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Autore: Lavandarose    27/05/2013    4 recensioni
Quanto vale la vita di un uomo? Chi gli concede il tempo che ha da vivere? E chi scandisce i minuti che mancano alla sua morte?
Draco Malfoy pensa a tutto questo mentre nel bagno maschile osserva i ghirigori del fumo che esce dalla sigaretta accesa. Si guarda distrattamente in giro. Questo bagno inizia a stargli stretto: qui è dove ha pianto per la paura e la vergogna di non essere in grado di portare a termine la sua missione e di deludere l'Oscuro Signore, sempre qui é dove qualche tempo prima è stato ferito quasi a morte da Potter.
Storia vincitrice del Premio Giuria al Contest "Deatheaters: Ombre e Desideri" della Triade di Fa92
Storia seconda classificata al Contest "Deateaters: Ombre e Desideri" della Triade di Fa92
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nickname: Lavandarose (su Efp e su Forum)

Titolo Storia: Cenere alla cenere

Genere:Introspettivo, Missing Moments

Avvertimenti: Nessuno

Pacchetto Scelto: Smeraldo (Draco Malfoy - Sigaretta)

Note e varie: La storia è ambientata durante il sesto anno di Hogwarts, in quel particolare momento in cui Draco Malfoy ha fatto entrare i Mangiamorte nella scuola grazie all'Armadio Svanitore e sta per compiere la missione che Lord Voldermort gli ha assegnato: uccidere Albus Silente.

La storia si basa soprattutto sull'introspezione e sul carattere del personaggio.

 

 

 

Quanto vale la vita di un uomo? Chi gli concede il tempo che ha da vivere? E chi scandisce i minuti che mancano alla sua morte?

Draco Malfoy pensa a tutto questo mentre nel bagno maschile osserva i ghirigori del fumo che esce dalla sigaretta accesa.

Non ha voglia di fumare, non ora.

Sì, è vero, forse il fumo sta diventando quasi una mania visto che in maniera automatica ha fatto il gesto di prendere una sigaretta dal pacchetto che tiene in tasca e l'ha accesa.

Ora, però, quella compagna dei momenti di riflessione è lì, sul lavandino del bagno, mentre il ragazzo è appoggiato al muro e pensa.

Si guarda distrattamente in giro. Questo bagno inizia a stargli stretto: qui è dove ha pianto per la paura e la vergogna di non essere in grado di portare a termine la sua missione e di deludere l'Oscuro Signore, sempre qui é dove qualche tempo prima è stato ferito quasi a morte da Potter.

Nei suoi pensieri Draco sputa il nome dello Sfregiato.

Sectumsempra, eh? E tutto per salvare il suo maledetto mentore, Albus Silente.

L'uomo che ora lui deve uccidere.

E lo ucciderà quando la sigaretta sarà terminata. La guarda. E' ancora appoggiata al lavabo dove lui l'ha messa.

Il grigio della cenere sta divorando lentamente il bianco del contenitore del tabacco.

Sorride Draco, anzi meglio: increspa le labbra.

Cenere alla cenere, dov'è che l'aveva letto? Deve essere stato qualcosa di importante, forse qualcosa che lo ha inconsciamente ispirato a decidere di far di quella sigaretta il giudice ultimo della vita di una persona.

Il ragazzo piega le gambe e si lascia lentamente scivolare sul pavimento del bagno, la schiena saldamente ancorata al muro.

Inizia a sentire rumori attutiti al di là della porta: gente che corre, grida, che non capisce cosa sta succedendo.

Lui invece lo sa. Certo, è stato lui a decidere delle sorti di questa scuola. Draco guarda ancora la sigaretta. La cenere la sta consumando, ma stranamente ancora non ne è caduta nemmeno un po' nel lavandino. E' buffa quella sigaretta, un po' storta e bitorzoluta, si vede che è stata tenuta in tasca a lungo nel suo pacchetto molle. E ora è diventata l'orologio che segna la vita di un uomo.

All'ultimo fiato di quell'oggetto, lui uscirà dal bagno e andrà a cercare Silente.

E' questo che deve fare, è questa la sua scelta imposta dal suo ruolo e dalle condizioni dell'Oscuro Signore.

Dietro la porta le grida aumentano.

Ma davvero tutta questa gente pensava che i Mangiamorte non sarebbero mai riusciti ad entrare a Hogwarts?

Va bene, lui ha dato una grossa mano riuscendo a capire come farli scivolare nella scuola attraverso l'Armadio Svanitore, ma sul serio pensavano che questo Ordine della Fenice e questo Esercito di Silente potessero qualcosa contro...com'è che lo chiamano? Ah sì, Colui-che-non-si-deve-nominare.

Codardi.

Pensa così, Draco, mentre si alza finalmente in piedi e va a controllare a che punto è la sua sigaretta.

Quasi del tutto consumata. Benissimo.

Raccoglie da un angolo il mantello nero che aveva fatto cadere quando era entrato nel bagno di nascosto.

