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Autore: Kiarachu    06/06/2013    2 recensioni
Avete presente il momento nel film dove Megamind (come Bernard) confessa a Roxanne che nessuno lo voleva a scuola? E che lei ha detto "Peccato che non eravamo nella stessa scuola"
Beh, in questa AU esplorerò la possibilità che Roxanne fosse andata alla scuola di Megamind. Che cosa succederà?
Genere: Angst, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Megamind, MetroMan, Minion, Roxanne Ritchi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Wayne guardò i due, e poi si rivolse alla classe in questa maniera, “Ragazzi! Vi annuncio che io, Blue e Roxanne siamo diventati amici! E se a qualcuno non va bene questa mia decisione, dovrà vedersela con me!” finì con un tono minaccioso.
 
I bambini si spaventarono, perché sapevano della forza straordinaria di Wayne, Roxanne si accigliò, e appoggiò la mano sul braccio del piccolo alieno nerboruto.
Quando Wayne si girò, la bambina stava scuotendo la testa, e gli spiegò, “Non è la giusta maniera di dire le cose, Wayne. Così li spaventi. Posso fare io?” chiese.
Il superbambino annuì, perché voleva imparare a comportarsi in maniera giusta, sia con Eiyuu sia con gli altri bambini.
 
Roxanne venne avanti, e dichiarò, “Quello che Wayne stava cercando di spiegare è che si è chiarito con Blue, e adesso vuole diventare suo amico, ed anche mio. Se poi voi volete diventare amici di Blue, va benissimo, è una scelta vostra. Però fate attenzione a non prendere più in giro Blue, solo perché sembra diverso da voi. Io vi consiglierei di conoscerlo meglio, perché è davvero una persona interessante. Ho finito!”
 
I bambini erano un po’ confusi, perché da quando era arrivata quella nuova compagna, molte delle loro certezze erano crollate, e adesso pure Metro Boy era diventato amico di quello strano bambino blu.
 
Alcuni di loro erano incuriositi di conoscerlo, perché finora avevano seguito Wayne, perché avevano paura delle conseguenze.
Altri invece erano ancora convinti che Eiyuu fosse solo un combinaguai, e che il fatto che abitasse in una prigione lo confermava.
La maestra era sollevata, e aveva piena fiducia nel muscoloso bambino, quello che le importava era che adesso poteva fare il suo lavoro bene e senza la paura di essere licenziata.
 
I bambini stavano discutendo, e ognuno diceva la sua, Roxanne, Eiyuu e Wayne erano andati verso Emma e Meen-yawn.
Il piccolo alieno blu prese il suo caro amico acquatico, che stava guardando di sghimbescio Wayne.
 
Eiyuu notò questa sua espressione, e così gli spiegò, “Meen-yawn, non preoccuparti, Wayne vuole diventare mio amico, davvero. Adesso presentatevi, vi prego”, finì con un’espressione speranzosa, sorridendo.
 
Il pescioide fu rasserenato dalle parole del suo protetto, e vedendo che stava sorridendo, seppe che quello che stava dicendo era vero, e si augurava che il piccolo Scott fosse veramente intenzionato a diventare amico di Eiyuu.
 
Il piccolo alieno muscoloso era un pochino intimorito da quel pesce dalla gran dentatura, anche se sapeva d’essere invulnerabile.
Si fece un po’ avanti, e sorridendo normalmente, disse, “Penso che saprai già chi sono, ma non ci siamo mai presentati formalmente. Piacere di conoscerti, sono Wayne Scott!”
 
Meen-yawn fece un movimento che sembrava un inchino, nella sua boccia di materia vetrosa, e poi disse, con tono molto formale, “Piacere di conoscerla, Mister Scott, io sono Meen-yawn.”
 
Wayne fu stupito sia dalla “riverenza” sia dal tono formale, anche perché non sapeva che il pesce si rivolgeva così con tutti.
 
Il superbambino sbatté un paio di volte gli occhi, lo guardò perplesso, e disse, “Mister Scott? Uhm…puoi anche chiamarmi Wayne eh…”
 
Roxanne ed Eiyuu ridacchiarono, perché sapevano già del “vezzo” di Meen-yawn, e l’alieno blu spiegò, “È inutile…fa così con tutti, vero Roxanne? E pensa che lui mi chiama “Signore”. Io ci sono abituato, perché non mi chiama con altri nomi, ma per altre persone è un pochino sconcertante, vero?”, finì sorridendo.
 
