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Autore: LordWeavile94    31/05/2013    7 recensioni
L'avventura di due gemelli attraverso i piani di Sword Art Online, una storia parallela a quella di Kirito e Asuna. Lotte, Amicizie, Amori, Perdite, Tradimenti: un'avventura straordinaria, una lotta per la sopravvivenza.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Rieccomi qui per la seconda parte! Scusatemi, ma lo studio mi ha tolto un sacco di tempo... ad ogni modo, avanti, non indugiamo...all’assalto!
 
Capitolo Sesto: Un evento di emozioni - Parte Seconda
 
 
Erano passati solo pochi giorni da quell’incontro nella foresta. Avevamo deciso di riposarci perché, dopotutto, era praticamente Natale. Eppure non avrei voluto altro che combattere un po’, per scrollarmi di dosso quella sensazione che mi aveva pervaso da quando avevo incontrato Aury.
Una sera, di quelle in cui non avevo aperto bocca per tutto il giorno, Syria mi aveva avvicinato.
Si era seduta accanto a me, e aveva cominciato a parlarmi. Mi aveva dato dei consigli su come comportarmi con quella ragazza. Mi aveva detto di non aver paura, di essere me stesso, che così la avrei conquistata in un batter d’occhio. All’inizio avevo provato a negare il fatto che mi piacesse, ma era talmente evidente che anche un ceco poteva vederlo.
Così arrivo il giorno dell’evento, il trentuno dicembre. Il giorno dopo sarebbe stato anche il compleanno mio e di White.
 
-Devo proprio mettermi questa roba?- mi lamentai ad alta voce, chiuso nella mia stanza insieme a mia sorella. Mi stava “istruendo” su come vestirsi per una serata importante.
-Certo che sì! È un evento mondano, non puoi andare vestito da guerriero! Avanti, vuoi o no far colpo su Aury?- rispose lei. A quelle parole arrossii e balbettai qualcosa di decisamente insensato. Alla fine, sospirai.
-E va bene, e va bene, lo metto!- dissi, rassegnato. Lei mi guardò soddisfatta. Io risposi al suo sguardo.
Silenzio.
-Allora, ti giri?- chiesi, leggermente seccato. Lei mi guardò senza capire, poi, dopo un momento, scoppiò a ridere.
-Avanti Franz, ci conosciamo da quando non eravamo altro che un paio di cellule, e quando eravamo piccoli facevamo sempre il bagno insieme! Non dirmi che sei imbarazzato!- disse, continuando a ridere.
-Be’, non mi sembra che tu la pensassi così, quando ti ho vista nuda qualche mese fa!- ribattei. Lei arrossì e d’istinto si coprì con le braccia.
-È-é un’altra cosa, q-quella.- sussurrò, per poi girarsi. Ridacchiai, poi cambiai i vestiti da combattimento con quelli da sera. Erano costituiti da una camicia bianca, una giacca nera e pantaloni dello stesso colore.
-Allora- sospirai –come sto?- White si girò e, vedendomi, tirò un urletto.
-Un perfetto figurino!- disse entusiasta.
“Un perfetto idiota” pensai depresso.
Qualcuno bussò alla porta. Subito dopo sentimmo una voce.
-Allora, avete finito? Se non ci sbrighiamo arriveremo in ritardo!- disse Syria.
-Certo, arriviamo subito! Fratellone, comincia ad uscire, io mi cambio e vengo.- rispose mia sorella, spingendomi verso la porta. Inarcai le sopracciglia: dov’era finito quel discorso di “non essere imbarazzati”? Ad ogni modo, non dissi niente. Non era esattamente un mio desiderio vedere mia sorella seminuda.
Uscii dalla stanza. Syria non c’era, doveva essere già scesa in sala. Mi diressi al piano inferiore e vidi due persone che non riconobbi. Erano entrambe ragazze. Una aveva i capelli castani legati in una complicata treccia ed indossava un lungo vestito rosso, a maniche corte, guanti bianchi alle mani e scarpette nere. L’altra aveva i lunghi capelli neri che le arrivavano fino a metà schiena, liberi, un vestito blu notte, mani libere e scarpe nere. Umiko e Syria.
