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Autore: Evilcassy    01/06/2013    10 recensioni
[Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto.]
E se avessi agito diversamente? Sarebbe cambiato qualcosa?
Sono arrivata alla conclusione che non sarebbe cambiato niente. Quell’uomo – Loki – sarebbe comunque scomparso nel nulla: non era come il tizio nella stanza a fianco, privato dei suoi poteri, sprofondato sino alle ginocchia nel fango e e nell'umiliazione della sua impotenza.
Forse non saremmo morti, non saremmo stati sepolti nella stessa tomba e non ci saremmo svegliati fianco a fianco.
Ma sono certa che ci saremmo ritrovati un giorno o l'altro, in una dimensione o nell'altra, a scambiarci un ultimo bacio.

GreyRaven e Loki, richiamati dalle rispettive nature, decidono di lasciare gli Inferi e di riprendere i rispettivi cammini.
Ma incappare l'uno nelle trame dell'altro è questione di poco, anzi, pochissimo.
[Sequel di THE SEVENTH]
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:Winter

 

 

PART 6: Chasing.

 

Chapt 16:  It's Time to Roll

A man who fears nothing is a man who loves nothing.

 

“Dieci faretre, OcchioDiFalco? Hai intenzione di farli fuori tutti tu?” Barton passa tra Fury e Stark senza rispondere o degnarli di uno sguardo. “Ad occhio e croce – nessuna offesa, Direttore - direi che pare abbastanza incazzato.”

“Stark, per dirla con parole tue, Barton è un assassino provetto: fossi in te non mi meraviglierei che non passi i minuti precedenti ad una battaglia concentrandosi senza fare battute idiote. Borgo, quel lanciagranate a colpi multipli è solo un prototipo e non hai ancora ricevuto istruzioni a riguardo, rimettilo al suo posto prima che qualcuno si faccia male.”

“La fine della canna va puntata verso il nemico e il grilletto va premuto per far partire il colpo, giusto?”

“Hey bambina, stiamo diventando un po’ troppo insolenti per i miei gusti.”

“Chiedo scusa Direttore.”

“Oh andiamo, Nick, sii comprensivo: ha avuto una giornata sentimentalmente pesante e…”

SBAM!!

Ho colpito il muro con un pugno talmente violento da forare la parete di lamiera e far trasalire tutti i presenti nell’armeria. Un paio di guardie, evidentemente poco avvezze a vedermi con occhi dorati, denti aguzzi e forza sovrumana, si riparano dietro ad una cassa di munizioni da artiglieria pesante: “Un altro accenno a Loki, e vi giuro che brevetterò questo prototipo qua dentro”.

Fury alza il dito per ribattere – e probabilmente licenziarmi – quando la VedovaNera che passa con un bazooka in mano lo distrae: tra il degradarmi sul campo e recuperare la sua arma prediletta Fury sceglie la seconda.

Lanciagranate sulla spalla destra e sacco delle munizioni sulla sinistra, getto la testa all’indietro con fare sfrontato e faccio per uscire dall’armeria. Il sacco si impiglia da qualche parte e si squarcia in due al secondo strattone: a terra rotolano almeno quindici tipi di munizioni diverse facendomi lanciare un’imprecazione talmente accorata che probabilmente avrà fatto dimettere un quarto del Pantheon norreno con cui mi accingo a combattere. È Cap che per primo si china al mio fianco e mi aiuta, mentre Tony cerca – abbastanza goffamente vista l’armatura indossata – di fermare le sei latte di lacrimogeno che stanno ruzzolando lungo il corridoio. Mi faccio porgere da una delle guardie un’altra sacca, prima di strillargli di uscire, ed insieme a Steve ci riponiamo nuovamente le munizioni. “Non sono stato molto carino con te, prima.” Ammette.

“Non avevi tutti i torti.”

