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Autore: Finitem_    03/06/2013    20 recensioni
Natalie frequenta l'Accademia belle arti, la più prestigiosa a Londra, la Dalton.
E' la più talentuosa del corso di teatro, ed è per questo che vive nella City nonostante le sue umili origini.
Accettando svariati lavoretti è riuscita a comprarsi un appartamentino tutto suo, lasciando gli squallidi alloggi scolastici.
Ma l'affitto si sa', non si paga da solo, e quindi Nat si ritroverà ad accettare di fingere di essere la ragazza di una star internazionale, che cerca di nascondere la sua omosessualità grazie a questa copertura.
Nat non sa' ancora che dovrà fingersi la ragazza del suo idolo, e tra recite scolastiche, disastrose interviste, pranzi in famiglia e paparazzi-stalker, niente andrà come pattuito...
NB: Contiene Louis-Harry. Larry shipper a raccolta, BM e Haters fuori dalle palle.
Buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ollogg Erano stati due giorni strani per Harry.
Si era svegliato con un mal di testa lancinante a causa di tutti gli alcolici che si era scolato, e aveva sentito delle voci in corridoio.
Poteva essere Niall come poteva essere un allucinazione uditiva, che poco dopo, accompagnato da una voce femminile, aveva lasciato l'appartamento.
Harry si era alzato, sentendo l'impellente bisogno di vomitare.
Era tutto molto strano: il cuscino vicino al suo era caldo e il copriletto era stropicciato, lo stesso si poteva dire del letto della camera degli ospiti, e dalla cucina provenire un forte odore di caffè.


"Io e Nat abbiamo fatto colazione da te. C'è ancora un po' di caffè nella moka. Arrangiati"


Recitava il biglietto sul tavolo della cucina firmato da Niall.
Dopo aver decifrato la criptica scrittura dell'amico, Harry si era servito, centrando a malapena la tazza da tanto gli girava la testa.
Dopo un pisolino supplementare, quattro tazze di caffè e una doccia si sentiva meglio, tanto che si era riappisolato di nuovo sul divano, la televisione accesa e il plaid sulle ginocchia.
Un vecchietto, insomma.
Un vecchietto che alle 4.45 del mattino era stato svegliato dal trillo del telefono.
All'inizio lo aveva spento con una manata, ma dopo 10 minuti che incessava incessantemente si era deciso a controllare chi fosse, impiegando almeno 20 minuti a sbloccare lo schermo touch con il simbolo prestabilito.
E non era colpa dell'alcool stavolta.
Quando finalmente ci era riuscito aveva trovato 5 chiamate di Louis e almeno 12 suoi sms, tutti uguali.

" Hey. Ti va un po' di jogging nel parco stamattina?"

"E mi devi svegliare adesso per dirmelo?!" aveva digitato il riccio, passandosi stancamente una mano sulla faccia.

"Bhe, io intendo se volevi andare adesso ;)"

"Ma non sono manco le 5!"

"Poco male, assisteremo al sorgere del sole. Fatti trovare lì o ti vengo a prendere, pigrone!"

E così Harry si era alzato dal divano, e non più protetto dal calore del plaid, si era infilato una tuta e aveva costretto la criniera in una fascia, prima di cercare le chiavi, disseminando insulti e imprecazioni per tutto l'appartamento prima di richiudersi la porta alle spalle e salire in macchina, guidando per le vie di Londra avvolte dal manto scuro della notte.