-W-wow!- dissi, stupito. Le ragazze si voltarono verso di me, scoppiando a ridere. Umiko si avvicinò a me.
-Sorpreso, eh?- disse, per poi squadrarmi con occhio critico –Be’, direi che potrei quasi innamorarmi di te, Franz! Stai davvero bene, così!- continuò sorridendo. Syria mi guardò e alzò il pollice destro. Tutto questo non fece altro che farmi arrossire.
Poco dopo sentimmo dei passi affrettati sulle scale.
-Scusatemi, arrivo subito!- disse White. Arrivò dopo pochi istanti, dopo aver saltato gli ultimi tre gradini della scala. Per poco non rimasi senza fiato. Anche lei indossava un vestito lungo, completamente bianco, e i suoi capelli ricadevano morbidi sulle spalline dell’abito. Indossava anche guanti e scarpette bianche. Era davvero...bellissima. Non c’era altro aggettivo per descriverla. Non sembrava nemmeno la mia gemella: davvero, non mi sembrava vero di aver passato tutta la mia vita con lei, fino ad adesso. Una cosa buona di SAO era che, trovandoci in quel mondo praticamente da soli, ci eravamo avvicinati molto. Avevamo smesso di litigare, come ci capitava spesso nel mondo “reale”. Come mi capitava di dire, forse quel gioco non era poi così male.
-Wow, White, stai benissimo! Sono sicura che Kirito si innamorerà subito di te!- disse Syria entusiasta. Mia sorella arrossì, rovinando il mio buonumore.
 
Il cinquantesimo piano brulicava di vita. La città era in festa: l’evento si sarebbe tenuto in una parte speciale, isolata dalle altre, ma la festa si estendeva anche al resto della città. Una cupola violetta proteggeva l’area in cui si sarebbe svolto l’evento. Già circa un centinaio di giocatori si trovavano all’interno e, da quello che sapevo, non ci dovevano essere molte più persone.
Mentre ci avvicinavamo alla barriera, vidi un paio di ombre provare a superare la barriera. Furono però respinte indietro: probabilmente erano giocatori che pensavano di intrufolarsi.
Ridacchiai. Poco dopo arrivammo di fronte alla barriera. Tirammo fuori lo strumento, poi provammo a passare. Non ci fu alcun tipo di problema. Quando entrammo nell’area destinata all’evento, però, le nostre “scatole” sparirono nell’aria. Non ne rimasi stupito: probabilmente era per evitare che gli strumenti fossero scambiati e che quindi più gente del dovuto entrasse.
Gli edifici, in quell’area della città, erano addobbati ancora più riccamente: da ogni parte si vedevano decorazioni natalizie e insegne che ricordavano lo speciale evento. Molti giocatori erano raggruppati intorno ad alcuni PNG, intenti a potenziare il proprio equipaggiamento o a comprarne di nuovo. Per curiosità, demmo un’occhiata anche noi: in effetti le armi e le armature vendute erano di livelli molto alti, alcune erano addirittura drop rare di boss. I potenziamenti disponibili erano decisamente utili, tanto che tutti noi decidemmo di migliorare un po’ l’equipaggiamento, così da essere più pronti alle successive sfide. Proprio mentre ritiravo i miei guanti da un fabbro, sentii una voce che fece fare una capriola al mio stomaco.
-White, Umiko, Syria! Siete stupende!- disse una voce femminile. Aury, ovviamente. Aveva un vestito normalissimo, quello che aveva usato anche durante la nostra avventura nella foresta. Ottimo, dovevo sembrare ancora più stupido, vestito elegantemente.
