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Autore: ScandalousLaRabiosa    01/06/2013    7 recensioni
Dedicata alla passione per questo anime mia, di Sutcliffe_Beast e di Cyborg18 Fanning. Mi scuso, ma l'ho cancellata per sbaglio! :P
Fede, Elena e Marta vengono erroneamente catapultate nel mondo di Dragon Ball e dovranno mettercela tutta per tornare nel loro mondo, ovviamente con l'aiuto dei nostri eroi! ;D
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una forte esplosione scosse il terreno sin dalle fondamenta, distogliendo il gruppo dalle ricerche della loro amica.

Un forte bagliore si sollevò verso il cielo da un lato in fondo alla ex sala, frantumando le macerie circostanti per un raggio di circa cinque metri.

Durante quello scatenamento di potenza, si avvertì un'aura spaventosa da quanto potente.

Tutti si misero in guardia, aspettandosi un attacco da un momento all'altro.

-Non ditemi che è ancora vivo, vi prego...- supplicò esasperata Elena, non potendone più di tutte quelle emozioni. Eppure, dietro tutta l'agitazione e l'adrenalina, riuscì a notare che l'aura scatenatasi poco prima era differente da quella dell'alieno.

-No, questo non è l'alieno di prima...- disse Vegeta, evidentemente sorpreso, sia dal tono che dall'espressione.

-E' troppo potente. Sembra quasi... no, impossibile...- mormorò Gohan, di nuovo bianco come un lenzuolo, altrettanto senza fiato.

Non capiva la causa di tale stupore, ma sentiva comunque il dovere di mettersi in guardia.

Quando il fascio di luce si esaurì, lasciando aperto un cratere e sollevando polvere ovunque, cadde il silenzio e l'aura scomparve, quasi non fosse mai esistita.

-Cos'è successo?- chiese Marta, accucciata, aspettando un attacco da un momento all'altro.

Si sentirono riecheggiare dei suoni provenienti dal buco, quasi qualcuno stesse cercando di risalirlo a fatica.

-State indietro.- ordinò Piccolo alzando un braccio, come a bloccare Marta ed Elena.

Sembravano tutti più rilassati, notò Elena, non capendo perchè.

Alla fine una mano spuntò dal bordo, facendola sussultare.

Notò che non erano mani ne deformi ne viola e artigliate, ma di umano. E femminili.

Sentì tutto il suo corpo alleggerirsi, quasi qualcuno le avesse tolto un macigno dalle spalle.

Fede riemerse dal cratere con il busto appoggiandosi alla pietra spezzata. Capelli biondi arruffati, vestiti strappati ovunque, pelle così coperta di polvere e cenere che sembrava fosse stata carbonizzata. Ma, a parte questo, sembrava non aver subito altri danni gravi.

Appena fu completamente fuori, passò lo sguardo sui presenti con fare perplesso, facendo ammutolire tutti, sorpresissimi.

Alla fine alzò semplicemente la mano in segno di saluto.

-Ehilà...

Quelle semplici parole bastarono a far quasi cadere tutti a gambe all'aria come tante di quegli episodi con le scene in super deformed.

-Ehilà? EHILA'??!! Ti stiamo cercando da più di mezz'ora sotto tutte 'ste macerie e tutto ciò che sai dire dopo essere ricomparsa integra è questo?!- sbraitò Elena pallidissima in volto, avvicinandosi a lei a grandi falcate, per poi gettarle le braccia al collo, in una morsa d'acciaio che le fece quasi perdere l'equilibrio.

Quando sentì la sua migliore amica singhiozzare, Fede capì che doveva aver fatto prendere a tutti un bello spavento.

Poi Marta si fiondò nell'abbraccio con la potenza di un missile lunare , facendo definitivamente cadere tutte e tre dentro il cratere, ruzzolando. Ma poco importava, rimasero li, sdraiate ed abbracciate, tra lacrime e risate per la situazione in cui si erano trovate.

Dall'alto Gohan le guardava ridendo, dopo aver tirato un sospiro di sollievo; Piccolo aveva l'ombra di un sorriso sulle labbra, mentre i bambini stavano esultando per come tutto si fosse risolto bene, finendo anche loro ad abbracciare Fede, dopo che Elena e Marta si furono decise a lasciarla andare.

Elena le diede una mano a rialzarsi, appena tutto l'attimo di gioia fu terminato.

Marta le si avvicinò con il viso all'orecchio.

-Come sta Goku?

La ragazza non potè fare a meno di strabuzzare gli occhi.

-Secondo te noi credevamo che quell'onda di energia l'avessi lanciata tu? Ma per favore!- disse Elena al suo fianco.

-Si, giusto...- Fede si sistemò una ciocca dietro l'orecchio- Ultimo saluto, sapete...

-Oooh, che tenero!- esclamò Marta.

-Sicuramente anche gli altri avranno capito che Goku mi ha aiutato, vero?

Elena sollevò lo sguardo verso i due bambini che risalivano verso Gohan e Piccolo, i quali stavano dicendo qualcosa riguardo alla fine della battaglia, del congegno e che stessero tutti bene.

-Credo di si, anche perchè un'aura come quella di Goku si distingue facilmente dalla massa! Persino io che ho da poco imparato ho capito che era la sua, quando ha lanciato il ki-blast.- spiegò la castana alta.

-Ma sicuramente nessuno farà domande, di questo sono certa.- affermò Marta, risistemandosi meglio il cerchietto dorato. Ora che tutto era a posto, anche lei si era resa conto di quanto tutte e tre fossero conciate male.-Forse Vegeta... Ma tranquilla: ci penso io.- concluse strizzandole l'occhio.

 

Elena tirò fuori dal cratere, volando, le sue amiche con un unico viaggio, visto che il “percorso” sarebbe stato molto breve e non avrebbe richiesto molti sforzi.

-A questo punto io chiamerei Bulma: abbiamo sconfitto il nemico e abbiamo la macchina.- disse Marta arrampicandosi su una grossa pietra più alta delle altre macerie, come a cercare un qualche segnale, mentre armeggiava con il suo orologio.

Una strana fitta prese al petto Fede, che prese a guardarsi intorno freneticamente, girando la testa a scatti.

-Che succede, Fede?- chiese curioso Trunks, notando la sua agitazione.

