The
Seventh:Winter
PART 6: Chasing.
Chapt 16: It's Time to Roll
A
man who fears nothing is a man who loves nothing.
“Dieci
faretre, OcchioDiFalco? Hai intenzione di farli fuori tutti tu?” Barton passa
tra Fury e Stark senza rispondere o degnarli di uno sguardo. “Ad occhio e croce
– nessuna offesa, Direttore - direi che pare abbastanza incazzato.”
“Stark,
per dirla con parole tue, Barton è un assassino provetto: fossi in te non mi
meraviglierei che non passi i minuti precedenti ad una battaglia concentrandosi
senza fare battute idiote. Borgo, quel lanciagranate a colpi multipli è solo un
prototipo e non hai ancora ricevuto istruzioni a riguardo, rimettilo al suo
posto prima che qualcuno si faccia male.”
“La fine
della canna va puntata verso il nemico e il grilletto va premuto per far
partire il colpo, giusto?”
“Hey bambina, stiamo diventando un po’
troppo insolenti per i miei gusti.”
“Chiedo
scusa Direttore.”
“Oh
andiamo, Nick, sii comprensivo: ha avuto una giornata sentimentalmente pesante
e…”
SBAM!!
Ho colpito
il muro con un pugno talmente violento da forare la parete di lamiera e far
trasalire tutti i presenti nell’armeria. Un paio di guardie, evidentemente poco
avvezze a vedermi con occhi dorati, denti aguzzi e forza sovrumana, si riparano
dietro ad una cassa di munizioni da artiglieria pesante: “Un altro accenno a
Loki, e vi giuro che brevetterò questo prototipo qua dentro”.
Fury alza
il dito per ribattere – e probabilmente licenziarmi – quando la VedovaNera che
passa con un bazooka in mano lo distrae: tra il degradarmi sul campo e
recuperare la sua arma prediletta Fury sceglie la seconda.
Lanciagranate
sulla spalla destra e sacco delle munizioni sulla sinistra, getto la testa
all’indietro con fare sfrontato e faccio per uscire dall’armeria. Il sacco si
impiglia da qualche parte e si squarcia in due al secondo strattone: a terra
rotolano almeno quindici tipi di munizioni diverse facendomi lanciare
un’imprecazione talmente accorata che probabilmente avrà fatto dimettere un
quarto del Pantheon norreno con cui mi accingo a combattere. È Cap che per
primo si china al mio fianco e mi aiuta, mentre Tony cerca – abbastanza goffamente
vista l’armatura indossata – di fermare le sei latte di lacrimogeno che stanno
ruzzolando lungo il corridoio. Mi faccio porgere da una delle guardie un’altra
sacca, prima di strillargli di uscire, ed insieme a Steve ci riponiamo
nuovamente le munizioni. “Non sono stato molto carino con te, prima.” Ammette.
“Non avevi
tutti i torti.”
“Ma con me
sembri meno arrabbiata che con altri” Indica con un cenno del capo il
corridoio. In fondo, OcchioDiFalco sta bilanciando l’arco con una montagna di
faretre al suo fianco.
“Beh, tu
almeno ti sei limitato a dirmi che probabilmente mi stavo sbagliando, non mi
hai anche dato della troia, della traditrice, dell'infame e...”
"È
stato profondamente sbagliato da parte sua, non avrebbe dovuto e posso
assicurarti che sia io che Fury siamo stati i primi a dirglielo. Ma cerca di
capire: Natasha è la persona che più ama al mondo, ed in quel momento era
immobile in un letto vittima di un qualche sortilegio di cui non si conoscevano
neppure gli effetti o la durata.”
“Natasha è
anche la persona che io amo di più al
mondo, ve lo siete scordati?” Ho gli occhi che mi pizzicano: qualcosa – un nodo
di rabbia, tristezza, tensione, nervosismo – si sta sciogliendo e vuole uscire
a tutti i costi dai miei dotti lacrimali.
Cap mi
fissa per un istante, poi allunga un braccio, lo fa passare attorno alle mie
spalle e mi attira a sé. È il via libera definitivo: le cateratte si aprono e
piango come una fontana sulla spalla di Captain America. Sento dei passi alla
porta e qualcuno che si ferma sull’uscio per un istante, prima di chiuderlo e
lasciarci da soli.
I latrati
degli Jotun si sovrappongono al suono dei corni dell'Armata di Svartalfheim: La
Rocca si è staccata da terra e simile ad una cuspide rovesciata sovraste le
altre navi, Ammiraglia di una flotta nera ondeggiante nel vento gelido.