Louis era palesemente in ritardo.
Erano venti minuti che Harry faceva riscaldamento ( o meglio, tentava di non congelare) attorno alle panchine a cui erano soliti riunirsi, ma del fidanzato neanche l' ombra.
Impaziente e tremante per il freddo mattutino, il ragazzo si era deciso a inoltrarsi nel percorso maratoneti che spariva in lontanaza, mandando mentalmente a quel paese l'altro.
Tutto era strano.
Gli aveva dato buca?
Era ancora arrabbiato con lui per ciò che era successo la sera prima?
Harry si chiedeva cosa fosse successo, dal momento che non aveva ricordi chiari e nitidi della serata, ma una successione discontinua e sfocata di frammenti scollegati.
Cercò di rimettere insieme i pezzi: innanzitutto avrebbe dovuto passare a trovare Natalie, ma a giudicare dalla reazione di Liam, indelebilmente impressa nel suo cervello, aveva mancato a quel dovere.
Niall aveva scritto che Nat era con lui, quindi significava che stava bene, o almeno, che era ancora viva.
Si sentì un po' egoista, ancora una volta si stava facendo prendere da i suoi problemi personali, ignorando completamente quelli della ragazza.
La sera prima si era ubriacato, mentre si spremeva le meningi per venire a capo dell'incresciosa situazione in cui si era cacciato.
Ne' lui ne' Natalie avrebbero potuto reggere ancora a lungo quell'amore bugiardo, quella ragnatela di bugie e falsità che aveva finito per trasformarli da carnefici a vittime, e le opzioni per ribaltare la situazione a loro favore erano poche e spinose.
Dopo 4 bicchieri di vodka Harry aveva intuito che lasciare Nat non sarebbe stata la soluzione: le fan non avrebbero dimenticato il loro "amore" tanto in fretta, e a quella ragazza urgeva un po' di pace e serenità.
Dopo una serie di shot variopinti pensò di lasciare la band.
Al diavolo le directioners, al diavolo la fama, i soldi, la musica, tutto.
Però poi il peso  della delusione degli altri e la colpa di "star mordendo la mano che l'aveva sfamato e sputando nel piatto da dove si era nutrito" lo avevano fatto rinsavire.
Troncare il contratto con la Modest sembrava l'opzione migliore, ma richiedeva soldi, avvocati e tanto tanto coraggio.
Aspettare la fine del contratto non aveva senso, dal momento che il rinnovo da poco firmato sarebbe scaduto nel 2015.
Quella firma era stato il più grande errore della loro vita.
L'ultima ipotesi, tanto sospirata, voluta e ragionata, era il coming out.
Quando, dopo una bottiglia di whisky scozzese aveva capito che non c'era altro rimedio aveva capito che doveva parlare con Louis, era miracolosamente apparso Zayn.
E poi...
Harry non si ricordava, nonostante gli sforzi.
Che cosa gli aveva urlato?
Che cosa aveva rinfacciato, cosa si era lasciato scappare?
Gli aveva detto la verità?
Non lo sapeva, perchè non ne aveva mai avuto il coraggio: aveva sempre avuto la convinzione che uscire allo scoperto fosse la cosa giusta fa fare, ma l'aveva seppellita dentro di se', sotto un mare di dubbi, paure e occasioni perse.
Ma d'altronde i leggins, i bambini e gli ubriachi dicono sempre la verità.
Però d'altro canto i managements non erano ancora venuti a prenderlo per le orecchie, quindi andava tutto bene, lui era etero, fidanzato felicemente con Natalie che non aveva tentato di uccidersi mentre lui andava in giro a fare l'emo depresso con la ciuca, Louis stava con El e tutti erano felici.
Tranne loro.
Forse un consiglio disinteressato dall'esterno era d'obbligo.
La signora Tomlinson sapeva dell'omosessualità del figlio, amava il suo "genero" e spronava il figlio a fare ciò che gli diceva il cuore.
Harry non lo aveva ancora detto a sua madre, per paura di deluderla: era da quando aveva iniziato a frequentare le prime fidanzatine che sua madre "non vedeva l'ora di avere nipotini suoi".
Va be che c'era anche sua sorella però... Non voleva deluderla.
A sua madre sarebbe andato bene Louis?
L'avrebbe sostenuto, come aveva sempre fatto, o l'avrebbe giudicato?
Il rumore di due gambe slanciate che si capultavano a rotta di collo verso di lui e una sonora sberla sulle natiche avevano distolto il ragazzo da quei dolorosi pensieri.
- Ahio!-
-E Tomlinson raggiunge Styles, e... sorpasso! La folla è in delirio!!-  Louis aveva esultato come se avesse vinto i mondiali, prima di iniziare a saltellare euforico attorno a Harry, come un bambino pieno di zuccheri.