-E' che... c'è qualcosa che non mi convince...- disse dubbiosa, chiedendosi se non fosse solo la sua immaginazione che le giocava brutti scherzi, visto tutto quello che le era appena capitato.

-Che cosa?- chiese Gohan, perplesso.

Ora l'attenzione di tutti era su di lei, tranne quella di Marta.

-Non lo so... E' un po' come quando cadi dagli sci: ti rialzi e continui a sciare, ma hai sempre quella sensazione sgradevole che potresti ricadere da un momento all'altro... E' l'unico modo in cui riesco a spiegarlo...

Un urlo alto, quasi sorpreso, fece voltare tutti di scatto.

Marta era sempre sulla roccia, ma dietro vi era il servo storpio che la teneva bassa per i capelli, mentre con l'altra mano le teneva una specie di sciabola contro la gola, proprio come una chiara minaccia a tutti. Aveva i vestiti strappati in molti punti e sembrava più ferito di prima. Probabilmente era riuscito ad uscire dalle macerie.

-MARTA!- urlò Fede, capendo cos'era quella sensazione sgradevole: si erano dimenticati di controllare che fine avesse fatto il servo dell'alieno.

Vegeta fece per scattare in avanti, con un'espressione molto adirata in volto.

L'omuncolo premette di più il coltello contro la gola di Marta. Rivoli rossi iniziarono a scendere lungo la trachea, facendole strozzare un lamento.

-Non un passo avanti! O lei muore!- minacciò l'essere, strattonandole di più i capelli. E anche la ferita alla testa, dove il sangue sembrava essersi finalmente coagulato, riprese a sanguinare.

-Maledetto codardo...- sibilò a denti stretti Gohan, stringendo e rilassando i pugni di continuo, quasi gli prudessero le mani.

-Va bene! Va bene. Cosa vuoi?- chiese Elena con più calma possibile, capendo subito che, se quell'uomo avesse un ostaggio, era perchè volesse qualcosa in cambio.

-Voglio un mezzo per andarmene di qui. Senza che voi mi seguiate.

-Potremo dargli una capsula di Bulma con dentro un elicottero...- disse piano Fede, pensando al metodo più rapido.

-Non un oggetto così banale! Io voglio un mezzo che mi possa portare fuori da questo insulso pianeta!

-Un'astronave?- chiese Piccolo, mantenendo una calma molto singolare.

-Si. La voglio entro il calar del sole, altrimenti...- lasciò la frase in sospeso, affondando di appena un millimetro più a fondo il coltello nel collo di Marta.

-Non possiamo dartela in così poco tempo, ce ne serve di più per costruirla!- protestò Gohan, dicendo una cosa non propriamente falsa.

-Questo è un vostro problema, se non volete la vostra amica mo...

-Ehi.

Lo storpio si girò verso Marta, che aveva detto quella semplice sillaba in tono controllato, quasi ad indicare che voleva essere ascoltata.

-Capisco che hai paura, e che sei un codardo, e che quindi ti serviva un ostaggio- il suo tono rimase sempre lo stesso- ma, se Fede è riuscita a prenderti a calci anche quando avevi un'arma molto più potente di lei, chi ti ha dato la garanzia di avere più possibilità di farcela contro di me con un semplice coltello?

Non gli diede nemmeno tempo di rispondere, che con un movimento secco riuscì a tirargli una testata dritta sul naso, tanto forte che si sentì l'osso scricchiolare.

Per il dolore e lo stupore, l'essere allentò la presa di entrambe le mani, permettendo così a Marta di levarsi dalle sue grinfie e di buttarsi a carponi giù dalla roccia.

Non ebbe nemmeno il tempo di toccare terra, che Vegeta era già addosso al servo.

Lo prese per la gola e lo fissò negli occhi con uno sguardo spietato.

-Gli esseri miseri come te, devono solo morire.- disse scandendo bene le parole.

Poi, con l'altra mano, gli fece esplodere un ki-blast dritto in faccia, tanto forte da ridurre tutto il suo corpo in cenere, senza lasciargli nemmeno l'ultimo grido.

Marta si rimise in piedi, si spolverò un po' i vestiti con nonchalance e si massaggiò la gola ferita.

-Ora possiamo davvero chiamare Bulma.- disse prima di essere sommersa dagli abbracci, ormai tanto frequenti, delle sue amiche e dei bambini.

 

Gohan andò in volo a prendere la scienziata, visto lo stato dell'orologio e del castello.

Appena la lasciò andare nella sala distrutta, iniziò a parlare in modo agitato, su quanto si fosse spaventata, sul boato e l'esplosione sul fatto che, si, aveva fiducia in loro, ma visto il tempo che avevano impiegato aveva iniziato a temere che fossero stati sconfitti e un sacco di altre preoccupazioni, che le davano l'aria “insensata”, come avrebbe detto Marta, dell'anime.

A tutti quei discorsi Vegeta alzò gli occhi al cielo, sbuffando e le ragazze sorrisero di quelle reazioni. Non doveva essere una passeggiata essere il marito di Bulma.

Si bloccò solo qualche secondo, scioccata, girandosi verso le ragazze, sedute su tre rocce differenti, per poi scoppiare in un urletto che le lasciò allibite, non capendo cosa avesse visto di tanto spaventoso.

-Ma che hai?- chiese Vegeta, evidentemente al limite della pazienza.

-MA CHE COSA VI SIETE FATTE???!!!- esclamò, iniziando a osservare le ragazze da vicino, pallidissima.

La scienziata era rimasta evidentemente scioccata dal loro stato: le ferite ben visibili di Marta, la gamba bruciacchiata di Fede e il sangue e lo sporco che copriva Elena praticamente dalla testa ai piedi. Senza contare che tutte e tre erano coperte di polvere e spettinate.

-La battaglia ha coinvolto anche noi.- sospirò Marta, sorridendo leggermente: Bulma si stava preoccupando tanto, ma le ferite e il loro stato erano meno gravi di quanto sembrasse in realtà.

La donna tirò fuori dalla borsetta il suo inseparabile porta-capsule e prese quella numero 7.

La schiacciò e la tirò poco distante, finchè dalla nuvoletta di fumo non ne spuntò una scatola di legno verniciato di bianco con sopra disegnata una grande croce rossa.

