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Autore: alecter    27/05/2013    3 recensioni
La maggior parte di quello che pensate di sapere su Arthur, non sono altro che menzogne.
Merlin e Arthur, sono realmente esistiti, che la gente voglia ammetterlo o meno.
Chi di voi crede davvero nell’amore? In quello vero. In quello in cui due anime si legano indissolubilmente senza mai lasciarsi andare. Nemmeno la morte può distruggere tale tipo di rapporto, perché il vero amore sopravvive anche a quello.
Ci sono certe vite destinate a toccarsi, non importa dopo quanti anni, certe anime si rincontrano sempre.
Arthur fu il più grande re che la storia del Galles abbia mai conosciuto. Nessuno equiparerà mai la sua grandezza. Ma le sue grandi imprese sono storia solamente perché al suo fianco c’era qualcuno che gli ha dimostrato fedeltà fino alla morte e oltre: Merlin.
Genere: Comico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Avviso: Erroneamente ho postato questo capitolo prima del 24. Se quindi state leggendo questo senza prima aver letto il 24, scusatemi, è colpa mia! Ho ora caricato tutti i capitoli correttamente :) Buona lettura!



Capitolo venticinque

 
Arthur si mise subito in viaggio, assieme a Gaius.
Essendo completamente ignorante in materia d’incantesimi, fonti della memoria e altro, aveva bisogno di una guida al suo fianco.
Gaius, essendo il più esperto in materia, si era proposto di accompagnarlo fino al presunto luogo in cui si trovava la fonte.
Il dottore era molto scettico al riguardo. In tutti gli anni passati assieme ai druidi, aveva sentito varie leggende riguardo alla fonte. I druidi raccontavano che l’ultima persona ad essere riuscita ad attraversare la fonte, fosse stato un potente mago, il più potente che avesse mai camminato sulla faccia della terra, si diceva.
Ovviamente, Gaius, aveva sempre pensato che la fonte fosse solamente una leggenda. Non vi erano prove tangibili che esistesse, nessuno a testimoniare di averla vista.
La presunta fonte, si trovava qualche kilometro fuori Londra. Gaius, per curiosità, vi si era già recato in passato.
Davanti si era trovato un’immensa radura ed una piccola grotta scavata nelle montagne. Di fonti, però, non ne aveva viste.
 
“Non vorrei scoraggiarti, giovane. Ma penso che questo viaggio sarà un completo fallimento” disse, mentre Arthur seguiva la strada che si estendeva davanti loro.
Stavano guidando da circa mezz’ora ed Arthur non aveva detto una parola.
Continuava a pensare allo sguardo perso di Merlin, alla possibilità di dover ricominciare tutto. Si sentì egoista per aver pensato di essere l’unico ad averlo perso.
Sua madre aveva perduto suo figlio. William aveva smarrito il suo migliore amico. Merlin aveva perduto i suoi poteri, la sua essenza.
 
“Proverò tutto per riportarlo indietro” sussurrò Arthur, tra i denti. Era disposto anche ad arrivare sulla luna, se necessario, a cercare per tutto il mondo, qualche stregone in grado di aiutarli.
Non si sarebbe arreso.
Gaius annuì. Sapeva che non avrebbero trovato nulla nella radura, ma apprezzava l’enorme sforzo di Arthur.
 
“Chi pensi possa essere stato?” chiese poi Gaius. Arthur alzò le spalle. Anche lui aveva provato a pensare a chi avesse potuto fare una cosa del genere. Chi avrebbe voluto che Merlin perdesse tutti i suoi poteri? Chi ne era a conoscenza oltre lui, sua madre e William?
 
“Non ne ho idea. Solamente noi sappiamo dei poteri di Merlin. Quindi non saprei” rispose. Gaius fissò la strada davanti a sé.
 
“Ho saputo dell’attacco al ristorante. Non credi sia stata la stessa persona che ha provato ad attaccarti quella sera?” chiese poi. Arthur si voltò per un momento verso il vecchio uomo, poi tornò a guardare la strada.
 