- Allora? Corri così piano perchè sei ancora secco o stai diventando un pappamolle rammollito?- aveva ghignato maligno, accordando il passo al suo.
Non sembrava arrabbiato per la sera precedente.
Evidentemente sono io che mi faccio un sacco di fisse mentali, pensò Harry, probabilmente ieri sera non è successo niente, e io sono stato qui a tirarmi paranoie infinite per nulla.
- Oh, taci...Ho la testa che mi scoppia!- aveva sbuffato il riccio - E' già tanto se riesco a mettere un piede davanti all'altro senza pestare il naso sul pavimento...-
- Bhe, dai, un po' di aria pulita e del buon sano movimento dovrebbero solo farti bene- aveva commentato l'altro, prima che entrambi accelerassero il ritmo e si chiudessero ognuno nel proprio silenzio.
Un osservatore esterno avrebbe potuto pensare che il tacere dei due ragazzi fosse dovuto alla fatica, testimoniata dalle nuvolette di condensa nell'aria mattutina londinese, ma in realtà si erano zittiti per lasciare spazio ai loro pensieri.
Harry cercava disperatamente di ricordare cosa fosse successo la sera prima, e si chiedeva se il fidanzato pensasse mai a cambiare le cose, a uscire da quell'amore bugiardo che aveva condannato le loro vite all'inferno.
Non sapeva in realtà che Louis ci aveva già pensato.
Anzi, aveva fatto praticamente solo quello tutta la notte.
Dopo che El se n'era andata si era recato all'appartamento di Zayn e Perrie, sconvolto dal fatto che in un momento di tale shock e sorpresa si fosse ricordato che l'amico rivoleva indietro il CD dei Muse che gli aveva prestato (o meglio, che aveva abbandonato nella sua macchina dopo l'ultima fujitina con l'amata)
Ovviamente aveva trovato solo la donna delle pulizie che lo aveva fatto comunque salire in casa.
Aveva consegnato a lei il CD, guardandola sparire nel salotto per rimetterlo subito a posto, e in quel momento, mentre si girava per andar via, aveva visto un pacchetto bianco spuntare dall'amatissimo giaccone di pelle di Zayn, buttato svogliatamente sull'attaccapanni.
L'aveva "preso in prestito" e aveva fumato tutta la notte.
Non era solito farlo, ma gli serviva qualcosa che lo aiutasse a rimettere insieme i pezzi del casino che ormai era la sua vita, qualcosa che lo aiutasse a capire cosa fare.
E poi la roba che fumava Zayn non era mica forte, lo faceva solo per tirarsela e fare il figo: un pacchetto di Winston bianche non arrivava a comparare manco una Malboro, come gusto e potenza dell'effetto.
E Louis aveva trovato nella nicotina un buon alleato.
Aveva capito che prima di essere una questione di management, di fama, soldi, amore verso Harry o paura del giudizio della gente, era una questione più intima, legata a se stesso.
Non aveva ancora accettato di essere "diverso".
Gli era sempre piaciuto essere parte di un gruppo, trovarsi al centro di persone come lui, che condividevano passioni, interessi, ideali, amicizie e soprattutto voglia di divertirsi.
Era il tipico ragazzo che piaceva a tutti, era amico di tutti e la popolarità pian piano era diventato il suo pane.
Non voleva essere diverso, ma forse, già allora aveva il sospetto di essere unico, di essere una creatura segnata, irripetibile, senza uguali.
Non aveva voluto accettarlo: si era trovato le prime fidanzatine, ma nonostante ciò ancora sentiva una forte attrazione per il sesso opposto.
Credeva che fosse dovuta alla mancanza di una figura paterna in casa, che la dominante componente di sesso femminile in casa lo spingesse a stringere legami molto forti e profondi con il suo stesso sesso.
Era pieno di migliori amici.
E loro venivano prima delle fidanzatine.
Poi a X Factor aveva conosciuto Harry e aveva lasciato Hannah, voltando pagina e lasciandosi alle spalle delle ferite così profonde che avevano finito di compromettere la relazione stessa.
Anche Harry per un po' era stato il suo "migliore amico".
Tutto era cambiato dopo quel bacio, Louis aveva visto come non fosse l'unico ad essere diverso, a essere strano, sbagliato, la mela marcia, il giocattolo rotto.
Aveva visto come l'amico non fingesse neanche: era quello che era, e non poteva cambiare.
Era sereno e felice, e aveva tutta la sua invidia.
Dietro le quinte, dopo quel bacio a stampo rubato, Louis aveva pensato "Se Harry è sbagliato, voglio esserlo anche io"
Aveva trovato un po' di pace, aveva tirato un sospiro di sollievo.
Per un po' aveva potuto essere se stesso.
