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Autore: Glinda    29/05/2013    3 recensioni
Riassunto generale: Non è un fix-it di Children of Earth. O forse lo è. Non è una versione AU di Torchwood o di Doctor Who, né un what-if. O forse sì. Una storia nella storia, una realtà dentro un'altra realtà. Passati, presenti e futuri che si mescolano e si confondono. Possibili domande a cui non esistono risposte, e impossibili risposte a domande che non dovrebbero esistere. In poche parole, Jack Harkness e la sua inarrestabile sete di verità. Può il passato essere invertito, può il presente essere manipolato, e può il destino essere riscritto?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ianto Jones, Jack Harkness, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: Torchwood, Doctor Who e i personaggi e/o situazioni a essi inerenti non sono di mia proprietà, bensì degli aventi diritto (Russell T. Davies, BBC Wales, ecc. ecc.), tranne Rebecca “Becca” Temple. Lei sì che la rivendico!

 

 

Capitolo 26: I mulini degli dei, parte terza

 

“Smettila, Jax. Mi stai spaccando i timpani,” mormorò con voce flebile Becca.

 

Abbassai lo sguardo e notai che la mia compagna si era finalmente svegliata. La abbracciai a me di slancio, felice di riaverla sana e salva; mi ripromisi ancora una volta di accompagnarla in infermeria, così da assicurarmi che l’incontro con i due misteriosi malviventi non avesse lasciato delle conseguenze.

 

La baciai sulla fronte, e le carezzai una guancia, gentile. “Come stai? Tutto bene?”

 

Becca sospirò. “Mi sento strana… Ho uno ronzio nelle orecchie, ma potrebbe essere dovuto alle tue grida di prima.”

 

“Ehi!” esclamai, in un falso tono offeso.

 

Lei mi sorrise complice. “Cos’avevi da urlare tanto, fra l’altro?”

 

Scrollai le spalle. “Mi stavo rivolgendo ai nostri amici. Purtroppo non sono riuscito a fermarli.”

 

“Cosa?” Becca si rianimò all’improvviso, mi respinse leggermente e si guardò in giro allarmata. “Qui non c’è più nessuno. Come hanno fatto a fuggire? Uno l’avevamo in pugno, restava da sistemare solo l’altro, e…” Qui si bloccò e corrugò la fronte. “Ricordo che… Mi ha colpito con un’arma, vero?”

 

Annuii. “Sì, ma l’unico particolare che ho distinto è stata la luce rossa che si è accesa dopo che quel tizio l’ha attivata; per il resto non l’ho riconosciuta. Con tutta probabilità si trattava di uno storditore, o qualcosa del genere, visto che ti ha provocato un semplice svenimento.”

 

“E dopo, Jax? Cos’è successo dopo?”

 

“Beh, tu hai perso i sensi, e a quel punto siamo rimasti in due. Abbiamo iniziato a parlare, e…”

 

“Parlare? Cosa avevate da parlare? Il tuo dovere era quello di arrestarlo, nient’altro,” mi interruppe Becca.

 

“Cerca di capirmi. Ci trovavamo entrambi in una situazione di stallo,” obiettai.

 

“Ma sì, indugiamo pure in piacevoli conversazioni con i malviventi da catturare! Potremmo suggerirla all’Agenzia come nuova regola d’ingaggio,” ironizzò la mia collega. “Visto che c’eri, come mai non gli hai anche offerto del caffè?”

 

“Caffè? Cos’è?”

 

“Una bevanda corroborante. Su Luna 12 la importiamo direttamente dalla Terra, e… Un attimo. Non osare farmi cambiare discorso, Jax, perché adesso il punto è un altro!”

 

“Lungi da me,” borbottai, alzando una mano in segno di resa.

 

Becca mi afferrò la mano colpevole. “Lo stai facendo di nuovo. Cos’è che non vuoi dirmi? Avanti!”

 

“Ecco… In realtà…”

 

“Jax,” mi ammonì lei, stringendomi ancor di più la mano.

 

“Sì, insomma… Può darsi che… Li abbia lasciati andare,” confessai infine.