“Ma con me sembri meno arrabbiata che con altri” Indica con un cenno del capo il corridoio. In fondo, OcchioDiFalco sta bilanciando l’arco con una montagna di faretre al suo fianco.

“Beh, tu almeno ti sei limitato a dirmi che probabilmente mi stavo sbagliando, non mi hai anche dato della troia, della traditrice, dell'infame e...”

"È stato profondamente sbagliato da parte sua, non avrebbe dovuto e posso assicurarti che sia io che Fury siamo stati i primi a dirglielo. Ma cerca di capire: Natasha è la persona che più ama al mondo, ed in quel momento era immobile in un letto vittima di un qualche sortilegio di cui non si conoscevano neppure gli effetti o la durata.”

“Natasha è anche la persona che io amo di più al mondo, ve lo siete scordati?” Ho gli occhi che mi pizzicano: qualcosa – un nodo di rabbia, tristezza, tensione, nervosismo – si sta sciogliendo e vuole uscire a tutti i costi dai miei dotti lacrimali.

Cap mi fissa per un istante, poi allunga un braccio, lo fa passare attorno alle mie spalle e mi attira a sé. È il via libera definitivo: le cateratte si aprono e piango come una fontana sulla spalla di Captain America. Sento dei passi alla porta e qualcuno che si ferma sull’uscio per un istante, prima di chiuderlo e lasciarci da soli.

 

 

I latrati degli Jotun si sovrappongono al suono dei corni dell'Armata di Svartalfheim: La Rocca si è staccata da terra e simile ad una cuspide rovesciata sovraste le altre navi, Ammiraglia di una flotta nera ondeggiante nel vento gelido.

A poppa del ponte di comando il Re congeda con un gesto soddisfatto i suoi generali, poi fissa il Guntlet in cui ha riposto la sua mano sinistra: i due incastri delle Gemme mancanti sembrano orbite vuote che lo fissano severi, ma si impone di non preoccuparsene troppo. Intercettando il suo sguardo, alle sue spalle Amora si lascia andare ad profondo sospiro contrito, aumentando la presa sullo Scrigno nervosamente. "Mi pari inquieta, Incantatrice"

"Perdonami mio Signore, non è mia intenzione irritarti"

"Né la mia redarguirti. A cosa devo questa tua agitazione? Temi forse questa guerra?"

"Non riesco a perdonarmi di non aver recuperato anche le Gemme mancanti, Sire".

La mano libera dal Gauntlet scivola sulla spalla della donna e ne risale il collo fino ad accarezzarle il mento candido: "Vi è qualcosa in mio potere che possa confortarti?"

"Permettermi di stare al tuo fianco, mio Signore" risponde con enfasi.

"Non posso esaudire questo tuo desiderio: non conosci l'arte delle Guerra, finiresti sopraffatta dalla battaglia. Oh, Amora! Non sei abituata allo scontro in campo aperto: è tuo costume colpire con sotterfugi e nell'ombra, è comprensibile il tuo timore. Ma fintanto che terrai aperto il portale con lo Scrigno, potrai poi introdurti ad Asgard comunque, ed eseguire gli ordini che ti ho dato. Ma celata, nell’ombra, come solo tu sai fare. Non è nelle mie intenzioni farti correre rischi inutili".

"Corro pur sempre il rischio di perdere te" si lascia sfuggire in un sussurro accorato. Poi domanda scusa e si preme le dita sulle labbra, distogliendo lo sguardo da quello contrariato e severo di Malekith. "Non volevo dubitare..."

Tuttavia Malekith le porge la mano ed ammorbidisce lo sguardo: "Sono io che dovrei chiedere perdono per non aver tenuto conto delle tue necessità: ti ho promesso ricchezze, gloria e potere in caso di vittoria, ma un buon sovrano deve tenere sempre in mente anche il rovescio lato oscuro della medaglia: se perdessi..."

"Non osare neppure paventare una simile assurdità!"