-Forza! È meglio disinfettare e medicare subito le ferite, prima che facciano infezione!- disse Bulma sempre più preoccupata, porgendo il il kit a Marta.

-Appena arrivata e non degna nemmeno la sua famiglia di uno sguardo. Anche noi siamo feriti!- borbottò Trunks mettendo il broncio, facendo ridacchiare Gohan e Goten.

-Però voi siete cento volte più forti e resistenti di noi: non saranno di certo due o tre taglietti a farvi lamentare!- rispose Fede sorridendo.

-Lascia fare a noi, Bulma, sappiamo usare un paio di garze e disinfettanti. Tu occupati del macchinario.- le disse Marta facendole un cenno con la testa nella direzione del portale rimasto intatto grazie a Piccolo e ai bambini.

La donna l'ascoltò e si diresse verso la piccola costruzione, tirando fuori da altre capsule un portatile, una cassetta degli attrezzi e altri piccoli oggetti elettronici delle dimensioni di un palmare collegati a tanti cavetti di svariati colori.

Grazie al cielo che c'era lei, perchè sicuramente tutti gli altri non avrebbero saputo che fare.

Le tre presero a medicarsi le ferite a vicenda il meglio possibile, vista la loro esperienza fatta in pochi giorni.

Quando Fede disinfettò le ferite di Marta, quest'ultima si morse il labbro inferiore a sangue, visto il bruciore. Poi la castana più bassa si fasciò il collo con una garza e tenne premuto un panno ripieno di ghiaccio sulla tempia ferita.

Elena usò un panno bagnato per lavarsi via il sangue incrostato da piccoli tagli e una buona parte del sangue di Gohan che aveva sulla pelle, in particolare gli schizzi sulla faccia che al solo pensiero la fecero rabbrividire.

Fede si rifasciò il taglio al braccio e alle dita e si passò una pomata per le bruciature sulla gamba per poi fasciarla, passandosela anche su mento e petto, non si sapeva mai.

-Goten, Trunks, venite qui: medichiamo anche voi.- chiamò Elena già con un paio di garze in mano.

Goten non fece storie e saltò subito sulle gambe dell'amica, che prese a tamponargli il lato della faccia dove era stato colpito dal mostro coniglio e a massaggiarli una spalla indolenzita. Trunks fece più proteste per orgoglio, dicendo che non era così debole da farsi medicare per qualche graffio, ma dopo un richiamo da parte della madre corse subito a farsi medicare da Marta, che rise divertita.

Dopo che anche loro furono andati, Elena obbligò Gohan a sedersi di fronte a sé per disinfettarle i tagli alla schiena, e probabilmente al ragazzo non dispiaceva poi tanto.

Piccolo era già tornato perfettamente illeso grazie al suo organismo e Vegeta non ci pensò nemmeno a farsi curare, troppo orgoglioso.

Quando ebbero finito, con un apposito bottone sul fianco della scatola, la ritrasformarono in una capsula.

-Ho sempre desiderato provare ad usare una capsula di Bulma.- ammise Fede stringendola in mano.

-Oh, beh, se la cosa ti fa tanto piacere, allora fate una piccola pausa.- le disse Bulma senza girarsi, lanciando indietro una capsula che Fede raccolse per miracolo, vista la mira della scienziata.

Cliccò il pulsante in cima e la lanciò poco distante, visto che dalle parole della donna non sembrava contenere niente di gigante.

Infatti ne uscì fuori un minifrigo, come quello che si era portato dietro Trunks dal futuro, al primo incontro con gli altri personaggi, nell'attesa che Goku tornasse dallo spazio.

Si presero tutti rispettivamente da bere, le ragazze cercando ciò che era più simile ad una Coca Cola, un'Estathè e una Fanta.

-E adesso?- domandò Elena risedendosi per terra.

-Ora possiamo solo sperare che Bulma riesca a compiere una delle sue solite magie scientifiche.- rispose Gohan sorseggiando una bibita simile ad una Lemon Soda.

 

Fede iniziò a girare intorno, prendendo ogni tanto a calci qualche lattina schiacciata bevuta poco prima, usandolo come unico passatempo.

Elena aveva preso a trasformare e ritrasformare la capsula del minifrigo, divertendosi a lanciarla e recuperarla manco fosse un cane solo che si lancia il bastone.

L'unica delle tre che si annoiava in modo normale era Marta: stava seduta su una roccia con le gambe al petto, un braccio che le avvolgeva e la mano libera che si tormentava una ciocca di capelli, lo sguardo perso nei suoi pensieri.

Goten e Trunks saltavano da una parte all'altra della piattaforma a grande velocità e sembravano fare una qualche specie di gioco di ruolo tipico dei bambini della loro età.

Piccolo fissava concentratissimo un punto per terra, quasi lo stesse studiando e se li avrebbe potuti attaccare da un momento all'altro.

Vegeta stava su un estremo angolo e guardava lontano, rigirandosi stranamente tra le mani lo scouter che aveva usato Bulma come comunicatore. Capelli immuni alla forza di gravità lievemente scossi da un venticello fresco.

E poi c'era Gohan, di fianco a Bulma a dargli una mano a reggere gli attrezzi e a fare un paio di prove con il portale.

Era da all'incirca un'ora che la scienziata trafficava con quel macchinario, lo accendeva per qualche minuto, appuntava qualcosa su un taccuino, guardava un paio di modellini tridimensionali sul portatile e metteva a posto dei pezzi con gli attrezzi.

Nessuno sembrava intenzionato a parlare, forse perchè troppo stanchi, o forse perchè non sembrava il caso ricordare che molto probabilmente le ragazze non sarebbero più state in quella dimensione prima del tramonto.

Alla fine fu Elena a trarre un lungo sospiro, lanciando per la migliardesima volta la capsula.

-Che c'è?- domandò con voce annoiata Marta, anche se tutti avevano capito da un pò che non c'era molto che andava, visto che vi era un silenzio tombale rotto solo dalle voci lontane dei bambini e ora dall'amica.

-Niente, solo che stiamo per tornare a casa e che non torneremo mai più...- disse piano, andando lentamente a recuperare il minifrigo.

