Crediti: Sara_Scrive, thank you ☾
Come odio tutto il resto dei giorni infrasettimanali.
Una matricola si scontra con me nel corridoio del secondo piano del college.
-Ragazzino, stai attento a dove metti i piedi! – gli urlo contro, aggiustandomi la maglia. Questi giovani.
Il ragazzo spalanca gli occhi e indietreggia. Mamma mia, capisco che sei una matricola, ma hai 17 anni…un po’ di contegno.
-S-Stasera alla Nona del campus ci sarà un p-party, tutti gli studenti del college sono invitati. – mi recita quasi urlando. -È una festa a tema “hippie”, divertiti! – urla definitivamente prima di correre, lanciando qualche volantino in aria. Questo college ogni tanto sembra un ritrovo per schizofrenici.
Prendo un volantino giallo da terra e lo osservo.
Dalle ore 9.30 fino al coprifuoco la Nona del campus ospiterà una festa totalmente regolare e in regola con le regole del college in stile HIPPIE.
Siete tutti invitati.
(Niente controllori, giuro!)
Z.M. xx
Quelle ‘x’ già non mi convincono.
Controllo l’orario sullo schermo del cellulare: 12:15. Tra un quarto d’ora suona la campana dell’intervallo, finalmente.
Mi incammino verso le scale per scendere al piano terra. Attraverso l’ala est della scuola a grandi passi, diretta verso l’auditorium. A quest’ora il gruppo di Chiara sta facendo le prove.
Apro silenziosamente il portone, facendo attenzione a non farmi notare da Chiara e gli altri. In punta di piedi mi siedo in una delle poltrone alla penultima fila, osservando il loro lavoro.
Io a quest’ora dovrei essere con il mio gruppo di Giornalismo a stendere un articolo riguardante la storia e il progetto “Londra apre le porte”. Dovrei.
Chiara fa sistemare i ragazzi sul palco. Si batte una mano sulla fronte.
-Tu! Ho detto schema a ‘W’! Sai che è da settembre che ci lavoriamo, eh? Che lavoro sprecato! – impreca dietro un ragazzo che ha sbagliato posizione. Scoppio a ridere e tutti si girano verso di me.
-Che ci fai tu qui? – inizia Chiara, alzandosi dalla sua sedia dietro il banco bianco.
-Quello che faccio tutti i giorni…niente. – rispondo scrollando le spalle e andandole incontro.
-Dovresti essere con il tuo gruppo a preparare l’articolo, lo sai. – mi rimprovera roteando gli occhi.
-Lo so, lo so, ma…ho saputo che alla Nona stasera c’è una festa, ci andiamo? Dai, è da un po’ che non ne organizzano. – la supplico unendo le mani. Ci pensa un poco sopra, socchiudendo gli occhi.
In pratica, le ‘case’ del campus sono numerate: su ogni facciata c’è dipinto in nero il numero a cui appartiene, e sono registrate negli archivi della scuola. La ‘nona’ sarebbe la numero nove.
-Io avevo già in programma una serata-depressione nella confraternita al numero dodici,veramente…- spiega dispiaciuta. Aggrotto le sopracciglia.
-Chi ci sta alla Dodicesima? – le chiedo, mentre ci avviciniamo al palco. Il suo gruppo è in pausa, chi sul palco ancora a provare, chi nei camerini dietro le quinte a rilassarsi.
-Delle ragazze e ragazzi simpatici e fighi, dicono. – mi spiega, sedendosi sulla sua poltrona. Mi siedo in una poltrona rossa accanto a lei. – Hai presente Bridget e Liz di Filosofia? E Wade del corso di Alice? Conosco solo quelli, lì. –
Faccio mente locale e cerco di ricordarmi i volti di queste persone. Niente.
-Ah sì, ho capito chi intendi. – mento a Chiara, annuendo. –Però sarebbe carino fare qualcosa di diverso ogni tanto, che ne dici? – le chiedo dopo, facendo gli occhi dolci e porgendole il foglio giallo.
Lo legge superficialmente. Poi ride.
-Chiunque abbia scritto questi volantini è un coglione. – dice tra alcune risate.
-Sarà mio fratello, allora. – scrollo le spalle. –Perché?
-Ha dimenticato a scrivere la data. È importante. – mi risponde, poi si alza e richiama l’attenzione del suo gruppo di lavoro.
Dopo aver salutato tutti lascio l’auditorium.
Che poi, mettiamo che decidiamo di andare a questa festa, come dobbiamo vestirci? Mica andiamo in giro per il campus vestite da hippie.
Questo è forse l’unico college britannico in cui ci sono confraternite, feste hippie senza fumo e fotocopiatrici senza fogli.
Ore 9.29
-Giuro che sono pronta! Due minuti e sono giù. – urlo dalla mia camera al piano di sopra. Non hanno un briciolo di pazienza, quelli.
-Simona, non rompere le palle! Siamo in ritardo! – mi urla Liam dal piano di sotto. Gli amici di mio fratello sono più rompipalle di lui, a volte.
-Taci Liam, sennò ti castro! – urlo mentre scendo le scale. Mi sento più ridicola di come potrebbe essere la Mountainlion con un tutù rosa. Ok, forse un po’ di meno.
Scendo i gradini insicura; forse è meglio tornare in camera di mio fratello e restare lì per sempre, con qualche scatola di fazzoletti, cioccolatini e guardando il film Le pagine della nostra vita. Bell’idea.