"Ascoltami: Se perdessi e tu finissi in mani nemiche, Asgard ti condannerebbe ad una morte lenta e dolorosa. Ma per la legge dei Novi Regni un membro di casate reali non può essere condannato a morte, neppure dal Padre degli Dei, per quanto i suoi crimini possano essere gravi. Diverrai mia sposa adesso, Amora: la nostra unione sarà di buon auspicio per la battaglia, motiverà le truppe, sapere di avere anche una Regina per cui combattere. E, chissà, magari questa sarà una notte propizia anche per concepire un erede." Gli occhi chiari dell'Incantatrice brillano, mentre fatica a trattenere un sorriso compiaciuto. "I festeggiamenti per il nostro sposalizio saranno uniti a quelli per la vittoria su Asgard. Lo sfarzo e la magnificenza saranno senza pari".

 

Darcy ha ripreso colore e i medici le hanno tolto la mascherina dell'ossigeno. Tenta goffamente di grattarsi il viso, ma si impiglia la mano nei tubicini delle flebo. Maria Hill la fissa con un sopracciglio alzato, poi si avvicina, le libera la mano, e vedendola incerta sulla posizione della faccia la guida sino alla punta del naso, dove Darcy si concede una soddisfacente grattata sottolineata da un mugolio di soddisfazione.

"Va meglio?"

"Molto meglio, grazie. Quella cosa di plastica è irritante in faccia"

"Sarebbe stato più irritante non respirare, a mio avviso”.

Darcy apre a malapena un occhio e la fissa dubbiosa: "Lei è l'agente Hill, vero? Posso chiederle che ci fa qui?"

"La balia, a quanto pare" risponde storcendo la bocca. "C'era il timore che chi ti ha attaccato potesse di nuovo servirsi del tuo corpo, così abbiamo convenuto fosse saggio piantonarti in ospedale"

"Ah. Curioso. Posso chiedere anche con cosa avrebbe scacciato l'assalitore? Acqua santa e un pugno di sale?" la Hill indica con lo sguardo la fondina legata alla coscia. "Esaustiva, direi. Fa molto Underworld, sa? Il che mi fa piacere, mi sono vestita da Celine tre Halloween fa, se mi passa il cellulare dovrei avere ancora un paio di foto."

"Non mi interessano".

"Oh ma andiamo, Agente Hill! Come reclutate i nuovi agenti, se non in base a come vestono bene le tutine attillate?"

La Hill si gratta la fronte con l’aria esasperata di chi sa già che le prossime ore saranno estremamente lunghe e difficili, poi si porta la mano all’orecchio, fa segno a Darcy, che aveva ricominciato a cianciare, di starsene zitta ed ascolta attentamente qualcosa all’auricolare.

“Qui Hill, permesso accordato. Barton, Borgo, Rogers e Romanoff, avete libero accesso all’Armeria di livello1" Accorda un altro permesso e si congeda con un Buona Fortuna piuttosto atono. Darcy la guarda con curiosità: “L’agente Borgo ha portato a termine positivamente una missione di recupero. La squadra dei Vendicatori si sta muovendo verso Asgard, è previsto un attacco imminente.”

La ragazza abbandona la testa tra i cuscini del letto e lascia che lo sguardo si perda fuori dalla finestra: “E Jane?”

“La dottoressa Foster resterà sul suolo terrestre” risponde pronta, passeggiando attraverso la stanza sino alla finestra: Al di là del vetro, il cielo è uniformemente grigio. Hanno messo neve in serata, ma non molto abbondante a New York.

“Mi dica una cosa, agente Hill” Ora gli occhi chiari di Darcy la scrutano attentamente: “Come fa ad essere così calma quando alcuni suoi amici stanno per andare a combattere in un’altra dimensione e non hanno garanzie di ritorno?”

