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Autore: Elnabu    28/05/2013    1 recensioni
Derek amava gli occhi di Stiles.
Erano pieni di vita,ed erano i primi ad illuminarsi quando era felice,si adombravano quando era triste,riflettendo perfettamente l’umore del ragazzo.
Ma non in quel momento.
In quel momento gli occhi di Stiles erano neri.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo sarà l’ultimo prima dell’epilogo,quindi non sarà raccontato solo da Derek o da Stiles ma da entrambi.Spero vi piaccia!
P.s. Scusate il ritardo,davvero!
 
 
Stiles sentì la propria schiena strusciare sul dorso dell’albero.
Codardo.
Fu l’unica cosa che gli venne da dire al demone e un pò,nonostante tutto,lo pensava anche di sè stesso.
Per il momento,da dove avevano lasciato Derek non vi era nessun suono sinistro,soltanto i due che parlavano con toni molto accesi.
Io non sono un codardo,tendo vagamente all’autoconservazione.
Vagamente,eh?
Stiles avrebbe volentieri alzato un sopracciglio,e venne preso da un moto di positività perchè Derek era Derek e avrebbe vinto,ma in quel poco tempo aveva imparato che i demoni erano dei veri stronzi e un brivido gli attraversò le vertebre,se avesse potuto sentirle, quando in una voce più bassa del solito il demone disse:
Spero che il nero ti doni,ti servirà quando metterano i pezzi del suo corpo in una cassa.
 
Per quel poco che conta,Derek sapeva di aver fatto la sua parte e se davvero esisteva un Dio,gli doveva delle serie spiegazioni,o almeno delle scuse.
Perchè la sua famiglia era stata uccisa da quella che credeva essere il suo primo amore.
Perchè suo zio era un fottuto psicopatico e aveva ucciso Laura,l’unica prova concreta che un tempo una famiglia l’aveva davvero avuta.
Perchè Scott di tanta gente di cui si poteva innamorare aveva scelto una della famiglia Argent.
Perchè per una volta che le cose girano nel verso giusto e la Fortuna si ricorda della sua esistenza,ecco che arriva un demone che prende il Suo ragazzo e,tanto per aumentare la natura del clichè,lo ricatta.
Derek potrebbe contare innumerevoli ragioni per cui si poteva tranquillamente autoproclamare il licantropo più sfigato della storia,ma tutte lo facevano arrivare alla stessa conclusione:non ce la faceva più.
Voleva rimanere con il suo branco e Stiles,senza la paura che qualcuno potesse morire da un momento all’altro o che qualsiasi essere sovranaturale e psicopatico arrivase proprio nella sua città.
Era stanco,e con questa consapevolezza si rialzò da terra e diede un gancio destro così forte alla mascella dell’altro che si sentì fiero di sè stesso.
Ma il momento di gloria durò giusto il tempo di prendere una ginocchiata allo stomaco che gli fece arrivare le viscere in gola.
Si piego bocchegiando e notò con sopresa che aveva così tanto sangue in bocca da rimanerci soffocato.Non che l’altro stava messo meglio,ma almeno stava in piedi,e questo faceva una differenza netta tra i due.
In quel momento sperò che potesse aggiustare tutto con le parole,ma sapeva che quello era il territorio di Stiles,lui al massimo sarebbe stato in grado di biascicare qualcosa di dubbia coerenza.
“E quindi tu hai ucciso Paul,uh?Sento il suo odore sui tuoi vestiti.”
Derek si rialzò e annuì;l’altro si tolse con il dorso della mano il sangue che colava dalle labbra.
“Per il ragazzino,suppongo.”Derek annuì di nuovo.
I due cominciarono a guardarsi,più lupi che uomini.
L’altro si fermo e raddrizzò la schiena e Derek capì.
Era l’ultimo atto.
 
