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Autore: FedericaLille    06/06/2013    11 recensioni
Catherine ha un fidanzato, una casa e un lavoro. E' ormai una donna matura e con i piedi per terra. Ma cosa succede quando un incontro inaspettato le sconvolge la vita? Crolla ogni certezza e la paura di (ri)innamorarsi prende il sopravvento.
"Eccola, la scatola ben impacchettata con scotch ultraresistente, la scatola contenente un pezzo consistente della mia esistenza. Era rimasto tutto intatto lì dentro, come se il tempo si fosse fermato. I CD, i poster, i DVD, le lettere, i biglietti, i libri, tutto ciò che possedevo con stampato sopra “One Direction”. Erano passati ben dodici anni dalla loro entrata in scena, cinque dalla loro uscita di scena.
In quei cinque anni Zayn era scomparso dai gossip, da qualsiasi rumors e pettegolezzo. Era riuscito a nascondersi bene, e incontrare una sua vecchia fan l’aveva impaurito. Non avrei rivelato di averlo incontrato, non avrei mandato in aria la sua copertura.
Intanto però lui aveva mandato in aria la mia, di copertura. Negli ultimi anni mi ero autoconvinta che quella per lui fosse stata sempre solo una innocente infatuazione passeggera. Purtroppo rivederlo mi aveva dato una certezza: seppure fosse stata solo una infatuazione, non era passeggera affatto."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo nono


 

In quella mezz’ora di silenzio e concentrazione avevo fatto del mio meglio per rappresentare ciò a cui stavo pensando: una trasformazione interiore che mi aveva trascinata indietro nel tempo. Era come se la mia anima fosse rimasta congelata in tutti quegli anni, e ora stesse risbocciando.
Avevo pertanto disegnato un grande albero: nel lato sinistro era ricoperto di neve e ghiaccio, nel lato destro ricco di foglie verdi e fiori azzurri.
La causa dello scongelamento della mia anima era il ritorno di Zayn nella mia vita. E non capivo ancora bene se fosse una cosa positiva o meno; intanto però sentivo l’aria di primavera inebriarmi i sensi, e non accadeva da un pezzo.
Prima di voltare il mio foglio verso di lui avevo un pensiero fisso: paura che lui si accorgesse di essere dentro il mio disegno. Una volta girato il foglio però qualcosa mi distrasse da quel pensiero, qualcosa che stava dentro il suo disegno.
Un divano rosso sangue su cui stava sdraiata una ragazza dai capelli lunghi e mossi e il corpo completamente nudo,  a parte un foulard dello stesso colore del divano che copriva le parti più intime della ragazza.
Avrei scommesso la mia stessa casa che fossi diventata un peperone vivente. Mi sentivo così in imbarazzo che non sapevo se continuare a guardare il disegno “erotico” di Zayn o fulminare lui stesso con lo sguardo.
E la cosa che più mi imbarazzava era la somiglianza che la ragazza sul divano avesse con me.
Zayn mi aveva disegnata stile Jack Dawson che ritrae Rose con il diamante dell’oceano al collo. Avrei voluto annegare con il Titanic piuttosto che stare un minuto di più in quella stanza con Zayn.
 
