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Autore: LostHope    02/06/2013    1 recensioni
Un videogioco comparso nel nulla e dai lati strani, inusuali, può portare alla distruzione del mondo che noi conosciamo ?
Tre ragazzi vengono catapultati in un nuovo mondo pieno di creature fantastiche, combattimenti e personaggi fuori di testa, sotto l'occhio vigile e pazzo di Purple Joker, il creatore di Wop.
Legati ai loro personaggi del gioco, dovranno sopravvivere e raggiungere il Castello dell'Oblio, per battersi e aggiudicarsi il trono.
Ma riusciranno sopravvivere ?
E chi è K,il personaggio del protagonista, che ha scordato il suo passato ?
Queste domande troveranno una risposta (oppure no) in questa fiction folle e senza via d'uscita.
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Tutto ciò è nato da una canzone ... oh lol
Genere: Avventura, Demenziale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ufficio era in disordine, come sempre del resto.
La scrivania era piena di fogli colorati e appunti, come sempre, buttati e sparsi ovunque, il gigantesco computer alla parete lampeggiava e un odore di caffè riempiva la stanza e dominava su quello di chiuso.
Lui era disteso di schiena sul tavolo posto al centro della stanza, con la testa appoggiata al bordo e con gli occhi fissi alla scrivania, mentre si girava i pollici, annoiato.
Vedeva, anche se sottosopra, la schiena di un uomo seduto alla scrivania, vestito con una camicia a quadri rossa e dei pantaloni neri sporchi.
Disegnava e scriveva da due ore, come sentenziava l’orologio da muro sopra la sua testa.
“Che noia …” si girò a pancia in giù, sbuffando e appoggiando i gomiti sul tavolo “Non hai ancora finito ?”
“Per la perfezione ci vuole tempo …”
“Ma almeno sapere cosa fai ? Sei carino quando fai il misterioso, ma è da ore che stai lì …” gli occhi di Lui si accesero di curiosità.
L’uomo alla scrivania si grattò i ricci biondi con una matita viola e rispose “Sto disegnando te.”
La creatura tirò un fischio, ammirato, e scese dal tavolo con un salto, atterrando vicino alla scrivania.
Guardò il disegno e si morse il labbro inferiore, in contemplazione.
“Ti sembro così divertente ? E così colorato ? Non mi piace il viola … vuoi che appaia così ? Ma perché ?” C’era irritazione nella sua voce.
“Calmo.” L’uomo sorrise “È solo che, secondo me, per il tuo ruolo, questo aspetto ti doni molto.”
La creatura si appoggiò al muro e lo fissò negli occhi, mentre afferrava con una mano un libro, nascosto tra i disegni “Vedo che l’hai finito …”
Spostò il suo sguardo dagli occhi azzurri dell’uomo solo per guardare la copertina di pelle e accarezzarla, mentre lo apriva.
Lo sfogliò velocemente, facendo una faccia perplessa, davanti ad una pagina in particolare.
Non gli andava giù … non gli andava giù per nulla !
“Perché ? Spiegami, ora, perché l’hai aggiunta ?!”
“Ci deve sempre essere un motivo, per aggiungere un personaggio ad una storia ?”
“C’è sempre un motivo, Edgard !” Lui strinse le mani attorno al libro e si succhiò il labbro inferiore.
Lo faceva sempre, quando era nervoso e frustrato. “Soprattutto se aggiungi lei !”
Edgar sospirò e gli porse il disegno, completato e colorato “Ho fatto. Mi fai vedere come viene ?”
La creatura lasciò il libro e guardò la figura che teneva tra le dita, sospirando.
Gli occhi azzurri di Edgar fissavano estasiati i lineamenti di Lui che mutavano, che si trasformavano seguendo la traccia viola disegnata su quel foglio.
“Ho sempre adorato il tuo modo di trasformarti !”
“Mmmh …” Quell’aspetto lo faceva sentire ridicolo.