-Muovi il culo! – mi urla Niall, quando arrivo all’ultimo gradino inizio a fare una danza strana con il sedere e mi accerto che non mi stia guardando nessuno, per poi entrare in salone.
-Wow. – sussurra Louis, prendendomi una mano e facendomi girare.
-Alice e Chiara? – chiedo, prendendo la borsa dal divano marrone. Quel divano fa cagare perché, oltre ad essere vecchissimo, è più scomodo di, non so, una mucca.
-Ci raggiungono alla Nona. Possiamo andare, adesso? – mi chiede irritato mio fratello. Alzo gli occhi al cielo. Al soffitto, più che altro.
-Cett cett. – rispondo sbuffando.
Usciamo di casa e ci avviamo verso la Nona lanciandoci battutine sul nostro aspetto non presentabile e maledicendoci per non essere rimasti a casa.
Vedo persone in giro per il campus vestite in modo orrendo dirigersi verso la nostra stessa meta. Dobbiamo avere a che fare con soggetti del genere per tutta la serata.
Una volta arrivati davanti veniamo colti dal solito senso di insicurezza mischiata all’incertezza e alla pigrizia.
-Io propongo di tornare a casa. Siamo ancora in tempo! – suggerisco agli altri.
-Io sono d’accordo con lei. – risponde Louis indicandomi, Niall annuisce.
Mio fratello ci guarda incazzato. Manca poco e gli esce il fumo dalle orecchie.
-Allora, ascoltatemi bene…- dice respirando pesantemente. Sono tentata di scoppiare a ridergli davanti, ma dato le circostanze evito. –Mi avete fatto vestire come un figlio dei fiori, con queste infradito del cazzo scomodissime e mi avete fatto camminare da casa mia fino a qua. Adesso noi entriamo, non mi interessa niente, figli di puttana. – ci minaccia.
Uau, Hazza, sembri quasi un duro. Mi tolgo la coroncina di fiori dalla testa e la poso sui suoi capelli cercando di non ridere.
-Possiamo entrare. – decreta infine Liam ridendo.
Entriamo tutti uno dietro l’altro e subito nell’ingresso troviamo Alice e Chiara che fanno le asociali. Bello.
Mi stacco dalla mandria di mucche in calore per raggiungere le galline, e insieme facciamo a nostra entrata teatrale nella stanza in cui si tiene la festa.
Sono solo le 9.40 e la gente è già ubriaca. Proprio gioventù sprecata.
Le luci sono soffuse, c’è puzza di incenso e portano tutti gli occhiali da sole alla John Lennon. Originalità ♥
Chiara arriccia il naso e sbuffa, sventolando una mano.
-Ma che è sta puzza di Vincenzo?! – urla, per fortuna la sentiamo solo noi. Alice e io scoppiamo a ridere come due pazze, seguite da Chiara, che si è resa conto di quello che ha detto in ritardo.
Una volta riprese, ci avviciniamo alla pista da ballo; infondo alla sala, alla consolle, vediamo il dj parlare con Liam e mio fratello. Questi hanno amici da tutte le parti, oh.
Quel genio di Liam ci riconosce e ci fa segno di andare da loro. Bene, adesso devo essere gentile con una persona in più. Ci avviciniamo, Alice ancora ride per il ‘Vincenzo’ di Chiara e la coroncina di fiori che ha Harry.
Quest’ultimo mi tira per un braccio e mi trascina accanto a lui e davanti il dj.
-Lei è mia sorella Simona, e loro sono Chiara e Alice. – ci presenta Harry.
-Ciao. – rispondo annoiata. Le altre si presentano.
-Ma io ti conosco! – dice il dj ridendo. Aggrotto le sopracciglia e cerco aiuto negli sguardi delle mie amiche, già vedo Chiara e Alice ridere.
-Io no. – rispondo alzando le spalle e facendo per andare, ma questo tizio mi ferma ridendo.
-Sono il ragazzo delle fotocopie! Ricordi? – mi dice. Ragazzo delle fotocopie. Niente. Faccio finta di pensarci, poi annuisco e rido.
-Aaah…no, niente da fare. – mi arrendo, poi la lampadina nel mio cervello si accende. Ma certo! Il giorno prima il signor Shoe gli ha fatto le fotocopie mentre a me no! –Ho capito! Sei quel figlio di puttana a cui Shoe ha fatto le fotocopie e a me no! – gli sbraito contro. Mio fratello mi ferma e si scusa, Liam ci spinge via. Chiara e Alice sono morte dalle risate.
Perché ci dobbiamo fare riconoscere sempre?
Alla fine della serata, quando dobbiamo andare via tutti mezzi ubriachi, Harry mi costringe a chiedere scusa a quel tizio.
Lo raggiungo mentre sistema tutte le sue cose e lo chiamo da dietro.
-Senti, ti volevo chiedere scusa per quello che ti ho detto…- mi fermo, e mi giro verso gli altri. –E poi?
Harry e Liam si passano le mani sul viso, gli altri ridono.
-Tranquilla. – risponde lui sorridendo.
-Come ti chiami? – gli chiedo, curiosa. Massì dai, tanto ormai la figura di merda è fatta. Alice e Chiara mi raggiungono.
-Zayn. – risponde passandosi una mano fra i capelli. Scrollo le spalle e me ne vado, lasciandolo con la sua convinzione. Go Simona.