 
Stiles non era mai stato un tipo molto religioso,ecco.
In una parte dentro di sè,c’era ancora il bambino che si chiedeva perchè Dio gli avesse portato via la sua mamma,e da lì verso la religione ebbe solo non curanza.
Era quel tipo di persona che si ricordava di Dio nel momento in cui questi si accingeva a torgliergli qualcuno che amava.
E questo era uno di quei momenti.
E,per quento la prospettiva di pregare mentre tuo malgrado stai a braccetto con un demone  non era delle più rosee,Stiles cercò di farlo comunque.
Ma non ci riusciva.
La sua mente era occupata a captare ogni suono e classificarlo.
La rottura di un osso,crack,il sangue che viene sputato,plock.
E di quei suoni da quando quella giornata era cominciata,ne aveva abbastanza.
Quante volte aveva visto quelli che amava in pericolo?E Derek,in particolare?
Sapeva che Derek aveva un pò la mente del soldato,pronto a farsi tagliare un braccio senza battere ciglio,come si trattasse di farsi la barba o cose così.
Ma Stiles no cazzo,proprio no.
Per Stiles le cose avevano più peso e Derek pesava più di tutto.
Pesava il fatto che avesse così poco amore per sè stesso che se fosse stato necessario,e Stiles lo sapeva,si sarebbe buttato dentro un tritatutto,perchè lui è l’Alpha ed è così figo da poterlo fare.
E poi,il fatto che Derek era rimasto lo schiacciava come se gli avessero buttato la torre Eiffel addosso.
Poteva andarsene,no?Ne aveva passate tante e Stiles avrebbe capito.Certo,lo avrebbe maledetto per un pò,ma avrebbe capito.
Ma no,naturalmente,il pirla doveva salvarlo e Stiles si rimuginava nel fatto che non avrebbe potuto fare altrettanto.
Perchè in quel marasma che di umano aveva ben poco Stiles aveva solo il suo sarcasmo,ed è una dote che può portarti lontano ma non può salvare delle vite,non quella di Scott,non quella di suo Padre,non quella di Derek.
E poi non poteva neanche muoversi,perchè il suo corpo aveva deciso di fare il traditore e di rispondere soltanto a quel figlio di puttana di dimensioni epiche che lo aveva scambiato per un Bed&Breakfast.
Era inutile,anzi,con una sola giornata aveva portato il concetto di inutile a nuovi livelli.
Stare da solo con sè stesso e un demone psicopatico come unica compagnia lo stava distruggendo.
Ah,prima o poi arrivate tutti a questa conclusione.Creature avide,la mia compagnia non è mai abbastanza per voi.
Forse perchè ci hai rovinato la vita.Ci hai pensato?
Dall’altra parte,nella sua testa,Stiles sentì un sospiro.
Ouch.Adesso sì che sono ferito.
 
Derek aveva le nocche insaguinate e intravedeva qualcosa di bianco che poteva giurare essere osso.
Le sue ossa,i suoi tendini,le sue mani strette intorno al collo del cosidetto nemico,impegnate a ustruire e possibilmente bloccare ogni passaggio possibile d’aria che passava attraverso la gola dell’altro.
Ma l’uomo sotto di lui non si era arreso.Anzi.
 
Quindi non hai nessun piano?
Che vuoi dire?
Non lo so.Una ragazza dalle forme abbondanti da corteggiare,un  giovane lupetto.Sai,tutti quei benefici che porta con sè l’essere single.
Stiles pensò che non aveva mai provato davvero rabbia verso qualcuno fino a quel momento.
Tu invece?Ti crogioli nell’eterna solitudine?Non mi pare di vedere qualcuno con te.Che sia qui di sua spontanea volontà,intendo.
Il demone parve pensarci su,come se voleva soppesare la questione e chiedersi se Stiles avesse ragione o meno.
Hai ragione,ma almeno Io non devo soffrire.
La fine della frase fu accompagnata da un urlo,che scosse profondamente Stiles,un urlo così feroce da fargli venire nausea e paura.
Non era di certo questo il modo in cui voleva risentire il suo corpo.
Il demone si sporse e l’unica cosa che Stiles vide furono due corpi riversi a terra.
Stiles,ci vediamo.
Una risatina rieccheggiò nella sua testa.
   
 
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