“Pensa che, chiunque abbia fatto ciò, in realtà puntava ad attaccare me? Che abbia tolto i poteri a Merlin così che lui non potesse difendermi?”mentre diceva ciò ad alta voce, Arthur si rese conto che tutto aveva un senso.
Più volte era stato attaccato per mezzo della magia e, tutte le volte, Merlin era stato lì, pronto a proteggerlo con i suoi poteri.
Chiunque avesse cercato di ucciderlo avrebbe fallito finché Merlin era lì a proteggerlo con la magia.
Il punto però era, chi stava cercando di farlo fuori?
Gaius fissò Arthur, in silenzio.
 
“Chi potrebbe mai volerti morto?” chiese poi. Arthur scosse la testa.
 
“Non ne ho idea” sussurrò.
 
Circa venti minuti dopo, parcheggiarono la macchina nei pressi della radura. Arthur scese rapidamente dalla macchina ed iniziò a guardarsi attorno. Corse tra gli alberi, entrò nella grotta, ma non riuscì a trovare nessuna fonte. Non vi era nemmeno una goccia d’acqua in quel luogo.
Disperato e sconfitto, si accasciò a terra, con la testa tra le mani.
 
“Aveva ragione” sussurrò, quando Gaius gli si avvicinò e poggiò una mano sulla sua spalla.

“Non c’è nessuna fonte” disse. Arthur scoppiò a piangere. Aveva fallito. Non c’era nulla che poteva fare. Come poteva restituire i poteri a Merlin, se non sapeva come fare?
Alzò lo sguardo, pieno di lacrime, verso Gaius.
 
“Cosa possiamo fare?” chiese, con voce rotta. Il dottore scosse la testa. Arthur deglutì.
Poi un rumore attirò la sua attenzione. Era un fruscio soffuso ed indefinito, però lo riconobbe subito. Il suono dell’acqua che scorre sulle rocce.
 
“Lo sente?” chiese a Gaius. Quello lo guardò scettico.
 
“Cosa, ragazzo?” rispose. Arthur si alzò in piedi ed iniziò nuovamente a guardarsi attorno.
 
“Acqua. E’ il rumore dell’acqua che scorre” disse Arthur, improvvisamente pieno di energie e di una ritrovata speranza.
 
“Non sento nulla” continuò a ripetere Gaius, ma Arthur non gli badò. Iniziò a correre nella direzione del suono, sempre più veloce, fino a non avere più fiato.
Gaius, troppo vecchio per correre, camminò al massimo della sua velocità per cercare di seguire Arthur.
Arthur entrò nella piccola grotta, continuando a camminare rapidamente.
 
“E’ qui, da qualche parte” sussurrò Arthur. Ora il suono era più forte, segno che la fonte doveva essere lì vicino.
Continuò a cercare, fino a che uno spiraglio di luce, nel buio delle rocce, non lo abbagliò.
 
“Cosa..?” sussurrò, mentre Gaius lo raggiungeva.
“Arthur, andiamo via, non c’è nulla qui” disse Gaius. Ma Arthur era lì, immobile, a fissare quello spiraglio di luce.
 
“E’ qui” sussurrò, dirigendosi verso la crepa nelle rocce.
 
“Arthur?” chiamò Gaius, ma quello continuò a camminare. Arthur sporse la mano davanti a sé e vide che la roccia era aperta. Era come se un corridoio della grotta portasse ad un altro luogo.
Continuò a camminare fino a che non trapassò la crepa, sparendo, davanti agli occhi increduli di Gaius.
 
“Non ci credo” sussurrò il vecchio, quando si ritrovò da solo nella grotta.
 
