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Autore: MandyCri    01/06/2013    23 recensioni
Jack Grant è bello ed è il ragazzo più in vista e popolare di tutto il liceo.
Intelligente, ricco e ben dotato.
Il suo hobby preferito è collezionare ragazze e non francobolli.
Jenna Taylor è bella, ma si nasconde sotto felpe sbiadite e jeans abbondanti.
La sua vita ruota intorno a film romantici, pop corn e sogni ad occhi aperti con l'inseparabile amica Tess.
Jenna non sa nemmeno cosa vuol dire stare con un ragazzo... ma forse Jack glielo insegnerà.
Una storia normale, romantica e spero divertente, ma senza pretese.
E' la prima volta che mi cimento nella classica storia del ragazzo affascinante e del brutto anatroccolo...
Vediamo cosa ne verrà fuori!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non è bello se non è litigarello'
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Grazie di cuore a PinkyCCh per aver creato per me questo bellisimo trailer.
Guardatelo, perchè merita ed è stupendo.
E' un regalo stupendo e non la ringrazierò mai abbastanza per aver perso il suo tempo per me.
Grazie di CUORE.

TRAILER
DI
UN SACCO DI PATATE.
L'AMORE NON E' BELLO SE NON E' LITIGARELLO


by PinkyCCh

http://www.youtube.com/watch?v=ZFqV8Dj9lFY&feature=youtu.be


Grazie di cuore a tutte.
Non ho mai ricevuto 21 recensioni solo in un capitolo.
Non so cosa dire veramente.
Questo capitolo riprende la famosa "bevuta" dal punto di vista di Jenna, spero vi piaccia quanto l'altro.
Come sempre ringrazio chi segue la storia e chi la commenta.
Se volete agigungervi al gruppo fb mi farebbe piacere, visto che siamo poche, poche.
Così magari mi lasciate le vostre idee e le vostre opinioni che mi fanno sempre piacere e mi aiutano a scrivere.
L'amore non è bello se non è litigarello
Grazie quindi a: _Lumen_, AmethistGraphite, coccinella_, cate_93, _Sandwich_, silvia_1990, gaccia, ventola, Allegra_, valespx78, Fiore di loto92, Misakixox, Minelli, StellaChiara, Koaluccia99, Dakota88, MyLandOfDreams, ilaperla, frafrifra, ilapietro91 e Eave.
Buona lettura besos MandyCri


