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Autore: Sybil Blues    30/05/2013    1 recensioni
Ginny Weasley ha sedici anni, trascorsi nell'ombra proiettata dall'amicizia fra suo fratello e Harry Potter. Quello stesso Harry che non è mai riuscita a dimenticare, e al suo sesto anno ad Hogwarts proverà a farlo sul serio. Ma il labirinto di feste, vendette e solitudine la porterà a conoscere un segreto terribile. E a perdere sé stessa.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Thomas, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sono sola. Ovunque vada, una barriera invisibile sembra separarmi da tutti. Nemmeno Jane, la frivola e stupida Jane, pensa di avvicinarsi per invitarmi a qualche festa. E così, mi rifugio tra i soli come me, che forse lo sono un po' di meno rispetto alla sottoscritta, perchè, almeno amano sè stessi. Viaggiano da soli, ma si hanno. Io non ce l'ho più, me.
Vago per i corridoi senza attirare l'attenzione di nessuno, a eccezione di quella della McGranitt, il che mi ricorda che ho una marea di materie da recuperare.
Cinque minuti dopo che il mantello della mia più severa professoressa è scomparso dietro l'angolo, sono nel parco, il libro di Trasfigurazione aperto sul grembo e la bacchetta alla mano.
Biascico formule che mi sembrano senza senso, sperando di riuscire a fare qualcosa di sensato. Se ci fosse Dean a spiegarmi cosa diavolo vuol dire tutta questa roba, sono sicura che riuscirei a capire.
Mi manca.
Il sole mi accarezza il volto, il vento mi scompiglia i capelli. Chiudo gli occhi e immagino che siano le sue mani sicure a muoverli, che lui sia seduto accanto a me, che non abbia creduto alle bugie di Malfoy.
Malfoy mi ha lasciata totalmente inerme. Distrutta, demolita. Non sono stata capace di difendermi e ora, forse, l'unica opportunità che ho è attaccare.
«Ginny!»
«Neville! Come stai?»
«Non c'è male, e tu? Ho sentito che hai saltato parecchie lezioni...»
Annuisco. Deve averglielo detto Luna.
«In effetti, stavo cercando di studiare.»
«Ti lascio in pace, allora.» Lo trattengo.
«Non ti va di aiutarmi?» chiedo con un sorriso disperato. Neville si siede accanto a me e inizia a spiegare dall'inizio tutto ciò che non so. Io mi beo della sua voce che parla per me, del suo gesticolare buffo e affannato e dei suoi occhi chiari. Nonostante tutto, c'è ancora qualcuno, qui, per me. E gliene sono infinitamente grata, anche se dopo due ore sono allo stesso punto di prima, anche se Neville ha concluso dicendo che per le cose più complicate dovrei chiedere a Dean, a quel Dean che ha preferito credere alle menzogne di un Mangiamorte piuttosto che a me. Mi sono morsa il labbro e sono rimasta in silenzio.
Ma Neville ha capito lo stesso e mi ha guardata a lungo, come per sostenermi con gli occhi.
Poco dopo, abbiamo visto Luna saltellare poco lontano e le abbiamo urlato un saluto.
«Ciao!» è arrivata trafelata. «Ci sono un sacco di Gorgosprizzi qui, soprattutto sulla tua testa, Ginny. Sarebbe meglio se ci sedessimo sotto quella quercia, qui è pericoloso, soprattutto se stai cercando di studiare. Non ti lasceranno mai farlo.» Luna ha detto tutto d'un fiato, tremendamente seria, così ho sorriso e io e Neville abbiamo seguito i suoi consigli.
«Mi sono innamorata» sussurra con aria sognante, appena dopo essersi seduta. Le rivolgo uno sguardo interrogativo e con la coda dell'occhio percepisco una leggera ombra sul volto di Neville.
«E di chi?» chiede lui, brusco.
«Non lo so. So solo che mi sento più felice del solito e se potessi abbraccerei chiunque, anche Piton. Quindi devo essere per forza innamorata, o comunque piena d'amore. Guardate che bella, quella nuvola!»
Percepisco il corpo di Neville rilassarsi. Io non riesco a ridere, perchè tutto ciò che Luna fa o dice è estremamente poetico. Non la trovo strana, o stupida. Restiamo così per un po', in silenzio, a guardare i disegni che solcano il cielo, finchè non è ora di andare.