Le mie compagne di gilda accolsero calorosamente la ragazza, chiedendole come stava e cominciando a ciarlare di vestiti e cose del genere. Silenzioso come un’ombra, Fabiorex si era allontanato dal gruppetto, dirigendosi verso un fabbro.
Gli andai incontro e sollevai una mano per salutarlo.
-Ehilà Fabiorex, come va?- dissi, cercando di cominciare una conversazione. Lui sembrò leggermente imbarazzato, ma poi mi rispose con occhi e voce sicuri.
-Tutto bene, grazie. Tu?- mi chiese.
-Anche io...a parte le ragazze...molti ragazzi mi invidierebbero, ma averle accanto tutti i giorni è un po’ pesante, a volte.- risposi ridacchiando.
Lui annuì e mi guardò con compassione.
-Ti capisco benissimo.- Fabiorex si voltò verso Syria, che parlava animatamente di qualcosa con le altre ragazze –Piuttosto, sai perché lei sembra odiarmi?- continuò.
Me lo ero chiesto anche io, in quei giorni. Non mi erano sfuggite le occhiate di sbieco che la ragazza aveva riservato al nostro nuovo amico, ma non le avevo ancora chiesto il motivo.
-Sinceramente, no. Ma non preoccuparti, può sembrare un po’ acida, ma in realtà è una persona molto gentile e disponibile. Cambierà presto.- risposi.
In quel momento nell’aria si propagò una dolce musica. Era un ritmo lento, sereno, che rilassava.
Diverse coppie cominciarono a muoversi verso il centro della piazza. Cominciava il ballo.
-Ragazzi! Venite, balliamo un po’!- sentii la voce di Umiko. Le ragazze si stavano dirigendo verso di noi.
Aury si fermò davanti a me. Mi guardò un secondo.
-Wow Franz, stai benissimo!- disse. Mi sentii le guance calde, molto calde.
Balbettai qualcosa che doveva essere un “grazie”, senza particolare successo.
Ci fu un momento di silenzio. Poi sentii qualcosa sulla schiena. Qualcosa che mi spingeva verso Aury. Era Syria, ci potevo scommettere. Senza neanche volerlo, mi trovai a pochi centimetri da lei.
-E-ehm...- balbettai. La stupenda ragazza mi guardò, sorridendomi e chiedendomi con gli occhi cosa volevo.
-Ecco...v-vorresti b-ballare con me?- dissi, sentendomi diventare molto caldo. Dovevo avere lo stesso colore del fuoco, più o meno.
Sentii un’occhiata pungente sulla schiena. Non avevo bisogno di voltarmi per sapere chi fosse.
Aury mi guardò leggermente sorpresa, poi però sorrise e annuì.
-Ma certo! Andiamo, avanti!- mi prese il polso e mi trascinò velocemente verso il centro della piazza.
Arrivati ad un certo punto, si fermò e si voltò verso di me. Era leggermente rossa, forse per il caldo. Anche se non faceva affatto caldo.
Il ritmo era ancora lento, romantico. Mi guardai in giro, e per poco non morii di imbarazzo. I ballerini stavano molto vicini, una mano in quella dell’altro, le ragazze con l’altra sulla spalla di lui, i ragazzi con l’altra attorno al fianco di lei.
Lei mi guardò sorridente, con aspettativa. In quel momento avrei preferito essere nudo davanti a un’orda di mostri.
Inspirai a fondo, poi le presi la mano. Sentii le sue dita, calde, morbide, tra le mie. Esse si strinsero attorno alla mia mano. Forse non le dispiaceva. La sua mano si poggiò sulla mia spalla. In preda a non so quale delirio, o coraggio, la mia circondò il suo fianco.
E ballammo.
 
Un turbinio di emozioni. Imbarazzo. Gioia. Tristezza, ma subito dopo felicità. Eccitazione. Mi sentii vivo come non mai.