-Beh, almeno non ho rimpianti: ho imparato a volare, ho usato un fagiolo di Balzar, ho visto tutti i luoghi più importanti ed interessanti di questa Terra (tralasciando l'aldilà, nel quale solo Fede è riuscita a mettere piede e a tornare indietro viva), ho combattuto contro un nemico mortale...

-Io l'unica cosa di cui mi pento è di non avere mai visto le tanto famigerate Sfere del Drago.- buttò lì Fede, sedendosi per terra.

-Si. È un vero peccato non avere avuto nessuna occasione per andarle a cercare.- sospirò Marta distendendo le gambe.

-Potevate lasciare morire Gohan.- commentò seccamente Piccolo non spostando lo sguardo da terra.

Quell'affermazione le sorprese, anche se le ragazze non stavano mica dicendo che sarebbe per forza dovuto morire qualcuno.

-Io le avrei anche usate per chiedere qualcosa di insulso... tipo poter cambiare colore di capelli come i saiyan, o avere le orecchie da gatto... Bastava un pretesto stupido per andarle a cercare!- disse Fede, pensando che probabilmente in quella settimana sarebbe andata a cercarle, se non fosse stata vincolata nell'aldilà.

-Io avrei chiesto il Giappone.- disse sognante Elena.

-Io il mondo di Harry Potter, probabilmente. Anche solo di poterci fare un salto dentro...- disse Marta a sua volta scrutando il cielo plumbeo.

-Beh, a questo punto non mi pare più un desiderio tanto irrealizzabile...- aggiunse poi passando lo sguardo su tutti i personaggi di Dragon Ball presenti in quel momento, facendo ridacchiare le sue amiche.

 

-E' un oggetto così importante quello scouter?

Vegeta girò lievemente la testa verso Marta, quasi a verificare se ci fosse davvero di fianco a lui.

La ragazza si era seduta per terra a gambe incrociate e osservava il principe che continuava a rigirarsi tra le mani il rilevatore, senza smettere di scrutare l'orizzonte.

-Ovviamente so che non mi risponderai, se non lo riterrai necessario, e che potresti rifilarmi una risposta secca come “Non sono affari tuoi” con fare burbero, e che forse volevi stare due secondi da solo, però...- lasciò la frase in sospeso, come sperando che il saiyan dicesse qualcosa. Inutile.

-Cos'è che tormenta così tanto i tuoi contorti pensieri?- chiese infine guardando anche lei l'orizzonte, dove era quasi possibile intravedere dell'azzurro sotto tutte quelle nubi.

Un soffocato “Tsk”, fu tutto ciò che riuscì ad ottenere dal principino.

Eppure anche un'espressione imperturbabile come quella di Vegeta poteva essere scalfita dalle azioni messe in atto con l'innocenza di Marta: per questo il principe dei saiyan si ritrovò a strabuzzare gli occhi sorpreso ed indignato, quando la ragazza si alzò e prese a tirarli con più forza del dovuto una ciocca di capelli vicina alla pelle tenera della tempia, con fare quasi annoiato.

Vegeta bloccò con mano rapida il polso infernale della ragazzina, fissandola con uno sguardo che minacciava chiaramente morte o comunque atroci sofferenze.

-Si può sapere che problemi hai? Che ti passa per il cervello?- sibilò fra i denti.

Marta sbuffò annoiata, senza ritrovarsi sul volto neanche un cenno di paura o di esitazione.

-Non mi ascolti e non rispondi alle mie domande. Non puoi diventarmi così noioso tutto di colpo.

La ormai tanto famosa vena iniziò a pulsargli sulla fronte spaziosa, quasi vicina all'esplosione, a parer della ragazza.

Sembrava sul punto di iniziare ad urlarle contro, a torcerle il polso fino a spezzarlo in due, anche se il suo limite di pazienza era normalmente più alto, viste tutte le volte che l'aveva fatto arrabbiare.

Invece, lasciò la presa con uno strattone, urlando al vento:-Tale e quale! Tale e quale!

La ragazza inarcò entrambe le sopracciglia perplessa.

-Che?

-SEI TALE E QUALE A LEI!

Questa volta l'urlo fu udibile anche agli altri, che si voltarono stupiti verso i due, non capendo di cosa stessero parlando.

-Ti riferisci a Bulma?- chiese spaesata almeno quanto i suoi amici.

Vegeta le rifilò un'occhiataccia quasi avesse detto una cosa tanto stupida e per ciò sarebbe dovuta morire seduta stante.

-Ehm... Potrei sapere a chi sarei tale e quale, così magari posso smettere di sembrare tanto demente?

-Tsk...- disse seccato il principe, voltando la testa dall'altra parte.

-Adesso perchè fa la tredicenne mestruata?- chiese piano la ragazza, anche se probabilmente sentita dal saiyan, vista la vicinanza tra i due.

Cadde un interminabile silenzio, finchè non fu Vegeta a romperlo con una semplice parola.

-Rill.

-Eh?- chiese la ragazza sorpresa.

-Tale e quale a Rill.- rispose incrociando le braccia e tormentando ancora di più lo scouter, scrutando l'orizzonte.

Marta fece un rapido ripasso dei personaggi di Dragon Ball, da quelli dei primi episodi fino a quelli della GT...

No, Rill le mancava all'appello.

Forse si era persa l'episodio...

Oppure è un personaggio che non centra nella serie, ma solo con questa dimensione, esattamente come me, Elena e Fede, rispose una vocina nella sua testa.

-Chi è Rill?- si decise a chiedere.

-Chi era, sarebbe più corretto.

Ahia. Nonostante Vegeta fosse una roccia e la sua espressione fosse sempre stata imperturbabile, riusciva ben a capire quanto un argomento fosse meglio evitarlo e qualcosa, non sapeva bene identificare cosa, le diceva che non era un bell'argomento da affrontare per il saiyan.

E solo un argomento poteva essere tanto delicato per uno come lui.

-E' morta con l'esplosione del pianeta Vegeta?- chiese il più diretta possibile, perchè sapeva che il principe non avrebbe gradito la sua compassione o la sua misericordia.

E seguendo il detto “Chi tace acconsente”, Marta intese che era proprio così: Rill era una saiyan.

-Figlia del braccio destro di mio padre.

-Quindi ci eri molto legato.- intuì la ragazza.

E di nuovo capì di averci azzeccato.