“E ti ringrazio di essere rimasto con me” l’uomo sussurrava, facendo scorrere piccoli brividi alla schiena di Lui “Anche … dopo la sua …”
Uno scatto e l’uomo si trovava per terra, con Lui seduto sullo stomaco e che gli copriva la bocca con una mano guantata e bianca. I suoi occhi erano rossi e il viso era contratto in una smorfia di rabbia e dolore.
“Non ricordarlo !” soffiava, furioso “Non ricordarmelo !”
Edgar cercò di scusarsi, ma il guanto di Lui gli impediva di parlare.
“È solo per via del Contatto che sto con te” la creatura si rilassò e liberò il biondo dalla presa, aiutandolo ad alzarsi da terra.
Edgar lo sapeva bene: tutto quello che stava succedendo e quello che aveva progettato era stato reso possibile solo grazie al Contatto.
E ne serviva un altro, per mettere in atto la sua vendetta.
“Sai, vero, quello che devi fare ?” l’uomo frugò in uno dei cassetti della scrivania e Lui fece di sì con la testa, stanco.
A volte, Edgar si dimenticava con chi aveva a che fare e lo trattava come un bambino.
Ma Lui sapeva benissimo il suo compito.
“Aspetterò che giunga la persona giusta” tornò a distendersi sul tavolo “Poi farò scattare l’incantesimo e darò via al gioco.”
Edgar sorrise, compiaciuto, e anche Lui sorrise, osservando il suo viso.
Non riusciva proprio a guardare qualcosa che non fosse quell’uomo dai dolci riccioli biondi.
Lo trovava bellissimo. Perché era pazzo: il suo cuore era già donato, ovviamente, ma questo non voleva dire che non potesse amare quella meravigliosa pazzia che fuoriusciva da quella figura.
Come un pittore che contemplava con amore e affetto la sua migliore opera.
Era proprio meraviglioso.
Anche mentre si puntava la pistola che aveva tirato fuori dal cassetto alla tempia.
“Ti ringrazio” l’uomo aveva gli occhi lucidi “per tutto quello che hai fatto per me … e quello che hai tentato di fare per lei …”
La creatura era rimasta impassibile davanti all’arma, ma scosse la testa per colpa di quello sguardo così azzurro.
“È solo per il Contatto …”
Edgar rise, triste “Mi piace di più quando non fai il serio … sai ?”
Lui guardò verso l’alto “Già.”
Lo sparo lo fece tremare e sentì freddo.
Il Contatto precedente era stato reciso.
Si rimise in piedi un'altra volta, per avvicinarsi al cadavere con il volto distrutto e sporco di sangue.
Ne raccolse un po’ con il dito e se lo portò alla bocca.
Gli occhi si dilatarono e il suo sorriso si allargò, trasformandosi in un ghigno terrificante.
Gridò, isterico, con la voce modificata e stridula “OOOH, SIGNORE DELLE MOSCHE ! UN SACRIFICIO È STATO FATTO A ME, MARCHESE DELL’INFERNO, FIGLIO DI ASPHIXIA E PAZUZU ! UN CONTATTO È STATO CREATO !”
Con il dito sporco, tracciò dei segni sullo schermo lampeggiante del computer, che smise, di colpo, di mettere luce.
Continuò a scrivere e rise, isterico.
Lo schermo si fece completamente buio e la sua immagine venne riflessa: un uomo con al posto della testa una zucca verde con dei fori quadrati per occhi e bocca. Il naso era a punta ed era vestito da clown, con un cappello da giullare e una tuta da pagliaccio viola con stelle nere ricamate sopra.
“SIGNORE DELLE MOSCHE, LE CHIEDO DI DARMI IL PERMESSO DI COMPIERE IL MIO DOVERE !”
Lo schermo si riaccese e assorbì i segni rossi sullo schermo, lampeggiando velocemente.
Il clown rise, impazzito.
“Il qui presente Marchese Orias” gracchiò “da inizio al Gioco !”
La luce del computer era fortissima e lo investì.
This is a Happy Start ! BE HAPPY NOW !”

Mi prenderei molto volentieri a calci nel sedere ... ma per davvero -.-
  
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