Ma poi il contratto con la Modest aveva spazzato via tutto, sogni, speranze, aspettative per il futuro...
Faceva ancora più male, più male di negare una parte di se', più male di nascondersi dietro relazioni finte create a tavolino: quello che erano non andava bene, era sbagliato, sporco, vergognoso.
Ma cosa avrebbero dovuto fare? Cambiare? Smettere di vedersi?
No.
I can't change.
Era uno dei tatuaggi di Harry, un altro vizio di Zayn che aveva contagiato il resto della band, un'aperta provocazione a Sid e ai suoi scagnozzi.
Erano arrivati a un punto di non ritorno, e Louis stava così male che non aveva potuto far altro che confidare la sua omosessualità alla madre, che si era rivelata la loro fata madrina, offrendo cioccolata calda, abbracci, consigli e conforto quando più ne avevano bisogno.
Suo padre no.
Non aveva avuto cuore di dirglielo, e dopo la separazione con sua madre i rapporti erano praticamente inesistenti e piuttosto tesi.
O almeno, questo era quello che Louis aveva sempre pensato.
La verità?
Non aveva il coraggio di ammetterlo, che era diverso, strano, che la chiesa condannava il loro amore, era peccato, uno scherzo della natura, un avanzo di società...
Tutto riconduceva a lui, tutta la merda che era successa era solo colpa sua, della sua insicurezza mascherata dal suo atteggiamento spavaldo, dai suoi complessi di inferiorità, dal fatto che non riusciva ad accettare se stesso.
E a quel punto...
Quale soluzione migliore per riuscire ad amare Harry e se stesso, quale maggior prova del loro amore, quale miglior liberazione se non il coming out?
Spesso si era chiesto se per Harry ne valesse la pena.
Non che non lo amasse, ma...
Era davvero pronto ad un passo così grande?
Louis s'è l'era chiesto seriamente, tra una tirata e l'altra.
E la risposta era stata sì, Harry Edward Styles era la persona giusta, per lui valeva la pena fare outing.
Era stato melenso e tremendamente zuccheroso e vomitevole, ma proiettandosi di 10, 20, 30 anni nel futuro,  si era visto sempre e comunque al fianco di Harry, con o senza fan, famosi o non famosi, ricchi o poveri, pieni di acciacchi per la vecchiaia, i capelli bianchi e il bastone per sorreggere le lunghe passeggiate.
E sarebbe stato felice, di questo ne era sicuro.
Sarebbero scappati a Las Vegas, si sarebbero sposati, e magari trasferiti del tutto: dopotutto in America avrebbero avuto più possibilità per una vita normale, sposarsi, convivere insieme, avere un figlio, forse...
Ma era impossibile.
La Modest non l'avrebbe mai permesso.
Certo, l'opzione più facile sarebbe stato dire ai ragazzi e Natalie la verità, in modo che la biondina e Liam potessero coronare il loro sogno d'amore, ma...
Avrebbero risolto ben poco: le fan avrebbero continuato a odiare Nat e lei e Liam avrebbero dovuto nascondersi, proprio come lui e Harry in quel momento.
E loro non volevano condannare nessuno, neanche il peggiore dei loro nemici, neanche il più crudele degli haters, a sopportare un tale calvario.
Forse assoldando un avvocato e procedendo per vie legali...
No, fare causa al dominio dei management avrebbe portato via troppo tempo e troppi soldi.
Certo, meglio poveri in canna sotto un ponte ma insieme, che ricchi famosi ma separati.
Ma la giustizia richiedeva tempo e la loro pazienza era agli sgoccioli.
E dopo aver acceso l'ultima, gloriosa sigaretta, a Louis era venuta un'idea.
Era spaventosa, rischiosa e potenzialmente assassina per il loro futuro, ma avrebbe funzionato.
Doveva funzionare.
Avrebbe chiamato un amico di suo padre, avvocato, lo avrebbe assunto e poi avrebbe fatto coming out, lui e Harry.
Improvviso, sconvolgente, efficace ma soprattutto irreversibile.
Nessuna dichiarazione dei management avrebbe potuto ritrattare ciò che avevano da dire, nessun rumor stavolta, nessuna fuga di informazioni, solo l'ammissione pubblica di un amore che aveva perso troppo e sanguinato troppo a lungo, e ora reclamava giustizia.
Le telecamere in diretta avrebbero immortalato per sempre il momento, nessuno avrebbe più chiesto spiegazioni, e la Modest non avrebbe potuto fermarli, dal momento che sarebbe stato tutto inaspettato.
Mentre Louis lasciava il sentiero asfaltato per dirigersi verso una collinetta coperta da quattro alberi spelacchiati che davano la vaga idea di bosco, facendo segno a Harry di seguirlo, la situazione ideale per attuare il suo piano gli balenò cristallina nella mente.

