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Autore: cioshua    18/04/2013    2 recensioni
-Harry, guardami. – gli dico alzando un sopracciglio. Lui mi guarda. –Io sono italiana. Tu no. Io sono un’aspirante giornalista. Tu no. Io sono la Styles figa. Tu no. Io posso, tu….no. Mi dispiace, fratello. – concludo.
-Tu hai problemi, io no. – risponde mio fratello ridendo.
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“E fu così che finì. Nessun ultimo abbraccio, quello che dovrebbe consolarti e augurarti buona vita, senza bisogno di dar fiato alla bocca. Nessun tipico ultimo bacio che va a bagnarsi di lacrime. Nessun "comunque sei stato la cosa migliore che mi sia mai capitata.” Niente di niente. Finì lentamente e in modo strano, proprio come era iniziata qualche settimana prima. In realtà neppure io saprei dire com’è andata veramente. Era una faccenda confusa. So solo che alla fine ci ritrovammo a non aver più nulla da dirci alla sera, senza il benché minimo interesse su come era andata la nostra giornata. Probabilmente perchè tanto sapevamo che era sempre la stessa, o almeno questo è quel che volevamo credere. So anche che venne una sera in cui ci ritrovammo in uno sguardo, uno di quelli che da tempo ormai evitavamo, e capimmo che ci eravamo persi. Ma forse era troppo tardi per ritrovarsi di nuovo."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crediti: Sara_Scrive, thank you 







