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Autore: shesbroken    03/06/2013    2 recensioni
«Meriti di essere baciata sempre come se fosse la prima volta.» Disse più seriamente,
prima di trafiggermi con lo sguardo. Avrei sempre amato quegli occhi verdi. «Ma cosa più
importante, meriti che ogni giorno ci sia qualcuno al tuo fianco che ti ricordi quanto ti ama.»
Cap. 30
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I can be your hero baby.'
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CAPITOLO 27
I can tell you there’s no place we couldn’t go.



«Mancano solo pochi giorni, come fai ad essere così tranquilla?» Disse mia madre, poco prima di entrare nella boutique di abiti da sposa, mentre, tra le sue braccia, Mia continuava a dormire indisturbata. Quella domenica si sarebbe tenuto il mio fatidico matrimonio e ormai mancava solo una cosa per renderlo a dir poco perfetto. Il mio abito. Per quell'occasione decisi di portare con me solo i miei genitori, non perchè non mi interessasse il giudizio delle mie migliori amiche, ma perchè la sentivo come una cosa intima, da condividere solo con le due persone che mi avevano dato la vita. «Mi raccomando, niente lacrime.» Dissi ai due "ragazzini" che dalla nascita di Mia, non facevano altro che ridere e scherzare, come se fossero tornati indietro di dieci anni. «Non ti prometto niente mia cara.» Disse mio padre, mentre una commessa del negozio ci portava in una saletta appartata dove avremmo potuto guardare gli abiti senza "complicazioni". «Avevate già pensato a qualcosa?» Ci chiese la donna, non appena ci fummo accomodati sulle poltroncine, lanciando di tanto in tanto qualche sguardo verso la mia bambina. Mi aveva riconosciuto nel momento stesso in cui ero entrata nel negozio, ne ero certa. «No, volevo provare prima qualcosa e poi decidere.» Dissi grattandomi nervosamente la nuca mentre mi guardavo attorno. Non avevo idea di cosa mi sarebbe potuto star bene. «Allora direi di provare qualche abito a sirena e se non ti piace lo stile possiamo passare a qualcosa di più elaborato.» Mi disse la ragazza sulla trentina, facendomi sorridere dolcemente. Sarebbe stato il mio giorno, non potevo non essere perfetta, ma putroppo, dopo un pomeriggio intero passato a provare abiti su abiti, mi convinsi che non c'era un abito adatto a me, che mi sarei dovuta accontentare di un abito per niente all'altezza dei miei sogni. «E' stupendo non c'è dubbio, ma non lo sento mio.» Dissi osservandomi allo specchio, con addosso un abito fin troppo elaborato per i miei gusti. Troppo appariscente. «Allora direi di provare una linea più classica, sono sicura che ti piacerà.» Disse la donna, cogliendomi alla sprovvista, mentre i miei genitori continuavano a guardarmi estasiati. Certo quell'abito era perfetto, ma non lo era per me, così, dopo essere andata in camerino, mi provai l'abito che la donna mi porse e mi stupii quando arrivai difronte alla grande vetrata. Una lacrima mi rigò involontariamente il volto e subito un gran sorriso si dipinse sul mio volto. Era lui. «Vic, è perfetto.» Disse mia madre in un sussurro, mentre mio padre rimaneva in silenzio, senza parole. «E' quello giusto?» Mi chiese la commessa finalmente soddisfatta, mentre io posavo una mano sul petto, cercando di sentire il battito irregolare del mio cuore. «E' quello giusto.» Dissi con la voce rotta dal pianto, prima di girarmi verso gli occhi lucidi di mio padre, che si era lasciato scappare una lacrima. Ormai ero una donna, avevo una mia famiglia, ma sapevo che per lui sarei rimasta sempre la sua bambina. La sua piccola Victoria. «Sei bellissima.» Riuscì finalmente a dire, avvicinandosi lentamente a me, prima che io mi buttassi tra le sue braccia, sotto lo sguardo commosso di mia madre. Avevo tutto quello che potevo desiderare.