-Siete uguali nell'aspetto e nel carattere... e nell'insopportabilità. Solo il colore dei capelli e degli occhi è diverso.

Marta fissò il principe con tanto d'occhi, non aspettandosi tale affermazione proprio da lui.

La sua scontrosità nei miei confronti da subito, senza aver manco provato a conoscermi, il suo evitare di fissarmi negli occhi, quella strana tristezza che percepivo in fondo al suo sguardo le sere passate in cucina... ora tutto torna.

-Sono un po' un fantasma tornato dal tuo passato, insomma.- affermò con sorriso triste, trovando improvvisamente interessantissime le sue scarpe luride.

Il principe ridacchiò, una risata bassa e con un velo quasi sarcastico.

-Sei troppo reale per essere un fantasma. Se lo fossi non avrei avuto le emicrania di continuo, quest'ultima settimana.

Ci mise qualche secondo ad assimilare appieno quelle parole ironiche, e quando lo fece, non potè fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata, riattirando di nuovo l'attenzione dei presenti su di loro, questa volta più sorpresi, perchè probabilmente la ragazza era scoppiata a ridere per una cosa detta da Vegeta. E cosa avrebbe mai potuto dire di tanto divertente quell'uomo che si sarebbe strappato un arto da solo piuttosto che fare una battuta che non fosse una frecciatina ad un qualsiasi guerriero Z?

-Non puoi di certo dire di esserti annoiato con me nei paraggi, insomma.- riuscì a dire dopo essersi ripresa dallo scoppio di risa.

-Impossibile, visto che sono dovuto starti dietro anche solo per farti tornare a casa dal centro di Satan City.

-Oh, andiamo! L'ho fatto solo una volta! Poi le altre volte ce l'ho fatta a tornare indietro entro due ore!

-Non si può dire lo stesso dal tornare indietro da casa di Kakaroth.

In effetti era così: una volta lei e Trunks erano andati a trovare Goten, Gohan ed Elena e, al ritorno, Marta aveva perso la presa su Trunks ed era caduta in mezzo alle foreste brulicanti di dinosauri. Ritrovarla, con la sua aura bassa e le fronde alte degli alberi, non era stata una passeggiata.

Trunks, alla fine, era arrivata giusto in tempo per evitare che venisse sbranata da un T-Rex di guardia alle proprie uova...

-Ma in quelle due ore riuscivi a far accadere di tutto, per essere una comunissima terrestre.

-Beh, proprio comune non lo sono, dato che vengo da un'altra dimensione!- disse con il sorriso di una che la sa lunga.

-Ma non per questo più utile...- borbottò alzando gli occhi al cielo.

-E intanto senza di me sareste ancora a cercare un modo per sconfiggere quell'alieno.

-Ce l'avremo fatta benissimo anche senza il tuo intervento.

-Certo, certo...- disse, pensando che quel testone non gli avrebbe mai dato retta, quindi tanto valeva finirla li.

Gli poggiò la testa su una spalla con un sospiro, che gli fece inarcare un folto sopracciglio nero.

-Avevi ragione: io non voglio andarmene.- disse piano, trattenendo le lacrime per la consapevolezza che probabilmente sarebbe tutto finito tra breve. Avevano già fatto quel discorso, era vero, però voleva parlare ancora con Vegeta, sentirsi quasi protetta da lui, mentre aspettava l'imminente separazione da quel mondo tanto agognato.

Il principe sbuffò, posando lo sguardo sullo scouter.

-E allora non farlo.- fu la semplice risposta dell'uomo:- Perché dovresti accontentare la gente altrui se i tuoi desideri con loro non coincidono?

-So quanto tu abbia ragione, però...- sospirò di nuovo, consapevole di quanto risultasse patetica in quello stato. Non aveva senso rimarcare un discorso già fatto, dopo aver già preso la propria decisione.

-Io ti ho già detto tutto ciò che dovevo dirti ieri notte, mocciosa. Alla fine la scelta è solamente tua. Se restare a darci noie o andartene con come ricordo di questa dimensione solo le cicatrici.

-Anche se difficile, lo ammetto, la mia decisione è già stata presa: io tornerò con Elena e Fede. Non ho rimpianti in questa dimensione, perchè ho fatto tutto quello che avrei sempre fatto se mai fossi capitata qua.- sorrise mestamente- Ora potrò morire felice, avendo fatto un viaggio che nella mia dimensione non sarebbe possibile per nessuno.

Lo guardò, cercando i suoi occhi, e questa volta li trovò, fissi nei suoi, sempre impassibile, ma con una nota particolare in fondo a quel nero, una nota a cui non sapeva dare un nome, ma che sapeva fosse tutta per lei.

-Nessuno da me potrà mai dire di averti conosciuto.

Vegeta rimase zitto a guardarla, sempre con gli stessi occhi.

Non c'era più bisogno di parole: tutto quello che si dovevano dire seriamente, l'avevano già fatto in quelle notti passate in cucina a parlare.

Un lieve ronzio proveniente alle loro spalle li costrinse a voltarsi, cercando di capire cosa stesse succedendo.

Il macchinario esagonale stava vibrando, seguendo i comandi che Bulma digitava sul computer collegato ad esso, e nel foro al centro non vi era più il cielo grigio del deserto, ma un lieve velo impalpabile rosso scarlatto, così pieno di riflessi animati che sembrava vivo.

La macchina dimensionale era pronta per portarli a casa.

 

-Dai, smettila di piangere, ora. Sei un ometto, ormai.

Elena cercò di consolare Goten, mentre questo singhiozzava contro il suo petto, non volendo più lasciare andare la sua sorellona.

Ma per quanto la ragazza cercasse di sembrare forte, ogni tanto anche lei si mordeva a sangue il labbro, ricacciando indietro le lacrime, il bimbo sempre stretto in una morsa quasi d'acciaio.

Trunks non pianse, ma saltò in braccio a Marta con tale impeto da farla quasi cadere all'indietro.

Anche loro due si strinsero forte.

-Te ne devi per forza andare?- chiese il bambino con un broncio non visibile, dato che il suo viso era affondato nei capelli della ragazza.

-Si, Trunks... Non sai quanto mi piacerebbe stare ancora un po' con te...- mormorò la ragazza, pensando che il non avere più Trunks vicino, senza poter giocare con lui o nemmeno sentirlo per telefono, la distruggeva.