A poppa
del ponte di comando il Re congeda con un gesto soddisfatto i suoi generali,
poi fissa il Guntlet in cui ha riposto la sua mano sinistra: i due incastri
delle Gemme mancanti sembrano orbite vuote che lo fissano severi, ma si impone
di non preoccuparsene troppo. Intercettando il suo sguardo, alle sue spalle
Amora si lascia andare ad profondo sospiro contrito, aumentando la presa sullo
Scrigno nervosamente. "Mi pari inquieta, Incantatrice"
"Perdonami
mio Signore, non è mia intenzione irritarti"
"Né
la mia redarguirti. A cosa devo questa tua agitazione? Temi forse questa
guerra?"
"Non
riesco a perdonarmi di non aver recuperato anche le Gemme mancanti, Sire".
La mano
libera dal Gauntlet scivola sulla spalla della donna e ne risale il collo fino
ad accarezzarle il mento candido: "Vi è qualcosa in mio potere che possa
confortarti?"
"Permettermi
di stare al tuo fianco, mio Signore" risponde con enfasi.
"Non
posso esaudire questo tuo desiderio: non conosci l'arte delle Guerra, finiresti
sopraffatta dalla battaglia. Oh, Amora! Non sei abituata allo scontro in campo
aperto: è tuo costume colpire con sotterfugi e nell'ombra, è comprensibile il
tuo timore. Ma fintanto che terrai aperto il portale con lo Scrigno, potrai poi
introdurti ad Asgard comunque, ed eseguire gli ordini che ti ho dato. Ma
celata, nell’ombra, come solo tu sai fare. Non è nelle mie intenzioni farti
correre rischi inutili".
"Corro
pur sempre il rischio di perdere te"
si lascia sfuggire in un sussurro accorato. Poi domanda scusa e si preme le
dita sulle labbra, distogliendo lo sguardo da quello contrariato e severo di
Malekith. "Non volevo dubitare..."
Tuttavia
Malekith le porge la mano ed ammorbidisce lo sguardo: "Sono io che dovrei
chiedere perdono per non aver tenuto conto delle tue necessità: ti ho promesso
ricchezze, gloria e potere in caso di vittoria, ma un buon sovrano deve tenere
sempre in mente anche il rovescio lato oscuro della medaglia: se
perdessi..."
"Non
osare neppure paventare una simile assurdità!"
"Ascoltami:
Se perdessi e tu finissi in mani nemiche, Asgard ti condannerebbe ad una morte
lenta e dolorosa. Ma per la legge dei Novi Regni un membro di casate reali non
può essere condannato a morte, neppure dal Padre degli Dei, per quanto i suoi
crimini possano essere gravi. Diverrai mia sposa adesso, Amora: la nostra
unione sarà di buon auspicio per la battaglia, motiverà le truppe, sapere di
avere anche una Regina per cui combattere. E, chissà, magari questa sarà una
notte propizia anche per concepire un erede." Gli occhi chiari
dell'Incantatrice brillano, mentre fatica a trattenere un sorriso compiaciuto.
"I festeggiamenti per il nostro sposalizio saranno uniti a quelli per la
vittoria su Asgard. Lo sfarzo e la magnificenza saranno senza pari".
Darcy ha
ripreso colore e i medici le hanno tolto la mascherina dell'ossigeno. Tenta
goffamente di grattarsi il viso, ma si impiglia la mano nei tubicini delle
flebo. Maria Hill la fissa con un sopracciglio alzato, poi si avvicina, le
libera la mano, e vedendola incerta sulla posizione della faccia la guida sino
alla punta del naso, dove Darcy si concede una soddisfacente grattata
sottolineata da un mugolio di soddisfazione.
"Va
meglio?"
"Molto
meglio, grazie. Quella cosa di
plastica è irritante in faccia"
"Sarebbe
stato più irritante non respirare, a mio avviso”.
Darcy apre
a malapena un occhio e la fissa dubbiosa: "Lei è l'agente Hill, vero?
Posso chiederle che ci fa qui?"
"La
balia, a quanto pare" risponde storcendo la bocca. "C'era il timore
che chi ti ha attaccato potesse di nuovo servirsi del tuo corpo, così abbiamo
convenuto fosse saggio piantonarti in ospedale"
"Ah.
Curioso. Posso chiedere anche con cosa avrebbe scacciato l'assalitore? Acqua
santa e un pugno di sale?" la Hill indica con lo sguardo la fondina legata
alla coscia. "Esaustiva, direi. Fa molto Underworld, sa? Il che mi fa piacere, mi sono vestita da Celine tre
Halloween fa, se mi passa il cellulare dovrei avere ancora un paio di
foto."