Arthur si ritrovò dentro un’altra piccola grotta. Davanti a sé, una cascata d’acqua scendeva a fiotti davanti l’apertura delle rocce. Dall’altra parte riusciva a vedere il sole splendere alto nel cielo.
Camminò lentamente verso la cascata, fino a lasciarsi immergere da essa. Sentì l’acqua cadergli addosso, pesante, ma riuscì a sopportarne il peso.
Rimase qualche secondo sotto la cascata, immobilizzato da un improvviso tornado nella sua mente.
Immagini iniziarono ad apparirgli davanti agli occhi, rapidi flash di scene che non sapeva da dove provenissero.
Alla fine, cascò a terra. Rimase sdraiato sull’erba, a pochi passi dalla cascata, per quella che parve un’eternità.
Quando riaprì gli occhi, vide che si trovava in una radura, molto simile a quella in cui era prima con Gaius. C’era un esteso prato verde e rigoglioso, circondato da alberi pieni di foglie; il sole splendeva alto nel cielo e si rifrangeva contro l’enorme cascata.
Arthur dovette aprire e chiudere gli occhi più volte. Sentiva un forte mal di testa e un carico pesante sul suo cuore.
All’improvviso, iniziò a ricordare cose che non sapeva nemmeno di aver mai vissuto.
Ricordò del suo primo incontro con Merlin, non di quello al centro commerciale. Quello a Camelot. Stava torturando il suo servo, quando Merlin era arrivato e aveva posto fine ai suoi scherni.
Ricordò di quando lui e Merlin rimanevano seduti attorno al fuoco, a parlare, di come si sentisse realmente se stesso solamente quando era con lui, perché non doveva pretendere di essere il grande re che sarebbe dovuto diventare.
Ricordò di tutte quelle volte che aveva mancato di vedere le capacità di Merlin, di come aveva finto di non sapere che lui era un mago.
Ricordò di come aveva tentato di salvargli la vita sulle rive del lago di Avalon, di come la morte lo aveva colto prima che potesse confessargli quanto lo aveva amato in tutti quei secoli, di come aveva sentito la sua vita scorrere via mentre fissava gli occhi immensi di Merlin.
 
“Merlin” sussurrò poi Arthur. Ricordava tutto ora. Tutto quello che non aveva mai saputo e che Merlin non aveva avuto il coraggio di dirgli, ricordava cose di cui nemmeno Merlin era attualmente a conoscenza.
Dopo essersi ripreso dal carico di ricordi, tirò fuori dalla sua tasca una piccola ampollina che aveva preso da Gaius, e la riempì con l’acqua della fonte.
Assicuratosi di aver ben chiuso l’ampollina, attraversò di nuovo la cascata e tornò verso la grotta, dove Gaius lo stava ancora aspettando.
 
“Arthur!” esclamò Gaius, non appena lo vide riapparire davanti a sé. Arthur alzò in alto l’ampollina piena di acqua e sorrise.
 
“C’è l’ho fatta Gaius” disse, e si avvicinò al vecchio uomo, abbracciandolo.
 
“Sei sempre stato essenziale, Gaius. E lo sei ancora, tutt’oggi. Senza di te non so come avremmo fatto” disse Arthur, ancora stretto al vecchio.
 
“Di cosa stai parlando?” chiese quello. Arthur si staccò da Gaius e gli sorrise.
 
“Ricordo tutto, Gaius. Tutto!” urlò, e le sue grida riecheggiarono sulle pareti della grotta. Gaius lo guardò scettico.
 
“Non c’è tempo, dobbiamo andare da Merlin” disse poi Arthur, avviandosi verso l’uscita della grotta.
Quando arrivarono nella radura, notarono che qualcun altro era lì con loro.
 
“Dove pensate di andare?” disse un uomo, davanti a loro. Arthur lo scrutò a lungo, poi lo riconobbe.
 
“Non ci siamo già incontrati alla Ivory House?” chiese. Quello sorrise. Fu più un ghigno che un vero sorriso.
 
“Oh si, re di Camelot” biascicò quello. Arthur capì che c’era qualcosa che non andava. Perché quell’uomo era lì? Li aveva seguiti?
 
“Sei stato tu ad incantare l’armatura” sussurrò. L’uomo sorrise, soddisfatto.
 
“Non sei poi così stupido come si vocifera” sibilò. Arthur storse le labbra e cercò di nascondere la piccola ampolla nelle tasche di Gaius.
Sapeva che non avrebbe potuto fare molto contro una creatura dotata di poteri magici, però avrebbe potuto provarci.
 