"È il mio lavoro, signorina Lewis. Ed il loro: sono agenti ben addestrati, sanno fare il loro mestiere e hanno già affrontato sfide simili”

“Sia sincera:” La ragazza si siedecon fatica e si porta le ginocchia al petto abbracciandosele: “Lei è preoccupata da morire, giusto?”

Maria Hill scioglie le braccia incrociate e se le porta ai fianchi. Non muove nient’altro: a Darcy continua ad offrire la schiena dritta, le spalle muscolose e lo chignon severo. “Non sono completamente tranquilla, soddisfatta?”

“Immagino questo sia tutto ciò che posso ottenere da lei, perciò sì”.

 

 

“Com’è che si chiamava l’Elfo che arrivava al Fosso di Helm? Quello biondo e piastrato, che poi ci crepava pure nella battaglia?”

“Haldir” rispondo distrattamente all’auricolare, accarezzando la testina di Morrigan a cui ho appena raccomandato di stare, come sempre, fuori dalla battaglia. Il mio Corvo picchietta il becco sulle mie dita e gracchia un saluto, prima di prendere il volo passando vicino ad IronMan, che passa da una torre all’altra per un ultimo controllo: “Non ti pare che quello con cui sta parlando Cap, il generale di Alfheim intendo, ci somigli?”

Alzo lo sguardo dalla calibrazione del lanciagranate – aveva ragione Fury, avrei fatto meglio a prendere con me il libretto di istruzioni – e cerco il tizio in questione: pelle lattea e occhi fastidiosamente gialli tra ciocche di lisci capelli di platino. “Mi ricorda più Nuada di Hellboy II”

“Ecco, quel film mi manca, a dire il vero. Recupereremo appena torniamo alla base: una bella serata tra Shawarma, film di supereroi meno cazzuti di noi e naturalmente il tableau degli invitati del matrimonio.”

“Uh, guarda, non vedo già l’ora…” commento. Sulla sommità della torre a fianco noto Clint andarsene appena entra Natasha senza rivolgerle uno sguardo o una parola. Setto l’auricolare sulla frequenta privata della mia amica: “Nat, devi dirmi qualcosa?”

“Calibra il caricatore a 527 per una gittata medio-lunga”

“Non stavo parlando del lanciagranate. Te e Clint...?”

“Lascia perdere"

“Credo che dovreste…”

“In un altro momento, magari”

“Oh, Nat, sai come la penso sul lasciare le questioni irrisolte prima di una battaglia o di una missione: se disgraziatamente uno dei due poi… AHIA!” Deve aver preso lezioni da Clint, prima di litigarci: la scatola delle munizioni che ha lanciato mi ha colpito la fronte con una precisione millimetrica.

 

"Membri della squadra dei Vendicatori stipendiati S.H.I.E.L.D., posso avere la vostra attenzione?" Cap, preso accordi con il Generale di Alfheim, si volta verso le torri del palazzo e attira l'attenzione agitando un braccio e premendo il dito sull'auricolare.

"Qui Barton, affermativo"

"Romanoff in ascolto"

"Borgo, presente".

"Facciamo un breve check delle dotazioni" snocciola il numero di munizioni, e le armi che ha con sé, compreso lo scudo, ligio e preciso come solo il Capitano può essere.

"Sono Romanoff, ho in dotazione i miei Morsi di Vedova da polso e quaranta Morsi da lancio. Sedici lacci, quattro coltelli da assalto, due Beretta 92FS calibro9 con sedici caricatori, BabaYaga, ovverio il mio Fucile del Distruttore con due cartuccere di ricambio, trenta bombe a mano, fucile di precisione con puntatore laser e relative munizioni."

"Borgo: Due asce, un lanciagranate ancora a livello di prototipo che non ho ancora battezzato, un'alabarda rubata ad Elfo distratto, due casse di munizioni, set di coltelli da lancio di dubbia origine, lame rotanti ninja regalo di un mio ex, quattordici fuochi d'artificio a razzo avanzati dall'ultimo Capodanno, e ovviamente Fuoco Fatuo a volontà."