 

Becca strabuzzò gli occhi (ultimamente le capitava parecchio) e saltò in piedi, dopodiché prese a camminare avanti e indietro, stringendo i pugni lungo i fianchi.

 

“Ma solo un po’!” aggiunsi.

 

La mia collega si voltò lenta verso di me, e mi fulminò con un’occhiataccia. “E questo cosa significa?”

 

“Non avevo altra scelta, Becca. Te l’ho detto, tu eri fuori gioco, e inoltre si stava verificando un paradosso. Rammenti le letture sballate del mio Manipolatore? Erano dovute proprio a quello.”

 

“Questo lo ricordo bene,” replicò Becca, fermandosi di colpo. “Così come ricordo di averti suggerito di portarlo a revisionare da un bravo Tecnico, Jax.”

 

Mi sollevai da terra a mia volta, accostandomi a lei. “E invece funzionava benissimo, visto che gli stessi valori li ha rilevati anche il Manipolatore nelle loro mani.”

 

“Ma il mio bracciale non segnalava niente.”

 

“Perché, a quanto pare, il paradosso riguardava esclusivamente me,” ribattei.

 

“E anche questo te l’ha riferito quell’uomo, suppongo,” obiettò ancora Becca. Al mio gesto d’assenso, si limitò a scuotere la testa. “Non sono convinta, Jax. Non ti sembra tutto programmato, ben pianificato?”

 

“In che senso?”

 

“Rifletti. Il tuo Manipolatore si comporta in maniera inusuale fin dal principio. Una volta dentro il magazzino ci apprestiamo a catturare quei delinquenti, e uno riesce a mettermi al tappeto. Rimani tu, col tuo bracciale che continua a sballare, e la cosa viene notata dal tipo più calmo…”

 

“A proposito, l’ho ribattezzato ‘Imperturbabile’,” mi intromisi.

 

“Tu e la tua abitudine di affibbiare nomignoli alla gente,” commentò Becca. “Comunque, come dicevo, il tizio prende la palla al balzo e ne approfitta, propinandoti tutto un discorso su presunti paradossi. Tu, da ingenuo quale ancora sei, ci caschi come un allocco.”

 

“Davvero pensi questo di me? Che sono un ingenuo?”

 

“In generale no, ma fra noi due sei di certo il più inesperto. Non è colpa tua, sei solo all’inizio della carriera; un altro dei motivi per cui ai giovani viene affiancato sempre un Agente anziano.”

 

“Per essere un’anziana signora, ti trovo decisamente sexy,” mormorai, e le cinsi la vita con un braccio.

 

“Scemo,” rispose lei, ma senza alcun veleno nella voce. “Quel che voglio dire è che potresti essere stato raggirato. Stiamo parlando di tre ladri sfuggenti, ritenuti quasi imprendibili. Chissà, magari hanno utilizzato un qualche tipo di strumento in grado di interferire con l’attività del tuo bracciale, in modo da convincerti della bontà delle loro affermazioni.”

 

“Esistono aggeggi del genere?” domandai scettico.

 

“Beh, se anche non esistono adesso…”

 

“… Non è detto che non verranno inventati in futuro,” terminai per lei. “In pratica, ciò che stai suggerendo è che mi avrebbero manipolato il Manipolatore.”

 

“Come battuta la trovo fiacca, Jax, persino per te,” fece Becca. “Comunque sì, esiste questa possibilità.”

 

“Accidenti. Se hai ragione, allora mi hanno ingannato alla grande,” borbottai.

 

Becca scrollò le spalle. “Stavolta è andata così. A ben rifletterci, anch’io ho commesso un errore madornale. Mi sono distratta, e hanno scelto quel preciso istante per colpirmi alle spalle. Riteniamoci fortunati, considerato che ne siamo usciti tutti e due indenni.”

 

Dopo aver pronunciato tale frase, la mia compagna mi sorrise per incoraggiarmi, ma dentro di me stava montando una sensazione alquanto sgradevole. “Il fatto è che il secondo ladro mi è sembrato assolutamente sincero, Becca,” mi lamentai. “Che razza di Agente sono, a lasciarmi prendere in giro in questo modo?”