“Togliti di mezzo” lo minacciò. Quello scoppiò a ridere.
 
“Cosa vuoi fare? Combattere a duello, Pendragon? Avanti! Ma sappi che quella piccola ampolla non arriverà mai dal tuo amato, così come te” disse quello, facendo apparire due spade dal nulla.

“Avanti, mostrami quello che sai fare” urlò l’uomo, lanciando una delle spade ad Arthur, il quale, prontamente, la prese per l’elsa.
 
“Corri alla macchina, e vai da Merlin” sibilò a Gaius, prima di avanzare verso l’uomo, brandendo la spada.
Arthur affondò un primo colpo ma, l’altro, prontamente, lo anticipò e riuscì a schivarlo.
 
“Vedo che non sei arrugginito nonostante gli anni” disse quello. Arthur ghignò e partì di nuovo all’attacco.
L’uomo era molto rapido e forte, nonostante fosse molto magro e smilzo. Arthur però non voleva affondare, aveva solamente bisogno di distrarlo, il tempo che Gaius raggiungesse la macchina.
 
“Pensi che io sia così sciocco?” chiese quello, mentre con un colpo gettava a terra Arthur. Si voltò e lanciò un incantesimo a Gaius, il quale rimase immobilizzato, come una statua di pietra.
 
“NOO” Arthur si rialzò immediatamente in piedi, combattendo con più forza e vigore. L’uomo ne sembrò sorpreso. Continuava a rispondere ai suoi attacchi ma con più difficoltà.
 
“Non finirà qui, Arthur. Io sono solamente una piccola pedina in tutta questa storia” sibilò poi quello, quando si ritrovò a terra, con la spada di Arthur premuta contro il petto.
 
“Sconfiggerò chiunque voglia fare del male a me e a chi tengo” disse Arthur, affondando la spada nel corpo dell’uomo. Quello lo fissò, sorridendo.
Quando smise di respirare, Arthur lasciò la presa sulla spada, che si dissolse, assieme al corpo senza vita.
Arthur guardò incredulo la scena, poi alzò lo sguardo verso Gaius, il quale lo stava fissando a sua volta. Morto lo stregone, i suoi incantesimi erano stati sciolti.
Corse verso la macchina e mise in moto, mentre Gaius saliva e tirava fuori l’ampollina per assicurarsi che fosse ancora intatta.
 
“Andiamo” disse Arthur, partendo velocemente.
 
In meno di quaranta minuti, arrivarono a casa sua. Spense la macchina e scese di corsa, in mano la piccola ampolla piena di acqua.
Bussò con vigore alla porta e quando Pierre aprì si gettò al piano superiore. La porta della sua stanza era aperta e Merlin era seduto sul letto, sorridente, con al suo fianco William, intento a raccontargli qualcosa.
 
“Arthur?” disse Hunith, non appena lo vide. Arthur sorrise.
 
“E’ tutto risolto” disse, avvicinandosi al letto. Merlin lo fissò rapito. In quelle poche ore aveva sentito la sciocca e inspiegabile paura che qualcosa potesse succedere ad Arthur. Non lo conosceva, eppure, temeva per la sua vita.
 
“Prendi questa” si sedette sul letto, al fianco di Merlin, e gli porse la piccola ampolla piena di acqua. Merlin fissò la boccetta e poi guardò Arthur.
 
“Cosa succederà dopo che avrò bevuto questa?” chiese. Arthur lo fissò.
 
“Ricorderai chi sei. Ricorderai quanto ci siamo amati, quanto ci amiamo. Tornerai da me” rispose Arthur, serio. Merlin annuì. Aprì la piccola ampolla e la bevve, fino all’ultima goccia.
Per qualche secondo rimase in silenzio, le mani premute contro la fronte. Tutti lo stavano fissando con ansia, in attesa che dicesse qualcosa.
Dopo qualche minuto, alzò lo sguardo verso Arthur e sorrise. Quello lo strinse forte tra le sue braccia.
 
“Ricordo tutto” sussurrò poi Arthur al suo orecchio. Merlin lo staccò da sé e lo guardò fisso negli occhi.
 