Erano corsi tra gli alberi spogli, scivolando sul terreno reso sdrucciolevole dalla rugiada che impregnava la terra, amplificando l'odore dell'erba baciata dall'aurora il mattino.
La meta del corridore più anziano era una trascurata panchina in ferro battuto, scolorita dal vento e dalle intemperie, abbandonata e dimenticata sulla cima della collina, che offriva la vista della distesa d'erba del parco e in lontananza gli edifici della grande metropoli.
Il sole sorgeva dai meandri delle terra, squarciando le nuvole e incendiando l'orizzonte, riflettendo i suoi raggi lucenti sui grattacieli e gli alti palazzi, tramutati come per incanto in preziosi diamanti.
Louis si era lasciato cadete sulla panchina, sfinito.
Harry ci era saltato sopra, alzando le mani al cielo come Goku di Dragonball, lasciando che il venticello che scuoteva le foglie gli entrasse nella maglietta, agitandone i lembi, per alleviare un po' la calura.
Si era strizzato i ricci sudati, legandosi la fascia al polso, poi si era disteso sulla panca, appoggiando la testa sulle gambe dell'altro ragazzo.
Erano rimasti un po' in silenzio, poi Louis aveva sospirato piano:
- Sono stanco...-
- E di cosa? Non sono neanche due ore che corriamo!-
- Non per la corsa. Per questa farsa. Per il lavoro. L'amore bugiardo. La carriera. Io non ne posso più, Harry. Voglio finirla qui-
- Cosa?- il ragazzo si era rimesso lentamente seduto, pallido in volto.
- Hai capito- aveva fatto una lunga pausa, fissando l'abbagliante riflesso della luce del sole sui vetri delle case.
- Certo che mi hai scelto proprio bene- aveva continuato, sogghignando crudele - Un codardo, bugiardo figlio di papà che rovinerebbe un meraviglioso amore per paura del giudizio degli altri-
Harry non capiva, ma lo aveva lasciato parlare.
- Meno male che sono bello- stava ridendo da solo l'altro, in preda a una crisi di riso senza allegria.
- Andava tutto così bene, eravamo così felici.... E poi...-
Era calato il silenzio, scandito solo dal cinguettare degli uccelli e dal battito frenetico del cuore di Harry.
- A volte leggo alcuni Tweet,  quelli con l' hastag #memories, e mi prudono le mani dalla voglia di retwittare. E quando guardo le nostre vecchie Twitcam, i Videodiary... Eravamo così felici, Harry! Ero così felice. E adesso...
Sono felice finchè non mi accorgo di quanto fa male.
E ti giuro che ho cercato di nasconderti tutto, perchè io sono quello che ride sempre, che scherza su tutto, che non è mai serio, ma a volte, quando ti dicevo "Sto bene" avrei tanto voluto che mi abbracciassi, e mi rispondessi "Lo so che non è vero, ma è tutto okay"
Ho cercato di dimenticare quanto facesse male, e di andare avanti, per te.
Ho provato.
Ho aspettato.
E poi ieri sera ti sei presentato davanti a me, ubriaco,  e ti sei messo ad urlare, ad accusarmi-
Man mano che Louis parlava il riccio perdeva colore e tremava sempre più forte, in preda alle vampate di calore e crampi allo stomaco.
- Hai detto che mi vergognavo di te, che ero un lurido doppiogiochista, un avaro, opportunista, sporco parassita..
E sembrava che non capissi che tutto quello che hai passato tu l'ho passato anche io, che anche io ho dei sentimenti, anche se non li esterno spesso, che anche io tengo a te.
E io....
Sono tanto stanco di ferirci a vicenda-