 
Ballammo per gran parte della sera. Balli romantici, in cui stavamo molto vicini. Balli allegri, movimentati, in cui ci ritrovavamo quasi a “giocare” con le canzoni, a fare qualcosa di diverso dagli altri, sempre guardandoci. E sorridendo. Il mio cuore aveva ormai rinunciato a battere normalmente, il mio stomaco era inghiottito in un buco nero.
Alla fine, smettemmo. Distolsi un attimo lo sguardo da lei. Sentii qualcosa toccarmi la spalla. Mi girai.
Qualcosa di morbido, caldo, toccò la mia guancia, per un solo attimo. Un luccichio di cioccolato. Una scia nera.
 
Mancava circa un minuto alla mezzanotte. Mi guardai in giro. La piazza era ancora piena di gente, sembrava che nessuno se ne fosse ancora andato. Molti giocatori stavano facendo il giro di tutti i rivenditori: girava la voce che, da qualche parte, ci fosse lo scudo più potente di tutto il gioco. Nessuno però sapeva chi lo avesse. Umiko era andata a cercarlo, le altre ragazze la stavano aiutando. Fabiorex sembrava essersi dissolto nel nulla.
Ero ancora confuso per quello che era successo prima con Aury. Cosa provava per me?
I miei pensieri furono interrotti dalle campane.
Don. Don. Don.
La musica si era improvvisamente fermata. Nessuno parlava. 
Don. Don. Don.
C’era qualcosa di strano. Lugubre. Sentii il mio cuore palpitare più forte.
Don. Don. Don.
Un freddo innaturale era sceso sulla piazza e su di me. Repressi l’istinto di scappare.
Don. Don. Don.
Silenzio. Profondo, buio. Un lampo di luce violetta attraversò la piazza, accecandomi. Grida.
Sollevai gli occhi, frammenti di lampo ancora impressi sulla retina. Una sfera viola campeggiava sopra la piazza, con decine e decine di lampi dello stesso colore che le si dirigevano contro, ingrandendola sempre di più. 
L’ultimo raggio sparì, inglobato dalla sfera, grande ormai quanto un essere umano. Essa cadde a terra, e la piazza venne illuminata a giorno.
Un ruggito squassò l’aria, facendomi tremare.
Là dove prima c’era la sfera ora stava un’immensa creatura, una piovra dai moltissimi tentacoli, umida, viscida, color viola scuro. Due grandi occhi guardavano la folla impietrita.
Comparvero sopra di lui una barra vita e una scritta: “Boss Evento: Le Mille Braccia”.
Un nuovo ruggito, uscito da non si sa dove, riempì la città.
E fu panico.
La piazza si riempì delle grida dei giocatori.
-Tutti fuori!- gridò qualcuno, e tutti si precipitarono verso i confini dell’area. Anche io indietreggiai, spaventato.
Subito dopo però, un’altra voce rimbombò attraverso la piazza, ripetuta da decine di bocche.
-Non si può uscire! È bloccata!- dicevano. Maledizione. Dovevamo aspettarcelo.
Un uomo, accanto a me, salì su un piccolo palco, ergendosi sopra gli altri. Cambiò i propri abiti eleganti in abiti bianchi e rossi, con il simbolo di una croce. Lo riconobbi immediatamente.
Heatcliff, il capo della Gilda dei Cavalieri del Patto di Sangue. Il giocatore che nessuno aveva mai visto arrivare alla parte gialla della barra vita.
-Tutti voi!- gridò, e tutti si girarono verso di lui –Non abbiate paura! Siamo in molti, lui è uno solo! Attaccate!- continuò, per poi far comparire uno scudo semplice in una mano e una spada nell’altra e caricare la bestia. I suoi compagni di gilda lo seguirono, gridando, e ben presto anche tutti gli altri. Sicuramente ci sapeva fare.
-Bene, finalmente mi posso togliere questa roba!- dissi soddisfatto. Mi rimisi velocemente il mio equipaggiamento, poi scattai verso il mostro. Vidi mia sorella posizionarsi su un punto rialzato, l’arco in mano, il vestito elegante sostituito con l’armatura. Sorrisi.
