Era il giorno della Mietitura nel Distretto 12.
Peeta Mellark faceva lo stesso sogno ormai da mesi.
Il suo nome, annunciato dalla voce di Effie Trinket, che riecheggiava nell' aria milioni di volte, passava di bocca in bocca fra l' indifferenza popolare. I suoi piedi che si muovevano contro la sua volontà, verso il palco, l' ampio sorriso dell' annunciatrice pronto ad accoglierlo, tutt'altro che amichevole.
'E' solo un sogno' non faceva altro che ripetersi passando una mano sulla fronte imperlata di sudore, ogni mattina, 'solo un inutile sogno'. In fondo il suo nome non era stato scritto così tante volte, se si pensa agli altri ragazzi del Distretto.
Ma il fatidico giorno era arrivato.
Erano le 5.00 del mattino, cercare di prendere sonno ormai era inutile.
Si vestì già pronto per la Mietitura, col suo vestito migliore e i capelli perfettamente pettinati che gli conferivano un' aria matura per la sua età.
La brezza mattutina lo colpì, il vento era più pungente del solito; non nascose un brivido.
Non si udiva nessun rumore, nessun cinguettio nell' aria, solo lo scrosciare delle foglie e l' ululare del vento.
Fu un lampo.
Una figura gli sfrecciò davanti, senza notarlo, con un'agilità sorprendente. La identificò solo quando si fermo, dietro a un albero.
Era Katniss.
Non avrebbe mai potuto dimenticarsi di quella ragazza, nemmeno fra un milione di anni.
Le salvò la vita una volta, a costo della sua.
Si parla di tantissimi anni fa, quando era solo un bambino.
Gettò una pagnotta a quella ragazza gracilina e indifesa, morente nel retro del negozio in cui lavorava con la famiglia, faceva il panettiere.
Come scordarsi di quegli enormi occhi marroni che lo fissavano dritti nei suoi, imploranti? Come resistere a quella bambina con la voce da usignolo che a scuola cantava l' inno del Distretto, che piangeva quando suo padre morì?
No, non poteva dimenticare il volto di Katniss Everdeen, la ragazza in cui si perse dopo solo uno sguardo.