-E' stato davvero un piacere conoscervi, e grazie dell'aiuto.- disse Piccolo stringendo la mano a Fede, non avendoci tutta questa confidenza.

-Grazie a voi per tutto quello che avete fatto, non vi scorderemo mai.

E sapeva quanto fosse vero, perché il viaggiare nella dimensione del proprio programma preferito non era una cosa che succedeva tutti i giorni.

-Una cosa ragazzina.

A parlarle, con sua grande sorpresa, fu Vegeta, che le venne incontro con il suo solito fare autoritario ed imponente, nonostante la sua stazza ridotta.

Accidenti quanto è bello... non riuscì a non pensare per l'ennesima volta.

-La prossima volta che vedi Kakaroth, digli di non scappare subito e di fronteggiare il principe dei saiyan.

Piccolo sorrise, guardandola.

-E magari digli anche di farci un saluto, se può scendere con così tanta nochalance sulla Terra.

Fede rimase un attimo spiazzata: era chiaro che i guerrieri li presenti si fossero accorti del fatto che Goku l'avesse salvata dall'essere sepolta viva, come già detto con le sue amiche, ma quei commenti la fecero sentire un po' in colpa per il fatto che il guerriero avesse sprecato quei minuti per stare con lei e non con i suoi amici.

Ma si sforzò di sorridere.

-Si, vedrò di farlo, anche se dubito che mi ricapiterà l'occasione, quando sarò a casa... Però non temete: credo proprio che tra un anno potrete rinfacciargli tutto quello che vorrete.

-E perché mai tra un anno?- chiese Piccolo perplesso.

Fede sorrise:- Non ti puoi semplicemente fidare di una ragazza che sa una buona parte del vostro futuro? Che sa che succederanno tante cose impensabili, nel bene e nel male, ma che comunque, esattamente come con Cell, senza perdere la speranza riuscirete a risolvere tutto?

Il nammecciano sospirò:-Direi che dovremo accontentarci, visto che non ci direte niente di più, nemmeno sotto tortura.

Fede ridacchiò, pensando quanto fosse vero.

Tutti presero a salutarsi, ringraziarsi, abbracciarsi e anche scherzare per smorzare un po' la tristezza della separazione.

Quando fu il turno delle ragazze di salutare Bulma, ella prese a parlargli del macchinario.

-Dunque, sono riuscita a impostare le coordinate per la vostra dimensione e la vostra città, e lo stesso anche per le vostre rispettive case, riprendendo vecchi dati salvati all'interno di questo congegno. L'unica cosa incerta è il tempo in cui potrei trasportarvi...

A quelle parole le ragazze iniziarono ad allarmarsi.

-In che senso, scusa?- chiese Elena preoccupata.

La scienziata agitò la mano frettolosa:-Non è un problema così grave: non penso di potervi trasportare precisamente ad una settimana dopo il vostro catapultamento qua, ma al massimo dovrei spedirvi qualche giorno precedente, niente di più, niente di meno. Non rischiate di finire cento anni indietro!

Le ragazze tirarono un sospiro di sollievo. Forse era meglio così: almeno sarebbe passato meno tempo dalla loro scomparsa e i loro genitori l'avrebbe presa meglio... forse.

Fede, Elena e Marta abbracciarono Bulma in gruppo, cosa che alla donna fece molto piacere.

-Grazie mille, Bulma. Senza di te non saremo mai riuscite a tornare indietro.- le disse Marta.

Non aveva mai apprezzato più di tanto quella donna, vedendola in tv, ma passando sette giorni con lei l'aveva imparata a conoscere meglio e a scoprire lati di lei molto piacevoli e belli. E, come il primo ritrovamento delle Sette Sfere, il viaggio su Namec, la costruzione della macchina del tempo e tutte le altre cose geniali che erano successe, anche per questo il merito era quasi tutto suo.

-Di niente, ragazze. È stato un vero piacere conoscervi, e chissà: ora che ho scoperto i segreti della macchina per viaggi dimensionale, probabilmente un giorno ci rivedremo ancora.

Quest'affermazione fece brillare gli occhi di quasi tutti i presenti, anche se era una speranza effimera: non si sapeva ancora che effetti avessero sul corpo i viaggi dimensionali, ne quanti avrebbe potuto effettuarne quella macchina, ma sognare non costava niente.

-Speriamo...- disse Fede.

-Così questo sarebbe un semplice arrivederci, non un addio.- disse sorridendo felice Marta, fiduciosa.

Elena si sentì prendere la mano e non si sorprese affatto nel vedere che a farlo era stato Gohan, con sul volto uno di quegli sguardi profondi che le aveva rivolto nelle sere delle sue confessioni.

-Gohan...- iniziò lei, non sapendo bene dove andare a parare.

-Ci rivedremo, quindi...- disse lui, in un'affermazione non tanto convinta.

-Si, spero tanto di potervi rivedere.

Il ragazzo le strinse ancora di più la mano, quasi a non volerla più lasciar andare.

Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, eppure era comunque doloroso.

-Mi mancherai, Elena.- disse alla fine semplicemente.

La ragazza sorrise triste, accarezzandogli una guancia.

-Anche tu mi mancherai tanto, Gohan.

Fede le mise una mano sulla spalla, in una muta condoglianza.

-Dobbiamo andare, Ele.

Lei annuì e strinse un'ultima volta la mano al ragazzo, per poi lasciarla.

Ebbe giusto il tempo di fare due passi, che si fermo di scatto e strinse i pugni lungo i fianchi.

Si morse il labbro con forza, fino a quando non si ritrovò a scattare come una molla, senza più controllo.

Nemmeno Gohan se l'aspettò, quando si ritrovò le labbra calde di Elena a contatto con le proprie e le sue mani a tenergli le guance.

Tutti i presenti rimasero interdetti davanti a tale scena, Marta e Fede in primis.

La bionda fu così sorpresa che l'unico modo in cui riuscì a comunicare con la sua amica fu indicare l'altra e a fare un'espressione molto simile al disgusto più totale, quasi avesse ingerito del pesce avariato.

-Wow...- fu tutto ciò che riuscì a spiccicare Marta.

Elena lasciò andare Gohan, per poi fissarlo negli occhi, con un vivido rossore sulle guance.