Si veste. Tra poco sarà tutto finito. Almeno lo spera, visto che è quasi un anno che le cosa sta andando avanti e Lord Voldemort inizia a dare segni di insofferenza verso la famiglia Malfoy.

Che poi, il vecchio Silente è stato davvero fortunato. Draco l'aveva pensata bene all'inizio, oh sì.

Andiamo, chi avrebbe potuto pensare che ci fosse il suo zampino in quel regalo così femminile giunto a Silente?

Una collana, perfetto, no?

D'accordo, forse avrebbe potuto fare un po' più di attenzione, visto che era maledetta, e non permettere a quella Katie Bell di toccarla e mandare così all'aria tutto.

Stupida Grifondoro.

Ah e vogliamo parlare poi di Weasley? Doveva andare a bere lui il veleno nella bottiglia di idromele, sempre appositamente preparato per il vecchio?

Altro giro, altro stupido Grifondoro.

Ma ora sarebbe stato diverso, ora sapeva che cosa doveva fare. Sarebbe riuscito ad attirarlo sulla Torre di Astronomia e a ucciderlo.

Questo doveva fare e questo avrebbe fatto, finalmente. Si era già perso troppo tempo.

E no, Draco non vuole ascoltare quelle voci che insistentemente gli girano nella testa.

No, non vuole ascoltare quella vocina che gli dice che non ce la farà.

Paura.

Né quella voce che gli suggerisce di non essere all'altezza del compito.

Debolezza.

O della antica casata dei Malfoy.

Insicurezza.

O come sia ingiusto uccidere chi non ti ha mai fatto nulla.

Ecco, è con questa ultima voce che Draco deve fare i conti. La ammutolisce, la rinchiude nell'angolo più oscuro di sé. Ma è inutile, la sente urlare ancora, anche se lontana.

Come può far diventare più fioca questa voce? Non può e si passa una mano tra i capelli chiudendo gli occhi.

Doveva andare. Doveva agire o la sua famiglia ne avrebbe pagato le conseguenze. A causa sua.

No, non poteva permetterlo, non poteva lasciare che la sua mamma e il suo papà fossero torturati da Riddle.

Basta.

Getta un'occhiata alla sigaretta. Alla fine la cenere si è consumata del tutto, è caduta interamente nel lavandino, quasi del tutto intatta.

Draco è per un attimo perplesso, forse in un angolo della sua testa, o del suo cuore chissà, aveva pensato che quella sigaretta fosse eterna. Che non si sarebbe mai calato il cappuccio nero del mantello sulla testa e non avrebbe mai aperto la porta per andare a cercare Silente.

I rumori nei corridoi lo scuotono. Alla fine deve muoversi, questi cinque minuti di pausa della vita non lo hanno rinfrancato.

Se la sarebbe almeno potuta fumare quella sigaretta, pensa mentre cerca di trovare dell'ironia nella situazione o quantomeno qualcosa di divertente.

Si sforza, il giovane Malfoy, ma si rende conto che ora è arrivato davvero il redde rationem e non c'è più tanto altro tempo da perdere.

Allora le sue mani automaticamente compiono i gesti che prima aveva vissuto con gli occhi del pensiero.

Si calca il mantello sulla testa e si appresta a uscire. Prima però prende il rimasuglio di sigaretta sul lavandino e se lo mette in tasca.

Sigaretta e giudice, che ha scandito il tempo che rimane a qualcuno da vivere. Si assicura di avere la bacchetta a portata di mano sotto il mantello e va.

Potente. Sì, è così che si sente in questo momento. Sta per decidere lui della vita di qualcuno.

Mette una mano sulla maniglia e apre la porta.

Ci sono due Mangiamorte che l'aspettano, assieme agli altri andranno alla Torre.

Lì ci sarà Silente, lì si compierà il tutto.

E finalmente sarà finito, finito questo anno che gli ha portato responsabilità e scelte, lacrime e decisioni.

Raggiunge gli altri Mangiamorte e si dirige verso la Torre. Silente è là, lui lo sa. L'adrenalina gli sta scorrendo nelle vene, il cuore batte forte nel petto e sente come un cerchio alla testa.

Draco respira, è vivo, lui è vivo.

Scortato dalle Ombre Nere apre la porta della Torre.

Silente è lì e fa l'unica cosa che Draco non aveva previsto: lo guarda negli occhi.

Non mi guardare, non mi guardare, implora Draco nella sua testa.

Silente invece continua a guardarlo. Lui sa cosa sta per succedere, lo sa e lo guarda lo stesso con affetto e compassione.

Draco ricambia lo sguardo. E alla fine lo sa: non può.

Scivola in ginocchio e si copre il viso con le mani.

Altri rumori, altre grida, altri bagliori, un Avada Kevadra risuona lontano anche se vicinissimo a lui.

Non gli importa più.

Lui ha fallito.

 

   
 
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