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Autore: Lorenzotop    05/06/2013    3 recensioni
" Dev'essere davvero brutto perdere chi si ama. " Pensò per il resto della notte. Ecco perché non poteva permettere che gli Heartless facessero del male alle prime persone a cui aveva mai voluto bene nella sua vita. Dal Capitolo 8: " Verità ".
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Una scuola, specialmente se si tratta del luogo dove abiterai per cinque anni, dev'essere confortevole e accogliente.
Roxas sta per entrare nella sua nuova scuola, ma siamo sicuri che sarà tutto rose e fiori? Certo, con dei compagni del genere, la sua vita in questa nuova casa sarà un po' fuori dal normale.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Demyx, Roxas, Zexyon
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La notte trascorreva lentamente. Il corpo steso di Roxas era lì, sul pavimento, con il volto che volgeva lo sguardo al soffitto, e gli occhi spalancati. Era sveglio, ma la sua mente era assente. Cos'era successo esattamente in quella casa? Questo era sicuramente il primo degli interrogativi che il novizio si stava ponendo ormai da un po' di ore. Erano le quattro del mattino, e mancavano poco più di tre ore all'inizio delle lezioni. Roxas si alzò e avanzò lentamente verso la finestra della sua camera, stropicciandosi gli occhi con il braccio sinistro e fissando quello che c'era fuori; la luna piena, dall'alto della sua imponenza, illuminava tutto il parco, tutte le piante, tutti gli alberi, tutte le fontane, era lei la padrona incontrastata della notte, lì. E in lontananza si intravedeva il grosso muro che recingeva la scuola, e la grossa crepa che Roxas aveva utilizzato per recarsi in quella casa; quella casa, non era visibile da quella distanza... era coperta dal muro e dagli alberi, e da tanti altri sentieri. 
" Chi sei, Naminè? " Un interrogativo al quale era difficile dare una risposta, se non impossibile. Chi era quella ragazza? Un fantasma? O solo un sogno? No, quello che aveva visto Roxas in quella casa non era un sogno, e lui se ne rendeva conto, non poteva esserlo. E poi, lei l'aveva attirato verso la luce quando stava sprofondando nel buio, verso quelle creature dagli artigli affilati e dai corpi neri come la pece. Ma al risveglio non c'era lei, c'era Axel. Gli altri quesiti... cos'era quell'oggetto dalla forma di una chiave che era apparso nelle sue mani mentre si trovava in quella città? Che fosse apparso lì proprio per aiutarlo a sconfiggere quegli esseri? E se l'avesse inviato proprio Naminè?
A Roxas scoppiava la testa. Si accasciò nuovamente per terra, e allungò un braccio verso il soffitto, immaginando che non ci fosse, e che al suo posto trovasse luogo invece l'infinità del cielo, pieno di stelle. Facile sgombrarsi la testa così, lasciando che lo spazio prendesse il posto dei suoi pensieri. Ma purtroppo, lo spazio non gli fece prendere sonno, e l'immaginazione riuscì soltanto ad accompagnarlo nelle ore che seguirono, strazianti e interminabili, fino all'andata della luna e all'apparizione del sole, padrone del giorno.
Le 7. Roxas, Axel e Demyx uscirono dall'edificio dei dormitori, rivolgendosi solo dei semplici " buongiorno " e continuarono a camminare, schivi, senza cominciare alcun dialogo, e dando una sensazione di inquietudine a tutti coloro gli passavano accanto. Le loro facce erano stanche e pallide, e da ciò si poteva evincere che  probabilmente anche Demyx e Axel avevano passato una nottataccia.
Dopo un po' di camminata, il trio entrò unito ma perennemente silenzioso nell'aula, dando quasi l'impressione di star camminando insieme soltanto perché non avevano nulla di meglio da fare, e presero posizione ai loro posti.
<< Cominciamo la lezione... Mh... Lewis, alla lavagna. >> La professoressa di lettere cominciò immediatamente a rendere la giornata peggiore di quanto non fosse già stata per le prime due ore, e Demyx non ebbe che alzarsi un po' riluttante e avvicinarsi alla lavagna, prendendo un gessetto e sbadigliando senza dare troppo nell'occhio.
<< Allora, dimmi immediatamente qual'è la differenza tra una similitudine e una metafora! >> Partì in quarta con una domanda alquanto sciocca, ma alla quale il biondo non aveva prestato minimamente attenzione, essendo sovrappensiero e dandolo anche a vedere, ed era probabilmente per questo che la professoressa rideva sotto i baffi, sembrando contenta di trovare impreparato il suo alunno.