"Non
mi interessano".
"Oh
ma andiamo, Agente Hill! Come reclutate i nuovi agenti, se non in base a come
vestono bene le tutine attillate?"
La Hill si
gratta la fronte con l’aria esasperata di chi sa già che le prossime ore
saranno estremamente lunghe e difficili, poi si porta la mano all’orecchio, fa
segno a Darcy, che aveva ricominciato a cianciare, di starsene zitta ed ascolta
attentamente qualcosa all’auricolare.
“Qui Hill,
permesso accordato. Barton, Borgo, Rogers e Romanoff, avete libero accesso
all’Armeria di livello1" Accorda un altro permesso e si congeda con un Buona Fortuna piuttosto atono. Darcy la
guarda con curiosità: “L’agente Borgo ha portato a termine positivamente una
missione di recupero. La squadra dei Vendicatori si sta muovendo verso Asgard,
è previsto un attacco imminente.”
La ragazza
abbandona la testa tra i cuscini del letto e lascia che lo sguardo si perda
fuori dalla finestra: “E Jane?”
“La
dottoressa Foster resterà sul suolo terrestre” risponde pronta, passeggiando
attraverso la stanza sino alla finestra: Al di là del vetro, il cielo è
uniformemente grigio. Hanno messo neve in serata, ma non molto abbondante a New
York.
“Mi dica
una cosa, agente Hill” Ora gli occhi chiari di Darcy la scrutano attentamente:
“Come fa ad essere così calma quando alcuni suoi amici stanno per andare a
combattere in un’altra dimensione e non hanno garanzie di ritorno?”
"È il
mio lavoro, signorina Lewis. Ed il loro: sono agenti ben addestrati, sanno fare
il loro mestiere e hanno già affrontato sfide simili”
“Sia
sincera:” La ragazza si siedecon fatica e si porta le ginocchia al petto
abbracciandosele: “Lei è preoccupata da morire, giusto?”
Maria Hill
scioglie le braccia incrociate e se le porta ai fianchi. Non muove nient’altro:
a Darcy continua ad offrire la schiena dritta, le spalle muscolose e lo chignon
severo. “Non sono completamente tranquilla, soddisfatta?”
“Immagino
questo sia tutto ciò che posso ottenere da lei, perciò sì”.
“Com’è che si chiamava l’Elfo che arrivava al Fosso di Helm?
Quello biondo e piastrato, che poi ci crepava pure nella battaglia?”
“Haldir”
rispondo distrattamente all’auricolare, accarezzando la testina di Morrigan a
cui ho appena raccomandato di stare, come sempre, fuori dalla battaglia. Il mio
Corvo picchietta il becco sulle mie dita e gracchia un saluto, prima di
prendere il volo passando vicino ad IronMan, che passa da una torre all’altra
per un ultimo controllo: “Non ti pare che
quello con cui sta parlando Cap, il generale di Alfheim intendo, ci somigli?”
Alzo
lo sguardo dalla calibrazione del lanciagranate – aveva ragione Fury, avrei
fatto meglio a prendere con me il libretto di istruzioni – e cerco il tizio in
questione: pelle lattea e occhi fastidiosamente gialli tra ciocche di lisci
capelli di platino. “Mi ricorda più Nuada di Hellboy II”
“Ecco, quel film mi manca, a dire il
vero. Recupereremo appena torniamo alla base: una bella serata tra Shawarma,
film di supereroi meno cazzuti di noi e naturalmente il tableau degli invitati
del matrimonio.”
“Uh,
guarda, non vedo già l’ora…” commento. Sulla sommità della torre a fianco noto
Clint andarsene appena entra Natasha senza rivolgerle uno sguardo o una parola.
Setto l’auricolare sulla frequenta privata della mia amica: “Nat, devi dirmi
qualcosa?”
“Calibra il caricatore a 527 per una
gittata medio-lunga”
“Non
stavo parlando del lanciagranate. Te e Clint...?”
“Lascia perdere"
“Credo
che dovreste…”
“In un altro momento, magari”
“Oh,
Nat, sai come la penso sul lasciare le questioni irrisolte prima di una
battaglia o di una missione: se disgraziatamente uno dei due poi… AHIA!” Deve aver preso lezioni da Clint,
prima di litigarci: la scatola delle munizioni che ha lanciato mi ha colpito la
fronte con una precisione millimetrica.
"Membri
della squadra dei Vendicatori stipendiati S.H.I.E.L.D., posso avere la vostra
attenzione?" Cap, preso accordi con il Generale di Alfheim, si volta verso
le torri del palazzo e attira l'attenzione agitando un braccio e premendo il
dito sull'auricolare.