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CAPITOLO 20
 
Jenna uscì dalla vasca dopo averci poltrito per almeno un’ora. Si era concessa un lungo bagno schiumoso e rilassante.
Si asciugò i capelli con cura, spazzolandoli per bene e si truccò leggermente, solo una lieve passata di ombretto.
Il vestito gliela aveva scelto Karol. Semplicissimo di lanetta, color pesca, ma che le stava d’incanto.
Lo indossò e poi si guardò allo specchio.
Stava bene, si vedeva bella e si ritrovò impaziente di arrivare in quel pub.
Jack sarebbe stato suo, ne era fermamente convinta.
Si mise sul divano ad aspettare emozionata Karol che sarebbe arrivata tra pochi minuti a prenderla.
Era stata una bella settimana, tutto sommato.
L’aveva trascorsa in compagnia di Karol e poi, al loro striminzito duo, si era aggiunto anche Tom.
Karol l’aveva aiutata in matematica ed era riuscita a portare a casa una sufficienza piena nell’ultimo compito, tant’è che il professore di matematica l’aveva interrogata, perché non poteva credere ai suoi occhi e l’aveva accusata, velatamente, di aver copiato.
- Taylor, alla lavagna – aveva detto con tono minaccioso, inarcando un sopracciglio.
L’aveva sorpreso un’altra volta e l’interrogazione era andata alla grande.
Sua madre l’aveva portata fuori a mangiare quella sera stessa per festeggiare, gridando all’evento del secolo!
Doveva ammettere, però, che il merito era anche un po’ di Jack che con le sue strane ripetizioni di numeri e baci, le aveva fatto capire buona parte delle regole base di quella materia a lei sconosciuta.
Era bravo ad insegnare Jack, in tutti i campi!
Così adesso si ritrovava con una media quasi della sufficienza.
Un altro voto come si deve e non sarebbe stata bocciata in quella stupida materia!
Senza contare poi che Jack, il giorno prima, l’aveva accompagnata a casa e si era dimostrato davvero carino con lei, ma soprattutto le aveva chiesto scusa per il suo famoso comportamento maschilista e bastardo di qualche settimana prima.
Era così felice che ogni volta che ci pensava lo stomaco le si stringeva.
Insomma, tutto andava per il meglio.
Non avrebbe potuto chiedere di più dalla vita.
Il piano della genitrice pazza stava andando a gonfie vele, almeno, questo l’aveva pensato fino a poche ore prima. Dubbio che le era svanito in pochi istanti grazie a Tom.
All’uscita da scuola aveva visto Jack fare il galletto con Summer Blake, la ragazza più popolare di tutto il liceo.
Bella, bionda e dal fisico perfetto.
Si era nascosta in un angolo per sentire cosa si stavano dicendo, ma era riuscita a captare solo qualche parola, quelle di Summer, per lo più, visto che squittiva come un’oca giuliva.
Le era sembrato che Jack l’avesse invitata quella sera stessa ad uscire.
Ovviamente si era sentita morire, dato che il giorno prima, lo stesso Jack le aveva confermato che, nonostante non fosse stato invitato, si sarebbe unito a lei, Karol e Tom.
Proprio quest’ultimo l’aveva raggiunta nel suo nascondiglio da origliatrice-stalker e le aveva posato una mano sulla spalla, spaventandola a morte.
- Dobbiamo parlare – le aveva detto serio.
Jenna aveva sussultato e aveva annuito con poca voglia.
Se Tom avesse scoperto che era solo una pedina nel grande piano di Elizabeth, le avrebbe dato il due di picche per la serata e addio al piano ammazza-Jack!
Si era sentita mancare.
Non voleva prenderlo in giro, perché in fin dei conti, ora che l’aveva conosciuto, quel ragazzo le era piuttosto simpatico.
C’erano stati momenti in cui aveva addirittura pensato che Tom non fosse interessato a lei, ma a Karol, sentimento che sembrava, tra l’altro, ricambiato dalla sua nuova amica, anche se non si era opposta al piano della genitrice pazza. Pensiero che avrebbe avuto poi la sua conferma.
Jenna aveva notato che si guardavano sempre e Tom non perdeva occasione per avere un contatto fisico con Karol.
Uno sfioramento casuale di mani, una carezza sulla guancia, una pacca amichevole sulla spalla.
In quelle occasioni l’amica arrossiva sempre.
Jenna invece sorrideva.
- Allora mi vuoi spiegare, perché hai invitato me e non Jack a questa serata? – le aveva chiesto, andando subito al sodo - Insomma mi sembra evidente che tra voi due ci sia qualcosa…