<< Ehm... non saprei... uno è un avverbio e l'altro un asteroide? >> L'intera classe, alla risposta di Demyx, prese a ridere incontrollabilmente (Tranne Roxas ed Axel, ovviamente) mentre la professoressa si fece rossa come un pomodoro e cominciò ad agitarsi e a farfugliare frasi incomprensibili all'orecchio umano, scatenando ancora più ilarità all'interno dell'aula, le cui risate degli studenti sovrastavano dei sussurri di disprezzo da parte del biondo, che tornò a sedersi, e si beccò un altro 2. Il secondo, per la precisione.
L'ora passò con altre spiegazioni e interrogazioni, che però non riuscivano ad attraversare la barriera psicologica che Roxas si era costruito quel giorno, che la mente usava per estraniarlo dalla lezione e farlo invece stare con lei ancora e ancora.
Improvvisamente, una fitta colpì il novizio allo stomaco, facendolo piegare per un attimo, trascorso il quale alzò la testa e cominciò a respirare affannosamente, con il cuore che gli batteva a mille. Nessuno si era accorto di niente, meglio per lui, che alzò la mano e chiese alla professoressa di uscire, alzandosi immediatamente e scattando verso la porta, senza neanche attendere una risposta. Corse, corse, sentendosi strano, sentendo un malessere dentro di sé che non riusciva a placarsi. Non sapeva neanche dove stava andando, quando si trovò di fronte ad una porta con uno stickman inciso su di essa. Entrò, e scoprì che non era altro che il bagno maschile. 
Si avvicinò lentamente al lavandino ed aprì il rubinetto, sciaquandosi la faccia. Non riusciva proprio a capire cosa fosse stata quella fitta, che aveva fatto sì che un dolore continuasse a pulsare nel suo corpo, dandogli tanto, troppo calore alle tempie. Sembrava stesse implodendo, e  cadde con le ginocchia in terra, mantenendosi la fronte e soffrendo in silenzio. Chiuse gli occhi e li riaprì dopo un attimo, poi cercò di cacciare un urlo, ma qualcosa sembrava impedirglielo, bloccarlo. Alzò gli occhi da terra, e vide. 
Uno di quegli esseri del giorno prima era lì, di fronte a lui, con un sorriso stampato sul volto poco riconoscibile e gli occhi illuminati. La creatura si lanciò in avanti, cercando di graffiare Roxas, ma lui riuscì a scansare il colpo per un soffio, rotolando verso destra ed aprendo la porta di uno dei water, cercando di entrarvi per ripararsi. Il mostro si gettò insieme a lui nella cabina, velocemente, cercando nuovamente di colpire il novizio ma facendo cilecca e distruggendo il gabinetto interno, che spruzzò acqua da tutte le parti, facendo indietreggiare leggermente Roxas, che venne colpito da una scheggia di ceramica. A questo punto, la creatura riuscì a graffiare il ragazzo sul fianco destro, e impedendogli di alzarsi. 
" E'... finita... " Pensò, cominciando a chiudere gli occhi. Ma quando li chiuse, apparve una luce bianca, al cui interno era racchiusa lei, sorridente. Naminè gli stava sorridendo ancora, e ancora in un momento di pericolo, ancora nell'oscurità. Il resto fu un attimo , un secondo.
Roxas riaprì gli  occhi, e trovò la forza di rialzarsi, ritrovando nelle sue mani la chiave enorme che l'aveva salvato, proprio mente l'essere cercava di dargli il colpo di grazia, ma colpì soltanto la punta della strana arma, e la sua mano sinistra, formata da oscurità, scoppiò, rilasciando una luce che però venne ricoperta subito dopo da un altro strato nero. Il ragazzo poi si gettò con la chiave sul nemico, e in quel preciso istante la porta si aprì, lasciando che tre figure irrompessero con velocità nel bagno, e che vedessero quello che Roxas aveva fatto. Finalmente era riuscito a far scomparire quella creatura nel nulla, con un colpo secco della chiave, che scomparve subito dopo.
Con un po' di fiatone, Roxas si chinò in avanti, venendo poi raggiunto dai tre personaggi che erano entrati: Axel, Demyx e Larxen.
<< Lo sapevo, lo sapevo! Avevo ragione! Visto, biondina? >> Si pavoneggiò Demyx accanto a Larxen, che si mostrava alquanto dubbiosa, guardando Roxas come se fosse stato un morto che camminava.
<< Dem, smettila. >> Axel interruppe i festeggiamenti dell'amico, avvicinandosi a Roxas e prendendolo per un braccio, per poi indicare agli altri due di uscire, lasciando la stanza in un macello infernale, con il tubo del gabinetto che ancora schizzava acqua da tutte le parti.
Roxas non ebbe il tempo di capire neanche che cosa stava succedendo, mezzo frastornato, che i quattro si ritrovarono all'interno del covo, con lui ed Axel seduti vicini sul divano, Demyx in piedi appoggiato sul muro e Larxen che sfogliava un libricino, con sguardo interrogativo e curioso.
