∽ Chris
Sento la punta delle sue dita
muoversi sul mio petto ancora prima di svegliarmi completamente. Sorrido con
gli occhi chiusi e la sento avvicinare la bocca al mio orecchio.
«Buongiorno!»
«’Giorno» Risponde allontanandosi
da me e a giudicare dai rumori che sento, scendendo dal letto.
Momento.
«Perché te ne vai?» Domando
aprendo un occhio ed osservandola cercare dei vestiti nell’armadio.
Sono due settimane che ci…ci…frequentiamo?
In realtà sono passate circa due
settimane da quel pranzo cinese, da allora ci vediamo quando siamo liberi da
impegni, pronti a saltarci addosso in ogni punto di casa sua.
«Oggi devo andare da Val,
ricordi? Te l’ho detto ieri sera…» Dice mentre si infila una gonna corta.
Mugolo mentre mi passo una mano sugli occhi.
«Ti accompagno?» Chiedo mentre mi
sto ancora strusciando gli occhi.
Silenzio.
Apro un occhio e la vedo fissare
la canottiera che tiene fra le mani, mi guarda scettica e finalmente penso.
Ho parlato senza ragionare.
Cosa dovrei fare adesso?!
Ritrattare? Perché poi, mi farebbe piacere accompagnarla…
«Sei sicuro? – chiede con un
sopracciglio alzato – O sei ancora addormentato?» Aggiunge con un sorriso, che
ormai so etichettare come “di circostanza”.
«Se vuoi…» Lascio la frase in
sospeso e la guardo, fa spallucce anche se glielo leggo negli occhi che le fa
piacere.
Stiamo andando oltre, lo sento.
Non dovremmo, ma non riesco a fermare questa cosa.
Non voglio farla soffrire.
Infondo è proprio per questo che siamo finiti in questa situazione, vero?!
Veramente ci siamo finiti anche e soprattutto perché
ragioni con gli attributi invece che col cervello.
Mi rigiro nel letto e afferro la
mia maglietta appesa sopra la lampada che sta sul comodino.
Mi preparo.
Ci prepariamo e, incredibile ma
vero, riusciamo ad uscire di casa ad un orario non del tutto indecente.
La accompagno da sua sorella, il
viaggio in macchina è abbastanza silenzioso, le racconto delle riprese. Sarò
impegnato per tutta la sera.
«Quindi non ci possiamo vedere?»
Mi domanda titubante.
«Purtroppo credo di no.» Rispondo
arricciando le labbra e fermando la macchina sotto casa di sua sorella. «Ci
vediamo domani, se sei libera nel pomeriggio.»
«Sono di turno.» Risponde
fissando il cruscotto, poi posa lo sguardo su di me. «Vabbè ci sentiamo.»
Afferma con un sorriso tirato. Inclina la schiena verso di me poi si ferma,
incerta.
Deglutisco a fatica e le poso una
mano sulla testa.
«A presto.» Sorrido, o almeno ci
provo.
«Ciao.» Dice un attimo prima di
scendere dalla macchina e raggiungere il palazzo di sua sorella senza voltarsi
neanche una volta.
Ci manca solo che le scompigliassi i capelli e poi era
la perfetta scena di un deficiente alle prese con una bella ragazza.
Sbuffo e metto in moto di nuovo
dirigendomi verso casa.
∽ Charlotte
Salgo le
scale ed entro nell’appartamento di mia sorella. Chiudo la porta alle mie
spalle con un calcio, Val mi guarda sollevando un sopracciglio.
«Guai in
Paradiso?»
«No, ma
certo che no.» Rispondo tranquilla mentre ci dirigiamo entrambe verso la
cucina, afferro una patatina dalla zuppiera in mezzo al tavolo e lascio che mia
sorella mi scruti senza sollevare lo sguardo verso di lei.
«Che è
successo?» Domanda con un tono saccente.
«Niente.»
Dico sorridendo e sperando di risultare credibile.
«Stanotte
ha fatto cilecca?» Chiede ed io scoppio a ridere. «Ok, non è per quello. Quindi
cos’è successo?»
«Niente!»
Ripeto esasperata. «Mi ha accompagnata qui e se ne è andato a lavorare.»
«State
diventando una coppia?» Chiede accennando un sorriso sincero.
«No.»
Sgranocchio un’altra patatina. «Assolutamente no. Niente del genere e va
benissimo così.» Val incrocia le braccia al petto e mi guarda scettica. «Sul
serio.» Ripeto guardandola.
«È questo
che non va.» Afferma e non si interrompe nonostante il mio sguardo più che
eloquente. «È proprio questo. Tu vuoi di più.»
Enfatizza quel “più” e scrocchia le nocche delle dita. «Tu, cara sorellina,
vorresti poterlo definire il tuo ragazzo. Vorresti che anche lui ti
considerasse la sua ragazza e vorresti farci tanti bei bambini.»
«Io non
voglio figli.» Rispondo.
«Questo
lo so, ma è l’unica cosa non vera che ho detto.» Sorride vittoriosa ed io sono
incapace di replicare.
Io. Sono
rimasta senza parole.
Annientata
da quella scatenata di mia sorella.
«Non
voglio…» provo a cominciare, ma appena lei mi fulmina con lo sguardo inizio ad
avere dei dubbi su come voglio continuare la frase. «…Chiedere troppo…al mio
già roseo destino.»
Sì,
sembra la frase azzeccata.
Val si
lascia andare in una risata ed io resto a guardarla, in attesa.
«Ma è
normale volere essere la sua ragazza, fate sesso in continuazione. Fra
parentesi beata te. Hai paura di ufficializzare la cosa?»
«Non è
ufficializzare la cosa…» Rispondo pronta. «Non stiamo insieme.»