Jenna aveva abbassato lo sguardo, sentendosi colpevole e non era riuscita a dire una parola in sua discolpa.
La reazione di Tom, però, l’aveva lasciata basita. Era scoppiato a ridere, così si era ritorvata a raccontargli tutto, ancora adesso si stava chiedendo perché l’avesse fatto. Stranamente aveva fiducia in quel ragazzo.
Gli aveva quindi parlato dello scontro-incontro con Jack, della domenica dopo il compleanno, evitando accuratamente di dire cosa in realtà era successo, anche se Tom malizioso di natura, aveva subito capito cosa intendeva lei per “una certa intimità, ma non approfondita del tutto”.
Avevano parlato anche di Karol e dal colore che prendevano le guance di Tom, ogni volta che nominava la ragazza, aveva capito che gli piaceva.
Jenna era felice anche per questo.
Così si erano stretti la mano e Tom aveva semplicemente acconsentito ad aiutarla, in cambio lei avrebbe dovuto mettere una buona parola con Karol per lui.
- Non ti preoccupare Jen, Jack ci è già stato a letto con quella biondina tettona, quindi non ci sarà una seconda volta! – le aveva assicurato, con la sua solita indelicatezza, convinto – Ci vediamo questa sera e sono sicuro che verrà anche il nostro amico comune. Ci penso io a informarlo, casualmente, dove andremo! – aveva poi aggiunto strizzandole l’occhio.
Una volta diplomata avrebbe dovuto aprire un’agenzia matrimoniale, altro che college!
Era riuscita a sistemare entrambe le sue due amiche in un batter d’occhio.
Peccato che l’unica a rimanere a bocca asciutta fosse solo lei!
Ma del resto era sempre così che succedeva.
Effettivamente non era un luogo comune quando si diceva che il figlio del calzolaio va in giro sempre con le scarpe rotte!
Il campanello la distolse dai suoi pensieri e si precipitò giù a velocità sostenuta.
Salutò Karol allegra che la ricambiò con lo stesso entusiasmo e si fecero i complimenti a vicenda per come erano vestite.
Quando arrivarono al pub, Tom le stava già aspettando e si stava fumando una sigaretta, lei si sentì su di giri.
Non vedeva l’ora che Jack arrivasse.
Stava ridendo ad una battuta che aveva appena fatto Tom su Karol, quando vide la porta del pub aprirsi.
Jack varcò la soglia, bello più che mai.
Jenna sentì il cuore bombardarle il petto dalla felicità. La genitrice pazza aveva sempre ragione!
Un sorriso gigante le apparve sul viso, non riuscì proprio a nascondere la sua gioia.
Gioia che scomparve nel giro di pochi secondi, quando vide che dietro al ragazzo dei suoi sogni, c’erano Summer, Alex e Tess.
In quel momento si sentì morire.
Avrebbe voluto avere un badile e un terreno morbido per scavare una buca talmente profonda che nemmeno un archeologo l’avrebbe mai più trovata, una volta che ci si sarebbe calata dentro. Si sarebbe, volentieri, sotterrata viva, sperando che con i secoli il suo corpo si sarebbe poi stato trasformato in petrolio, almeno la sua morte avrebbe avuto un senso e non sarebbe stata inutile!
Non riuscì più a sorridere per tutto il resto della serata.
Rispondeva a monosillabi e a voce bassa e solo a domande dirette.
Quello stronzo di Jack baciava quell’oca giuliva e se la teneva stretta, senza lasciare nulla all’immaginazione, spiegava ad alta voce quello che le avrebbe fatto una volta conclusa la serata al pub, ogni due per tre, tanto che Jenna pensò che anche le pareti ormai l’avessero capito!
Quanto si sentiva umiliata. Non c’era nulla di peggio di questo. Nulla!
Dopo l’ennesimo bacio passionale con palpeggiamento intimo, le mancò l’aria.
Doveva allontanarsi da quel tavolo.
Non ce la faceva proprio più.
Elizabeth questa volta aveva sbagliato. Non aveva tenuto conto di due cose fondamentali nel suo piano ammazza-Jack.
La prima era che non aveva valutato il fattore “y” ovvero l’elemento dell’imprevedibilità.
Jack si era portato una ragazza con sé.
La seconda era che non aveva tenuto conto di quanto stronzo fosse quel ragazzo.
Jack le stava dimostrando che non provava nulla per lei.
La terza… aveva detto che ne erano solo due? Bè! Aveva aumentato la dose!
La terza era che a Jack non gliene fregava proprio niente di lei, nemmeno come amica.
Era venuto al pub, solo ed esclusivamente, per rimediare alla perdita dei suoi schifosissimi cinquanta dollari.
Tom la tolse da quel momento imbarazzante e di delusione cosmica, proponendole di uscire a prendere una boccata d’aria.