“Dovrei essere io a dire questo” ribatté Merlin, inarcando un sopracciglio. Arthur annuì.
 
“Quando sono passato sotto la fonte, ho ritrovato tutti i miei ricordi, quelli passati, quelli nascosti più a fondo dentro di me. So che sembra assurdo, Merlin, ma io e te abbiamo passato secoli assieme. Ci conosciamo da una vita. Io e te siamo Arthur e Merlin, capisci? Siamo destinati a stare assieme. Ricordi anche tu?” disse Arthur, fissando Merlin con i suoi occhi pieni d’amore. Merlin sorrise.
 
“Ricordi anche, quindi, di essere, uhm.. che tu..” Merlin non riuscì a dirlo ad alta voce.
 
“Morto?” chiese Arthur. Merlin annuì. Nel frattempo gli altri avevano lasciato la stanza, lasciandoli soli a parlare e ritrovarsi.
 
“Si. Ma sono qui ora, sono tornato, da te” rispose Arthur. Merlin deglutì. La fonte della memoria aveva riportato a galla anche tutti i ricordi di Merlin. Tutti. I flash che Kilgharrah gli aveva fornito, rapide immagini sconnesse, ora avevano un senso, collocate in un contesto definito: la sua vita.
 
“Lo so” disse Merlin, annuendo. Improvvisamente si sentiva troppo stanco, malinconico.
 
“Cosa c’è?” chiese Arthur, passando una mano sul suo volto.
 
“Arthur, tu sei morto ma io no” disse Merlin, deglutendo. Arthur lo guardò, senza capire.
 
“Cosa vuoi dire?” chiese. Merlin sospirò.
 
“Quando tu sei morto, Kilgharrah mi ha detto che un giorno saresti tornato. Sei il re di Camelot, il passato e futuro re di Camelot. Non sapevo però quando saresti tornato. Ti ho aspettato, tutto questo tempo. Ho passato secoli, millenni, in attesa del tuo ritorno. Ho iniziato a perdere le speranze. Tu non tornavi e io soffrivo. Non potevo continuare a vivere una vita senza di te. Ho viaggiato, ho fatto nuove esperienze, ma sentivo comunque la tua mancanza. Quindi, io, ehm, mi sono recato alla fonte. Ne avevo sentito già parlare in passato, ma tutti continuavano a dirmi che erano solamente leggende. Io però la trovai, come te. La fonte ha il potere sia di cancellare che di restituire i ricordi, a seconda di quel che uno desidera. Io in quel momento volevo solamente dimenticare. Dimenticare te, tutti gli anni sofferti in attesa del tuo ritorno. Volevo ricominciare da capo e sapevo che il tuo ricordo mi avrebbe afflitto per sempre. E la fonte mi ha accontentato. Sono rinato, senza ricordi della vita precedente. Ho ricominciato la mia vita, senza te” Merlin deglutì e rimase in silenzio per qualche secondo, fissando le sue mani intrecciate a quelle di Arthur. Non riusciva a guardarlo negli occhi.
 
“So di essere stato egoista, debole. Non avrei mai dovuto perdere le speranze, avrei dovuto continuare ad aspettarti. E invece ho ceduto” scosse la testa, “mi dispiace” sussurrò.
Arthur gli si avvicinò e con un dito gli alzò dolcemente il mento. Lo fissò negli occhi per qualche secondo e poi lo baciò.
 
“Merlin, non incolparti. Fossi stato al tuo posto, probabilmente anche io avrei ceduto. Il solo pensiero di perderti e di aspettare intere vite per te, mi distrugge. L’importante è che ora siamo qui, io e te” disse. Merlin sorrise tra le lacrime che scorrevano sulle sue guance.
 
“Per sempre” aggiunse poi, prima di baciare di nuovo Merlin.  
 







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ANGOLO AUTORE: per tutti quanti i lettori, scusate il piccolo incidente, questo è il capitolo venticinque che erroneamente ho postato al posto del ventiquattro! Scusatemi ancora <3 
   
 
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