Mangio un panino in camera mia, fatto con ciò che ho rubacchiato dal tavolo della colazione. Poi apro il libro di Storia della Magia e mi immergo nelle guerre fra troll e goblin. Domani devo tornare a lezione, e ho bisogno di recuperare tutto quello che mi sono persa. Chiederei aiuto a Hermione, se potessi. O a Dean. Ho sentito dire che esce con una certa Jennifer, una Tassorosso del mio anno.
Mi ha dimenticata in fretta.
Vorrei poter fare lo stesso con Harry. Lo vedo qui, accanto a me. Allungo le mani e le affondo nei suoi capelli ispidi e neri, trafitta dal suo sguardo verde, sempre più vicino. Così vicino che mi costringo a tornare alla realtà e a Barnabas l'elfo. La mia solitudine è una maledizione, una sofferenza fisica che mi fa incrinare le ossa. Ho freddo.
Leggo le parole di Bathilda Bath per una mezz'ora buona. Alzo lo sguardo solo quando una voce fredda e dolorosamente familiare sembra imprecare in lontananza. Abbandono il libro sul letto, apro la porta e mi affaccio dalla scala del dormitorio.
Non posso fare a meno di ridere della visione che mi si presenta. Malfoy è accovacciato malamente ai piedi dei gradini, umiliato e dolorante.
«I maschi non possono salire nel dormitorio femminile!» esclama una matricola sghignazzante, che sembra scomparire, sotto lo sguardo sprezzante della Serpe, pronta ad attaccare.
«Zitta, lurida...»
«Piantala, Malfoy.» dico stancamente. Si volge verso di me e qualcosa nei suoi occhi sembra cambiare.
«Sono venuto qui per te, Weasley.» Le sue parole mi fanno uno strano effetto. Potrei interpretarle diversamente, se non fossero state pronunciate da lui.
«Come hai fatto ad avere la parola d'ordine? Non puoi stare qui. Non voglio.»
«Devo parlare con te.»
«Avanti, allora.»
Lancio uno sorriso complice alla bambina accanto a lui, che mi sorride di rimando. Malfoy tace.
«Ti spiace andare a chiamare la McGranitt? I Serpeverde non possono stare qui, giusto?» La bambina annuisce sollecita e Malfoy sembra incenerirmi con lo sguardo.
«Sta' ferma. Vai a fare i compiti, se non vuoi che tuo padre venga licenziato in tronco. Vattene, da brava.» La bambina sveglia una sua amica, assopitasi nella poltrona di fronte al fuoco, e insieme scompaiono oltre il ritratto, spaventate da me e dal mio visitatore.
«Potrebbe arrivare qualcuno da un momento all'altro e non devono trovarmi qui. Sbrigati.»
Rimango immobile.
«Non verrò a parlare con te, Malfoy.» La mia voce è ferma, ma lo sguardo è velato di lacrime. Lo odio, perchè ha reso la mia vita un inferno. Mi aggrappo alla barriera che mi separa da lui.
La sua bocca è percorsa da un ghigno sprezzante.
In un attimo, estrae la bacchetta e la punta contro le scale, e poi verso di me. Qualcosa mi spinge verso di lui e non incontro barriere, i gradini sono uno scivolo. Mi afferra saldamente per un braccio, mormora «Languelingua» contro le mie labbra e mi getta addosso un mantello dell'Invisibilità che copre anche lui. «Se provi a scappare, ti Pietrifico.»
Mi lascio condurre per i corridoi, senza opporre resistenza. Hermione ci passa accanto e io provo a urlare.
Entriamo in un'aula, Malfoy chiude la porta a chiave. Una scena già vista.
Lascia scivolare a terra il Mantello, mi porge una sedia e mi pianta in viso i suoi occhi lividi.
«Voglio dirti la verità. Sei disposta ad ascoltarmi? Puoi andare via, se vuoi. Non te lo impedirò, questa volta.»



MIO ANGOLINO
Salve, bellissimi. Mi scuso enormemente per il ritardo, ma la scuola mi uccide e sono riuscita a postare solo adesso. Godetevi questo capitolo, perchè a seguire ce ne sarà solo uno, forse due. O forse solo un epilogo, chissà!
Bacini a tutti :3








  
  
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