<< Posso sapere cosa cazzo succede? >> Finalmente delle flebili parole uscirono dalla bocca di Roxas. Demyx alzò lo sguardo mentre Axel lo abbassò, poi i loro occhi si scontrarono e annuirono a vicenda, mentre Larxen continuava a farsi i " fatti suoi " per il momento.
<< Devi sapere che quell'essere che hai incontrato lì si chiama Heartless. >> Senza cuore, ma cos'era? E com'era possibile che tutto ciò stesse accadendo? Doveva esserci qualcosa di assurdo nelle parole del rosso, che però continuò << Sono mostri nati nell'oscurità, lì dove non c'è la speranza, dove non si combatte.. L'anno scorso ne abbiamo incontrati alcuni per la prima volta in quella casa... e lì.. abbiamo anche ricevuto degli oggetti per difenderci da loro. >> Roxas cominciava un po' a capire, e non disse niente, ma semplicemente ascoltava, senza contestare.
<< Inoltre... >> Continuò Demyx il discorso. << Abbiamo rinvenuto nella stessa casa documenti e oggetti che ci portavano a capire che purtroppo da soli non ce l'avremmo mai fatta a sconfiggere gli Heartless, che stavano diventando troppi, e raccogliendo un po' alcuni alunni,  che hanno ottenuto altri poteri, siamo sopravvissuti. Ma ancora non bastavamo, fino ad oggi. >> Questa volta anche Larxen alzò lo sguardo, fissando Roxas per un po', e prendendo uno dei suoi fogli, girandolo e mostrandolo a Roxas.
Lì, sembrava esserci un disegno del suo volto.
<< Questo l'abbiamo trovato lì, e tutto sembra farci capire che tu sei quello che dovrebbe salvare i nostri bellissimi culi da questa faccenda. Tu sei... mh... il prescelto del key... key... come si chiamava, Axel? >> Tutti sembravano convinti di quel che dicevano, ma Roxas capiva comunque poco di tutto... forse però quel poco bastava.
<< Keyblade. >> Roxas aprì gli occhi e si alzò, con aria preoccupata o forse eccitata.
<< E' quell'aggeggio a forma di chiave che avevo prima, vero? E' quello che mi ha aiutato a sconfiggere l'Heartless... ma... cos'è? >> Voleva risposte, ma tutti sembravano un po' scossi per dirgli tutto in quel momento, che era già pieno di ansia. << E poi sapete dirmi chi è Naminè e perché mi ha aiutato? >> 
Questa volta un espressione instranita apparve sulla faccia di tutti, lasciando che Roxas intuisse che nessuno sapeva nulla della ragazza bionda, e facendogli quindi abbassare lo sguardo, un po' deluso ma comunque contento del fatto che finalmente era venuto a sapere un po' di cose, quindi alzò di nuovo il volto e sorrise.
<< Io non so cosa sta succedendo, e non so neanche cosa succederà dopo, ma... rimarrò qui e vi aiuterò a combatterli. >> Si sentiva coraggioso in quel momento, probabilmente, ma chissà se faceva bene ad esserlo. Demyx sorrise un po', ed Axel fece palesemente finta di annuire, mentre invece la bionda continuava a sfogliare delle carte senza dare alcun tipo di approvazione alle parole del novizio, e sembrando completamente impassibile. A quel punto, Roxas abbassò nuovamente lo sguardo.
Passarono alcuni minuti in religioso silenzio, ed Axel, Demyx e Roxas se ne andarono, lasciando Larxen da sola a sbrigare quello che doveva sbrigare, verso il dormitorio. Arrivati al secondo piano, Demyx si avvicinò alla porta della sua stanza e richiamò un attimo Roxas, facendo allontanare il rosso, che si avviò già al quinto piano, salutando i due.
<< Roxas, so che è tutto molto difficile e che dovremmo riporre speranza in te, ma devi sapere che l'anno scorso abbiamo anche perso due persone. >> Un groppo salì nella gola del novizio, che non rispose ancora, ascoltando l'amico, che intando aveva un volto che trasudava malinconia. << Una delle due era la ragazza di Axel. Comprendi. Notte. >> Con un piccolo saluto e una pacca sulla spalla, Demyx si ritirò nella sua stanza, chiudendo la porta e lasciando che Roxas, con meno interrogativi, quella notte, finalmente riuscisse a terminare quella giornata, scosso come non mai.
" Dev'essere davvero brutto perdere chi si ama. " Pensò per il resto della notte. Ecco perché non poteva permettere che gli Heartless facessero del male alle prime persone a cui aveva mai voluto bene nella sua vita.
  
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