-All’attacco!- gridai, e mi lanciai nella mischia.
 
Balzai indietro, controllando con gli occhi la mia barra vita. Era stata solo leggermente intaccata, per fortuna. Il mostro non era molto potente, anche se una volta che uno dei suoi tentacoli afferrava qualcuno, era praticamente la fine. Avevo già visto tre o quattro giocatori scomparire in nubi di pixel. E la cosa peggiore era che il mostro non era stato minimamente ferito. Tutti i colpi rimbalzavano contro la sua pelle viscida senza apportare alcun danno. Avevo tentato molte tattiche, come colpire in un punto solo molto a lungo, cercare di colpirgli la testa o gli spazi tra i tentacoli, ma niente. Come diavolo si batteva, quel coso?
Gridai e tornai alla carica, il pugno chiuso nella mia Skill più potente dopo la Danza Berserker. Saltai evitando un tentacolo che poi colpii al massimo della forza. I miei occhi corsero alla barra vita del mostro. Niente. Ringhiai e balzai indietro. Notai Umiko accanto a me.
-Umiko, hai idea di come possiamo sconfiggerlo?- gridai sopra il clamore della battaglia.
Lei scosse la testa, poi mi guardò un attimo.
-No. Cioè, ho un’idea, ma non sono sicura...- disse. Le chiesi con lo sguardo cosa intendesse.
Lei si morse il labbro, poi continuò –Vedi quella gemma sulla sua testa? È quasi del suo stesso colore, solo un po’ più chiara. Ogni volta che qualcosa gli si avvicina, la difende a tutti i costi.-
I miei occhi si girarono velocemente verso il mostro e corsero lungo tutto il suo corpo. Era vero: in alto, praticamente invisibile ad occhi normali, stava una gemma violetta, piccola, come quella che si trovava nelle nostre scatole-evento.
In effetti...poteva essere. Valeva la pena provare. Mi guardai intorno: Syria perforava, o cercava di farlo, il mostro, mia sorella lanciava frecce a non finire, e non avrei mai messo Aury o Fenik in pericolo. Proprio in quel momento Fabiorex atterrò accanto a noi.
-Dannazione!- gridò –Non riesco a fargli niente!- sembrava davvero frustrato. Gli corsi incontro, evitando un tentacolo che cercava di afferrarmi.
-Fabiorex! Forse Umiko ha trovato il suo punto debole!- gli dissi. Lui mi guardò.
-Vedi quella gemma che ha sulla fronte? Vedi se riesci a colpirla!- Fabiorex si girò verso il mostro e dopo un attimo annuì. Scomparì nell’aria.
Un secondo dopo un nuovo ruggito riempì la piazza. La barra vita del mostro si svuotò leggermente, mentre un’ombra si allontanava dalla bestia e atterrava di fianco a me. Fabiorex, un ghigno sul suo volto.
Heathcliff doveva averlo notato, perché sentii la sua voce gridare –Tutti! Puntate alla gemma che ha sulla fronte! È il suo punto debole!-
I giocatori sembrarono rianimarsi. Da qualche minuto, infatti, avevano perso foga, di fronte all’apparente invulnerabilità del nemico. Ora invece si rialzarono, una nuova luce negli occhi. Un ruggito si sollevò dalla folla, e la bestia fu presa d’assalto. Fabiorex era sparito di nuovo. Umiko stava correndo verso il mostro. Mi affiancai a lei, deciso a finire la lotta.
In pochi secondi la barra vita del mostro si svuotò. Nessuno faceva più caso ai tentacoli, che si dibattevano inutilmente cercando di buttare all’aria i giocatori.
