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Autore: CharlieIlvendicatore    24/05/2013    7 recensioni
"The Gate Control" o la "La teoria del cancello" è una teoria neurologica secondo la quale quando si prova dolore gli stimoli tattili, scatenati nello stesso luogo in cui esso ha sede, lo inibiscono. E' il motivo per cui sfreghiamo o comprimiamo la ferita quando ci facciamo male. E se fosse così anche per un dolore diverso? quello che viene dalla nostra testa, quello che non riusciamo a capire. Forse è per questo che ci ritroviamo mille volte a pensare e a pensare a chi ci ha ferito e che ci arrovelliamo e immaginiamo cosa sarebbe cambiato se avessimo agito in modo diverso. Forse è il motivo per cui sentiamo il disperato bisogno di parlarne. Sono i nostri modi per toccare, comprimere quel tasto dolente al fine di provare un po' meno dolore? Questo è ciò che crede Cloe, la protagonista, ma il suo imbarazzo a parlare di qualsiasi cosa di romantico, di confidarsi con qualcuno la blocca terribilmente e la porterà ad aprirsi veramente solo con un ragazzo conosciuto su internet. E se lui fosse una persona che in realtà conosce anche fin troppo bene?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando entrai nel cortile di casa per prima cosa chiamai il cane. - Berry!!-  non arrivò. Per intero si chiamava Tackleberry, come un personaggio di scuola di polizia. Naturalmente il nome l'aveva scelto mio fratello.  Mi servivo spesso di questo meccanismo per capire se mio fratello Jack era in casa: lui faceva sempre entrare il cane e se il l'allegra bestiolina non era in cortile sapevo già che avrei dovuto preparare un pranzo per due, in caso contrario avrei dovuto portare fuori Tackleberry.
Mio fratello Jack aveva una passione per i cani, esclusivamente  quelli a pelo corto e soprattutto col muso rugoso. Avevamo un boxer, Mahoney, ma era morto un anno e mezzo prima, così era entrato nella nostra famiglia Tackleberry, un bulldog francese. Mio fratello era un ragazzo alto e grosso, l'avresti detto un giocatore di rugby. Una massa di capelli castani incolti  gli cadeva sulle spalle e vestiva sempre con magliette di fumetti e gruppi rock, che a volte rubavo dal suo armadio. Era un appassionato di videogiochi e computer. Per questo motivo si era iscritto a ingegneria informatica. Non sapevo se studiasse veramente o se l'avesse scelta solo perché la mamma non lo rimproverasse più di passare tutto il giorno a computer, sapevo solo che il suo libretto degli esami era intoccabile. Entrai in casa.
-Jaaack!!!- Dopo una manciata di secondi il fratellone mi venne incontro dicendo:
- Devi assolutamente iscriverti a un sito.- Neanche un "Ciao", la cosa mi infastidiva, gli replicai scimmiottando la sua voce:
- Ciao sorellina, com'è andato il tuo primo giorno di scuola?  Quale deliziosa prelibatezza cucinerai per me oggi?-
- Prelibatezza? ma se non sai fare altro che pasta alla pomarola, o peggio alla maionese,  con schiaffata dentro una scatoletta di tonno. E la metà delle volte ti viene scotta.- rispose ridendo.
- Forse potresti fare la spesa ogni tanto!- replicai.
Me ne andai scocciata in cucina, apparecchiai e misi a bollire l'acqua. Il frigo era quasi vuoto, cercai qualcosa di diverso dalla pomarola per condire la pasta.... Philadelphia... poteva andare. In ogni caso forse Jack aveva ragione. Una volta Ken mi aveva detto che le uniche ragazze che conosceva che non sapessero cuninare, oltre a me, era perché non ne avevano l'opportunità, avendo la mamma sempre in casa. Per questo io ero un caso strano: una frana che fa molta pratica. E' che nessuno mi aveva mai chiesto di cucinare, mia mamma, da quando aveva trovato il nuovo lavoro, mi aveva sempre detto: "Non torno a casa, ti arrangi?" per cui mi sono sempre arrangiata... mai cucinato! Trovavo un po' ingiusto che mio fratello non toccasse una pentola, ma sapevo che mia mamma si rivolgeva a me  perché se avesse dato la responsabilità al mio irresponsabile fratello maggiore avremmo mangiato pane e nutella come pranzo tutti i giorni.  Per lui potevo anche nutrirmi dell'umido delle pareti. Buttai giù la pasta e attesi pazientemente dieci minuti guardando la tele. Chiamai Jack e ci mettemmo a tavola. Durante tutto il tempo parlammo del nuovo gioco online che aveva scoperto. Dopo mangiato mi costrinse a iscrivermi, naturalmente indicando lui come referente, per usufruire di un premio. Ci ritrovammo davanti al mio computer. 