-Ehm... Addio?- riuscì a dire con un debole sorriso.

Il ragazzo l'abbracciò un'ultima volta con sguardo basso.

-Ora vai.- disse infine semplicemente, lasciandola.

Le ragazze erano a pochi passi dal portale e si fermarono un attimo titubanti, non certe di potercela fare.

-MARTA.

La ragazza si girò con un tuffo al cuore, riconoscendo immediatamente la voce del proprietario che l'aveva appena chiamata.

Non era possibile: Vegeta l'aveva chiamata per nome. Lo aveva finalmente fatto.

Non “Mocciosa”, “Ragazzina”... Marta.

Riuscì ad afferrare al volo appena in tempo un oggetto che il principino le aveva lanciato: lo scouter che prima si era rigirato tra le mani incalcolabili volte.

-Un giorno me lo restituirai. Abbine cura.- fu tutto ciò che disse il saiyan, senza sciogliersi dalla sua posa con le braccia conserte e con lo sguardo imperturbabile fisso nei suoi occhi.

La ragazza sorrise felice, stringendo il rilevatore al petto. Quella sua non poteva che essere una promessa. E lui manteneva sempre le promesse.

-Certo!

Sventolarono l'ultima volta le mani in segno di saluto ai loro compagni, chi in lacrime, chi vicino e chi impassibile.

Le ragazze si presero per mano.

-Al 3.- disse Elena.

-Uno...- iniziò Marta.

-Due...- continuò Fede, stringendo più forte le mani delle sue amiche.

Addio, Goku. Grazie di tutto, pensò la ragazza bionda, sperando che il suo amico potesse sentirla.

Forse era stato uno scherzo dovuto ai fischi del vento, ma le arrivò alle orecchie una voce lieve e piacevole che lei conosceva bene, ormai.

Alla prossima, Fede.

-Tre.- disse infine Elena.

Tutte e tre si tuffarono nella coltre rossastra.

Si tornava a casa.

 

Quel viaggio dimensionale fu esattamente come ricordavano il primo: devastante e potente quanto un tornado.

Passarono come risucchiati da una forza molto vicina a loro per tunnel rossastri interdimensionali, venendo strattonate in diverse angolazioni.

Strinsero sempre di più le mani delle loro amiche, come fosse l'unica certezza che quella fosse l'unica cosa reale in quel momento.

Ma non riuscirono a restare così fino alla fine del tragitto.

La forza che le stava risucchiando si divise: tre punti differenti con la medesima forza.

La loro potenza fu così forte che le divise, facendo lasciare le loro mani.

Urlarono tutte e tre, ma non poterono più sentirsi a vicenda.

 

Una luce accecante alla fine del tunnel costrinse Fede a serrare gli occhi.

Quando lo fece, la forza attrattrice fu come spenta e sentì un senso di vertigine e il disagio di non avere il terreno sotto i piedi.

Il suo bacino urtò qualcosa con tanta forza da farla tossire, finchè non si ritrovò sdraiata su ciò che aveva colpito.

Contò mentalmente fino a dieci, poi aprì gli occhi ed ebbe l'impressione che il tempo, insieme al suo cuore, si fosse fermato per diversi secondi.

Era nella sua cucina, quella di casa sua, sopra il tavolo, dove aveva appena rovesciato un bicchiere, un piatto e doveva essere seduta sopra una forchetta. E poco distante vi era la mela che stava mangiando prima di essere risucchiata dalla propria televisione.

Dietro di se, Italia Uno stava dando la sigla di chiusura dell'episodio di Dragon Ball della giornata.

Corse subito alla finestra, non facendo nemmeno caso al danno che aveva provocato sul tavolo, aprendola ed aspirando a pieni polmoni l'odore della sua città, l'odore di casa.

Un pensiero le balenò nella mente e le fece fare un rapido calcolo di che giorno sarebbe dovuto essere se fosse passata una settimana dalla sua scomparsa.

Prese il cellulare di fianco alla tv e guardò la data.

-Non è possibile...- disse flebilmente, le labbra che tremavano cercando di trattenere un sorriso.

Era tornata al giorno in cui era entrata nel mondo di Dragon Ball. Cinque minuti dopo che il lampo rosso aveva colpito la sua televisione.

Un rumore di tacchi proveniente dal corridoio la risollevò.

Sulla porta spuntò sua madre, vestita tutta bene, con trucco e borsa, pronta per andare a lavorare.

Stava cercando nella borsa qualcosa.

-Fede, senti, io vado...

Quando alzò lo sguardo su di lei, non riuscì a finire la frase.

La borsa le cadde dalle mani, rovesciando tutto l'interno sul pavimento.

-OH MIO DIO!!! COSA TI E' SUCCESSO???!!!!

Solo allora lasciò da parte la felicità per rendersi conto dello stato in qui era ancora: capelli spettinatissimi, vestiti stracciati, petto e mento bruciacchiati, ferite fasciate alla bella e meglio, sporca di polvere e terra... Senza contare che sul tavolo sembrava passato un uragano.

Doveva risultare tutto molto assurdo, visto che per lei erano passati pochi minuti da quando l'aveva lasciata a pranzare.

Sorrise tristemente, ridandosi la conferma che non era stato tutto un sogno.

-E' una storia lunga ed incredibile, mamma.

L'abbracciò forte, felice di rivederla, anche se lei era troppo scioccata per ricambiare.

-Ti va di ascoltarla?

 

La luce alla fine del tunnel la scaraventò come fuori da un buco in cui passava a stento, facendole scivolare il passaggio come una coperta lungo tutto il corpo, poi si ritrovò a vorticare in aria, senza trovare un appiglio, costringendola praticamente a mollare un urlo.

Le si accese come una lampadina in testa e riuscì a controllare la propria energia spirituale, bloccandosi in aria, riprendendo fiato e regolarizzando il respiro.

Un urlo agghiacciante le fece perdere la concentrazione e si ritrovò a sbattere sedere e schiena per terra, trattenendo un'imprecazione tra i denti.

Si decise ad aprire gli occhi, tenuti serrati per la luce abbagliante.

Il suo cuore battè ancora più veloce: era nel salotto di casa sua, nello spazio tra il divano e la televisione, dove vi era trasmessa la sigla finale di Dragon Ball.

