla bocca per reprimere la nausea che spingeva.
Sospirò
cercando di tranquillizzarsi.
-Scusami,
Ron.-
Quelle poche parole appena sussurrate fecero rabbrividire
il rosso come il freddo vento dell’inverno londinese. Non voleva scuse da lei. Pretendeva dell’altro che forse
Hermione non era più in grado di dargli.
-Le
scuse non ricuciranno quello che si è strappato.-
La
freddezza con la quale Ron disse quella frase fece scongelare le lacrime negli
occhi della bruna. Immediatamente piccole gocce salate presero a scendere lungo
le sue guance.
-Io
... io non voglio ricucire nulla.- affermò Hermione
con poca sicurezza.
Ron
alzò il capo per guardarla.
-E allora cosa vuoi?-
Hermione sospirò.
Com’era
possibile che Ron non avesse ancora capito cosa voleva da lui? Era chiaro come
la luce del giorno. Hermione era ancora irrimediabilmente innamorata di lui, e
una persona innamorata può pretendere solo una cosa.
-Io
voglio... voglio te, Ron.-
Le
sue parole rimasero sospese nell’aria, come congelate. Ron credeva di non aver
ben capito il loro esatto significato. Si protese
lentamente verso di lei.
-Cosa
hai detto?- scandì bene le parole. La voce gli
tremava.
Hermione
alzò gli occhi per portarli con fierezza in quelli di lui.
-Io
ti amo, Ron, e per questo che voglio te e te soltanto.-
Il
rosso dovette trattenere le sue labbra che si stavano increspando in un sorriso
molto più che felice e soddisfatto. Gli occhi presero
a brillare.
Senza
aspettare oltre lasciò che i suoi istinti prendessero il sopravvento sulla sua
ragione e involontariamente annullò con un passo la poca distanza che era
rimasta tra di loro e prese Hermione tra le sue
braccia.
-Tu
mi ami?- le chiese Ron a poca distanza dalla bocca.
Hermione
riuscì ad annuire. Non era facile connettere con Ron che la stringeva tra le
sue braccia.
Entrambi
mossero le loro teste nel medesimo istante.
Le
loro labbra si incastrarono perfettamente e dopo tanto
tempo si sentirono completi e felici.
La
bocca dolce ed esperta di Ron danzava con estrema sensualità su quella morbida
e rosea di Hermione. Poco dopo, il bacio
si fece più profondo e, in quel preciso istante, capirono quanto si erano
mancati a vicenda.
Misero
in quel contatto tutte le sensazioni, belle e tristi,
che avevano provato nell’ultimo periodo.
La
nostalgia della persona amata è insopportabile e forse è proprio per questo
che, Ron ed Hermione, persero il senso della dimensione e del tempo. In quel
preciso istante, esistevano solo loro e la bellissima sensazione di pace che
era rinata nel loro cuore.
Quando
la disperata esigenza di ossigeno si fece sentire,
spezzarono il bacio. Rimasero per un paio di minuti a guardarsi negli occhi. sorridenti ed ansanti.
-Sai
una cosa, Ron?- chiese Hermione baciandogli la punta del naso. Sapeva che il
ragazzo adorava quel genere di coccole.
-Hm?-
-Questo
mi è mancato ancora di più del gelato...- concluse la bruna prima di riportarlo
in un altro lungo bacio.
Ron
sorrise contro la sua bocca prima di risponderle.
-Anche a me...-
Ehi, Ragazzi anche
questa storia è quasi terminata... mancano due o tre chaps!
Lo so, FLH(Feels Like
Home) è stata molto più bella, però i “capolavori” riescono una sola volta
nella vita... Dico bene?
Vi do ultime notizie
sul chap di DAAB. Non temete il lavoro procede molto
bene. Ho già scritto una decina di pagine, quindi sono a buon punto. Don’t worry, pepole!
Ora vi lascio e vi ringrazio
tutti per la vostra gentilezza. Credetemi, tutti i vostri
complimenti mi lusingano moltissimo.
Un bacio particolare
carico d’affetto a
Hermione Weasley
Selphie
Liz
AvaNa Kedavra
Sunny
Sissichi
Yuna
Grazie anche a tutti coloro che leggono ma non recensiscono.
AngéleJ
p.s.
...Lasciatemi un
commentino, please...