Nickname: Baby_Brainstorming. 
- No, questo nick non va bene- commentò mio fratello. 
- Come no? è il mio solito nick.-
- Devi scegliere un Nick unisex o da ragazzo, no  puoi fare un personaggio donna.-
- E perchè no?-
- In quel sito c'è pieno di NERD sfigati che sbavano dietro a qualsiasi cosa di sesso femminile, non troveresti altro che cattive compagnie. -Mio fratello... il solito esagerato geloso e iperprotettivo. Quando andavo in giro con lui, soprattutto in spiaggia, nessun ragazzo mi si poteva avvicinare. Difendeva il mio onore anche a costo di mettermi un braccio intorno alla spalla, un enorme sforzo visto quanto fosse riluttante ai gesti di affetto nei miei confronti, solo perché i maschi credessero che fosse il mio ragazzo e mi stessero lontano. Aveva quasi pestato un tipo, Dake, l'estate prima... che imbarazzo. Decisi di farlo contento.
Nickname: Gate_Control
- Gate control?
-  Si come la teoria del cancello, l'ho riguardata l'altro giorno sul Kandel...Hai presente cos'è-
- Si lo so cos'è, sei la solita Secchiona. Spero di essere molto lontano da qui quando sarai una supponente neurologa-
- Mi parli tu di ossessioni? dopo che mi hai implorato di iscrivermi all'ennesimo gioco di ruolo?- 
Scelsi un elfo, il personaggio più carino possibile,  gli feci i capelli castani e gli occhi verdi, se fosse stato vero mi sarei potuta innamorare del mio stesso personaggio. Completai la mia iscrizione con i miei dati personali, che nessun giocatore avrebbe visualizzato. Suonarono il campanello, andai ad aprire.
- Cloeeeeee-
-Sophiaaaa.- la ragazza mi saltò al collo e mi diede un grosso e umidiccio bacio sulla guancia. Sophia era la ragazza di mio fratello. La adoravo dal primo momento in cui l'avevo vista. Era una ragazza espansiva e prendeva sempre molta confidenza con le persone. Lei e il mio burbero fratello formavano una strana coppia, soprattutto perché Jack era alto 1 m e 90 e Sophia 1 e 50, benché lei fosse due anni più grande di lui sembravano zio e nipotina. All'improvviso vide mio fratello da lontano, prese la rincorsa e gli saltò in braccio avvinghiandogli le gambe intorno alla vita, era il mio segnale che me ne dovevo andare. 
- Vado a Portare fuori Tackleberry!- urlai. Mi inginocchiai e chiamai il cane che arrivò correndo e mi saltò addosso, proprio come aveva fatto Sophia con Jack. Uscii e mi diressi al parco, un parco più lontano del solito per lasciare più tempo ai due piccioncini. Andai nell'area apposita per i cani.  Ad un tratto sentii una voce stranamente familiare alle mie spalle.
- Hey Buddy!- Hey buddy... era la scritta dietro la mia maglietta. Sentii il contatto di una mano sulla mia spalla. Mi girai, quello che vidi mi lasciò incredula.
-Tu?- Era Castiel e indossava la mia stessa maglia.
-Secchiona?-
- Ho un nome ed è Cloe... Come mai adesso mi rivolgi la parola?- dissi stizzita togliendo bruscamente la sua mano dalla mia spalla.
- Non sapevo che fossi tu.. Ascolti i Nightwish?- 
- I miei gusti musicali non sono affar tuo.- 
- Sono affare di tutti, li porti scritti sulla maglietta!  Non l'avrei mai detto.. Ti facevo tipa da Boy Band.- Dopotutto forse anch'io mi ero sbagliata sul suo conto. Si stava rivelando simpatico.