Sentivano in lontatanza i clacson della città e i rumori della città che si risvegliava.
- Sei ancora arrabbiato con me?- aveva chiesto Harry, non riuscendo a dissimulare il tremito della voce.
- No-
- Sei sicuro?-
- Non sono mai stato arrabbiato con te-
- E allora che cos'hai?-
- Sto male-
Il ragazzo più vecchio si era passato stancamente una mano sul viso, scompigliandosi il ciuffo che faceva capolino da sotto il berretto sportivo, prima di saltare in piedi e iniziare a camminare davanti alla panchina, misurando il suolo a grandi falcate, camminando furente avanti e indietro, come un animale in gabbia.
- Firmare quel cazzo di contratto... E' stato il nostro più grande errore.
Avremmo dovuto combattere di più, impedire che monopolizzassero la nostra vita, che ci trasformassero in automi, in bamboline create solo per vendere la musica che loro volevano...
Avremmo dovuto rimanere noi stessi, nella fama o nell'anonimato,avremmo dovuto impedire alle fan di rubare la nostra privacy, influenzare le nostre scelte, e avremmo dovuto combattere per la nostra diversità, in modo che venisse accettata, in modo da essere liberi...
Abbiamo sbagliato.
Ma dagli errori si può trovare la soluzione dai propri guai: non si impara niente se si fa tutto giusto-
Si era improvvisamente fermato davanti alla panchina, inginocchiandosi velocemente davanti a Harry e prendendogli la mano.
- Harry Edward Styles... Io ti amo, e voglio rimediare ai miei sbagli, voglio passare tutta la vita con te: comprare un appartamento tutto nostro, sposarci, se mi vuoi pigliare, passare le vacanze insieme, strapparti il primo capello bianco...
Lo voglio fare con tutto me stesso, e voglio farlo alla luce del sole-
Harry non ci credeva, si sentiva mancre il fiato, e quasi non riusciva a guardare il viso di Louis illuminato dal sole color arancio alle sue spalle, con una luce così intensa e viva da farlo lacrimare.
- Vorresti fare coming out con me, ed annunciare il nostro fidanzamento pubblicamente?-
Oh, non era il sole, ne il vento, ne l'alcool che gli inumidiva gli occhi...
Era come si sentiva dentro.
Amato.
Libero.
Infinito.
Louis non capì subito il perchè delle sue lacrime che si trasformarono presto in singhiozzi, e si preoccupò per lui, perchè si era messo per la prima volta a nudo, e lui reagiva così...
- Ohi! Ti ho detto che non c'è l'ho con te! Non è colpa tua!-
I singhiozzi erano solo aumentati, mentre il ragazzo cercava di soffocarli premendosi le mani sul viso.
- Harry... Harry smettila... - l'altro gli sveva sistemato la solita ciocca riccia ribelle.
- Se piangi perchè hai cambiato idea per me va bene, è solo che-
Harry lo aveva colpito sul braccio con un pugno leggero che pareva una carezza, e aveva continuato a colpirlo piano, a ritmo con il suo pianto.
- Non. Piango. Per. Quello. Idiota. Piango. Perchè. Sono. Felice!!!-
Ci aveva messo un po' per calmarsi, e quando ci era riuscito, aveva trovato Louis in ginocchio, una vista mozzafiato e un tripudio di colori come sfondo, e l'aria mattutina che gli raffreddava le guance in fiamme.
- Harry Edward Styles- aveva ripetuto solenne Louis Tomlinson, inginocchiato sulla terra nuda che gli macchiava i pantaloni della tuta -Vorresti fare coming out con me e annunciare pubblicamente il nostro fidanzamento?-
E lui, chiaro e forte disse: - Sì -

