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Autore: cioshua    02/06/2013    2 recensioni
-Harry, guardami. – gli dico alzando un sopracciglio. Lui mi guarda. –Io sono italiana. Tu no. Io sono un’aspirante giornalista. Tu no. Io sono la Styles figa. Tu no. Io posso, tu….no. Mi dispiace, fratello. – concludo.
-Tu hai problemi, io no. – risponde mio fratello ridendo.
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“E fu così che finì. Nessun ultimo abbraccio, quello che dovrebbe consolarti e augurarti buona vita, senza bisogno di dar fiato alla bocca. Nessun tipico ultimo bacio che va a bagnarsi di lacrime. Nessun "comunque sei stato la cosa migliore che mi sia mai capitata.” Niente di niente. Finì lentamente e in modo strano, proprio come era iniziata qualche settimana prima. In realtà neppure io saprei dire com’è andata veramente. Era una faccenda confusa. So solo che alla fine ci ritrovammo a non aver più nulla da dirci alla sera, senza il benché minimo interesse su come era andata la nostra giornata. Probabilmente perchè tanto sapevamo che era sempre la stessa, o almeno questo è quel che volevamo credere. So anche che venne una sera in cui ci ritrovammo in uno sguardo, uno di quelli che da tempo ormai evitavamo, e capimmo che ci eravamo persi. Ma forse era troppo tardi per ritrovarsi di nuovo."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crediti: Sara_Scrive, thank you 







 
Odio il martedì.
Come odio tutto il resto dei giorni infrasettimanali.
Una matricola si scontra con me nel corridoio del secondo piano del college.
-Ragazzino, stai attento a dove metti i piedi! – gli urlo contro, aggiustandomi la maglia. Questi giovani.
Il ragazzo spalanca gli occhi e indietreggia. Mamma mia, capisco che sei una matricola, ma hai 17 anni…un po’ di contegno.
-S-Stasera alla Nona del campus ci sarà un p-party, tutti gli studenti del college sono invitati. – mi recita quasi urlando. -È una festa a tema “hippie”, divertiti! – urla definitivamente prima di correre, lanciando qualche volantino in aria. Questo college ogni tanto sembra un ritrovo per schizofrenici.
Prendo un volantino giallo da terra e lo osservo.
 
Dalle ore 9.30 fino al coprifuoco la Nona del campus ospiterà una festa totalmente regolare e in regola con le regole del college in stile HIPPIE.
Siete tutti invitati.
(Niente controllori, giuro!)
Z.M. xx
 
