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Autore: _i_am_a_dreamer_    02/06/2013    0 recensioni
Mike!
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mike fece scattare la serratura ed entrò, non accese la luce e si mosse a suo agio nel buio, posò le spade sul tavolo, andò in bagno e si fece una doccia. L'igiene personale prima di tutto, gli aveva insegnato suor Safna, che odorava sempre di fresco e pulito. Anche lei era sempre profumata quando si lasciava toccare da lui. Ridacchiò mentre si insaponava. Dopo la doccia si mise il pigiama e si coricò, ancora sorrideva gioioso per quanto compiuto ore prima, mentre sprofondava nel sonno. Dormì per buona parte del giorno ed era quasi il crepuscolo quando emerse dal torpore. Si sentiva in uno stato prossimo alla catatonia, come spesso gli accadeva dopo aver portato a termine un tassello in più di missione. Fu colto da un'accesso di risa mentre si aggirava per casa passando dalla stanza da bagno alla cucina e poi al salotto e di nuovo in cucina. Fu dopo il caffè che ritrovò un pochino di calma, godendo non solo dell'aroma della bevanda ma anche della fioca luce rossastra che filtrava dalle tapparelle abbassate, ma durò solo pochi minuti. Un bussare forte e cattivo, di quelli martellanti nelle tempie e che rimbombano nel cervello, lo obbligò ad abbandonare la sua tazza di caffè e ad andare ad aprire la porta. In pigiama e vestaglia. Tolse la catenella e socchiuse l'uscio, dall'altra parte qualcuno con rabbia spinse la lastra di legno rovinato e lo sbatté da parte, quasi contro il muro, prendendo possesso poi dell'ingresso del suo appartamento. La padrona di casa: una vecchia vedova sorda completa ma che sosteneva di udire tutto, e il suo "tutto" proveniva sempre dal suo appartamento. Ululando inveì contro di lui, sul suo disordine e su altre piccolezze, di ben poco conto per chiunque altro. Pagava l'affitto regolarmente cosa fregava alla vecchia se non puliva? Quella continuava l'ispezione a sorpresa blabeggiando a voce alta. Il male al capo esplose e il dolore inondò il suo cervello di luce bianca e pulsante mentre quella non ne voleva sapere di tacere, ma senza spiegargli il motivo di quell'autentica irruzione. Arrivò in cucina, che fungeva anche da sala da pranzo e lui dietro, che si massaggiava dalla tempia alla mascella, sperando di riuscire a lenire il male, per qualche minuto. "Perché il rumore che producete quando entrate e quando uscite con quei vostri scarponi - blaterava la padrona di casa senza più badare a lui - e vi sento benissimo, so che siete voi...". Non finì la frase che ebbe la carotide fu squarciata, da parte a parte, con un solo movimento proveniente dalle sue spalle. Il suo monologo si trasformò in un rantolo gorgogliante. Rise mentre il brivido di piacere lo attraversava, come la scossa elettrica di un fulmine. Rise, la luce nella sua testa cominciò a placarsi e solo quando ebbe recuperato il controllo di sé vide cosa aveva fatto: aveva sporcato di sangue tutto il tappeto e quanto ci sarebbe voluto per pulirlo da solo dato che non poteva mandarlo in lavanderia. Dalla camera risuonò la sveglia del telefono, sempre puntata per non far tardi al lavoro. Guardò di nuovo lo scempio, il cadavere malamente riverso sul pavimento, la chiazza rossa che impregnava il tappeto allargandosi anche sul pavimento di linoleum: spallucciò. Avrebbe sistemato al ritorno, nessuno avrebbe notato la sparizione della vecchia per qualche ora ancora. Le tirò un calcio, gli aveva fatto fare tardi e ora si sarebbe sorbito una ramanzina dal capo. Si vestì in fretta e di corsa uscì dirigendosi verso l'ufficio dove per otto ore passava il suo tempo svolgendo le mansioni più pesanti. Mentre correva due delle sue 10 lame ballonzolavano nella borsa da hockey che gli pendeva sulla spalla ed un sorriso radioso e infantile gli illuminava il volto.
  
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