Nella cucina li di fianco, vi era sua madre appoggiata alla parete, con le mani sulla bocca, bianca come un cencio e con occhi grandi come due piattini da tazza.

-Mamma!- esclamò la ragazza, correndo verso di lei, ignorando i dolori, e abbracciandola forte.

-Elena... Ma cosa..? Un attimo prima ero certa fossi andata in camera tua, poi la tv lancia un bagliore accecante e tu ne vieni sputata fuori urlando. E come se non bastasse sei rimasta sospesa in aria per quasi un minuto!!! Che succede??!- chiese sua madre, prima con un tono flebilissimo, per poi concludere quasi con un urlo isterico.

La ragazza si staccò dalla madre per guardarla in faccia con un'espressione perplessa.

-Aspetta... Quanto tempo è che sono via?

-Via? Stavi guardando Dragon Ball e ho abbassato un attimo gli occhi sul tavolo e tu non c'eri più. Credevo fossi andata in camera o in bagno. Ma invece si può sapere che ti è successo?!

Sua madre fece un gesto per indicarla completamente da capo a piedi: le strane scarpe tipiche del Dragon World, vestiti strappati, sporca, ferita e coperta di sangue che per la maggior parte non era suo.

Vuoi vedere che Bulma ci ha riportato esattamente al giorno in cui siamo state catapultate nella loro dimensione? Si chiese la ragazza, felicissima per la possibilità di quell'ipotesi.

Si passò una mano tra i capelli con un sospiro quasi divertito.

Doveva pur dare qualche spiegazione a sua madre, no?

-Se ti dicessi che sono stata catapultata nel mondo di Dragon Ball per una settimana da un lampo rosso, mi crederesti?

 

Marta venne scaraventata fuori dal tunnel attraverso la luce abbagliante con forza che planò tesa, perpendicolare a un qualunque terreno ci fosse sotto di lei, fino a che non battè le braccia su una superficie liscia, dandole uno slancio così forte da farla ruzzolare sul pavimento, fermandosi solo quando con le gambe sbattè contro qualcosa di più alto.

Aprì gli occhi, e il mondo per lei si era fatto sottosopra: era sdraiata sul pavimento del suo salotto a pancia in su, con le gambe sul divano.

Si mise a sedere composta, reprimendo una risata: Macchia, il suo gatto, era sopra il divano e la fissava con tanto d'occhi, schiene ricurva, pronto a balzare via in qualsiasi momento.

Evidentemente il suo sputamento fuori dalla tv doveva averlo fatto spaventare.

Alzò la mano che per tutto il viaggio aveva stretto lo scouter, tirando un sospiro di sollievo quando vide che l'oggetto era ancora intero.

-Ehm....

Una voce alle sue spalle le fece ricordare di essere tornata a casa.

Sua sorella maggiore era sulla soglia dell'ingresso, sul volto un'espressione tra il perplesso e il dubbio di aver appena avuto un'allucinazione.

Il fatto che avesse ancora giacca e borsa indicava che fosse appena entrata.

-Si può sapere cos'è quello che hai appena fatto?- chiese sempre più perplessa, passando lo sguardo da lei alla televisione.

-Franci, da quant'è che sono scomparsa?- chiese mettendosi in piedi e prendendo in braccio il gatto.

Sua sorella inarcò un sopracciglio, sempre più confusa.

-Perchè? Dove sei stata? Sei andata da qualche parte dentro la tv senza il permesso di papà che è appena uscito?- chiese sarcastica.

-Papà è appena uscito?- chiese sorpresa.

-Cinque minuti fa, l'ho incontrato per le scale.

Si voltò a guardare la tv, dove le note di What is my destiny, Dragon Ball? accompagnavano le immagini della sigla di chiusura dell'anime.

Suo padre era uscito da poco, sua sorella era appena rientrata a casa, la televisione era accesa e l'episodio giornaliero di Dragon Ball era appena finito...

-E' come se non fossi mai stata via...- mormorò, incredula la ragazza.

-Ma mi vuoi spiegare che cosa sta succedendo?! Perchè di punto in bianco sei stata sputata fuori dallo schermo della televisione con i vestiti ridotti ad uno straccio, ferita, sporca e con uno scouter in mano?!

Il suo sguardo divenne di colpo triste, stringendo il rilevatore forte nella mano, quasi per ricordarsi della promessa di Vegeta e che tutto ciò fosse realmente successo.

-Beh, si può dire che siano la conseguenza per l'aver vissuto l'avventura più bella di una vita.

Un trillo proveniente dal bracciolo del divano attirò la sua attenzione: sul display del suo cellulare vi erano due messaggi indirizzati a lei. Fede ed Elena.

La prima le aveva scritto: Ce l'abbiamo fatta! :D.

La seconda: Siamo tornate!!!!!

Sorrise tristemente. Anche le altre ce l'avevano fatta.

-Anzi, della nostra vita.

 

E così siamo giunti alla fine, eh...

Sono felice di avercela fatta, anche perchè è la prima storia che finisco per davvero!

Chissà, potrebbe uscirci un seguito, ma non prometto niente! ^^

Volevo solo ringraziare in modo speciale Sutcliffe_Beast e Cyborg 18 Fanning, che mi hanno dato la possibilità di mettere su fogli un nostro piccolo desiderio di quando eravamo bambine e che ci ha sempre accompagnato, unendoci anche un pò :3

E ovviamente un caloroso grazie ai fan che hanno sopportato la mia storia fino alla fine <3

In particolare ringrazio Silver Star (che preferisco chiamare Noe), che mi ha sempre recensito e dato la voglia di arrivare fino in fondo a questa ff, Hikari Hawkeye (che preferisco chiamare Spring), la prima che ha notato la mia fanfiction e che ringrazio sempre anche se per un motivo così futile ad altri occhi... e anche Mallie (che preferisco chiamare Cami), che con quelle sue recensioni mi ha sempre strappato un sorriso :3

Ma ovviamente anche le altre non sono da meno!

Ora che ho finito questa ff, probabilmente il mio “figlio” prediletto, mi viene un po' da piangere, sono commossa! ç_ç

 

Spero di rivedervi tutti in una futura fanfiction

Baci

$candalousLaRabiosa, la vostra Fede <3

  
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