Acconsentì subito, ne aveva proprio bisogno.
Uscirono in silenzio e Jenna non riuscì più a trattenere le lacrime.
Ringraziò il cielo di non essersi truccata più di tanto.
- È uno stupido Jenna – la consolò l’amico abbracciandola – Non riesce a capire che ha una miniera d’ora vicino o forse lo capisce, ma non è in grado di separare la pietra preziosa da quella che non vale niente – aggiunse stringendola ancora di più.
- Mi sono solo illusa – gli disse tra le lacrime, appoggiando il viso sul torace ampio del ragazzo.
Tom cercò di consolarla in tutte le maniere possibili.
Quado si sentì più tranquilla rientrarono nel pub.
Quella serata era stata proprio una grande delusione.
Non si era mai sentita così fuori posto come in quel momento.
Cosa poteva andare peggio di così?
Jack si alzò in piedi, proprio in quel momento, con il bicchiere in mano e le puntò gli occhi addosso – Allora Jenna cara, è arrivato il momento di dire la verità sulla tua vincita. Che ne dici? – chiese sibillino.
Un campanello d’allarme la riscosse dai suoi pensieri.
Non poteva farle anche questo, stava scherzando… non c’erano altre spiegazioni, tuttavia sentì le forze abbandonarla.
Guardò negli occhi Jack per capire che intenzioni avesse e l’espressione cattiva che aveva lui dipinta sul volto non presagiva nulla di buono.
Non poteva essere così malvagio e meschino. Jenna non voleva crederci, non poteva crederci.
- Jack… - la voce le uscì in un sussurro, quasi una preghiera.
- Jenna… dai raccontaci come hai vinto questi cinquanta dollari. Raccontaci del tuo secondo posto al contest parrocchiale – si girò verso gli altri per avere la loro attenzione e poi sorrise sadicamente – Ragazzi questa è la versione ufficiale… in verità…
- Jack… - lo supplicò ancora. Non poteva farle questo. Non davanti a Tess, ad Alex e a quella specie di barbie bionda senza un filo di cervello.
Dire quella cosa davanti a quella, significava che il lunedì successivo l’avrebbe saputo l’intera scuola.
Stava scherzando, voleva solo fargliela pagare in qualche modo, stimolare la curiosità degli altri, farla penare in quel senso…
Jack non sarebbe mai stato così cattivo, ne era sicura.
- E dai Jenna, non vorrai mica mentire ai tuoi amici, vero?
- Jack… - lo guardò implorante, ma lui sorrise sadicamente.
Più che un sorriso, era un ghigno di pura malvagità.
Abbassò lo sguardo non riuscendo più a fissare quegli occhi.
E poi le parole arrivarono e le frastornarono la mente.
Le lacrime ritornarono copiose e nonostante cercasse di scacciarle, per non dare soddisfazione a quella specie di diavolo travestito da Jack, scendevano da sole a rigarle le guance, come se avessero vita propria.
- In verità ragazzi quei soldini li ha guadagnati facendomi un bel lavoretto con la bocca, quando abbiamo passato insieme la notte del mio compleanno. Sono stato ben felice di lasciarglieli, se li è proprio meritati – concluse malignamente.
Non riuscì più ad alzare gli occhi.
Erano tutti ammutoliti.
Tom le prese una mano sotto il tavolo e gliela strinse forte.
Jenna avvertì nitidamente un crack dentro di sé.
Qualcosa che si spezzò in maniera definitiva.
Al diavolo il piano per conquistarlo, al diavolo l’amore, al diavolo Jack Grant.
Non era una persona così che lei voleva al suo fianco.
Avrebbe sofferto, ma non gli avrebbe mai più concesso fiducia, amicizia o altro.
Non gli avrebbe mai più rivolto la parola in vita sua.
Aveva chiuso definitivamente con questa storia.
Jack Grant era stata solo una parentesi della sua vita. Una parentesi da dimenticare e cancellare in modo definitivo.
Voleva alzarsi e scappare, ma non riusciva a smuoversi da quella panca.
Che Dio l’aiutasse!
Mai in vita sua si era sentita così umiliata. Mai! Questo era peggio anche di quella famosa domenica.
Non fu Dio a venirle in soccorso e a darle la forza di andarsene, ma fu l’ultima persona al mondo da cui si aspettava solidarietà.
- BASTA! – urlò una Tess a dir poco adirata – JENNA, KAROL, ANDIAMO! – ordinò perentoria.
Tess si alzò e le tese la mano.
Solo allora riuscì a trovare la forza, afferrò la mano di Tess e si avviò con le sue amiche verso l’uscita.
Appoggiò il viso alla spalla dell’amica ritrovata – Grazie – sussurrò scoppiando, poi, in un pianto a dirotto.
 

