VI.
Non lasciare mai che qualcuno ti faccia sentire come
se non meritassi ciò che vuoi.
10 reason to
hate you
Flowers to a
ghost – Thriving Ivory
-Davvero
non ti sembra strano vedermi cosí?- Chiese Elena
alzandosi dal divano per mostrare la pancia tonda e soda.
-Davvero.-
Fu la semplice risposta del ragazzo biondo che era rimasto seduto sul divano di
casa Salvatore guardandola dritta negli occhi.
Era
la prima persona che non fissava incredula quella pancia enorme ma riusciva a
instaurare un contatto con lo sguardo di Elena.
Lei
non ci era piú abituata. Ormai neanche Damon la
guardava più, restando a fissare il suo corpo ormai molto diverso da come se lo
ricordava. Era troppo preso dai sensi di colpa per accorgersi di quanto lei
avesse bisogno di essere guardata dai suoi occhi azzurri con amore, proprio
come faceva prima. Troppo preoccupato di essere la causa della pazzia di Jeremy
e del dolore di Stefan e cosa che lo feriva ancora di più sapeva di essere la
causa della vita che stava per nascere. Il suo unico scopo era diventato quello
di trovare un modo di rende la vita di quel bambino vivibile, felice, anche se
sotto stretto controllo dall’asservimento.
Un
modo che non prevedesse la cura.
Un
modo, secondo Elena, impossibile da trovare. Damon però non si dava per vinto e
ormai passava le sue intere giornate chiuso in camera a studiare i vecchi diari
di Alarick sperando che avesse scritto qualcosa sulla
nascita dall’asservimento.
Tutto
cio che Elena poteva fare era continuare a sperare,
sperare di trovare la cura ma la speranza sembrava ormai svanita nel nulla.
Aveva
affidato a Caroline il compito di convincere Klaus a trovare e consegnare a
loro la cura, ma non aveva avuto piu notizie di lei.
Ora
mentre guardava quegli occhi azzurri che finalmente la ricambiavano si rendeva
conto di quanto quelli di Damon gli fossero mancati, ma quello che aveva
davanti era lo sguardo di Matt e questo non faceva altro che farle mancare
ancora di più quello del ragazzo che amava.
-Come
faccio a non sembrarti strana?- Chiese lei mentre si sedeva nuovamente al suo
fianco cercando di smettere di pensare al grade argomento “cura”. Infondo lo
aveva invitato anche per quello, ciò che gli serviva in quel momento era una
distrazione e soprattutto un amico.
-Io
ti ho sempre immaginata così.- Rivelò il ragazzo mentre le sue guancie si colorivano leggermente di rosso.
Elena
non aveva ben afferrato il concetto così si limitò a corrugare le sopracciglia
–Quindi mi hai sempre ritenuto grassa e tonda?-
-No.-
Matt sorrise scuotendo la testa recuperando il suo solito colorito pallido. –Ho
sempre immaginato te incinta. Ti ho sempre vista come un’ottima madre.- Nonostate le parole che aveva appena pronunciato,
nonostante il rossore che lentamente tornava a colare i suoi zigomi, lo sguardo
del ragazzo non aveva mai lasciato quello di Elena.
-Saresti
il primo.- Sbuffò lei prima di rendersi veramente conto di cosa le avesse
appena rivelato Matt.
Lui
l’aveva amata, così come lei aveva amato lui, ma non si era mai soffermata a
fare piani per il futuro, non prima che Stefan e Damon entrassero nella sua
vita, non prima che i suoi genitori morrissero. Aveva
cominciato a pensare al futuro solo dopo l’incidente, dopo aver capito che non
sempre è possibile averne uno, ma vale la pena pianificarlo per vivere quei
piani almeno nella propria mente.
Non
aveva mai pensato che lui ne avesse fatti. E’ vero, a volte ne avevano parlato
ma lei non si era mai soffermata troppo sul loro futuro.
-Mi
dispiace che sia andata così…- Provò a cominciare Elena ma subito Matt la fermò
poggiandole una mano sulla spalla con un dolce sorriso.
