It's dark inside
Louis,
con il rosso, ha uno strano rapporto di odio e amore.
Lo odia
perché gli fa perdere del tempo quando illumina il semaforo,
lo odia
perché se pensa alle rose in quel modo, le vede troppo,
eccessivamente romantiche,
ma lo ama perché è il suo colore preferito,
perché molti pantaloni
sono tinti in questo modo, ma per la prima volta, ha trovato quel
colore, stranamente neutro.
Non gli ispira nessuna sensazione.
Le
pareti della casa di Harry sono tinte di un rosso corallo, in alcune
parti quasi arancioni ed il fatto che sia tutto così
dannatamente
sprizzante di gioia, quasi, gli fa venire la nausea.
"Vuoi
qualcosa?" si distrae per qualche secondo dalle interessanti
pareti che
stava osservando e
scuote la testa, apprezzando però il fatto che fosse almeno
stato
gentile.
"Quanto dovrò stare fermo?" domanda poi,
mentre i suoi occhi vagano su un quadro di una ragazza ritratta da
vicino, così da mettere in mostra ogni minimo particolare
posseduto.
"Cercherò di fare in fretta", risponde, una
volta compreso lo stato d'animo di Louis.
Louis non ama l'arte.
Pensa che Dio si sia già abbastanza impegnato a farlo
nascere così
com'è, perché Louis, oltre che di apparenze, vive
di un'ambigua
vanità. Viaggia dall'essere perfettamente convinto della sua
bellezza al trovare in sé ogni difetto possibile.
Non dice altro,
velocemente, si sfila il giacchetto non troppo pesante che portava,
per poi appoggiarlo sullo schienale di una sedia lì vicino,
passa
alla maglia e in tutto, può notare che Harry cerchi di
guardare
qualunque cosa che non sia lui.
La cosa lo diverte, eccome.
"Non
hai mai visto un ragazzo nudo? Guarda che sono fatto come te"
mormora appena di saperlo, quasi che Louis non riesce a
sentirlo.
Riesce a notare, però, quasi tutti i brividi che lo
percorrono in quel preciso istante, perché davvero,
quell'Harry, è
un ragazzino.
È quando si volta verso di lui, portandosi allo
stesso tempo le mani ai bottoni jeans che quello spalanca gli occhi
grandi a dismisura ed arrossire ancora di più se possibile.
Distacca
lo sguardo dalle mani di Louis e cerca di mettere in ordine i
pennelli, cercando di ricordarsi quale vada usato prima e quale dopo,
bensì sia da una vita che li usa.
Louis non si vergogna a stare
nudo.
Lo rende libero e non gli importa se davanti ha un ragazzino
palesemente gay quanto lui.
Scalcia i jeans per terra, ai piedi
del divano e porta le mani all'elastico dei boxer, prima che il
ragazzino lo fermi.
"N-Non importa adesso, tanto non riuscirò
ad arrivare..." Louis lo vede indugiare per qualche secondo e
poi "lì"
mormora a bassa voce.
Louis annuisce con se stesso e rimane
immobile, semi-nudo davanti all'altro, il quale lo osserva con un
certo imbarazzo.
"Quindi? Non mi dici come mi devo mettere?"
è strano.
E' strano perché quel ragazzo gli fa venir voglia di
parlare.
"Come?" chiede quasi allucinato, "Devi...
Sii solo naturale" Louis non capisce che cosa intenda, ma
comunque si siede sul divano alquanto comodo e fissa Harry davanti a
lui, con le mani tremanti.
Osserva i pennelli che ha tra le dita,
oscillare piano e quasi impercettibilmente, ma Louis adora, ama
fissare e concentrarsi su qualcosa o qualcuno ed Harry per quel
frangente di tempo, sarà il suo principale interesse.
Lo guarda
sedersi, quasi cadere a momenti, cercare di fare tutt'altro che
guardarlo negli occhi, mordersi il labbro inferiore e grattarsi
nervosamente un braccio, e si diverte terribilmente, perché
pensa a
quando verrà davvero il momento più divertente di
tutta la
faccenda: perché farsi ritrarre così è
quasi noioso.
Ed è
proprio così che fa alla terza volta in cui si incontrano,
non gli
chiede nulla, semplicemente si comincia a spogliare come al solito e
poi si leva anche l'ultimo indumento che ha sempre imbarazzato
Harry.