Emma intervenne, “È vero, Wayne, quando eravamo qui che parlavamo, e mi son presentata, lui mi ha sempre chiamato Miss Thompson, anche se gli avevo detto di chiamarmi semplicemente Emma.”
 
E poi fu il turno di Roxanne, che spiegò, “Mi chiama Miss Ritchi, Wayne…credo che sia una specie di forma di rispetto della sua razza, vero Minion?” chiese sempre curiosa di sapere che c’era dietro a tutti i comportamenti delle persone, o in questo caso, di un pesce spaziale.
 
Il pescioide annuì, e spiegò, “Esatto…da quello che mi ricordo, è una cosa tipica della mia razza. Quando ancora ero sul nostro pianeta, ho visto che anche i miei genitori si rivolgevano agli altri usando un titolo simile a quello di Miss o Mister, seguito dal cognome. Per me è una cosa radicata, che fa parte del mio stesso essere, penso che sia ormai un tratto razziale, trasmesso attraverso il DNA, e quindi per me è naturale rivolgermi a voi in questa maniera”.
 
Eiyuu sapeva già queste cose, e spiegò ulteriormente, “In quegli otto giorni in cui son rimasto con i miei genitori, prima di essere spedito qui sulla Terra, ricordo molto bene come la razza di Meen-yawn servisse il mio popolo stando dentro corpi robotici con delle sfere d’acqua sopra le spalle, facendo muovere il corpo attraverso un impianto cibernetico collegato al loro cervello”, disse, indicando un’antenna che spuntava dal capo di Meen-yawn.
 
“Penso che l’impianto cibernetico fosse collegato al corpo robotico via onde radio, o roba simile, e un giorno anch’io vorrei costruire qualcosa del genere per il mio amico, così potrà aiutarmi in molte cose, vero Meen-yawn?” chiese con trepidazione al suo guardiano/fratello/amico.
 
Il pesce alieno sorrise, e sapeva che era uno dei progetti che voleva attuare Eiyuu.
 
“Ma certo, Signore! Non vedo l’ora! E penso che lei farà qualcosa di magnifico!” disse con sincerità, sapendo che il suo amico era capace di fare una cosa del genere.
 
Gli altri tre bambini erano affascinati da quei discorsi, soprattutto Wayne, che sapeva di venire dallo stesso quadrante del piccolo alieno blu.
 
Con un’espressione stupita, il superbambino disse, “Che discorsi complicati…è già tanto se son riuscito a capire quella cosa del DNA, in pratica vuoi dire che fa parte di te…mmmh…come i miei superpoteri fanno parte del mio essere, vero? E non vedo l’ora di vedere il tuo corpo, Minion! Ehm…a dire la verità, l’altro giorno, prima che tutto saltasse in aria, son rimasto colpito dalla tua invenzione, Blue. Quel piccolo robot, però lo comandavi tu, vero? E penso anche di sapere perché è andato a finire così…troppa potenza, giusto?” Wayne chiese, con uno sguardo conoscitore.
 
Eiyuu spalancò gli occhi, in un estremo stupore, e disse, “Quello che dici è vero, e wow…davvero sei rimasto impressionato? Scusa se sono scettico, ma capirai anche il perché. Ed è esattamente per quello! Troppa potenza…ho rifatto i calcoli ieri, come fai a saperlo?” chiese, sempre più stupito.
 
Wayne fece un’espressione un po’ triste, e raccontò, “Beh, facile, perché ho avuto anch’io i miei incidenti di questo tipo, a casa. Quando ho fatto quell’esibizione con i popcorn qui, ero molto più controllato, e mi ero allenato molto. Non è facile la vita, se sei dotato di superpoteri. E ho dovuto imparare da solo a riuscire a controllarli, perché i miei genitori hanno pensato solo a viziarmi, invece che educarmi come un normale bambino”, finì, sedendosi a terra e stringendosi le gambe piegate con le braccia, guardando in basso e aggrottando la fronte. 
 
Le reazioni degli altri tre bambini furono varie.
Roxanne lo guardò con uno sguardo conoscitore, perché sua madre non l’aveva certo viziata, ma aveva uno strano metodo d’educazione, e si sentì fortunata ad avere un padre che, invece, l’aveva educata bene.
 