-Non
è colpa tua se dei vampiri sono arrivati in questa città.- Elena non poteva credere
a quello che stava sentendo, Matt stava dando la colpa a Damon e Stefan per la
loro separazione.
-Tra
noi non è funzionata e di questo mi dispiace molto ma non puoi dare la colpa a
loro.-
-E
non lo sto facendo. Tra noi sarebbe comunque finita, o sarebbe andata avanti a
litigi. Quindi devo ringraziarli per essere arrivati in città e anzi devo
ammettere che è stata tutta colpa mia. La tua trasformazione intendo. Se non ti
avessi obbligata a scegliere fra loro due su quel ponte probabilmente saresti ancora…-
Nonostate tutto il tempo che era passato dalla sua
trasformazione Matt faticava ancora ad ammetterlo.
La
sua intera città, lì dove era cresciuto, i suoi più cari amici, erano diventati
esseri immortali assetati di sangue umano. Certo, con il tempo aveva capito che
questo non cancellava i loro ricordi, che continuavano a volergli bene, ad
essere i suoi soliti amici.
Ogni
tanto però si ritrovava steso sul letto a pensare pochi minuti prima di
addormentarsi. Si ricordava cosa aveva voluto dire la trasformazione per sua
sorella, era stata la sua fine, la sua firma per una morte assicurata e di
certo non voleva la stessa fine per Elena.
Altre
volte si trovava quasi a venerare il mondo di quei demoni. Lui sarebbe morto,
così come tutti gli esseri umani, ma i suoi amici no, avrebbero vissuto per
sempre ricordandolo come cosa? Colui che era stato abbastanza lontano da loro quando
avevano qualche problema da non essere dovuto ricorrrere
a inconvenienti quali la trasformazione?
-Umana.-
Finì la frase Elena.
Matt
sospirò lasciando calare nella stanza un silenzio tombale.
-Ricordi
quella bambola che mi avevai regalato? O meglio quella
che avevi rubato a tua sorella?- Chiese Elena con un sorriso cercando di non
farlo pensare troppo.
-Come
potrei diementicarmene?! Sono stato in punizione per
una settimana per quella bambola.- Rispose ridendo amareggiato al ricordo delle
sue follie d’amore all’età di 6 anni. –Charlie..- Sussurrò infine riportando
alla mente in nome della bambola mentre cercava di ricordarne i capelli biondi
e boccolosi, la canagione
biancastra e il vestitino verde leggero.
-Ho
sempre pensato fosse nostra figlia.- Confessò la ragazza. –Sei stato il primo a
fare follie per me, sei stato il mio primo amore. Tu vuoi che io viva una vita
felice tanto quanto io voglio che lo faccia
tu. Quindi capisco perché hai voluto farmi scegliere quella notte. Non
scegliendo non sarei di certo stata più felice. Ma ora, ora lo sono.- Elena
posò il palmo della mano sulla spalla del ragazzo e lo fece scorrere sul suo
braccio in una dolce carezza.
-Ed
è anche grazie a te.- Aggiunse sorridendogli.
***
-Riempimi
il bicchiere!- Lo invitò Caroline appoggiando il bicchiere vuoto sul bancone in
attesa che Matt lo colmasse con qualche nettare dolciastro che gli avrebbe
fatto dimenticare le parole di Klaus che ancora le ticchettavano nel cervello.
-Non
posso! Hai già bevuto abbastanza oggi.- Rispose lui passando il canovaccio sul banone per ripulirlo.
-Sai
benissimo che reggo l’alcool.- Cercò di convincerlo lei con ironia.
-Sei
quasi al “Double D”- Continuò lui senza smuoversi dalla sua posizione.
-Cos’è
il “Double D”?- Chiese lei aggrottando le sopracciglia e lasciando cadere la
testa, che ormai si era fatta pesante, sul braccio appena appoggiato sul
bancone mentre ancora con la mano teneva stretto il bicchiere vuoto.