 

“Nessuno è perfetto, e col tempo riuscirai a imparare. In ogni caso, mai fidarsi dei criminali, Jax, né delle loro belle parole. Soprattutto, non bisogna mai scendere a compromessi, se non si vuole finire pugnalati alle spalle. E non intendo in mero senso metaforico.”

 

Sempre più mortificato, nascosi il viso nel collo e nei capelli di Becca, e ne inspirai a fondo l’odore. Sulle prime non ci feci caso, ma dopo alcuni secondi mi accorsi di qualcosa di strano. Indugiai ancora un poco nell’esplorazione della sua pelle, sia col naso che con la bocca.

 

“Che c’è di tanto interessante sul mio collo?” mi chiese Becca.

 

“Non ne sono sicuro,” risposi piano. “Hai un profumo diverso dal normale, più intenso, direi.”

 

“Lo sai che non indosso mai delle fragranze artificiali,” mi ricordò lei.

 

Ne ero perfettamente consapevole, e proprio per questo il profumo che percepivo mi sembrò ancor più bizzarro. Soprattutto, mi ricordava qualcosa della mia infanzia, e mi chiesi come ciò fosse possibile. Deciso a scoprirlo, affondai di nuovo la faccia nell’incavo fra la spalla e il collo di Becca, e proseguii nella mia ricerca. La distanza fino alle sue labbra era breve, e colmarla mi risultò inevitabile. La baciai a lungo e con passione, e quando ci staccammo eravamo entrambi senza fiato.

 

“Wow. Non… Non credevo che mi sarei ritrovata con un segugio come compagno,” tentò di scherzare Becca, ansimando.

 

“Sì, un segugio del cinquantunesimo secolo,” risposi, e ridacchiai di gusto. “Dotato di feromoni che mi rendono irresistibile verso chiunque, nonché di un olfatto che mi permette di distinguere persino le minime va–” Mi interruppi di botto, perché nello stesso istante in cui stavo parlando, un sospetto mi si era insinuato prepotente in testa.

 

“Che c’è, Jax? Sei diventato pallido, tutto d’un tratto,” notò Becca.

 

“C’è che sono un autentico cretino a non averci pensato prima,” replicai, a denti stretti. “Fammi un favore, ed effettua un’analisi neurale dell’attività umana presente qui dentro.”

 

“Cosa?”

 

“Per piacere,” ripetei.

 

“Non capisco questa tua insistenza. E va bene, ti accontento subito.” Così dicendo, Becca regolò i comandi del suo bracciale e, dopo una breve attesa, ricevette i risultati della scansione. “Ecco qua. Tracciati EEG rilevati nel raggio di 20 metri… Ti servono anche i dettagli?”

 

“Magari.”

 

“Allora, iniziamo col primo soggetto, che poi sarei io: onde Delta, Theta e Alfa pari a zero, com’è ovvio. Beta oscillanti fra 18 e 20 hertz, e Gamma praticamente assenti. Tutto nella norma, insomma. Mi spieghi che cosa stiamo cercando?”

 

“Te lo dirò non appena mi avrai comunicato il resto dei dati, Becca.”

 

“Ok. Secondo e ultimo soggetto, ossia il mio sibillino partner: Delta, Theta e Alfa pari a zero. Beta 25 hertz, e Gamma… Toh, 35. Le hai decisamente alte, Jax. A cos’è dovuta tutta questa tensione? Ormai il pericolo è passato.”

 

“Non parlerei esattamente di pericolo. Tuttavia, le letture del tuo bracciale mi impensieriscono. Certa che siano precise? Nessun’altra attività?”

 

“Certissima.”

 

“Strano. Avrei immaginato il contrario, eppure…” Mi fermai un momento a ragionare. “Non mi sembra di aver capito male. Ma a che altro si sarebbe dovuto riferire? Mi sta sfuggendo qualcosa,” rimuginai fra me e me, e abbassai lo sguardo a terra.