- Previsione sbagliata. Anche se non ho niente contro le Boy Band, fanno il loro mestiere. Voglio fare anch'io una previsione: il tuo è il Rottweiler nell'angolo a destra.- Non che avessi individuato il suo cane per puro intuito: avevo semplicemente accoppiato il guinzaglio che aveva in mano il ragazzo con il collare corrispondente.
- Esatto, si chiama Damon.- disse sbalordito.-  Sai sempre tutto tu eh?... vediamo... Il Cocker Spaniel marroncino?.- 
- Fuori Strada.- 
-Labrador?-
- Naaaa.-
- Sarà mica il Dobermann?-
- Ti arrendi?-
- Spara.-
- Il Bulldog Francese.-
- Cos'è un Bulldog Francese?-
- Quello lì.- dissi indicando Tackleberry. Castiel fissò per qualche secondo l'attivo cagnolino mentre si rotolava nel fango sotto al muso di una barboncina. Era sempre stato un gran giocherellone, un po stupidotto, molto tenero. Infine il ragazzo commentò:
- E' il cane più brutto che io abbia mai visto.-
- Heyyyyy....- Dissi in tono contrariato.
- ...Buddy?- completò lui.
- E' bellissimo... si chiama Tackleberry.-
- Il nome non mi è nuovo.-
- Scuola di polizia.-
- Almeno il nome ha gusto. Devo andare, ci vediamo domani secchiona!-
Fece un fischio al cane che lo raggiunse e si allontanò, ma gli tirai un sasso dritto in testa.
- A domani testa di rapa!-
Sarebbe andato d'accordo con mio fratello, dato che la maglietta e il nome del cane erano suoi ed erano le uniche cose che apprezzasse di me. 
 Tornai a casa con calma e avvertendo Jack al telefono del mio ritorno. A cena cercò di convincere invano i miei a iscriversi al nuovo gioco di ruolo. Pessima mossa: mia mamma passò il tempo a rimproverarlo perché perdeva tempo sui giochi invece di studiare. Dopo cena guardammo un film tutti insieme. alle 23 circa andai a letto tranquilla, ma dopo qualche minuto iniziai a ripensare alla giornata. Non a tutta la giornata, in particolare a Nathaniel e Melody. Più ci pensavo più il mio cuore batteva e non riuscivo a dormire. Inutile negare che mi fossi presa la mia prima vera cotta per Nathaniel. E che qualunque speranza poteva essere distrutta all'istante da una relazione tra lui e Melody. Lei lo amava da anni e chi ero io per cercare di stroncare la loro relazione? Ma soprattutto: chi ero io per propormi di aiutarla? Perché non riuscivo mai a dire di no agli altri anche quando i favori che concedevo andavano contro a me stessa?
Mi rigirai nel letto con questi pensieri fino all'una e mezza. Mi ricordai dell'ultima volta che mi era successa una cosa del genere e istintivamente presi il computer per entrare in quel gioco di ruolo che piaceva tanto a mio fratello. Era abbastanza "classico" come impostazione: armi, combattimenti che migliorano le tue caratteristiche, missioni da svolgere, possibilità di combattersi e allearsi con gli altri giocatori (a quanto avevo scoperto anche avere relazioni). Stavo combattendo contro un cinghiale, giusto per alzare un po il livello, quando mi incappai in un drago enorme. Non riuscivo a scappare e il drago stava succhiando la mia vita, ma d'improvviso un altro giocatore con un solo colpo finì il drago. La chat di fianco al gioco si illuminò.
The_Gamer: Nabbo?
Gate_Control: Già u.u
The_Gamer: Non dovresti stare in queste zone, sono indicate rosse nella cartina. Dovresti stare nelle zone verdi per ora o rischi di morire subito.
Gate_Control: Cartina?
The_Gamer: Si ce l'hai nello zaino. L'hai fatto almeno il tutorial?
Gate_Control: No, sto andando a naso.
The_Gamer: Fallo! comunque se hai bisogno chiedi pure.
Gate­_Control: Dove sei se ho bisogno di aiuto?
The_Gamer: Mi trovi qui, ma non ti conviene venirci. Ti ho aggiunto come amico. Quindi... o  vai nella chat privata del gioco, che non è molto bella, o mi aggiungi su fb.
Gate_Control: non ho facebook.
The_Gamer: dovresti farlo. Skype? Msn? E' un po datato ma va ancora..
Gate_Control: ok, facciamo msn... ce l'ho instellato di dafault sul computer..