“Figo l’albero”, la sua voce mi trasse fuori dai miei pensieri.
Strabuzzai gli occhi e lo guardai sconcertata.
“Potresti farne un dipinto. E’ davvero un bello schizzo.”, continuò.
Parlava del mio disegno, e ora io avrei dovuto commentare il suo. Ma davvero non riuscivo a parlare.
Ripresi il controllo di me stessa e mi sforzai di apparire tranquilla.
“Scusami?”, riuscii finalmente ad emettere una parola.
Zayn piegò la testa di lato come non capisse il motivo del mio turbamento. O era un cretino, o si divertiva a farmi impazzire.
“Hai disegnato una ragazza mezza nuda”, puntualizzai.
“Si, insomma.. la regola era quella di essere sinceri…”
Oh, diamine, la regola. La regola diceva che dovevamo disegnare ciò che si passava per la mente ed essere il più sinceri possibili. Lui quindi almeno mezz’ora fa stava immaginandomi svestita  e distesa in posa provocante su un divano rosso. Non sapevo se eccitarmi a quel pensiero oppure irritarmi.
“Sei un pazzo maniaco sessuale”, lo rimproverai, con una smorfia di disgusto.
“Tu oggi mi hai provocato con le coccinelle sexy. Il pensiero di vederti circondata dal rosso mi stava assillando da tutto il pomeriggio”, parlava lentamente, fissando gli occhi dentro ai miei.
Quegli occhi riuscivano a distrarmi, cavolo, vi sarei potuta annegare dentro.
Presi la prima cosa che mi capitò a tiro e gliela lanciai addosso. Era un temperamatite di plastica, che gli finì in pieno petto.
Mi misi in piedi, infastidita, e passai le mani sui jeans per scotolare via la polvere.
“Ti sei offesa per caso?” Un mezzo sorriso fece capolino sulle sue labbra carnose.
Mi voltai verso la scrivania e presi a ordinare i colori sparpagliati su di essa.
Dovevo per caso sentirmi lusingata dalle sue parole  e dal suo disegno? Io invece non facevo che ribollire di rabbia. Odiavo il pensiero di essere guardata solo come oggetto di piacere; c’è tanto altro oltre l’aspetto fisico. Una donna ha dentro mille cose migliori della bellezza del  suo corpo, e mostrare le mie opere a Zayn mi aveva illuso che lui potesse aver visto qualcosa dentro di me oltre che esternamente. Invece mi ero sbagliata, e il suo squallido disegno ne era la conferma.
Una mano ruvida e calda mi carezzò un braccio e non potei non rabbrividire a quel contatto.
“Ehi…”, sussurrò, alle mie spalle.
Sentivo il suo corpo che si stringeva sempre più dietro il mio, e le sue mani che salivano lentamente lungo le mie braccia. Adesso sostavano sulle mie spalle e le massaggiavano con dolcezza. Non volevo sottrarmi a quell’estasi, ma dovevo farmi valere e fargli capire che quel gioco non mi stava bene.
“Scusa”, mormorò, “Ma dovresti apprezzare la mia sincerità, perlomeno. Avrei potuto disegnare un canarino, invece ho preferito essere sincero. Scusa se ti ho dato fastidio.”
Le sue mani adesso giocavano coi miei capelli. Li avevano spostati tutti sul lato sinistro, liberando un angolo del collo. Ed ecco le sue dita sul mio collo. Erano una droga, stavo per svenire, me lo sentivo.
“Sei una ragazza in gamba. Non devi offenderti se sei anche incredibilmente attraente” A quelle parole trasalii. Dovevo svegliarmi immediatamente da quel sogno, o sarei morta prima del tempo.
Sentivo il suo alito mandarmi ondate di calore sulla guancia destra, e le sue dita continuare a solleticarmi la pelle. Istintivamente mi lasciai andare, sfiorando con la mia schiena il suo petto caldo e accogliente. Sarei morta di lì a poco, ne ero più che certa.
Mi decisi a prendere le redini della situazione non appena notai l’ora sull’orologio digitale che c’era sulla scrivania. Erano quasi le sei e mezza, di già. Il tempo era volato e io dovevo buttare fuori di casa Zayn all’istante.
“Non ti biasimo”, dissi, diventando improvvisamente sfrontata. Scostai delicatamente le sue mani dal mio corpo e mi allontanai dalla scrivania.
“Uhm?”, il pakistano mi guardò confuso.
“Tutta colpa delle coccinelle, si, si”, continuai, camminando verso il soggiorno.
Lui mi seguì senza fiatare.
“E’ ora che tu vada via” D’un tratto il tono della mia voce si era addolcito e quasi… rattristato.
“Sei arrabbiata con me?” Il suo sguardo tenero e dispiaciuto mi addolcì ancora di più.
“Ma no…”, gli sorrisi, “E’ stato un attimo di nervosismo. Ma è davvero giunto il momento di salutarci.”
“Okay”, si rassegnò. “Grazie per il pomeriggio. E’ stato… piacevole.”
“Già, non è dispiaciuto neppure a me”, evitai di guardarlo in faccia.
“Penso davvero che tu abbia talento” Era un complimento autentico, ci avrei messo la mano sul fuoco.
 