Sbircia da dietro la tela, giusto per vedere che cosa abbia
fatto e può felicemente notare che Harry abbia solo
tracciato i
contorni del suo corpo e qualcos'altro che non riesce a capire
intorno qua e là.
"Non avresti dovuto vederlo fino
alla fine," commenta una volta entrato nella sala, per poi
notare la sua effettiva e certa nudità.
"Perché, scusa?
Disegni davvero bene, ragazzino" si va a rimettere nella stessa
posizione di prima ed il viso di Harry non prende fuoco, di
più.
Passano quasi dieci minuti e le parole combattono contro la
lingua di Louis per uscire, come un bisogno elevatissimo di
farlo.
"Stai tremando," sul suo viso si forma un piccolo
sorriso ed Harry, concentratissimo, presta davvero poca attenzione a
quello che sta dicendo "dovresti vederti."
continua.
"Rilassa il viso" gli dice solo la voce di
Harry e lui lo fa, continuando in quel modo fino alle otto e mezza,
ora in cui entrambi decidono che possa bastare.
Louis non è mai
stato così lento a rivestirsi e ogni movimento sembra fatto
di
proposito per farlo morire di imbarazzo.
"Mercoledì alle
tre?" chiede Louis per aver conferma mentre si infila la
maglia.
"C'è una cosa che devo dirti." annuisce
brevemente, riuscendo a chiudere i bottoni dei jeans. "La mia
professoressa vorrebbe che portassimo il nostro soggetto in classe"
abbassa lo sguardo e Louis scuote la testa, quasi infastidito.
"Non
mi avevi detto una cosa del genere. Il mio manager non sa nulla di
questa storia e così deve rimanere. Finito questo,"
indicò il
ritratto girato "ognuno tornerà alla propria vita" l'altro
fa per dire qualcosa, ma Louis è già fuori da
casa sua e sente
l'irrefrenabile voglia di arrabbiarsi con qualcuno al limite della
sopportazione.
Quando squilla il suo cellulare, con il numero di
Paul a lampeggiare sullo schermo, decide che sì, per una
notte può
mandare a fanculo tutto.
Si assicura che la macchina sia chiusa, e
lasciando di proposito il cellulare all'interno, si incammina
velocemente nel semi-buio di Londra.
*****
Niall si sente particolarmente stupido, in questo momento; o almeno dovrebbe, visto che nel bel mezzo della sua lezione di letteratura inglese ha la mano sotto al mento, lo sguardo perso nel nulla e un sorriso da ebete. Pensa ancora a quel ragazzo troppo bello per essere vero; Zayn.
Che nome, Zayn! È bellissimo -come lui, d'altronde. È così asiatico, musicale, particolare, mistico, affascinante, sconosciu...
In quel momento, prima che possa finire l'ultima definizione, la sua compagna di corso Danielle gli tira una gomitata.
“Mh, Nialler? Il professore sta per farti i complimenti migliori del secolo per la tua tesi su Christie e il suo Segreto di Chymneis, e tu te lo stai perdendo” gli fa notare, sotto voce, un secondo prima che il professore lo guardi e lo trovi, fortunatamente, attento; meno male, perché a vedere la sua espressione inebetita e felice avrebbe potuto avere seri dubbi sulla validità del suo ultimo compito.
Questi continua ad elogiarlo, e Niall tenta in tutti modi di restare a bocca chiusa; davvero, ci prova con tutte le sue forze, ma ormai tutta la classe -compresi tutti i suoi compagni di corso, tutti i suoi professori e probabilmente l'intero istituto, visto che a Niall basta che una persona respiri per iniziare a farci conversazione- sa già che gli è impossibile. Per questo, Niall scatta in piedi: “oh, grazie professor Grigg, è stato merito dei fantastico libro che ho comprato nella libreria qui vicino!”
Danielle intuisce subito che c'è qualcos'altro dietro, e siccome vuole essere l'unica a saperlo lo tira da un braccio e lo rimette seduto, fra il lieve ridolio all'interno dell'aula.