La barra entrò nella zona rossa. La bestia gridò, e una potente onda d’urto mi sbalzò indietro. Caddi a terra, stordito. Mentre mi rialzavo, vidi Heathcliff correre verso il mostro. Saltò agilmente un tentacolo, ne usò un’altro per puntellarsi e saltò. Si trovava proprio davanti alla gemma. Affondò la spada nella pietra. La bestia, agonizzante, ruggì un’ultima volta, per poi scomparire in una nube di pixel.
Dove prima c’era il mostro, comparve una scritta: “Complimenti! Avete battuto il Boss Evento!”.
Heathcliff atterrò agilmente a terra. Osservò i propri risultati, poi cambiò il suo scudo in uno che probabilmente era stato dato dal boss. Era grande, a forma di croce, bianco e rosso. Era forse quello lo scudo di cui si era parlato tutta la sera?
Dalla folla si levò un ruggito di vittoria. Sospirai e mi rialzai per bene. Subito dopo tutti gli altri si avvicinarono a me.
-Diavolo, che cosa spaventosa...- disse Aury. Tutti noi non potemmo che essere d’accordo.
La cupola viola era sparita. L’evento era finito. Restammo ancora un po’ in giro per la città, cercando di calmarci dopo le forti emozioni della serata. Ci arrivò la notizia che cinque giocatori erano morti, lottando contro quella bestia. Quindi neanche le città erano davvero sicure come si credeva. Ma forse era solo per l’evento. O almeno così speravamo.
Alla fine Aury e Fabiorex si alzarono.
-Be’, è meglio che andiamo a dormire. Domani dobbiamo tornare ad allenarci, Aury.- disse Fabiorex.
No. Non volevo che andasse via di nuovo. Non ora che qualcosa sembrava andare meglio tra noi. Ma non sapevo che dire.
-Aspettate!- gridò Umiko. Tutti noi la guardammo, e lei arrossì.
-Ecco...stavo pensando...Aury, che ne dici di entrare in gilda? Dai, non ti annoi a stare sempre con tuo fratello? Vieni con noi, abbiamo una stupenda casa!- disse. La guardai incredulo. Gli occhi di Aury si illuminarono.
-Ma certo che voglio!- gridò e corse ad abbracciare la mia amica. Le altre ragazze scoppiarono a ridere. Io rimasi interdetto. Aury si girò verso il fratello.
-Dai Fabiorex, entriamo! Non ti lamenti che non hai mai qualcuno con cui parlare a parte me? Così avresti Franz!- disse.
Lui sembrò imbarazzato. Non parlò per qualche secondo.
-B-be’...ecco...sì...credo che vi farò l’onore di entrare nella vostra gilda.- rispose. White scoppiò a ridere e corse ad abbracciarlo. Sentii una fitta di gelosia sul fondo del cuore. Subito dopo, però, venni trascinato anche io in un abbraccio generale.
Le ragazze ricominciarono a parlare tra loro, lasciando me e Fabiorex isolati. Mi girai verso di lui e sorrisi.
-Be’...benvenuto in squadra, amico.- alzai la mano a metà petto, a gomito piegato. Lui capì e sorrise. Fece il mio stesso gesto. Le nostre mani si colpirono e poi si strinsero con forza, all’altezza dei nostri cuori.
-Grazie, amico.-.
 
 
Ed ecco qua il capitolo! Mi scuso ancora per il tempo che ci ho messo a scrivere, ma con la maturità alle porte ho pochissimo tempo. Cercherò di continuare al più presto, ma non vi posso assicurare niente, purtroppo :(. Dal prossimo capitolo penso che mi concentrerò, uno alla volta, sui vari personaggi, rivelando qualcosa del loro passato su SAO e del perché di alcune loro scelte.
Ad ogni modo spero che vi sia piaciuto, e spero di essere riuscito a caratterizzare bene tutti i personaggi, soprattutto quelli creati dai recensori. A questo proposito, rinnovo l’offerta di sottopormi i vostri personaggi, se vorreste entrare nella storia.  
Infine ringrazio tutti voi per la pazienza dimostratami...a presto!
  
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