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Autore: Earth    26/05/2013    3 recensioni
In un passato lontano e oscuro Gallifrey fu distrutto. Solo un Signore del Tempo sopravvisse. Girò in lungo e in largo nell'universo e con il passare degli anni la terra lo riconobbe come il Dottore. Questo è tutto vero, ma lui è solo l'ultimo Signore del Tempo...
- Primo capitolo: da qualche parte nella 6° stagione
- Secondo capitolo: 7° stagione, tra "The Snowmen" e "The Bells of Sait John"
- Terzo e seguenti: 7° stagione, tra "Cold War" e "Hide"
Genere: Introspettivo, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Settima stagione, tra “Cold War” e “Hide”

 

ATTENZIONE: questo capitolo e i seguenti contengono spoiler sulla settima stagione!

 

 

Una passeggiata tranquilla

 

 

« E' sicuro di non avere nessun gelato salato? »
Il gelataio guardava il Dottore sconcertato.
« Questo è un vero scandalo! » aggiunse Clara cercando di non ridere.
Povero Signor Gelataio, se ne stava per andare a casa, aveva sistemato i dolci sugli scaffali e svuotato la cassa, ordinato i tavolini e ormai, infilati guanti e cappello, stava chiudendo la porta a vetri della sua bottega. Poi in quella gelida giornata d'inverno Clara e il Dottore erano sbucati dal nulla. Il Signor Gelataio aveva provato a convincerli di passare l'indomani, ma loro avevano insistito farneticando di macchine del tempo che qualcuno non sapeva guidare e sostenendo che quella era l'unica gelateria che erano riusciti a trovare nel raggio di duecento anni. Così aveva dovuto riaprire il negozio, rimettersi il grembiule e riappendere giacca e capello dietro la cassa.
Clara era piacevolmente sorpresa di quanto il Dottore sapesse essere convincente. Era esilarante andare in giro con lui, a parte quando rischiavano di lasciarci le penne... che poi era praticamente sempre.
Era esilarante vedere come il Dottore riuscisse a trovare il lato assurdo delle cose più banali, a far diventare illogica anche la cosa più logica e come magicamente tutto ciò che sembrava complicato diventasse semplice.
Il Signor Gelataio era ancora lì, dietro al bancone, con un cono alla liquirizia nella mano destra e la paletta per prendere il gelato dalle vaschette nella sinistra.
« Ve lo posso assicurare! Su Esperidanibi fanno i migliori gelati salati di tutta la galassia! » continuava a blaterare il Dottore « Clara, ma perché non siamo andati lì? »
La ragazza sorrise della follia del Signore del Tempo « Non lo so » disse poi prendendo il suo cono dalla mano del gelataio « se ti fosse venuto in mente prima saremo andati su Espericoso. »
« Esperidanibi! » precisò lui.
« Quello che è! » disse la ragazza avvicinandosi alla porta del negozietto e prima di uscire si voltò verso il Signor Gelataio « Grazie, è stato molto gentile! »
Clara e il Dottore si incamminarono con i loro gelati verso il parco di fronte.
Sembrava un posto tranquillo, silenzioso. Il vento gironzolava annoiato qua e là portandosi dietro le ultime foglie ingiallite avanzate dall'autunno passato. I raggi del sole basso all'orizzonte scivolavano sul prato verde donandogli allegre sfumature arancioni macchiate solo dalle lunghe ombre scure degli alberi.
« Hai sentito? » chiese ad un tratto il Dottore, fermandosi e guardandosi in torno circospetto.
« Cosa? » rispose Clara non curante continuando a passeggiare tranquilla.
« Tieni questo! » disse il Signore del Tempo rifilandole tra le mani il suo gelato e cominciando a correre.
« Ma... » Clara rimase per un attimo a guardarlo sfrecciare via. Per un attimo cercò di capire quale fosse il motivo di quel cambiamento di programma improvviso, ma poi ci rinunciò.
« E che fine a fatto la passeggiata tranquilla? » gridò cercando di raggiungerlo.
Clara si ritrovò a correre per un vialetto circondato da alberi spogli con due coni gelato in mano. Si sentiva al quanto ridicola in quel moneto. Che cosa poteva essere mai successo di così grave?
Svoltò a destra oltrepassando uno scivolo rosso e un gruppetto di altalene. Ad un centinaio di metri davanti a lei il Dottore si era fermato su di un ponticello di legno che attraversava un piccolo laghetto artificiale al centro del parco.
Quando Clara lo raggiunse aveva il fiatone e sentiva la crema dei gelati colarle sulle mani.
« Mi vuoi dire cosa diamine è successo? » disse la ragazza cercando di riprendere fiato.
Poi Clara alzò lo sguardo. Davanti a loro c'era una ragazza con un cappotto rosa confetto che la guardava divertita. Dei boccoli neri le ricadevano morbidi e ordinati sulle spalle, un filo di matita nera le fasciava gli occhi azzurri. Era un palmo più alta di lei, ma forse era per via dei tacchi. Clara guardò il Dottore interrogativa. E adesso chi era quella ragazza? Era stata lei a fermare la sua corsa? Si sentiva ancora più confusa di prima.