Ccreai un account fasullo, lui mi mandò la sua mail e io lo aggiunsi. Mi diede consigli preziosi sul gioco, in realtà all'inizio sporadicamente perché stavamo ancora giocando . Poi smettemmo entrambi di giocare. Alle due e quaranta circa gli chiesi:
Gate_Control: Come mai ancora sveglio?
The_Gamer: Abitudine. Tu?
Gate_Control: Non riesco a dormire.
The_Gamer: Ti posso chiedere una cosa?
Gate_Control: Domandare è lecito, rispondere è cortesia.
THe_Gamer: Come mai ti chiami telecomando del cancello?
Gate_Control: Non è telecomando del cancello, è teoria del cancello.
The_Gamer: A me sembra proprio telecomando del cancello. Ti chiamerò così d'ora in poi XD. Ma cos'è la teoria del cancello?
Gate_Control: Una teoria di modulazione del dolore, ho deciso di chiamarmi così perchè ultimamente giocare è l'unica cosa che mi calma, che lenisce il mio dolore. Non ti chiedo perché the Gamer, mi sembra ovvio.
The_Gamer: Non soffri molto a giudicare dal tuo livello. aauauauau XD. A parte gli scherzi.. Perché stai male?
Gate_Control: ragazzi...
The_GAmer: Ah... e lo sanno che sei gay?
(Cavoli...   avevo proprio scritto ragazzi, dovevo correggermi o saltava la copertura. Quasi mi scordavo che mi credesse un ragazzo.)
Gate_Control: Volevo dire ragazze.. In Particolare una: Nadine. Ma lei non mi calcola neanche.
The_Gamer: Come fai a dirlo?
Gate_Control: Un ragazzo, che lavora con lei, ne è pazzamente innamorato. E' carino, molto più di me, ho paura a chiederle cosa provi veramente per lui.
The_Gamer: Mmmhh.. Dovresti scoprire la verità... Ma cerca di conquistarla...
Gate_Control: E come?
The_Gamer: Chiedile di uscire, non so.. prendile dei fiori, queste cose alle ragazze dovrebbero piacere.
Gate_Control: Ahahah mi sembra che non sia un esperto neanche tu.
The_Gamer: Non ho bisogno di conquistare ragazze. Io ho schiere di ragazze ai miei piedi.
Gate_Control: Dimmene una.
The_Gamer: Nadine.
Gate_Control: Se proprio dovevi inventarti un nome potevi evitare di usare quello che ho usato io.-.-"
The_Gamer: Cavoli! Comunque se questa Nadine non ti calcola dovresti trovartene un'altra. Qualche idea Telecomando?
Gate_Control:NON CHIAMARMI TELECOMANDO mah... veramente ci sarebbe un'altra ragazza carina: Cassandra. E' una tipa scontrosa ma ultimamente sembra essere più gentile con me.
The_Gamer: Non perdere tempo con  le ragazze... pensa a salire di livello.
Gate_Control: Ma se prima mi hai detto il contrario... come stai tu a ragazze? Ti assillano troppo immagino (XD)
The_Gamer: Io mi concentro sulle cose importanti, come salire di livello XD. Mi piacciono le ragazze ma quelle che conosco sono tutte ochette che non fanno altro che parlare di trucco, discoteche e Boy Band.
Gate_Control: Come ti capisco.
 
 
E lo capivo veramente, era il motivo per cui non avevo mai legato più con ragazze dai tempi delle elementari, pochi argomenti di conversazione in comune. Mi trovavo bene con questo sconosciuto, con lui potevo parlare di tutto senza la paura del suo giudizio su di me.
Parlammo per un'altra ora circa della mia situazione, gli raccontai tutto: da come avevo conosciuto Nathaniel, o meglio Nadine, al mio incontro con Castiel/Cassandra al parco. Mi sentivo molto più sollevata come liberata da un grosso peso. 
Alle tre e mezza circa The Gamer andò a dormire, lo ringraziai tanto per avermi ascoltato e avermi dato consigli. Restai a giocare ancora fino alle sei, non riuscendo ad addormentarmi. Dormii un'ora e mezza con la testa sul computer, poi suonò la sveglia. La spensi senza pensarci e a svegliarmi nuovamente fu una chiamata sul telefono.
-Pronto? Che cosa Vuoi? Perché mi chiami?
  
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