"Qui Barton, ho un arco Browning folding con undici faretre Made in Stark per un totale di quattrocentosette colpi, di cui duecentosette ad esplosione ad impatto e novanta ad esplosione controllata, trenta con esplosione a grappolo, cinquanta con punta a perforazione rotante diametro dieci centimentri, ventidue con perforazione standard, sei con perforazione ad acido e due con gancio e laccio a scorrimento per fuga. Ah, e ho anche sedici granate a lancio manuale, otto latte di fumogeni, due Beretta 92FS calibro9 con sei caricatori, dieci coltelli da lancio e tre coltelli da assalto."

"OcchioDiFalco, hai il potere di annientare l'autostima della Mark42."

"Sono solo un maledetto perfezionista, Stark."

"Qui IronMan: ho addosso la Mark42 e solo questo potrebbe bastare. Ah, e un HotDog."

"Non sei uno stipendiato S.H.I.E.L.D.. E dove diamine hai trovato un Hot Dog ad Asgard?"

"Nelle cucine del Palazzo. Stavo impazzendo senza i miei mirtilli."

 

"Capitano, tu che hai combattuto in una guerra vera e propria, dimmi la verità: Avevi mai visto una cosa simile?"

"Intendi per il numero di soldati schierati o per la tipologia di armi e uomini?"

"Entrambi"

"Uhm no, Stark, no"

"Però ammettilo, fanno la loro figura"

"Oh sì. Se sono letali tanto quanto coreografici, abbiamo ottime speranze. I guardoni reali dicono che l'Armata di Svartalfheim non è poi così numerosa".

"L'Armata di Svartalfheim ha in mano quattro Gemme e una strega incazzata. E tu sai che cosa può fare una donna quando va su tutte le furie..." Picchietta l’indice sull’auricolare, da dove provengono gli improperi di Addison rivolti a Fandral ed il rumore metallico di un'armatura colpita più volte. Captain America e IronMan si scambiano uno sguardo preoccupato: "Siamo fottuti"

"Già".

 

 

È una scintilla nera che scoppia all'estremità spezzata del Bifrost, al di là dell'enorme cancello sbarrato e si allarga in un cerchio d'ombra che vomita una carica di giganti.

È il vento che cambia direzione, incrementa la sua forza e diminuisce la temperatura.

È l'oscurità che prevarica sulla luce calda che fa splendere d'oro la città.

È il suono cupo dei corni e dei latrati degli Jotun che sovrastano i tamburi di guerra di Alfheim ed Asgard.

È il fragore del cancello sul Ponte che viene abbattuto dai colpi degli Jotun.

È il grido di Thor seguito dallo rombo del suo Tuono, è Natasha che prende posizione, è Banner che si sfila gli occhiali, è IronMan che accende i propulsori e la prima freccia che Clint incocca, è il sibilo dello scudo di Cap che falcia due giganti facendoli ruzzolare a terra calpestati da quelli che li seguono.

È il pensiero che rivolgo a Loki mentre carico il lanciagranate.

È l'inizio della battaglia.

 

 

La carica della fanteria Asgardiana è impressionante: senza alcuna esitazione li vedo seguire Thor sul Bifrost, armi in pugno e urla di guerra, a scontrarsi con gli Jotun rimasti in piedi dopo un primo strale di lance elfiche e granate di IronMan. Mantengo la mia postazione e l'occhio nel mirino: attendo solo che entrino nell’area di gittata e che l'indicatore olografico dell'arma mi dia il verde di libera per sparare. "OcchioDiFalco, sono fuori anche dal tuo tiro?"

Barton risponde positivamente: "Finché li tengono bloccati sul Bifrost non possiamo fare alcunché. Certo che se continuano così non ci sarà neppure bisogno che intervenga l'Hulk. Non è contento dottore?"