 

Becca mi posò una mano sotto il mento, me lo sollevò e mi fissò dritto negli occhi. “Jax, ora mi stai davvero facendo preoccupare. Non fai che farfugliare cose senza senso, e da diversi minuti.”

 

“No, tranquilla. Sto semplicemente riflettendo a proposito della conversazione che ho avuto con l’Imperturbabile. Prima di andarsene mi ha elargito uno strano consiglio, quello di controllare l’attività neurale umana all’interno del magazzino. In particolare, si è raccomandato di farla effettuare da te.”

 

“Da me?”

 

“Già. Probabilmente perché, come hai detto prima, si era accorto che il mio bracciale non era affidabile, e quindi il compito spettava a te.”

 

 “Sarà, ma me ne chiedo lo scopo. Come hai notato, qua dentro siamo assolutamente soli. Al massimo ci sarà qualche topo nascosto in un angolo, però un animaletto come quello la mia analisi non lo ha di certo rilevato.”

 

“Perché è troppo piccolo,” sussurrai. La frase di Becca aveva colpito nel segno! Ecco il dettaglio che mi era sfuggito!

 

“Ehm, no, Jax,” mi contraddisse lei. “In realtà non ne ha tenuto conto perché ho effettuato la scansione fornendo come parametro di riferimento l’attività neurale umana, dunque il Manipolatore ha automaticamente escluso qualsiasi altra forma di vita.”

 

“Allora puoi farmi un secondo e ultimo piacere, Becca?” le domandai. “Effettua un’altra analisi, ma stavolta dovresti cercare la presenza di livelli significativi di HCG nel tuo flusso sanguigno.”

 

Le mie parole sortirono un effetto che, in fin dei conti, avevo previsto. La vidi sbiancare e spalancare la bocca, dalla quale però non uscì alcun suono per parecchi secondi. “Non puoi parlare sul serio!” esclamò infine.

 

“E invece sì.”

 

“Non è possibile, ti ripeto!”

 

“Perché no?”

 

“Perché normalmente bastano le solite precauzioni,” continuò imperterrita Becca. “Come ti salta in mente? Siamo stati tutti e due molto attenti, e la probabilità che io sia rimasta incinta lo stesso sono meno dell’un per cento!”

 

“Lo so, ma la certezza matematica l’avremmo avuta solo ricorrendo al terzo Assioma, e tu non lo hai ritenuto necessario.”

 

Becca sbuffò. “Il terzo Assioma svolge un compito ben preciso, e al limite sono disposta a riconoscergli una certa utilità. Ma questo non modifica la mia opinione al riguardo, e cioè che conoscere il proprio futuro porta solo guai, Jax. Te l’ho detto tante volte, mi pare.”

 

Mi accinsi a risponderle, ma lei alzò un braccio. “Va bene, facciamo questa maledetta scansione, e poi vedremo chi di noi due ha ragione.” Becca batté furiosamente sui pulsanti del suo bracciale, attese un istante, dopodiché si lasciò andare a un’esclamazione incredula, e già quella, prima ancora di sentire la sua risposta a voce, fu la conferma dei miei sospetti.

 

“No-non posso crederci,” balbettò Becca. “HCG pari a 11,7. Sono al sedicesimo giorno di gravidanza…”

 

“Allora è successo mentre ci trovavamo su Boeshane.”

 

“Qualcosa mi dice che un tiro di questo tipo avrei dovuto aspettarmelo, dal tuo pianeta d’origine,” gemette la mia compagna.

 

“Che intendi dire?”

 

“Che era tutto perfetto. Mare, relax, passeggiate al tramonto, atmosfera romantica, caldo ma non troppo… Il posto ideale in cui mettere in cantiere un bambino.” Becca fece una pausa, e tirò su col naso. “Razionalmente avevo deciso, e tu insieme a me, di aspettare ancora un po’ prima di mettere su famiglia, ma a quanto pare il mio cuore e il mio corpo la pensavano diversamente.”

 

“Bisogna essere in due in un caso come il nostro, Becca. Chi l’ha detto che sia successo per forza per colpa tua?”