«No,
certo…» Val usa il suo tono da maestrina. So già dove vuole andare a parare e non
voglio ascoltarla. «Uscite insieme, cenate e pranzate insieme, fate sesso…Cosa
vi manca, scusa?»
«Non
abbiamo mai contatti fisici quando non facciamo…»
Oddio non
riesco neanche a dirlo. Val arriccia le labbra e poi mi lancia la mia borsa.
«Cosa
significa?»
«Significa
che ti caccio di casa.» È seria ed il sorriso che ho in volto va scomparendo.
«Non ti voglio qui se prima non risolvi questa cosa. Vai da lui e affronta un
bel discorso.»
«Ma io…»
«Niente
ma.» Mi spinge verso l’uscita di casa. «Vai e torna vittoriosa, io tifo per
te.»
«Val, non
puoi fare sul serio.» Protesto invano mentre lei apre la porta di casa e mi
costringe a raggiungere il pianerottolo «Tutto questo non ha senso. Lo
affronterò, ma non adesso che è a lavoro.»
«Se c’è
qualche suo collega figo dagli il mio numero.»
Con
questo chiude la porta proprio davanti alla mia faccia. Batto il pugno contro
la sua porta di legno.
«Valerie!
Apri subito questa maledetta porta!» Inveisco contro la superficie che ci
divide.
«Charlie
non costringermi a chiamare la polizia per disturbo della quiete pubblica.»
Non.
Posso. Crederci.
Maledetta
serpe in seno!
«Ti
odio!»
«Sì…sì
anche io non saprei che fare senza di te.»
****
Non posso pensare di essere
davvero qui. Mi liscio i pantaloni e sposto lo sguardo in lungo e largo. Una
roulotte. Una normalissima roulotte adibita a camerino. Sono seduta su una
branda non comodissima e devo riuscire a capire cosa è successo poco fa.
Dopo che Val ha pensato bene di
buttarmi fuori da casa sua ho vagato per qualche isolato, riflettendo e
arrivando alla conclusione che forse una minuscola parte di ragione poteva
anche averla, quindi ho telefonato a Chris e l’ho raggiunto al set.
Adesso lui sta lavorando ed io
sono qui ad aspettarlo.
Ma che cavolo mi è passato per la mente?
Non ho neanche il tempo di darmi
della deficiente per la milionesima volta che la porta della roulotte si apre
facendomi sobbalzare.
«Scusami se ti ho fatta aspettare
e soprattutto se sei rimasta chiusa qui…» Chris sfodera uno dei suoi migliori
sorrisi mentre chiude la porta alle sue spalle e si avvicina a me.
«Fa niente.» Rispondo cercando di
ritrovare la calma che avevo quasi raggiunto poco fa. «Come sono andate le
riprese?»
«Bene…Sono un po’ stanco in
effetti.»
Risponde grattandosi la nuca e mi
mordo le labbra.
Come faccio a dirgli quello che
vorrei dirgli? Appena sposto lo sguardo dalle mie mani posate sulle mie
ginocchia a lui perdo tutto il coraggio.
«Così Valerie ti ha buttata fuori
di casa?» Mi chiede divertito ed io gonfio le guance mentre si siede accanto a
me.»
«Dì la verità era solo una scusa
per vedermi e Val è una tua complice.»
«Esattamente. Io Val tramiamo
alle tue spalle per farti finire sempre fra le mie braccia.»
«Potrebbe essere vero.» Afferma
divertito.
«Beh, in tal caso avrebbe potuto
semplicemente non farsi trovare in casa, genio.» Rispondo sostenuta, non sono
venuta qui per questi giochetti.
«Allora è il contrario. Tu e tua
sorella siete complici e vi siete inventate questa storiella, perché tu vuoi
stare fra le mie braccia.»
«Anche questa teoria non regge,
Evans. Avrei potuto sfruttare le mie doti di seduttrice.»
Vuoi giocare? Giochiamo.
Poggio il mento sulla spalla
sinistra sbattendo ripetutamente gli occhi nella sua direzione.
«Allora, Val ti ha cacciata
perché sei insopportabile. Sempre detto.»
«Ripetilo se hai il coraggio!»
Mi volto minacciosa verso di lui, pronta ad
afferrarlo per le gote e torturarlo, ma la sua bocca cattura la mia con
passione. Spalanco gli occhi per un attimo prima di cingerlo per la nuca.
Le sue mani si muovono
velocemente verso il bordo della mia maglietta mentre le labbra si spostano
verso il mio collo, staccandosi solo il tempo per lasciarmi in reggiseno.
Questo incontro sta prendendo una
svolta inaspettata, ma non ho né la forza né la volontà di fermarlo per
esporgli i miei dubbi.
La sua pelle diventa d’oca mentre
muovo le dita sotto la sua maglietta e le sposto verso il bottone dei
pantaloni, sganciandolo e facendoli scendere lentamente lungo le sue gambe.
Abbandonarmi a lui è così
semplice, non ho mai bramato nessuno in questo modo e non sono mai stata
desiderata nel modo in cui lo fa lui.
Per la prima volta, nonostante il
nostro patto, nonostante tutti i miei buoni propositi, io faccio l’amore con
lui.
∽∽∽∽
Ed eccoci qua.
Anche Charlie sembra non avere le
idee molto chiare…In realtà stanno confondendo anche me questi due. xD
Ok, scherzi a parte, io non ho molto
da dirvi, perché non sono brava in queste cose, ma volevo veramente
ringraziarvi dal cuore per il successo che sta avendo questa storia.
La adoro per diversi motivi e
sprizzo gioia da tutti i pori quando vedo che piace anche a voi, quindi:
Grazie.
Un abbraccio.