Il Dottore se ne stava lì impalato con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.
Clara si schiarì la voce. Il Signore del Tempo, come se si fosse accorto solo in quel momento che anche lei era lì, si riscosse e per un secondo si guardò attorno disorientato poi spostò velocemente lo sguardo tra le due ragazze un paio di volte.
« Clara ti presento la Fata. Fata lei è Clara » si decise a dire alla fine indicando prima e l'una poi l'altra.
La Fata sorrise. E Clara fece altrettanto « Molto piacere! » disse.
La Fata... pensò. Strano. Era un nome insolito. Anche se ormai poteva definirsi un'esperta in cose insolite...
Il Dottore girò attorno a Clara fino a trovarsi tra le due ragazze, le prese sotto braccio e si incamminò nella direzione da cui erano arrivati.
« Allora Dottore come stai, ti vedo allegro? » chiese la Fata riponendo i libri che aveva in mano nella borsa a tracolla.
Dunque già si conoscevano. Pensò Clara. Eppure lui non le aveva mai parlato di una fata. A dire il vero Clara aveva la tremenda sensazione che il Dottore non le avesse detto la verità su di un mucchio di cose. Ma in fondo era un viaggiatore del tempo centenario, cosa si aspettava, che raccontasse a lei tutti i segreti dell'universo?
« Clara, devi sapere che io e la Fata siamo vecchi amici! » stava dicendo il Dottore.
« Vecchi amici? » esclamò la Fata sorpresa e divertita al tempo stesso. « Sbaglio o ci siamo incontrati solo due volte di sfuggita? »
« E com'è che vi siete conosciuti? » chiese Clara. Ora che ci pensava fino a quel momento non aveva incontrato nessuno che conoscesse il Dottore, o per lo meno nessun “vecchio amico”.
Il Dottore però non rispose, prese i due coni gelato ormai mezzi sciolti dalle mani di Clara e si diresse velocemente verso il parco giochi di fronte a loro. Si avvicinò a due bambini che stavano giocando vicino allo scivolo, gli disse qualcosa e gli lasciò i due coni gelato. Uno all'uno e l'altro all'altro.
« Allora » disse la Fata rivolta a Clara « tu e il Dottore è da molto che andate in giro? »
« Abbastanza. » rispose lei « è complicato tenere il conto dei giorni esatti quando passi da Napoleone, al confine del cielo in un solo pomeriggio! » Clara fece un paio di passi, cercando di sottrarsi allo sguardo indagatore della Fata. Non sapeva perché, ma quella ragazza la faceva sentire a disagio. Il Dottore stava tornando saltellando verso di loro.
« Bene! » esclamò il Signore del Tempo « Fata che ci fai da queste patri? »
« Nulla di particolare, facevo un giretto per ingannare il tempo » disse accennando un sorriso, che a Clara sembrò nascondere dell'altro. « Voi? » chiese.
« Siamo venuti a prendere un gelato... » disse il Dottore, ma subito si accorse di ciò che aveva appena fatto. La Fata lo guardò per un attimo interrogativa e Clara si diede una botta sulla fronte con il palmo della mano. Poi tutti e tre osservarono i due bambini che, dondolandosi sulle altalene, mangiavano spensierati i loro nuovi gelati.
Clara scoppiò a ridere. « Andiamo va' » disse .
I tre si incamminarono verso l'uscita del parco e chiacchierando del più e del meno, di come Clara e il Dottore non fossere mai arrivati a Las Vegas e di come la Fata non avesse alcuna intenzione di dirgli cosa ci faceva lì. Arrivarono su di una stradina piena di case, dovevano essere almeno una ventina di villette dai mattoni rossi per lato.
« Secondo voi dove siamo? » chiese la Fata dopo un po'. A quell'ora la strada era deserta, il sole era omani tramontato da un pezzo e i lampioni si erano accesi a rischiarare la via come tante candeline sopra una torta di compleanno.
« Dovremmo essere a sud, in Inghilterra. Devo esserci già stata da queste parti... » disse Clara guardandosi a torno pensierosa. In fondo alla strada una vecchia auto d'epoca verde se ne stava parcheggiata davanti ad un grosso cartellone pubblicitario su cui una ragazza con una racchetta da tennis in mano e i capelli corti cotonati sorrideva ad un bottiglia di coca-cola.
« Anni 50 più o meno » fece il Dottore avvicinandosi ad una panchina e sedendovisi sopra.
« E lo hai capito da una panchina? » chiese Clara.
« No » rispose il Signore del Tempo sistemandosi il cravattino « dai lampioni ».
Clara e la Fata si voltarono. Davanti ad ogni casa c'era un lampione acceso, alto una decina di metri. Dei lampioncini eleganti, assomigliavo a delle lanterne squadrate appese ad un ramo ricurvo. Ad un tratto però il lampione di fronte a loro si spense.