«Andiamo non mi vuoi dare neanche un piccolo indizio?» Mi chiese Harry, cercando di spillarmi qualche informazione riguardo l'abito, mentre io cercavo di prepapare qualcosa di mangiabile per cena. Sapevo di non essere una gran cuoca, fino ad allora ero stata solo capace di prepararmi un piatto di pasta, ma stavo migliorando. «Scordatelo.» Dissi ridendo, mentre il ragazzo mi abbracciava alle spalle, appoggiando il volto sulla mia spalla. Sfortunatamente per lui non avrei ceduto tanto facilmente. «Oh andiamo.» Disse iniziando a lasciarmi dolci baci sul collo, mentre io cercavo di non ridere troppo forte. Non volevo svegliare Mia che stava dormendo indisturbata nel suo passeggino. «La risposta è sempre no.» Dissi prima che il ragazzo riuscisse a farmi voltare verso di lui, cogliendomi alla sorpresa. Gli occhi verdi trafissero i miei, le mani scesero lungo il mio fondo schiena e prima che potessi aggiungere qualcosa, il ragazzo posò le sue labbra sulle mie, riuscendo a farmi provare quelle emozioni che solo lui poteva farmi provare. La parola amore era un eufenismo quando si trattava di Harry. Solo ora che l'avevo ritrovato sapevo cosa voleva dire essere veramente felici. «Adesso mi dai qualche indizio?» Mi sussurrò a fior di labbra, facendomi sbarrare gli occhi. Senza pensarci due volte gli tirai uno spintone, prima di ritornare ai fornelli. Quel ragazzo non avrebbe mai smesso si stupirmi. «Oh andiamo piccola scherzavo.» Disse ridendo, cercando di avvicinarsi di nuovo a me, mentre io lo respingevo, cercando di trattenere le risate. Un po' di "azione" non faceva mai male. «Sei solo un ruffiano.» Dissi lasciandolo fare, mentre mi massaggiava delicatamente le spalle. Andava decisamente molto meglio ora. «Pensavo mi amassi anche per questo.» Disse stampandomi un bacio sul collo, mentre io a sua insaputa sorridevo maliziosamente. Non ne avrei mai avuto abbastanza di lui. «Non illuderti.» Dissi prima che il ragazzo mi prendesse in spalla, lasciando che la carne bruciasse nella padella. Inutile dire che incominciai a dimenarmi tra le sue braccia, tirandogli pugni e schiaffi sulla schiena, prima che il ragazzo mi sbattesse sul divano, per poi scaraventarsi su di me, iniziando a farmi il sollettico. Mi erano mancati quei momenti solo per noi, dove potevamo divertirci come due bambini. «Sei un bastardo!» Gli urlai in faccia, facendo ridere il ragazzo che subito dopo iniziò a baciarmi dolcemente, facendo calare il silenzio sulla stanza. «Non vorrai svegliare Mia.» Mi sussurrò per un momento all'orecchio, prima di ricominciare da dove aveva interrotto. Lentamente le mie mani si infilarono sotto la sua maglietta, mentre le sue mi accarezzavano delicatamente il volto. Avrei voluto fermare il tempo, vivere quel momento per il resto dei secoli, ma non potevo. Ora era Mia la nostra priorità. «Riprendiamo stasera.» Dissi lasciandolo senza parole, mentre ritornavo in cucina, facendogli un occhiolino. Avevo sempre amato le suspance.
Il giorno seguente, non appena Harry si svegliò, decidemmo di andare a fare un giro in centro, così, non appena finimmo di prepararci, ci recammo verso Piccadilly Circus sperando di non trovare troppo casino. Da quanto avevo potuto capire a Mia non piaceva il caos, fatta eccezzione per i concerti. Quando le avevo fatto vedere i video del suo papà su youtube ne era rimasta come estasiata. «Paparazzi tra tre, due, uno.» Disse Harry, prima che io ne notassi uno, aggirarsi nei pressi di un bar dall'altra parte della strada. «Dici che ci seguiranno per sempre?» Chiesi tirando un respiro profondo, chiedendomi se prima o poi ci avrebbero dato una tregua. Certo eravamo i più ricercati in tutto il mondo, ovviamente dopo la Jolie e Pitt, ma questo non gli dava il diritto di fotografare ogni singolo istante della nostra giornata. «Non ci resta che sperare il contrario.» Disse semplicemente il ragazzo, continuando a spingere la carrozzina tra la folla, mentre io mi guardavo attorno. Non avevamo mai avuto di privacy, ma negli ultimi tempi era diventata veramente una cosa allucinante. Fuori dal normale. Eravamo diventati dei fenomeni da baraccone.

   
 
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