Quelle ‘x’ già non mi convincono.
Controllo l’orario sullo schermo del cellulare: 12:15. Tra un quarto d’ora suona la campana dell’intervallo, finalmente.
Mi incammino verso le scale per scendere al piano terra. Attraverso l’ala est della scuola a grandi passi, diretta verso l’auditorium. A quest’ora il gruppo di Chiara sta facendo le prove.
Apro silenziosamente il portone, facendo attenzione a non farmi notare da Chiara e gli altri. In punta di piedi mi siedo in una delle poltrone alla penultima fila, osservando il loro lavoro.
Io a quest’ora dovrei essere con il mio gruppo di Giornalismo a stendere un articolo riguardante la storia e il progetto “Londra apre le porte”. Dovrei.
Chiara fa sistemare i ragazzi sul palco. Si batte una mano sulla fronte.
-Tu! Ho detto schema a ‘W’! Sai che è da settembre che ci lavoriamo, eh? Che lavoro sprecato! – impreca dietro un ragazzo che ha sbagliato posizione. Scoppio a ridere e tutti si girano verso di me.
-Che ci fai tu qui? – inizia Chiara, alzandosi dalla sua sedia dietro il banco bianco.
-Quello che faccio tutti i giorni…niente. – rispondo scrollando le spalle e andandole incontro.
-Dovresti essere con il tuo gruppo a preparare l’articolo, lo sai. – mi rimprovera roteando gli occhi.
-Lo so, lo so, ma…ho saputo che alla Nona stasera c’è una festa, ci andiamo? Dai, è da un po’ che non ne organizzano. – la supplico unendo le mani. Ci pensa un poco sopra, socchiudendo gli occhi.
In pratica, le ‘case’ del campus sono numerate: su ogni facciata c’è dipinto in nero il numero a cui appartiene, e sono registrate negli archivi della scuola. La ‘nona’ sarebbe la numero nove.
-Io avevo già in programma una serata-depressione nella confraternita al numero dodici,veramente…- spiega dispiaciuta. Aggrotto le sopracciglia.
-Chi ci sta alla Dodicesima? – le chiedo, mentre ci avviciniamo al palco. Il suo gruppo è in pausa, chi sul palco ancora a provare, chi nei camerini dietro le quinte a rilassarsi.
-Delle ragazze e ragazzi simpatici e fighi, dicono. – mi spiega, sedendosi sulla sua poltrona. Mi siedo in una poltrona rossa accanto a lei. – Hai presente Bridget e Liz di Filosofia? E Wade del corso di Alice? Conosco solo quelli, lì. –
Faccio mente locale e cerco di ricordarmi i volti di queste persone. Niente.
-Ah sì, ho capito chi intendi. – mento a Chiara, annuendo. –Però sarebbe carino fare qualcosa di diverso ogni tanto, che ne dici? – le chiedo dopo, facendo gli occhi dolci e porgendole il foglio giallo.
Lo legge superficialmente. Poi ride.
-Chiunque abbia scritto questi volantini è un coglione. – dice tra alcune risate.
-Sarà mio fratello, allora. – scrollo le spalle. –Perché?
-Ha dimenticato a scrivere la data. È importante. – mi risponde, poi si alza e richiama l’attenzione del suo gruppo di lavoro.
Dopo aver salutato tutti lascio l’auditorium.
Che poi, mettiamo che decidiamo di andare a questa festa, come dobbiamo vestirci? Mica andiamo in giro per il campus vestite da hippie.
Questo è forse l’unico college britannico in cui ci sono confraternite, feste hippie senza fumo e fotocopiatrici senza fogli.
 