« Negli anni 50 i lampioni erano ad intermittenza? » chiese Clara divertita.
« No » disse il Dottore alzandosi e tirando fuori il cacciavite sonico dalla giacca.
« Secondo voi quante persone abitano in quella casa » disse poi indicando la villetta davanti a loro.
« Perché? » chiese la Fata passandosi una mano tra i boccoli scuri. Clara non aveva ancora ben capito cosa ci facesse lì quella strana ragazza, ma in fin dei conti non le importava poi più di tanto e a pensarci bene poteva anche essere simpatica.
Clara si avvicinò al Dottore. Osservò la villetta ci pensò un po' su « il giardino è ordinato, non ci sono cianfrusaglie in giro e le foglie sono state spazzate via. La padrona di casa deve tenerci molto all'ordine e secondo me... non so circa... »
« Qualche centinaio di forme di vita? » disse il Dottore osservando il suo cacciavite dalla luce vede.
« Certo forse se consideriamo le formiche che vivono in giardino e qualche altro insettino sparso qua e là... Dottore secondo me non sai usare nemmeno il cacciavite sonico! »
Il Signore del Tempo stava per controbattere quando la Fata gli sfilò dalle mani il cacciavite.
« Cosa … » disse cercando di riprenderlo, ma lei glielo impedì divertita.
« Allora vediamo un po' » disse la ragazza trafficando con quell'aggeggio alieno.
« Hei! sta attenta ok, è molto fragile! »
« Ecco qui » disse poi la Fata restituendo al Dottore il suo giocattolo « ci sono due ragazzini lì dentro. »
Il Dottore corrucciò la fronte perplesso « non è possibile....»
Clara afferrò il Signore del Tempo per un braccio, impedendogli di finire la frase e si avvicinò al capanno degli attrezzi in fondo al giardino.
Sorrise, le era appena venuta un 'idea.
« Per scoprire chi a ragione non ci resta che entrare » disse decisa. Poi spostò lo sguardo su di una vecchia scala di legno poggiata lì vicino.
Il Dottore la osservò per un attimo perplesso, poi si sfregò le mani « Clara sei un vero genietto! »
« Grazie » sorrise lei. Il Dottore afferrò la scale a pioli e si dirisse verso il davanti della casa.
« Non possiamo semplicemente bussare? » chiese la Fata.
Il Dottore sistemò la scala vicino al muro in corrispondenza di una finestra del primo piano.
« Ma così è più divertente! » esclamò Clara .
« Prego » disse il Signore del Tempo facendo una ampio gesto con la mano verso la scala « prima le signore. »
La fata lo guardò di traverso. Poi si sfilò gli stivali neri, appoggiò la tracolla per terra e si arrampicò sulla scala. Diede una spinta alla finestra che si apri cigolando e la scavalcò. Il Dottore la seguì.
Clara vide la luce della stanza accendersi e sentì la voce del Dottore: « salve! Tu devi vivere qui giusto? Molto piacere io sono il Dottore. Scusa il disturbo, ma ci siamo accorti che il lampione davanti la tua stanza si era spento e così siamo venuti a controllare... » Clara se lo immaginò stringere la mano ad una figura senza volto e parlare gesticolando indicando il lampione ormai spento.
« Lascialo stare Dottore, è solo un ragazzino! Così finisce che lo spaventi! Ciao io sono la Fata. »
Clara era ancora lì, sotto la finestra ad ascoltare le voci di quei due. Si era alzato un venticello leggero e l'aria si era fatta pungente. Ormai dovevano essere le dieci di sera più o meno. Poi Clara si decise a salire. Scavalcò la finestra e si ritrovò nella cameretta colorata di un bambino di circa otto anni che, seduto sul letto, guardava il Dottore e la Fata frugare in giro.
« David! » urlò il bambino « in camera mia ci sono una fata ed un dottore! » e a giudicare dalla voce tremate doveva esser abbastanza spaventato. Clara si diede una sistemata alla gonna rossa, si avvicino la bambino biondo e gli diede un buffetto sulla testa.
« No piccolo, loro non sono una fata e un dottore, loro solo la Fata e il Dottore ».


 


 

 

DUE PAROLE:

Ragazze/i dovete dirmi cosa ne pensate ok? Se vi piace, se fa schifo, notizie belle notizie brutte... non importa basta che mi dite qualcosa ok? Perché personalmente non mi piace molto come è venuto questo capitolo di riapertura, e lo so che è lungo, ma non credevo ci volessero così tante parole per dire così poche cose!
E lo so che ci ho messo mesi a pubblicare, ma giuro solennemente di non avere buone intenzioni che gli altri arriveranno veloci ( e saranno anche migliori, questo è sicuro )...
Tra l'altro mi sono resa conto solo ora di non riuscire minimamente a gestire Clara e Eleven… Ma io sono cocciuta e quindi tra compiti in classe, interrogazioni, tesina da preparare e una vita sociale da portare avanti ho deciso di ricominciare questa storia che è ufficialmente diventata una long ^.^ 

   
 
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