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Autore: Malanova    31/05/2013    5 recensioni
Chi non sa la storia del keroniano che deve invadere il pianeta Terra ma per un motivo o per un altro non ci riesce mai? Ma se poi ci riuscisse ... Che cosa succederebbe? Desiderosa di rispondere a questa domanda (anche se ho un mucchio di ff da finire), creo questa storia sperando che vi faccia divertire. Dasvidania!
Genere: Demenziale, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Keroro, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Break! Ho bisogno di una piccola pausa!
Mi stiracchio e mi dirigo verso la cucina. Ho in mente di farmi una bella tazza formato piscina di cioccolata con tanto di panna montata e granelli di nocciola. Quando la inizio a preparare sento qualcosa che fruscia alle mie spalle. Cautamente ripongo il pentolino sul ripiano accanto ai fuochi e … tutto rallenta: il filino d’acqua che perde dal rubinetto, il volare di una mosca che mi passa a pochi millimetri dal naso, i granelli di polvere di cacao che rotolano dentro al latte e … la mano del Narratore che impugna uno sfollagente che la sta calando sulla mia testa. Faccio appena in tempo a spostarmi che la mazza cade sul manico del pentolino, facendolo schizzare sul muro bianco neve. I miei occhi si dilatano: ira funesta!!!!

Mi volto verso di lui brandendo un coltello da cucina e faccio roteare l’arma. “Se è la guerra che vuoi Narratore, guerra avrai!” gli dico con la voce roca (senza volerlo avevo inalato un po’ di polvere di cacao) “Fatti avanti!” mi sfida lui, facendomi il gesto di avvicinarmi con la mano e lasciando cadere la mazza “Non mi fai paura sciacquetta!”. Dopo aver sentito queste parole poso il coltello e faccio il mio grido di battaglia alla Xena, lanciandomi all’attacco.

Ci scambiammo una sequenza di pugni e calci che variavano dalle sofisticate arti marziali alla battaglia da ghetto. Poi, per uno strano svolgimento degli eventi, ci siamo messi a ballare la break dance. Una palla a specchio iniziò a penzolare e il tappetino si trasformò magicamente in una pista da ballo. La canzone “Don’t Touch Me” echeggiò nella cucina e il Narratore, dopo aver girato come una trottola sulla schiena, si alza e mi dice “Eccoti servita!” “Questo è un classico, sei preistorico!” obbiettò io scansandolo con la mano. Prendo il comando e metto “I’m sexy and i know it”.

Ballo da far invidia a Happy Feet e sento tutti gli uomini-stampini che fanno il tifo per me mentre il mio avversario digrigna i denti. Ma dopo un paio di minuti ride malignamente, si prende il comando e mette QUELLA CANZONE! Tutti vengono colpiti da un’epilessia fulminante, compresa io. Alza il volume al massimo “IN RADIO CE UN PULCINO, PIO!PIO! IN RADIO CE UN PULCINO, PIO!PIO! E’ IL PULCINO PIO, IL PULCINO PIO, IL PULCINO PIO, IL PULCINO PIO!”. Ho la bava alla bocca, mi si roteano gli occhi e invoco aiuto. Come una santa con tanto di aureola e velo verginale apparve mia madre. Tendo una mano verso di lei ma come al suo solito mi vuole rifilare una delle sue tante perle di saggezza. La vedo muovere le labbra e sorridere per poi scomparire in una colonna di luce. Io non ho sentito niente di quello che ha detto per colpa di quella maledetta canzone che era arrivata al tacchino.

Ormai stavo per svenire finché lei non ritorna, spegne lo stereo con un pugno che avrebbe fatto a pezzi la muraglia cinese e urla “CHI E’ STATO A MACCHIARMI IL MURO VERNICIATO DI FRESCO CON QUELLO SCHIFO?!?”. Io e il Narratore diventiamo piccoli come pulci. Ma io fui furba. Feci dei passetti indietro e indicai il Narratore. Mia madre scatenò l’inferno (immagine del pianeta Terra visto dallo spazio e nel punto dove si trova casa mia appare una nuvola da esplosione atomica; l’arma segreta delle madri di tutto il mondo). Io invece ritorno di soppiatto alla mia postazione davanti al computer e, dopo aver fatto un lungo sospiro e scricchiolato le ossa delle mani, ritorno a fare il mio lavoro di Narratrice.

  
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