Inutile nasconderlo, anche il professor Grigg ridacchia leggermente, perché dopotutto, anche se così vivace e rumoroso, Niall è il suo migliore allievo. È strabiliante; curioso, pieno di energia e voglia di dare il meglio di sé, ha un'intelligenza vivace che gli consente di fare di tutto. Fortunatamente, la materia che insegna è la sua preferita, e Niall non si perderebbe una sua spiegazione per nessun motivo al mondo, per cui non chiacchiera durante le lezioni; beh, almeno fino a quel momento. È raro che si distragga, ma il pensiero di Zayn l'ha davvero strappato all'interessante discussione sui contemporanei di Agatha Christie. A proposito, stava dicendo -pensando; Zayn, un nome sconosciuto. Sì, sconosciuto come il ragazzo a cui appartiene; perché, purtroppo non può dire di no, Niall sa ancora pochissimo su di lui.
Per un secondo ripensa al suo ultimo ragazzo, Josh, di cui sapeva qualsiasi cosa, e un sorrisetto triste appare sulle sue labbra; gli piaceva un sacco, Josh, davvero tanto. Sono passati più di due anni da quando si sono lasciati, e fino ad ora non si è mai innamorato di nessuno; riteneva impossibile dimenticare i suoi occhi belli, i momenti trascorsi insieme. Deve sopratutto a lui il fatto di essersi iscritto al corso di letteratura inglese, come potrebbe smettere di pensare a lui visto che è legato a quella scelta così importante? Ma adesso, lo studio, i libri e gli autori sono legati anche al libraio, a Zayn, con il suo modo strano e bellissimo di sorridere leggermente e la sua aria un po' distaccata dal mondo. Vuole conoscere ogni suo minimo particolare, scoprire tutte le sue espressioni, sentire la sua risata.
Muore dalla voglia di rivederlo, deve assolutamente parlargli: dopo la chiacchierata al bar, poi!
E gli si presenta subito un'occasione interessante, perché il professore lascia loro come compito quello di leggere un romanzo di Sayers; il quale adesso che ci pensa è anche l'autore di cui aveva parlato, per qualche secondo, con Zayn durante il loro primo incontro alla libreria. Sospira, sorridendo felice come un idiota, prima che gli arrivi la seconda gomitata di Danielle.
Sì: Niall non vede decisamente l'ora di rivederlo, con i suoi occhi troppo scuri e quella voce troppo calda.
******
Quando Niall entra nella libreria dove lavora il ragazzo su cui ha praticamente fantasticato tutta la giornata, senza risparmiarsi vari sorrisi al nulla e numerosi sospiri da idiota, non può fare a meno di sorridere come se il mondo si fosse improvvisamente popolato di unicorni e camminasse su soffici nuvole rosa.
Eppure, nel momento in cui entra nel negozio, Zayn seduto alla scrivania non da' segni di averlo notato; inizialmente ne è deluso, ma poi il suo solito ottimismo lo induce ad accorgersi che il ragazzo sta leggendo un libro che probabilmente lo sta coinvolgendo a tal punto da esiliarlo dal resto del pianeta. Per questo, senza perdere il suo sorriso, si avvicina alla scrivania e poggia, senza esitazioni, le mani sul piano.
“Ehi!” esclama, facendolo sobbalzare per la sorpresa. “Non si saluta?”
Zayn gli concede un lieve sorriso. “Non ti ho sentito entrare, scusa.”
“Fa niente” si stringe nelle spalle Niall, per poi sorridergli. “Mi aiuti? Mi serve Sayers.”
“Cinque piste false?”, propone Zayn. “Oh, anzi, aspetta. È a tua scelta o devi leggere un libro specifico?”
“Mi fido di te” fa allora il ragazzo, con un'aria così semplice e sincera che Zayn potrebbe perfino arrossire, e Niall lo noterebbe; ma, ripensandoci, la sua pelle scura probabilmente coprirebbe il rossore. Solo allora il ragazzo si risveglia dai suoi pensieri circa l'arrossire dell'altro, e si rende conto che si è perso una parte del suo discorso; lo ferma dal parlare, ridacchiando.
“No, scusa Zayn, non stavo ascoltando” ammette, e Zayn gli rivolge un sorriso incerto, ma gentile.
“Dicevo” ripete, “posso consigliarti, ma non ho idea del programma scolastico che tu stia seguendo. Quindi...sicuro che cinque piste false vada bene?”
Niall sembra quasi irritato adesso, e quell'espressione non sta proprio bene sul suo viso, Zayn ci pensa fra sé e sé e a stento riesce a reprimere una mezza risata. “Ho detto che va bene qualsiasi cosa tu dica, Zayn.”