 




Angolo Autrice *-*

Mi. Sto. Sciogliendo.
Sono troppo sdolcinata in questo capitolo, vero? :3
I miei Larry feelings sono ESPLOSI hahahahahahaha :)
A parte questo, bela gente, meno 5 alla fine della scuola #laterrapromessasiavvicina.
La prof di matemetica oggi ha voluto giocare con noi a Grande Fratello,  facendoci scrivere in un bigliettino anonimo chi vorremmo 'eliminare' e chi vorremmo 'salvare' nella classe.
Tutte si sono "scagliate" ( metto le virgolette perchè rispetto i pareri di tutti) contro una mia amica, e io ero imbarazzatissima perchè non sapevo che fare.
Non reagiva e io di conseguenza non sapevo come comportarmi: se avesse pianto l'avrei consolata, se faceva dell'ironia l'avrei fatta ridere, ma lei stava lì come una stoccafissa e io non sapevo più che pesci pigliare...
Non è che potevo saltar su a fare la paladina degli afflitti, che non fa nemmeno parte del mio carattere.
Quindi, bho.
Ho passato dei brutti 5 minuti.
Iniziando a parlare della vostra meravigliosa meravigliosità, vorrei scusarmi con Lily che voleva denunciare la mia scomparsa a chi l'ha visto perchè ho cambiato nome di Twitter....
Adesso sono @___ech0, per chi volesse saperlo *grilli in lontananza*
Continuando la lista, mi devo PROFONDAMENTE scusare anche con Row_ perchè passo sempre in ritardo da lui, e non se lo merita.
Quindi sorrami, plis :(
Anche Lau, scusa, abbi pazienza se non capisco le cose, sono una ritardata del cavolo che si sveglia solo se gli strilli "LARRY!" o "ONE DIRECTION!" in un orecchio :)
Quindi... lo siento (HAHAHAHAHA)
Okay, scuse finite.
Apriamo il pacchetto dei grazie XD
Il primo va a Vale, che mi fa prendere dei pali assurdi perchè ha cambiato nick, e io ho passato mezz'ora a grattarmi il mento e a chiedermi, "ma chi è questo?" davanti a un suo messaggio, un altro va a Vashappenin__ che finalmente si è messa in pari, e quindi adesso anche se le racconto la rava e la fava posso farlo liberamente senza aver paura di farmi sfuggire le cose XD
Un immenso GRAZIE va a Iris, senza di lei e la sua FF questo dolcioso e diabetico capitolo non ci sarebbe, quindi grazie per riaccendere la larry beliver che c'è in me, Ilaria e i nostri meeting su What's app che ci distraggono da Cavour, Mazzini, Garibaldi...
Un "grazie amùùù!!111!! hìhìhìhìhì" traboccante di bimbominkiosità a Giuseppina Caccavalle e a Viola, la sua mente creatrice, a Vivian, che si preoccupa della mia salute *inizia a tossire cough cough cough :3*
Caro, Celeste, e gli altri 4 gatti che mi seguono, che FINALMENTE hanno risposta alla loro domanda come promesso, e spero le soddisfi per bene ( si? no? Maybe?)
Deborah, che per il coming out dovrà aspettare ancora un po', ma vedrai che c'è la faranno, Erica che deve disattivare il T9 al telefono quando recensisce, perchè io sono una directioner da molto, ma Louisiana e Lima non so chi siano XD
Ellie che ha interrotto la maratona di A kind of brother solo per leggere le mie schifezzine, e ch mi ha spinto a leggere questa BELLISSIMA FF, che io amo, e che sabato notte ho letto tutta d'un fiato, addormentandomi sulla tastiera al 26 capitolo. D'oh. Porco Starbucks.
Ylenia, che si dispera perchè mancano pochi capitoli ( ma state tranquiiiiille c'ho ancora Drunk in corso, anche se ha pochissime recensioni D:)
Camilla, che mi da notizie fresce fresce da Verona, anche se non c'è stata :( e Nora che è una stella di Brodway, la Natalie della vita reale :)
Silvia, con cui condivido le mie quotidiane figure di cacca, e ci ridiamo insieme su, perchè ridere fa bene al cuore, Paolina Paoletta che mette il sale sulla cotoletta ( questo è quello che il mio prof di storia declama mentre mi interroga. E poi dimmi uno come fa a stare serio. Ovviamente lui dice 'Camilla', non Paola. Perche io mi chiamo Camilla. Yeeeee) Barbara che mi commuove con le sue recensioni tenerissime :')
Te lo ha mai detto nessuno che sei tenerella? <3
Nali, con la quale discuto e mi confronto riguardo alla Larry, perchè i dubbi sono tanti, così come gli indizi e i segnali, e noi non sappiamo più a chi credere, mente o cuore? #lostinconfusionlikeanillusion
E ultima ma non meno importante, a Lu, che è un po' simile a me e mi fa sentire meno sola.
Love you all.
Kisses
Finny ( come direbbe tommoshorts)


  
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