***

 
Jack guardò Jenna andarsene.
Che cazzo gli era passato per la testa? Perché aveva detto quelle parole?
Si pentì subito. Doveva correre ai ripari e chiederle scusa, inginocchiarsi ai suoi piedi e smentire tutto, davanti agli altri.
Cosa aveva combinato? Maledì se stesso.
Fece per raggiungerla, ma Tom lo spinse con talmente tanta forza che si ritrovò di nuovo seduto, senza nemmeno rendersene conto.
L’amico gli si parò davanti e Alex si mise al suo fianco per impedirgli di muoversi.
- Dove cazzo credi di andare? – gli chiese Tom inviperito – Tu l’hai persa per sempre oggi, non l’hai ancora capito? Hai tirato troppo la corda.
- Io… io… non volevo… - balbettò – Fammi andare che le vado a chiedere scusa…
Tom sbatté i pugni sul tavolo – Tu non vai da nessuna parte!
Alex annuì – Sei un coglione Jack – gli disse con un tono amaro.
Fissò i suoi due amici incapace di parlare.
L’aveva combinata grossa questa volta.
- Ho sempre pensato che tu fossi il più intelligente… – cominciò Tom con voce carica di rabbia e di disprezzo – Il più intelligente di tutti noi, quello che avrebbe fatto carriera, quello che avrebbe trovato una donna degna di essere amata, che ti avrebbe reso felice in tutto e per tutto. Ti ho sempre invidiato, perché ottenevi sempre ciò che volevi, perché ti impegnavi. Ho invidiato la tua bellezza e tutte le oche che ti portavi a letto. Avrei voluto una famiglia come la tua, dei genitori stupendi come i tuoi. Ero geloso dei tuoi voti a scuola e mi sarebbe piaciuto essere come te. Avere la tua tenacia e il tuo impegno nello studio. Eppure adesso mi rendo conto che sei un essere spregevole, infimo e piccolo. Oggi ti sei rivelato per quello che sei in verità. Un ragazzino viziato che punta i piedi, quando le cose non gli cadono ai piedi con facilità, che fa i capricci se non ottiene senza sudare ciò che vuole. Sei un essere ripugnante e io, per la prima volta in vita mia, sono contento e orgoglioso di ciò che sono. Non sarò bello, intelligente e ricco come te, ma sai cosa ti dico? Ne vado fiero, perché se ora qualcuno mi dicesse che ti assomiglio, anche solo in minima parte, mi offenderebbe a morte. Sei un essere ripugnante Jack… te lo dico con il cuore. Non voglio più vedere la tua faccia di merda, in vita mia. Non rivolgerti a me se avrai bisogno di qualcosa, perché, per quanto mi riguarda, tu adesso sei solo. Gli altri faranno ciò che è giusto per loro, ma tu con me hai chiuso per sempre.
Se ne andò così. Dopo aver scrollato le spalle disgustato.
Alex lo stava fissando. Era il suo migliore amico, l’avrebbe consigliato e aiutato ad uscire da questa situazione assurda in cui si era cacciato.
- Non contare nemmeno più su di me – gli disse gelido e raggiunse Tom, lasciandolo completamente solo e abbandonato.
Aveva perso tutto.
Se ne rese perfettamente conto in quel momento.
Aveva perso Jenna per sempre e anche i suoi amici e tutto perché era stato uno stronzo.
Sapeva di meritarselo, però sperò che qualcuno tornasse indietro.
Aspettò svariati minuti, ma la porta del pub rimase chiusa.
- Ti porto a casa – disse a Summer che sorrideva come se non avesse capito un cazzo di ciò che era successo fino a quel momento.
- Ci sono i miei là non possiamo fare le cosacce – disse infatti la ragazza, confermando la sua tesi.
Jack scrollò le spalle infastidito e intristito.
Aveva perso tutto per una stupida.
Avrebbe fatto ammenda, si sarebbe prostrato davanti a tutti, ma era fermamente convinto a riprendersi Jenna e la sua vita che, grazie alla sua coglionaggine, era andata in pochi istanti a fan culo.

   
 
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