“Va bene” si arrende il ragazzo, e l'altro riacquista subito il sorriso che Zayn ricambia un po' timidamente.
Posa il libro sulla scrivania, batte alcuni tasti sulla cassa, prende lo scontrino e fa per porgerglielo, quando sembra ricordarsi di qualcosa. “Scusa, non te l'ho chiesto, stai cercando altro?”
Niall non è mai stato bravo a flirtare, davvero. Non gli piacciono certe cose, le frasi fatte che stupiscono solo in un primo momento e poi sembrano quasi squallide, le odia con tutto se stesso; per questo, quando risponde “te” senza nemmeno pensarci, si morde la lingua un secondo dopo.
Trascorre un attimo. Adesso le possibilità sono due: o si scioglie e gli promette eterno amore, oppure lo caccia dalla libreria lanciandogli il libro di Sayers dietro, vietandogli l'accesso al negozio fino alla fine dei suoi giorni. Perciò Niall, perso nel chiedersi quale delle due sia più plausibili, sobbalza quando sente Zayn ridere.
“Ti prego, non farlo mai più” ride, con una risata che Niall non si sarebbe mai aspettato, “queste cose di solito me le dicono le ragazzine allupate del liceo!”
Niall si sente arrossire fino alla punta dei capelli. “Giuro, mi è scappato” ridacchia in imbarazzo, “non sono, ehm, una ragazzina allupata. Però, il discorso era...”
Prende un bel respiro profondo, ma raccogliendo l'aria troppo velocemente; non sa bene se sia per quello o per ciò che sta per dirgli, ma la testa improvvisamente gli gira forte. “...Zayn, ti andrebbe di fare una passeggiata con me? Magari giovedì?”
Vede la sorpresa mista all'esitazione sul viso del ragazzo, perciò si affretta ad aggiungere dettagli. “Come amici, intendo! Parliamo un po' di libri, ci prendiamo un gelato, andiamo al parco, poi magari se c'è mia nonna con i cani ti faccio conoscere il suo chihuahua e...”
“Va bene, va bene” lo ferma Zayn ridendo lievemente, fermando quel fiume di parole. “Allora, giovedì? Qui finisco alle sei.”
“Alle sei” ripete Niall, con un sorriso che si allarga praticamente fino alle orecchie. “Giovedì.”
Zayn gli fa un sorriso, leggermente in imbarazzo. “Però niente chihuahua” aggiunge dopo un secondo, rabbuiandosi tutt'a un tratto, “sono animali...strani. Come degli incroci fra cani e topi.”
Niall esplode a ridere, fortissimo. È probabilmente la risata più forte che Zayn abbia sentito, ma anche più sincera e...contagiosa! Si ritrova a ridacchiare anche lui, anche se era serissimo riguardo ai chihuahua.
“Okay, okay, niente chihuahua” afferma Niall, tentando di riprendere fiato. Controlla l'orologio, si accorge che dovrebbe essere a lezione già da un quarto d'ora -e stranamente non gliene importa più di tanto- e poi, sorridendo, prende la busta dalla scrivania.
“Bene, quanto devo pagare?” fa poi, e Zayn abbassa gli occhi dai suoi, che stava osservando mentre lui non ne era a conoscenza. “Oh, non...offre la casa, okay?” gli sorride, leggermente imbarazzato. Niall fa per ribattere, ma è davvero troppo in ritardo e Zayn non da minimi segni di cedimento.
“Giovedì tocca a me” fa poi, fingendosi offeso e dirigendosi verso l'uscita della libreria. Si volta prima di aprire la porta, incontrando il sorriso di Zayn ancora timido, ma felice.
“Ci vediamo?” sorride, entusiasta. Sa che non c'era bisogno di chiederlo, ma vuole sentire la sua voce prima di andarsene.
Zayn annuisce, sorridendo un po' di più.
“Ci vediamo.”
*****
Louis
ha male alla testa, quel giorno, gli gira vorticosamente da qualche
ora e Harry non lo sta decisamente aiutando.
Rosso in viso come al
solito, la mano tremante che scorre sulla tela, i suoi occhi verdi
che cercano di guardalo solo quanto sufficiente per riportare tutto,
i ricci scompigliati di chi ha dormito l'intero pomeriggio e quella
minuscola rughetta sulla fronte a segnare la sua
concentrazione.
Louis lo troverebbe perfino adorabile se non
sapesse che Harry non sia decisamente il suo tipo: troppo pulito,
ecco.