"Qui Barton, affermativo"
"Romanoff in ascolto"
"Borgo, presente".
"Facciamo
un breve check delle dotazioni" snocciola il numero di munizioni, e le
armi che ha con sé, compreso lo scudo, ligio e preciso come solo il Capitano
può essere.
"Sono Romanoff, ho in dotazione
i miei Morsi di Vedova da polso e quaranta Morsi da lancio. Sedici lacci,
quattro coltelli da assalto, due Beretta 92FS calibro9 con sedici caricatori,
BabaYaga, ovverio il mio Fucile del Distruttore con due cartuccere di ricambio,
trenta bombe a mano, fucile di precisione con puntatore laser e relative
munizioni."
"Borgo: Due asce, un
lanciagranate ancora a livello di prototipo che non ho ancora battezzato,
un'alabarda rubata ad Elfo distratto, due casse di munizioni, set di coltelli
da lancio di dubbia origine, lame rotanti ninja regalo di un mio ex,
quattordici fuochi d'artificio a razzo avanzati dall'ultimo Capodanno, e
ovviamente Fuoco Fatuo a volontà."
"Qui Barton, ho un arco
Browning folding con undici faretre Made in Stark per un totale di
quattrocentosette colpi, di cui duecentosette ad esplosione ad impatto e
novanta ad esplosione controllata, trenta con esplosione a grappolo, cinquanta
con punta a perforazione rotante diametro dieci centimentri, ventidue con
perforazione standard, sei con perforazione ad acido e due con gancio e laccio
a scorrimento per fuga. Ah, e ho anche sedici granate a lancio manuale, otto
latte di fumogeni, due Beretta 92FS calibro9 con sei caricatori, dieci coltelli
da lancio e tre coltelli da assalto."
"OcchioDiFalco, hai il potere
di annientare l'autostima della Mark42."
"Sono solo un maledetto
perfezionista, Stark."
"Qui IronMan: ho addosso la
Mark42 e solo questo potrebbe bastare. Ah, e un HotDog."
"Non
sei uno stipendiato S.H.I.E.L.D.. E dove diamine hai trovato un Hot Dog ad
Asgard?"
"Nelle cucine del Palazzo.
Stavo impazzendo senza i miei mirtilli."
"Capitano,
tu che hai combattuto in una guerra vera e propria, dimmi la verità: Avevi mai
visto una cosa simile?"
"Intendi
per il numero di soldati schierati o per la tipologia di armi e uomini?"
"Entrambi"
"Uhm
no, Stark, no"
"Però
ammettilo, fanno la loro figura"
"Oh
sì. Se sono letali tanto quanto coreografici, abbiamo ottime speranze. I
guardoni reali dicono che l'Armata di Svartalfheim non è poi così
numerosa".
"L'Armata
di Svartalfheim ha in mano quattro Gemme e una strega incazzata. E tu sai che
cosa può fare una donna quando va su tutte le furie..." Picchietta
l’indice sull’auricolare, da dove provengono gli improperi di Addison rivolti a
Fandral ed il rumore metallico di un'armatura colpita più volte. Captain
America e IronMan si scambiano uno sguardo preoccupato: "Siamo
fottuti"
"Già".
È
una scintilla nera che scoppia all'estremità spezzata del Bifrost, al di là
dell'enorme cancello sbarrato e si allarga in un cerchio d'ombra che vomita una
carica di giganti.
È
il vento che cambia direzione, incrementa la sua forza e diminuisce la
temperatura.
È
l'oscurità che prevarica sulla luce calda che fa splendere d'oro la città.
È
il suono cupo dei corni e dei latrati degli Jotun che sovrastano i tamburi di
guerra di Alfheim ed Asgard.
È
il fragore del cancello sul Ponte che viene abbattuto dai colpi degli Jotun.
È
il grido di Thor seguito dallo rombo del suo Tuono, è Natasha che prende
posizione, è Banner che si sfila gli occhiali, è IronMan che accende i
propulsori e la prima freccia che Clint incocca, è il sibilo dello scudo di Cap
che falcia due giganti facendoli ruzzolare a terra calpestati da quelli che li
seguono.
È
il pensiero che rivolgo a Loki mentre carico il lanciagranate.
È
l'inizio della battaglia.