-E’
il numero massimo di drink ce è riscito a ingurgitare
Damon prima che Alarick o suo fratello lo portassero
via a peso. La prima regola del Grill, la prima informazione che ti danno
quando ti assumono qui è di fermare qualunque cliente prima che arrivi al
“Double D” o “Drink Damon”.-
Caroline
scoppiò in una risata. –E quanto sarebbe?-
-Tre
bottiglie.- Si limitò a dire lui mostrandole la sua terza bottiglia mezza
vuota.
Doveva
ammettere che la testa le stava cominciando a girare e probabilmente non le
sarebbe stato facile mantenere l’equilibrio su quei tacchi altissimi che si trovava
ai piedi. Di certo non era in grado di superare il punteggio di Damon, non
quella sera almeno.
Nonostante
la testa che non sembrava avere alcuna intenzione di frenare il suo movimento e
la vista sempre più annebbiata non poteva dimenticare Klaus e le sue parole.
-Non
ti ho mai visto così.- Intervenne Matt che si era allontanato qualche secondo
per servire un uomo, anche lui ben vicino alla soglia del “Double D” a vederlo.
-Qual
è il problema questa volta?- Caroline lo aveva sempre detto che Matt era troppo
buono, sempre impegnato a cercare di aiutare gli altri, ma doveva ammettere che
anche solo sapere che lui si interessasse di lei la faceva stare molto meglio
di tutti quei bicchieri di alcool che si era buttata giù fino a quel momento.
-Penso
che questa volta il problema sia io.- Sospirò lei.
-Ho
cercato di aiutare Elena, sai, con la cura. Ho parlato con Klaus e lui mi ha
proposto di baciarlo. Ovviamente ho detto di no ma io, io ci ho pensato su
qualche secondo.- Confessò lei vergognandosi di se stessa.
-Ma
gli hai detto di no, alla fine.- Rispose Matt senza scomporsi troppo.
A
volte Caroline si chiedeva come facesse. Tutti si erano di certo abituati alle
notizie sconcertanti ma nessuno come lui. Non aveva mosso un muscolo, non aveva
aggrottato le sopracciglia e nemmeno sospirato. Nulla.
-Ovvio.-
-E
cosa ti ha fermato dal baciarlo?- Matt appoggiò i gomiti sul bancone per poter
sentire la sua risposta che sapeva sarebbe stata un flebile sussurro.
-Lui
ha cercato di uccidere Tyler…- Proprio come si aspettava il ragazzo la voce di
lei era a malapena udibile nonostante la vicinanza ravvicinata.
-E
io non so perché…- Aggiunse sottovoce.
-Allora
forse dovresti chiederglielo.- Matt si rimise in piedi e lasciando Caroline ai
suoi pensieri si avvicinò all’uomo seduto al bancone che chiedeva di riempire
il bicchiere ancora una volta.
Caroline
alzò la testa dal legno del bancone dove era rimasta per tutto quel tempo e
guardò dritta davanti a se senza però vedere realmente tutte quelle bottiglie
accatastate sugli scaffali.
Matt
aveva ragione.
Doveva
chiederglielo. Chiedergli dove era Tyler e perché voleva ucciderlo.
Capire
perché aveva pensato così tanto a quel bacio, perché nemmeno l’alcool riusciva
a cancellare il suo viso dalla sua mente.
Caroline
si alzò e senza nemmeno salutare il ragazzo dietro al bancone si diresse alla
ricerca di Klaus e delle sue meritate risposte.
Angolo
dell’autrice:
Buonasera a tutti! In questo capitolo non abbiamo nessuna scena Delena e me ne dispiace tanto ma prometto che preso ce ne
saranno di molto belle :)
Abbiamo scoperto da dove viene il tanto amato nome Charlie e che ci
saranno altre scene fra Klaus e Caroline.
Spero vi sia piaciuto e che recensirete in tanti!
Grazie a tutti, a chi recensisce, chi mette la storia fra le seguite/preferite/ricordate
e anche solo chi spreca un po’ del suo tempo a leggere.
Grazie davvero!
HollyMaster
P.S. Sono indietro con le risposte e lo so, ma provvederò a rispondere a tutte
le vostre recensioni.