La voce di Banner all'auricolare è sacrastica e tranquilla: probabilmente sarà ancora a fare yoga da qualche parte del Palazzo per non perdere le staffe troppo velocemente. "Ne sarei estasiato".

"Temo che non ce la caveremo così facilmente: se fosse tutto qui il loro piano di battaglia ne sarei quasi delusa" aggiunge Natasha, stesa prona sulla sommità di una delle Torri superiori con l'occhio già nel mirino del fucile di precisione.

Con il cannocchiale seguo Steve muoversi tra i fanti e raggiungere una posizione di prima linea, mitra spianato e concentrazione al massimo: Uno dei giganti riesce a sfiorargli la testa, rompe il casco della maschera e subito dopo viene abbattuto da un fendente di Sif alla schiena. Il Capitano si sbarazza la maschera lacera e riceve un sorrisetto complice della guerriera.

"Hai visto quella stronza?" Sibila Natasha "Giù le mani!"

"Vulvetta Nefasta, cercati un altro fallo compiacente!" strillo.

"Mi piace perché tra di voi, ragazze, c'è poca competizione e non avete atteggiamenti da primadonna." ironizza Tony "Che poi, anche io pref..."

Non fa in tempo a finire la frase.

C'è stato un altro bagliore alla nostra sinistra, a fianco di quello che Thor ci aveva indicato come il Tempio, fluttuante al limite di uno sperone di roccia: un arco si apre come un sorriso crudele tra la terra e il cielo mostrando un abisso di picchi neri.

OcchioDiFalco non perde tempo: Fa perno sulla gamba, si volta e scocca la freccia esplosiva con cui teneva sotto tiro i giganti sul Bifrost.

"A ore QUATTRO! ALLARME A ORE QUATTRO!" Urlo all'auricolare. "Hanno aperto un altro portale!!! STARK! FAI MUOVERE L'ELFICO CULO AI CAVALIERI! CI SERVONO DAL TEMPIO!"

Natasha li ha già sotto tiro: "Il primo portale era solo una trappola, hanno usato gli Jotun come esche! BRUCE, ci faresti il favore di..."

"WWWWAAAAAAAAAAAAAAARRGGGGGGGHHHHHHH!"

"Adoro il tempismo dell'Hulk".

 

"Certo che questi elfi sembrano tanto innocui." Cap atterra con una pedata un Oscuro che si era lanciato su di lui. "Ed invece menano davvero forte."

"L'abito non fa il monaco e la maschera non fa il teletubby." Aggiunge Stark:

Oh, i Teletubbies. Ecco dove avevo già visto le maschere d'ottone dell'armata di Svartalfheim.

Ho finito le munizioni del Lanciagranate, così infilo gli avambracci nelle tasche ai fianchi della tuta, tendo le mie ali ed afferro l’alabarda rubata, prima di lanciarmi per planare sul campo di battaglia. Nella torre a fianco, Natasha si sbarazza della propria arma ormai inutile ed alza il pollice per chiedere l'autostop a Stark. "Dove va di bello signorina con una giornata così bella?"

"A fare un bel bagno. Di sangue."

 

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Dicevamo: Le Mazzuolate.

Le volevate? Eccole qui.

Ora non vi resta che star tranquille e sedute e aspettare di vedere se sia vera la diceria che 'far sesso prima di una battaglia porta  una sfiga pazzesca' sperando sia così, che almeno ci togliamo i due neosposi bastardi dalle scatole.

Altro non ho da dire, se non ringraziarvi sino allo sfinimento per il vostro appoggio ed il vostro incoraggiamento. Davvero, Grazie.

Alla Prossima,

EC

 

PS: Titolo tratto da 'Blow me Away' dei Breaking Benjamin (stavo ascoltando l'intro mentre scrivevo l'inizio della battaglia) e citazione cinematografica da 'Il Primo Cavaliere' (Sì, quello dove Richard Gere fa Lancillotto...)

 

 

 

 

 

   
 
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