 

“Non parliamo di colpe, Jax, ti prego. Vorrà dire che anticiperemo i nostri progetti.” Becca si asciugò un paio di lacrime appena sgorgate, e mi gettò le braccia al collo.

 

“Però stai piangendo,” sussurrai, e la strinsi forte a me.

 

“Non farci caso. Sono frastornata e felice al tempo stesso. Troppe sorprese, e tutte in una volta.” Becca appoggiò la testa sulla mia spalla. “Sei proprio il mio segugio personale. Ti sei accorto subito che in me c’era qualcosa di diverso dal solito.”

 

Sfregai la guancia sui suoi capelli. “Mi sono reso conto che un profumo simile al tuo l’ho sentito una sola altra volta, quando ero piccolo. Mia madre aspettava Gray e io, che avrò avuto appena 6 anni, la seguivo dappertutto. Ero affascinato da quell’odore così dolce.”

 

“Ma ne avrai incontrate parecchie, durante la tua vita, di donne incinte. Ognuna col suo aroma particolare. Com’è possibile che solo io ti rammenti quello di tua madre?”

 

“Forse perché portava in grembo mio fratello,” sussurrai. “Così come ora tu porti in grembo nostro figlio, o nostra figlia.”

 

“Sangue del tuo sangue,” mormorò Becca di rimando.

 

“Già.”

 

“Ciononostante, c’è qualcos’altro che non afferro, Jax.”

 

“E sarebbe?”

 

“Voglio dire… Da quel che mi hai raccontato, è facile intuire come anche quel delinquente si fosse accorto della mia gravidanza. Quel che non capisco è perché ti abbia suggerito di analizzare l’attività neurale umana all’interno di questo magazzino. Entrambi sappiamo che per un embrione di soli 16 giorni non si può parlare di alcuna attività cerebrale; l’hai detto tu stesso, è troppo piccolo.”

 

“Avrà rilevato qualche altro valore alterato. Quello dell’HCG, come hai fatto tu, ad esempio.”

 

“Sì, ma allora perché menzionare proprio quel tipo di analisi, visto che non sarebbe servita a un bel niente?”

 

“Non so darmi una spiegazione, in effetti.” Mi grattai la nuca con fare pensieroso. “L’Imperturbabile sapeva ciò di cui stava parlando, su questo hai perfettamente ragione.”

 

“Ho la sensazione che li rivedremo presto, Jax, sia lui che il suo compare. Dovranno chiarirci parecchie cose,” sostenne Becca.

 

“Non troppo presto, però,” risposi, e la baciai piano sulle labbra. “Ora voglio assolutamente dedicarmi a te e al nostro bambino. Abbiamo tutto il tempo dell’universo per catturarli, non credi?”

 

Becca mi sorrise, gli occhi ancora lucidi per l’emozione, e annuì.

 

***

 

Note esplicative al testo:

- Le informazioni a proposito dei diversi tipi di onde cerebrali sono tratte dall’apposita pagina di Wikipedia.

- L’Assioma n°3 a cui Jax fa riferimento recita così: Agli Agenti non è permesso conoscere particolari più o meno rilevanti e/o dettagliati del proprio futuro, eccettuati i casi in cui tale conoscenza sia indispensabile per fini contraccettivi.

- La gonadotropina corionica umana (o HCG, Human Corionic Gonadotropin, secondo la classificazione internazionale) è un ormone secreto dalla placenta a partire da 1-2 settimane dopo la fecondazione. In una donna fertile e in salute un tasso di HCG superiore a 10 UI per litro di sangue indica la gravidanza con certezza, mentre un tasso inferiore la esclude.

- So di avere annunciato che il presente capitolo sarebbe stato di 3.000-4.000 parole, ma scrivendolo mi sono in seguito accorta che avrebbe probabilmente superato le 5.000! o__O Ho perciò deciso di spezzarlo. Comportandomi così ho comunque ottenuto due risultati positivi: un capitolo fra i più lunghi che abbia mai postato finora, e non vi ho fatto aspettare fino a questo week-end per leggerlo ^^

  
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