La carica
della fanteria Asgardiana è impressionante: senza alcuna esitazione li vedo
seguire Thor sul Bifrost, armi in pugno e urla di guerra, a scontrarsi con gli
Jotun rimasti in piedi dopo un primo strale di lance elfiche e granate di
IronMan. Mantengo la mia postazione e l'occhio nel mirino: attendo solo che
entrino nell’area di gittata e che l'indicatore olografico dell'arma mi dia il
verde di libera per sparare. "OcchioDiFalco, sono fuori anche dal tuo
tiro?"
Barton
risponde positivamente: "Finché li
tengono bloccati sul Bifrost non possiamo fare alcunché. Certo che se
continuano così non ci sarà neppure bisogno che intervenga l'Hulk. Non è
contento dottore?"
La voce di
Banner all'auricolare è sacrastica e tranquilla: probabilmente sarà ancora a
fare yoga da qualche parte del Palazzo per non perdere le staffe troppo
velocemente. "Ne sarei
estasiato".
"Temo che non ce la caveremo così facilmente: se fosse
tutto qui il loro piano di battaglia ne sarei quasi delusa" aggiunge
Natasha, stesa prona sulla sommità di una delle Torri superiori con l'occhio
già nel mirino del fucile di precisione.
Con il
cannocchiale seguo Steve muoversi tra i fanti e raggiungere una posizione di
prima linea, mitra spianato e concentrazione al massimo: Uno dei giganti riesce
a sfiorargli la testa, rompe il casco della maschera e subito dopo viene
abbattuto da un fendente di Sif alla schiena. Il Capitano si sbarazza la
maschera lacera e riceve un sorrisetto complice della guerriera.
"Hai visto quella stronza?" Sibila
Natasha "Giù le mani!"
"Vulvetta
Nefasta, cercati un altro fallo compiacente!" strillo.
"Mi piace perché tra di voi, ragazze, c'è poca
competizione e non avete atteggiamenti da primadonna." ironizza
Tony "Che poi, anche io
pref..."
Non fa in
tempo a finire la frase.
C'è stato
un altro bagliore alla nostra sinistra, a fianco di quello che Thor ci aveva
indicato come il Tempio, fluttuante al limite di uno sperone di roccia: un arco
si apre come un sorriso crudele tra la terra e il cielo mostrando un abisso di
picchi neri.
OcchioDiFalco
non perde tempo: Fa perno sulla gamba, si volta e scocca la freccia esplosiva
con cui teneva sotto tiro i giganti sul Bifrost.
"A
ore QUATTRO! ALLARME A ORE QUATTRO!" Urlo all'auricolare. "Hanno
aperto un altro portale!!! STARK! FAI MUOVERE L'ELFICO CULO AI CAVALIERI! CI
SERVONO DAL TEMPIO!"
Natasha li
ha già sotto tiro: "Il primo portale
era solo una trappola, hanno usato gli Jotun come esche! BRUCE, ci faresti il
favore di..."
"WWWWAAAAAAAAAAAAAAARRGGGGGGGHHHHHHH!"
"Adoro
il tempismo dell'Hulk".
"Certo
che questi elfi sembrano tanto innocui." Cap atterra con una pedata un
Oscuro che si era lanciato su di lui. "Ed invece menano davvero
forte."
"L'abito
non fa il monaco e la maschera non fa il teletubby." Aggiunge Stark:
Oh, i Teletubbies. Ecco dove avevo già visto le
maschere d'ottone dell'armata di Svartalfheim.
Ho finito
le munizioni del Lanciagranate, così infilo gli avambracci nelle tasche ai
fianchi della tuta, tendo le mie ali ed afferro l’alabarda rubata, prima di
lanciarmi per planare sul campo di battaglia. Nella torre a fianco, Natasha si
sbarazza della propria arma ormai inutile ed alza il pollice per chiedere
l'autostop a Stark. "Dove va di
bello signorina con una giornata così bella?"
"A fare un bel bagno. Di sangue."
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Dicevamo: Le Mazzuolate.
Le volevate? Eccole qui.
Ora non vi resta che star tranquille e sedute e aspettare di
vedere se sia vera la diceria che 'far
sesso prima di una battaglia porta una
sfiga pazzesca' sperando sia così, che almeno ci togliamo i due neosposi
bastardi dalle scatole.
Altro non ho da dire, se non ringraziarvi sino allo
sfinimento per il vostro appoggio ed il vostro incoraggiamento. Davvero,
Grazie.
Alla Prossima,
EC
PS: Titolo tratto da 'Blow me Away' dei Breaking Benjamin
(stavo ascoltando l'intro mentre scrivevo l'inizio della battaglia) e citazione
cinematografica da 'Il Primo Cavaliere' (Sì, quello dove Richard Gere fa
Lancillotto...)