Ore 9.29
 
-Giuro che sono pronta! Due minuti e sono giù. – urlo dalla mia camera al piano di sopra. Non hanno un briciolo di pazienza, quelli.
-Simona, non rompere le palle! Siamo in ritardo! – mi urla Liam dal piano di sotto. Gli amici di mio fratello sono più rompipalle di lui, a volte.
-Taci Liam, sennò ti castro! – urlo mentre scendo le scale. Mi sento più ridicola di come potrebbe essere la Mountainlion con un tutù rosa. Ok, forse un po’ di meno.
Scendo i gradini insicura; forse è meglio tornare in camera di mio fratello e restare lì per sempre, con qualche scatola di fazzoletti, cioccolatini e guardando il film Le pagine della nostra vita. Bell’idea.
-Muovi il culo! – mi urla Niall, quando arrivo all’ultimo gradino inizio a fare una danza strana con il sedere e mi accerto che non mi stia guardando nessuno, per poi entrare in salone.
-Wow. – sussurra Louis, prendendomi una mano e facendomi girare.
-Alice e Chiara? – chiedo, prendendo la borsa dal divano marrone. Quel divano fa cagare perché, oltre ad essere vecchissimo, è più scomodo di, non so, una mucca.
-Ci raggiungono alla Nona. Possiamo andare, adesso? – mi chiede irritato mio fratello. Alzo gli occhi al cielo. Al soffitto, più che altro.
-Cett cett. – rispondo sbuffando.
Usciamo di casa e ci avviamo verso la Nona lanciandoci battutine sul nostro aspetto non presentabile e maledicendoci per non essere rimasti a casa.
Vedo persone in giro per il campus vestite in modo orrendo dirigersi verso la nostra stessa meta. Dobbiamo avere a che fare con soggetti del genere per tutta la serata.
Una volta arrivati davanti veniamo colti dal solito senso di insicurezza mischiata all’incertezza e alla pigrizia.
-Io propongo di tornare a casa. Siamo ancora in tempo! – suggerisco agli altri.
-Io sono d’accordo con lei. – risponde Louis indicandomi, Niall annuisce.
Mio fratello ci guarda incazzato. Manca poco e gli esce il fumo dalle orecchie.
-Allora, ascoltatemi bene…- dice respirando pesantemente. Sono tentata di scoppiare a ridergli davanti, ma dato le circostanze evito. –Mi avete fatto vestire come un figlio dei fiori, con queste infradito del cazzo scomodissime e mi avete fatto camminare da casa mia fino a qua. Adesso noi entriamo, non mi interessa niente, figli di puttana. – ci minaccia.
Uau, Hazza, sembri quasi un duro. Mi tolgo la coroncina di fiori dalla testa e la poso sui suoi capelli cercando di non ridere.
-Possiamo entrare. – decreta infine Liam ridendo.
Entriamo tutti uno dietro l’altro e subito nell’ingresso troviamo Alice e Chiara che fanno le asociali. Bello.
Mi stacco dalla mandria di mucche in calore per raggiungere le galline, e insieme facciamo a nostra entrata teatrale nella stanza in cui si tiene la festa.
Sono solo le 9.40 e la gente è già ubriaca. Proprio gioventù sprecata.
Le luci sono soffuse, c’è puzza di incenso e portano tutti gli occhiali da sole alla John Lennon. Originalità ♥
Chiara arriccia il naso e sbuffa, sventolando una mano.
-Ma che è sta puzza di Vincenzo?! – urla, per fortuna la sentiamo solo noi. Alice e io scoppiamo a ridere come due pazze, seguite da Chiara, che si è resa conto di quello che ha detto in ritardo.
Una volta riprese, ci avviciniamo alla pista da ballo; infondo alla sala, alla consolle, vediamo il dj parlare con Liam e mio fratello. Questi hanno amici da tutte le parti, oh.
Quel genio di Liam ci riconosce e ci fa segno di andare da loro. Bene, adesso devo essere gentile con una persona in più. Ci avviciniamo, Alice ancora ride per il ‘Vincenzo’ di Chiara e la coroncina di fiori che ha Harry.
Quest’ultimo mi tira per un braccio e mi trascina accanto a lui e davanti il dj.
-Lei è mia sorella Simona, e loro sono Chiara e Alice. – ci presenta Harry.
-Ciao. – rispondo annoiata. Le altre si presentano.
-Ma io ti conosco! – dice il dj ridendo. Aggrotto le sopracciglia e cerco aiuto negli sguardi delle mie amiche, già vedo Chiara e Alice ridere.
-Io no. – rispondo alzando le spalle e facendo per andare, ma questo tizio mi ferma ridendo.
-Sono il ragazzo delle fotocopie! Ricordi? – mi dice. Ragazzo delle fotocopie. Niente. Faccio finta di pensarci, poi annuisco e rido.
-Aaah…no, niente da fare. – mi arrendo, poi la lampadina nel mio cervello si accende. Ma certo! Il giorno prima il signor Shoe gli ha fatto le fotocopie mentre a me no! –Ho capito! Sei quel figlio di puttana a cui Shoe ha fatto le fotocopie e a me no! – gli sbraito contro. Mio fratello mi ferma e si scusa, Liam ci spinge via. Chiara e Alice sono morte dalle risate.
Perché ci dobbiamo fare riconoscere sempre?
 
Alla fine della serata, quando dobbiamo andare via tutti mezzi ubriachi, Harry mi costringe a chiedere scusa a quel tizio.
Lo raggiungo mentre sistema tutte le sue cose e lo chiamo da dietro.
-Senti, ti volevo chiedere scusa per quello che ti ho detto…- mi fermo, e mi giro verso gli altri. –E poi?
Harry e Liam si passano le mani sul viso, gli altri ridono.
-Tranquilla. – risponde lui sorridendo.
-Come ti chiami? – gli chiedo, curiosa. Massì dai, tanto ormai la figura di merda è fatta. Alice e Chiara mi raggiungono.
-Zayn. – risponde passandosi una mano fra i capelli. Scrollo le spalle e me ne vado, lasciandolo con la sua convinzione. Go Simona.

  
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