"Mi stanno andando in cancrena le ginocchia",
enfatizza ad un certo punto, cercando di non muoversi.
E' nudo su
quel divano ormai da quasi due ore e non che gli dia fastidio, anzi,
solo che Harry sembra così dannatamente lento. "Quanto
manca?"
ed Harry, quasi esasperato, alza finalmente lo sguardo su di
lui.
"Devo finire una cosa, prima", Louis annuisce,
mentre guarda Harry prendere due piccoli barattoli pieni di tinta dal
pavimento.
Li esamina come se fossero provette da laboratorio, in
ogni piccola parte, minuziosamente, come a voler scorgere qualcosa
che non è dato a vedere a nessun essere umano.
"Che stai
facendo?" chiede, infatti.
"M-Mi stavo chiedendo, tra
questi due colori, quale si accosti meglio al colore dei tuoi occhi
sulla tela" si morde il labbro mentre lo dice e Dio, Louis
vorrebbe prenderlo a schiaffi e dirgli che così non va, che
non deve
farlo, che deve tenersi i denti dentro la bocca e le labbra al
proprio posto.
Comunque si alza e lo raggiunge a passo non troppo
svelto, cadenzato come tutti i suoi movimenti di sempre.
Guarda
oltre i contenitori racchiusi nelle mani di Harry e solleva un angolo
della bocca: ha delle mani davvero, davvero grandi.
Quasi ride di
quel suo stesso pensiero.
"Rosa o rosso, dici?" che poi,
andiamo, davvero il rosa?
Annuisce soltanto e Louis, sempre con un
movimento lento, infila l'indice all'interno del barattolo contente
il rosso.
"Il rosa è per i cuccioli, Harry, ti sembro un
cucciolo?", sorride mentre appoggia il dito sulla guancia di
Harry, proprio sulla fossetta, marchiandola del colore del fuoco. "Il
rosso è il colore della passione" e sì, ne
è certo, quel
ragazzino sta per morire dall'imbarazzo.
******
In realtà sono passati solo pochi giorni, ma giovedì è arrivato e Niall aggiungerebbe volentieri un finalmente. Sono le sei precise, anzi, mancano meno di cinque minuti; è davanti alla libreria, con le mani in tasca e un pizzico di nervosismo addosso. Conta come appuntamento? Andrà bene? Oh, cielo, speriamo che non parli troppo. Una volta, al liceo, durante un appuntamento ha parlato così tanto -e solo lui- che alla fine il ragazzo in questione l'ha mollato lì per strada dicendogli di fidanzarsi con un muro, tanto sarebbe stato lo stesso.
Fa un piccolo sbuffo pensandoci, ripromettendosi che lascerà parlare tanto anche Zayn quella sera. In realtà Zayn non sembra notare molto quanto parli, salvo quella volta al bar; ma ha tutto il tempo di scoprirlo, di lasciarlo parlare, anche perché vuole sapere qualcosa di lui. Pensa che Zayn sia solo una persona molto introversa, che magari si apre con le persone solo nel momento in cui sono molto vicine a lui, e non si preoccupa più di tanto. Questa, sicuramente, è un'ottima occasione per conoscerlo meglio.
È così immerso nei suoi pensieri, nel cercare di trattenere quel sorriso che tenta di nascondere, da non accorgersi che sono le sei e che Zayn arriverà da un momento all'altro; infatti, sente qualcuno chiamarlo e si volta subito, sorpreso.
“Ciao” gli sorride Zayn, e finalmente è giovedì e finalmente sono le sei e finalmente non deve più nascondere nessun sorriso.
Note delle autrici
Ciao c: sono Seele e vi dico già da ora che adesso io non dovrei decisamente essere qui, dovrei dire a She Flies che tocca a lei farle, ma non ho proprio resistito. Cioè, guardate la meraviglia del suo Louis con Harry: ebbene sì, perché mentre io mi sono occupata della Ziall, tutto il Larry di questo capitolo -il fantastico Larry di questo capitolo, ovviamente- è tutta opera di She Flies. E voi dovete osannarla. Chiaro?
Adesso scappo, prima che She Flies si accorga che le note autrici toccavano a lei -spero che non se la prenda, altrimenti mi può sgridare per messaggi. È che è troppo brava, scusatemi.
Al prossimo aggiornamento! c: