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Autore: Mikhael98    25/05/2013    2 recensioni
Il suo cuore si era ormai impietrito.
Il futuro l'aveva deluso.
Ormai non ricordava più l'amore.
Poteva lui, l'Eroe del Tempo, lasciarsi amare?
E tre ragazze molto speciali potevano scaldare quel cuore ormai di ghiaccio?
Sono bisognosa di recensioni!!!!!!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goddess Din of Fire, Goddess Farore of Knowledge, Goddess Nayru of Wisdom, Link, Princess Zelda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dalle sue mani scaturiva il Minuetto della Foresta, di fianco, a riposare, c'era Epona. Non riusciva più a trattenersi, voleva urlare, imprecare, bestemmiare, voleva tante cose... Ma, più di tutte,  voleva tornare indietro, vivere, essere di nuovo amato per quello che era, chiacchierare con Saria, essere felice. 
Una mano si posò sulla sua spalla.
-Link.
Il sorriso candido e innocente di Amelia brillò nella luce del tramonto. Si sedette accanto a lui, che continuava a suonare l'ocarina, fino a quando la melodia non finì.
-Mi piace molto questa musica! E' la mia preferita!
Disse la ragazza. Link accennò un sorriso.
-Già, piace molto anche a me.
Mormorò tristemente. Lei gli diede una pacca sulla schiena.
-Su, non fare così! Ci divertiremo un sacco!
L'entusiasmo della dea lo fece sentire felice, tutta quell'allegria, quell'innocenza, ogni cosa in quella ragazza lo riportavano al suo passato, facendogli battere il cuore a mille. Sapeva che poteva fidarsi di lei, però al contempo sapeva che non avrebbe mai potuto capirlo. Scosse la testa.
-Può darsi... Però non fate altre cavolate come quella dei coccò!
Amelia rise, la sua risata era contagiosa.
-Andiamo, le altre ci aspettano!
In quel momento giunse Ramyel.
-Link! E' tardi! Devi rientrare!
Ansimava per la corsa, dietro di lui si scorse una chioma bruna.
-Basta con questi incontri da amanti! E' ora di cena! Ed io ho fame!
La simpatia di Audrey svegliò il biondino.
-Credi che mi affretterei solo perché hai fame? 
La affrontò, poi insieme si diressero alla casa del ragazzo.
-Ma... dov'è Sofia?
Notò Link. 
-Bah, si allena con l'arco.
Bofonchiò Din. 
-Mi tocca andare a chiamare anche lei.
L'Eroe la fermò.
-Lascia, vai a mangiare, ci penso io.
Si congedò dal gruppo. Nessuno sapeva dove fosse andata ad allenarsi, quindi setacciò il piccolo paese; non trovandola optò per un posto in cui non metteva piede da tempo: il cimitero.
Dovette uscire dal villaggio e prendere un sentierino ingombro di casse. 
Alla fine arrivò al cimitero, dove una strana aria permeava tutto, avvolgendo ogni cosa con la foschia del passato; a Link parve di sentire le voci degli spiriti, un coro macabro e assillante. Infine la vide. Intenta nel centrare i suoi bersagli immaginari, teneva un occhio chiuso per mirare meglio.
-Sofia?
La chiamò. Una freccia venne scoccata e finì quasi addosso al ragazzo.
-Ehi, da quando hai intenzioni omicide?
Scherzò, ma lei non sorrise, abbassò lo sguardo.
-Scusami.
Lui rimase a fissarla.
-Che succede?
-Niente…
Le si avvicinò.
-Vieni, è pronta la cena.
Non chiese nulla, si limitò ad andarsene mentre lei lo seguiva.
-Vedo che te la stai cavando meglio con l’arco.
Commentò, la ragazza annuì. Si fermò.
-Sofia… sei strana.
Si guardarono negli occhi, poi, lei lo abbracciò. Dapprima rimase impietrito di fronte a tale gesto, ma dopo ricambiò la stretta della piccola e minuta dea.
-Io lo so cosa provi, Link.
-Cosa… ?
Si allontanò. Lei era seria, continuava a fissarlo.
-So cosa provi: la nostalgia del passato. Ti capisco, ne sono stata assalita anch’io.
Lui rimase esterrefatto, la squadrò allibito, scosse la testa.
-Anche se fosse… niente potrà mai rendermi felice.
Allora Sofia sorrise, si avvicinò, nelle sue piccole mani stringeva l’arco.
-Link… Lascia che la vita ti stupisca, lasciati amare.
Detto questo si incamminò verso la casa, lasciando immobile l’Eroe.
 
Audrey si rifiutò di andare a tavola conciata in quello stato; effettivamente era ricoperte di terra e sudata marcia. Abbandonò la gigantesca ascia accanto al letto, quindi andò dal bagno. 
Aprì la porta, ma si bloccò subito.
-Ehi! 
Si appoggiò con la schiena contro il legno. Aveva appena beccato Ramyel mentre si faceva il bagno, ne avevo scorto una buona parte del corpo nudo… Era davvero molto bello, il torace sembrava scolpito, modellato dalle stesse abili mani che avevano dato forma alla sua arma. Scosse la testa, le stavano venendo in mente strani pensieri. Alla fine il ragazzo uscì, imbarazzato, era arrossito, questo fece sorridere la dea.
-Scusa per prima, non pensavo ci fossi tu dentro.
Disse allegra mentre guardava il petto nudo del guerriero.
-Fa niente, capita!
Rispose l’altro, anche se si vedeva che era imbarazzato. Lo guardò allontanarsi, camminava in modo buffo, quasi come un pinguino, si trattenne dal ridere ed entrò nel vaporoso bagno.
 
-Ehi! Ma dove vai?! 
-A farmi un giretto!
-La cena è pronta! E poi è pericoloso!
-Guarda che so difendermi! E poi ci impiegherò poco, tanto dobbiamo aspettare che Audrey si faccia la doccia!
Furono queste le sue ultime parole, poi una chioma di boccoli neri, infine non la vide più. Navi svolazzò da Link per avvertirlo, ma ormai Amelia era svanita, addentrandosi nel pozzo buio, armata della sua spada.
 
Sofia si sdraiò sul suo letto, l'arco a terra appoggiato al comodino. Era sfinita, allenarsi era stato più difficile di quanto pensasse, le novità di quel giorno erano state tante, l'incontro con Zelda l'aveva sconvolta, poi la discussione con Link... Possibile che fosse così... strano? Era scontroso, scorbutico, antipatico... eppure era anche gentile, sensibile, dolce... Lui era il bianco e il nero. La notte e il giorno. La luna e il sole. 
Eppure lei se lo sentiva, sapeva che il suo lato vero non era quello, lui era buono, anche se piuttosto scontroso, la verità era che aveva paura dell'amore, di ciò che sarebbe succeso in futuro, terrorizzato dal suo stesso presente. Come poteva temere il tempo e non una creatura mostruosa come quelle che aveva sconfitto in passato? Forse perché il mostro lo si poteva sconfiggere, il tempo bisogna farselo amico. 
Stava coricata a riflettere, voleva aiutarlo, voleva salvare Hyrule e Link.
Fu così che si addormentò, ancora vestita, con le coperte sotto di sè, l'arco accanto, e il cappellino in testa.
 
Era buio, l'umidità le rendeva i capelli come una palla di lana, ma a lei interessava esplorare. Quel posto l'aveva sempre attratta, non si era mai addentrata in un pozzo. 
Estrasse un fiammifero dalla tasca, quindi lo accese. 
Le ombre si rincorrevano in un macabro gioco di oscurità, danzavano percorrendo le pareti, saltando, volteggiando, si aggrappavano come mani a un appiglio, quasi temessero di cadere ed essere assorbite dal buio delle profondità. 
Amelia accarezzò la pietra, facendo percorrere le sue lunghe dita nelle incavature... C'erano delle incisioni, lei non le capiva, erano in una lingua antica, ma a un certo punto si imbattè in un disegno, un incisione diversa dalle altre: un triangolo. La gloriosa Triforza.
Rimase a bocca aperta, il suo sguardo setacciava freneticamente la parete alla ricerca di qualche indizio che le facesse capire il contenuto di quelle frasi su pietra. Le dita passavano da una parte all'altra, la roccia era gelida. Poi, cadde il fiammifero.
 
Link si teneva la testa con entrambe le mani: aveva delle forti emicrania. Sentiva delle voci, delle urla, versi disumani, ululati... A popolare il cimiterov'era la solita foschia, una nebbiolina che sembrava provenire da un'altra epoca, la sua epoca, il passato nel quale era vissuto felice. Anche quei suoni assordanti che rimbombavano nella sua testa provenivano da lì, parevano implorarlo di tornare indietro, erano arrabbiati perchè era sfuggito all'infanzia e a loro; lui tentava di spiegare che la sua non era stata una fuga, ma un rapimento, le forti braccia del dovere l'avevano trascinato via da una vita normale e spensierata.
L'Eroe del Tempo sedeva sulla pietra fredda di una lapide, sulla quale era inciso un nome a lui sconosciuto, non se ne curava molto, ma se avesse fatto più attenzione si sarebbe accorto dello spirito che gli stava volteggiando accanto e che infine svanì, dissolvendosi in quella foschia irreale. 
A interrompere quelle voci fu Navi, che preoccupata si era diretta da Link per avvisarlo del guaio che aveva combinato Amelia. Lo trovò a terra con la testa nascosta nei palmi delle mani, i muscoli tesi e una rigidità sovrumana.
-Link, tutto bene?
Gli chiese, risvegliandolo da quello stato di trans. Lui alzò lo sguardo.
-Che succede?
Rispose con un'altra domanda, con il suo solito modo di fare, ma la fatina non ci fece molto caso.
-Amelia si è infilata nel pozzo!
Fece preoccupata, e, sentito questo, Link si mise in piedi e si diresse con passo svelto verso il luogo in cui si trovava la dea, mentre la lucina azzurra gli svolazzava dietro.
-Ma cosa le è saltato in testa?! E tu perché l'hai lasciata andare?!
Borbottò irritato alla sua amica.
-Link, per quanto io possa provare a convincerla, non posso bloccarla!
Si giustificò quest'ultima. Il biondino annuì: non aveva voglia di discutere, e poi sapeva che la colpa non era di Navi, ma di quella testarda di Amelia. Era una sconsiderata, cosa pensava di fare in un posto così pericoloso? Va bene che i passaggi verso le sale segrete erano chiusi, però non poteva infilarsi ovunque senza pensarci due volte! 
L'irritazione prese il sopravvento sulla nostalgia, questo fu positivo da un lato, ma negativo dall'altro. Infatti, una volta arrivato al pozzo e scesa la scala instabile che portava al fondo, inveì furioso contro la ragazza.
-Cosa ti è saltato in testa?!
Llei, dal canto suo, era rimasta immobile, Link era arrivato appena in tempo, le si era spenta la candela da poco, ad illuminare il posto era solo la lucina azzurina della fata, che lasciava vedere i muscoli tirati del volto del ragazzo, il quale la fissava arrabbiato.
-Hai idea di quanto sia pericoloso qui?! Le ombre albergano ovunque, saresti una facile preda per loro! 
Amelia, inaspettatamente, sorrise. Prese la mano dello spadaccino imbronciato, e le posò sulla pietra incisa.
-Ho trovato questo, tu sai capire cosa ci sia scritto'
Chiese tranquilla, ignorando la strigliata appena subita.
Man mano la rabbia dell'eroe sfumò in curiosità, la sua concentrazione finì tutta su quelle incisioni. Con le dita percorse ogni incavo, sotto la luce di Navi, assaporando il piacere del sapere. Sorrise.
-Allora? Cos'è?
Domandò esaltata la dea. Link continuò a sorridere, infine, si voltò a guardarla.
-E' la profezia, la vostra profezia...
Disse, staccandosi dalla parete umida e dirigendosi verso l'uscita.
-beh, allora è anche la tua!
Aggiunse alle sue spalle la dea. Lui non si voltò, rimase un attimo immobile.
-Sì, è vero.
E se ne andò, stavolta seguito da Amelia, affamata più che mai.
  
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