Ciao, Sasso, grazie per l'ispirazione. :)
Spero sia abbastanza deprimente.
La scogliere avevano sempre esercitato un certo fascino su George: le aveva viste dal vero poche volte, nelle rare occasioni in cui la famiglia Weasley organizzava una scampagnata in qualche località costiera.
Un muscolo della gamba si contrasse e le dita del piede si strinsero sulla roccia spoglia, come in cerca di un appiglio. Il suo petto si alzava e abbassava regolarmente, prendendo respiri profondi e tranquillizzanti, ma le mani strette a pugno tradivano l’inquietudine che George serbava dentro. Alzò lentamente le braccia e come un equilibrista mosse un passo dopo l’altro verso il ciglio della scogliera.
Ciao, Georgie.
George trattenne bruscamente il fiato e si voltò in fretta, con uno scatto delle braccia che si mossero a coprire il petto nudo, verso il cuore.
«Fr- Freddie?»
Il suo gemello stava lì, anche lui spogliato, ma caldo, confortante.
«Sei qui?»
Le labbra di Fred accennarono un sorriso, e gli occhi luccicarono.
Io? Qui, sempre.
George rimase immobile per una manciata di secondi, poi fece un passo indietro, un altro e un altro ancora. Si voltò appena per valutare la distanza tra i suoi talloni e l’orlo del precipizio, tornò a guardare il fratello e si espresse in un sorriso identico al suo, per poi lasciarsi cadere nel nulla.
Dai che magari con questo elogio alla depressione riprendo a scrivere. :D