Emma viveva in una casa piena di bambini, e lei era l’ultima nata, e purtroppo la più ignorata del gruppo.
La gamba se l’era rotta perché uno dei suoi fratelli maggiori l’aveva spinta in una lotta ed era caduta dalle scale.
Così si avvicinò al piccolo alieno muscoloso, e gli mise una mano sulla spalla, per confortarlo.
 
Eiyuu era stupito del fatto, perché aveva sempre creduto che la vita di Wayne fosse tutta rose e fiori, e a sentire questa confessione, era rimasto shoccato.
 
“Wayne, te lo dico sinceramente, io ti ho odiato dal primo momento in cui ho posato l’occhio su di te, ancora quando eravamo nelle nostre navicelle, e tu mi hai fatto la linguaccia da dentro la tua capsula di salvataggio.”
 
“Non pretendo che tu ti ricordi di questo, anche perché, senza offesa, il tuo cervello è probabilmente molto simile a quello di un umano, mentre il mio è molto più avanzato, visto che mi ricordo di cose successe appena un giorno – o anche meno – dalla mia nascita.”
 
“Io avrei voluto tantissimo finire in quella bella casa lussuosa, e ti ho invidiato tantissimo, per tutti questi anni, ma dopo di quello che hai detto adesso, son contento di essere finito in prigione. Lì c’è il direttore che si prende cura di me e Meen-yawn come un padre, e stando la dentro sono al sicuro da gente senza scrupoli”.
 
“Tu non devi preoccuparti di cose del genere, perché hai tutti quei superpoteri, mentre io no, e se qualcuno del governo volesse studiarmi, io non avrei la forza per oppormi. Stando in prigione sono al sicuro, e sto bene. Adesso che ho anche degli amici come voi, poi mi sento al settimo cielo!” Eiyuu finì di dire, arrossendo per tutto quello che aveva confessato, e sorridendo come un folle.
 
Wayne lo guardò, sorridendo, e dichiarò, “Hai ragione; il Governo non m’infastidisce per via dei miei poteri, e poiché i miei genitori hanno dato loro dei soldi, per non importunarmi. E anch’io son felice di avere voi, e spero di non fare casino, così possiamo essere amici per un lungo periodo. Stavo pensando…a proposito dell’insegnante…quello che hanno fatto i miei genitori non è giusto. Roxanne, Blue, ho un’idea, se vi va bene: potete venire a casa mia, e possiamo prender quel contratto ingiusto; so dove i miei parenti lo tengono, e vorrei il vostro aiuto per sapere se si può cambiare in uno legale. Stavo pensando che sarebbe una cosa che un vero eroe farebbe, anche se ci son di mezzo i miei parenti. Che ne pensate?” lui disse, omettendo però che sapeva qualcos’altro di quel contratto, ma per il momento non voleva dirlo.   
 
I due bambini intelligenti ci pensarono, e siccome sapevano che l’insegnante non era una cattiva persona, annuirono tutt’e due.
“C’è un problema, però…io non dovrei lasciare la prigione…ma posso chiedere al direttore. Mmmh…magari voi due potete venire alla prigione, a parlargli”, Eiyuu disse, sperando che rispondessero di sì.
 
L’alieno superdotato e l’aspirante reporter annuirono, e Roxanne disse, “Posso fare una telefonata a casa, così mio padre potrebbe venire qua, e portarci tutti alla prigione, anche adesso, che ne pensate?” lei chiese, avendo già una mezza idea.
 
I due alieni annuirono, e Roxanne chiese alla maestra se poteva usare il telefono, per chiamare suo padre.
Lei era all’oscuro del loro piano, così fu d’accordo.
La brunetta telefonò all’ospedale, per parlare con Andrew: “Papà, sì, sono io. Posso chiederti una cosa? Puoi telefonare al direttore dicendogli che io e Wayne verremo alla prigione per parlargli di una cosa importante? E puoi portarci lì? Sì, oggi…è molto importante. Grazie papà, sei il migliore! Ci si vede dopo! Chiamami qui per farmi sapere se è ok”, lei disse, poi riappese il telefono, e corse dagli altri per dirgli la novità.
 
“Insegnante, mio padre mi chiamerà dopo, ok?” la piccola detective disse alla giovane donna.
“Ok, Roxanne. Ti farò sapere”, lei rispose, sorridendo alla ragazzina intelligente.
La bimba corse dagli altri, per dirgli il suo piano.
  
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