 
Sottolineo un'altra volta la stessa riga con l'evidenziatore rosa, facendo attenzione a non sottolineare qualche parola in più. La mia fotocopia ormai è diventata completamente rosa fosforescente. Sbuffo, guardando le mie migliori amiche.
-E' tutto importante. E' inutile evidenziare... Non possiamo fare un riassunto del riassunto. - dico loro sbuffando di nuovo. Rubo la fotocopia di Chiara e mi alzo dal tavolo dell'aula magna. Ogni volta che dobbiamo studiare veniamo sempre qua; assoluto silenzio e nessuno che ci disturba.
-Vado a fare altre fotocopie. - annuncio a quelle due sfigate. Chiara annuisce annoiata mentre cerca di seguire ciò che Alice le sta ripetendo.
Mi avvio verso la segreteria con i mille fogli in mano, passando davanti alle porte chiuse delle aule. 
Quest'anno, la Goldsmiths College ha lanciato un nuovo progetto: "Londra apre le porte - le università adottano la città."; le università londinesi, non solo la nostra, "adottano" dei monumenti che prima d'ora non sono mai stati aperti al pubblico, o lo sono stati casualmente. La Goldsmiths ha adottato il "Marble Arch", perciò per la prossima settimana noi studenti abbiamo il permesso di saltare le lezioni per studiare la storia di questo arco.
Arrivata in segreteria chiedo del signor Shoe per fare delle fotocopie e la signora Cettina gentilmente me lo chiama.
-E' possibile mai che sei sempre qui? - mi chiede esasperato il signor Shoe, alzando le braccia al cielo. Mi sono sempre chiesta come mai un signore della sua età possa ancora lavorare qui. Voglio dire: la Goldsmiths è l'università più prestigiosa di Londra, ma io e i miei amici ne abbiamo fatte passare di tutti i colori al signor Shoe e alla signora Cettina.
-Signor Shoe, ho bisogno di fare delle fotocopie la prego…è per Londra apre le porte! – lo supplico nel vero senso della parola. Se questo nonnetto non mi fa fare le fotocopie lo uccido proprio.
-Sono finiti i fogli, signorina Styles, mi dispiace. – mi dice scrollando le spalle e tornando dentro il suo ufficio. Io rimango con la bocca schiusa e le braccia aperte.
-Ma…ma…può essere mai che alla Goldsmiths College, l’università più famosa e prestigiosa di Londra non ci siano i fogli per fare delle fotocopie?! – sbraito contro nessuno in particolare, mentre mi avvio frustrata fuori dalla segreteria.
Mi passa accanto una persona, pestandomi il piedo. Cerco di trattenermi dall’urlare qualche parolaccia e mi afferro il piedo.
-Ma stai attento porca puttana! Non mi sento più il piedo! – gli urlo contro, ostinandomi a non guardarlo in faccia. Sento le risate della signora Cettina e del signor Shoe.
- Mi dispiace, non volevo. – si scusa il killer di piedi, ma certo, a parole siamo tutti bravi. Alzo lo sguardo e lo punto in quello del tizio-ti-uccido-il-piedo e…mamma mia. Per esser figo è figo.
-Ritieniti fortunato perché ci sono testimoni oculari, oggi è una giornata no, baby. – gli dico trucidandolo con lo sguardo. Lui ride divertito e si passa le dita della mano fra il porcospino che tiene in testa, più comunemente chiamato come ‘ciuffo’ anche se non è abbastanza dispregiativo per quell’istrice che ha addosso.
-Che c’è, ciuffo, ti sei perso nella mia bellezza, eh? – dico ammiccando prima che riesca a fermare le parole. Perché ovviamente Simona si deve fare riconoscere sempre ovunque, giusto.
-Veramente stavo pensando che la signora Cettina oggi è molto sexy, ma…fai tu. – mi risponde sorridendo e sorpassandomi. Ma come si permette?! Sarà qualche novellino che si sente tutto figo e furbo. Pft ancora non sa chi comanda in questa università/asilo nido. Perché sì, le università dovrebbero ospitare studenti maturi. Tutto quello che io e i miei amici non siamo. Ma vabbè, piccoli dettagli. Senza di noi questa scuola fallirebbe.
Sbuffo adirata e cammino nuovamente verso l’uscita della segreteria.
-Dovrei fare delle fotocopie, signor Shoe. – sento parlare quel ragazzo dietro di me. Mi blocco e mi volto a guardare quei due confabulare.
-Ma certo, ragazzo! – gli risponde il signor Shoe, sorridendogli. Spalanco la bocca basita.
-Tu! Bidello ingrato! Ti ho accudito per tre anni e tu come mi ripaghi?! Complimenti! – gli grido contro, raggiungendoli a passo svelto.
-Andiamo, Styles, sono finite le cartucce, è meglio che te lo ricopi a mano…- mi liquida con un gesto della mano. Ora gliela faccio vedere io la mano al nonnetto.
-Senta, signor Scarpa, veda di farmi ste fotocopie che non ho molto tempo. – lo incito con un sorriso maniacale, porgendogli le fotocopie di Chiara.
-Niente da fare, Styles, l’ultima fotocopia che ti ho fatto era la terza. Finiremo per rompere la fotocopiatrice per colpa tua! – mi rimprovera severo. Ma guarda un po’ sto vecchietto.
-Senta, piccolo gnomo malefico, ho solo cinque giorni per scrivere e consegnare un articolo alla professoressa Wilson e ho bisogno di quelle fotocopie. – lo minaccio puntandogli contro il dito.
-Le mie fotocop- inizia il ragazzo, ma io e il signor Shoe/Scarpa lo interrompiamo urlandogli “STA’ ZITTO!”.
-Ragazza, c’è la libreria all’angolo che fa le fotocopie. 3 £ a foglio, un affarone! – mi incoraggia il vecchio, sorridendomi.
-Minchia, un affarone! – gli rispondo sarcastica, ruotando gli occhi. Andrà a finire che non scriverò mai l’articolo e qualcun altro prenderà il mio posto, me lo sento.
-Suvvia, Simona…hai scelto tu di fare Giornalismo, non è un mio problema se non hai abbastanza tempo per scrivere e consegnare l’articolo. – mi da una pacca sulla spalla con fare paterno. Ma vedi ‘sto stronzo! Altro che bidello tenero e affettuoso! Dov’è finito il signor Shoe del primo anno? Mah, sti vecchietti d’oggi.
-Vada a fanculo, signor Scarpa. – gli dico abbattuta, e con il broncio esco finalmente dalla segreteria.
Una volta arrivata in aula magna trovo quelle due nella stessa condizione in cui le ho lasciate prima, solo con i ruoli invertiti: Alice morente sul tavolo che fa finta di ascoltare Chiara e quest’ultima che ripete.
Chiara segue il corso di Teatro e eccezionalmente ci sta aiutando con questo progetto, presentando al pubblico l’arco. Alice, che segue il corso d’arte, è preparata da quasi un mese su questo argomento, ma le ho comunque costrette tutte e due a ripassare e ripetere ancora. Mancano solo cinque giorni, abbiamo pochissimo tempo; sabato alle ore 9.00 inizierà il nostro turno e staremo lì fino alle 13.00, mentre domenica avremo il turno pomeridiano e faremo dalle 16.00 alle 18.00. Estenuante.
-Quell’idiota di Shoe non mi ha fatto fare le fotocopie. Sono nella merda. – annuncio tristemente alle altre due.
-Simona, facciamo una pausa. – mi dice/implora Chiara, Alice annuisce. Annuisco anche io di rimando.
Sistemiamo le nostre cose dentro le borse e usciamo dall’aula magna, percorrendo i corridoi del college che ormai conosciamo come le nostre tasche. Io, Alice, Chiara e mio fratello Harry ci siamo trasferite qui dall’Italia. Io e Harry siamo fratellastri, quando mia madre si è sposata con suo padre ci siamo trasferiti qui a Londra, tre anni fa, e poi ho conosciuto le mie migliori amiche. E anche i migliori amici di mio fratello, quelle teste di cazzo.
Mentre ci avviciniamo al portone principale, ci passa accanto la professoressa Mountainlion, a cui cade un foglio dalla borsa. Mi affretto a raccoglierlo e la fermo per restituirglielo.
-Ecco prof, le è caduto questo. – le dico porgendole il foglio e sorridendole. Meglio tenercela buona, a questa.
-Grazie, Clara. – risponde sorridendo, e dopo aver preso il foglio se ne va.
Dire che ci sono rimasta di merda è dire poco.
 
Appena arrivati al campus entriamo nella nostra casa/appartamento/villa sfasciata più piccola di un buco, con la sola fortuna di essere a due piani, dove troviamo mio fratello con i suoi amici.
Racconto a tutti l’episodio che è successo poco prima in segreteria, tutti ridono.
-Perché queste cose non capitano a me? Perché non posso trovare anche io una ragazza figa in segreteria? Uff. – dice sconsolato Harry.
-Harry, guardami. – gli dico alzando un sopracciglio. Lui mi guarda. –Io sono italiana. Tu no. Io sono un’aspirante giornalista. Tu no. Io sono la Styles figa. Tu no. Io posso, tu….no. Mi dispiace, fratello. – concludo.
-Tu hai problemi, io no. – risponde mio fratello ridendo. Ridiamo insieme a lui.




CIAO A TUTTI!
L'idea di questa fan fiction mi è venuta mentre studiavo con la mia migliore amica Chiara nell'aula magna della mia scuola.
Questo progetto esiste davvero, ed è chiamato 'Palermo apre le porte'.
Fatemi sapere che ne pensate della storia.
Simona<3

  
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