Quando Mike rientrò a casa io ero ancora stordita da quanto accaduto.
Non sapevo se avrei rivisto Zayn, non sapevo se mi avrebbe cercata ancora, sapevo solo che ero stata bene in sua compagnia. Nonostante certi disguidi…
Avevo capito che ogni essere umano di genere maschile fosse psicologicamente un malato di sesso. Quindi avevo giustificato il suo disegno, e non ero nemmeno tanto lusingata dall’esserne io la protagonista.
Probabilmente Malik non aveva un rapporto sessuale da più di ventiquattro ore, e stare solo in compagnia di una “femmina” per più di un’ora aveva mandato in tilt i suoi ormoni.
Sarebbe capitato con qualsiasi altra ragazza, sicuramente.
Eppure mi aveva dato dell’attraente… e quell’aggettivo si che mandava in tilt i miei ormoni.
One Direction a parte, Zayn era oggettivamente un gran bel figo, e anche se non fossi stata in passato una fan follemente innamorata di lui, adesso sarei rimasta vittima del suo fascino.
E gli attimi di vicinanza e di contatto eccessivo non mi aiutavano affatto. In sua compagnia stavo in una stabilità precaria, col costante timore di cedere all’attrazione fisica e saltargli addosso.
Catherine, Santo Cielo, metti a bada i tuoi ormoni.
C’era però stato un momento in cui nonostante fossimo terribilmente vicini non avevo provato quell’attrazione fisica. Eravamo avvinghiati l’uno all’altra in una maniera pazzesca, eppure durante quella stretta non avevo minimamente pensato a lui come al belloccio dal sorriso malizioso. Mi ero semplicemente lasciata avvolgere dalle sua braccia, e avevo saziato il mio bisogno di calore. Ma credo fosse stata una cosa reciproca. I suoi muscoli contratti attorno a me e il battito accelerato del suo cuore erano indizi che mi portavano a credere che lui non stesse solamente saziando me, ma anche un po’ se stesso.
 
In quell’esatto momento guardavo la tv seduta sul divano di fianco a Mike, ma non stavo seguendo per niente il film poliziesco che trasmettevano sul primo canale.
“Amore, ho sonno. Vado a letto, okay?”, biascicai, cercando con i piedi le pantofole sul tappeto.
“Stai bene?”, mi chiese il mio ragazzo, guardandomi con aria preoccupata.
“Si, certo. Sono solo stanca”, spiegai, mentre mi mettevo in piedi.
Lui annuì e tornò a prestare attenzione al film.
Inutile dire che arrivata in camera da letto non riuscii a prendere sonno facilmente. Mi giravo e rigiravo sul materasso senza tregua, spostavo il cuscino sotto la mia testa e piegavo e stendevo le gambe alla ricerca di una posizione che mi desse sollievo e mi trascinasse nel mondo dei sogni.
Solo quando sentii Mike aprire la porta e raggiungere il letto, finsi di essere immersa in un sonno profondo, e nella finzione riuscii davvero ad addormentarmi.
Durante la notte sentii una mano carezzarmi un fianco, e presa dalla sonnolenza credetti si trattasse di Zayn. Perciò sollevai la testa di scatto alla ricerca dei suoi occhi castani che mi guardavano intensamente, ma non li trovai. C’era Mike accanto a me che allungava le mani sotto le lenzuola come per assicurarsi che io non scappassi via, lo faceva spesso. L’avevo sempre trovato adorabile come gesto.
Ora però mi dava parecchio fastidio; aveva disturbato i miei
sogni, e sarebbe stata un’impresa ardua recuperarli.





Angolo Autrice.

Helloooo! Avete capito com'è pervertito il nostro Zayn?? ahahah!!
E certo che Cathy è scioccata! u.u E poooi l'attrazione tra i due... aaaahh!
Li farò impazzire, poverii! Intanto è rispuntato Mike! Yuppyy! xD
Dal prossimo capitolo sarà più presente, per la vostra (in)felicità lol
Spero che il capitolo vi sia piaciuto abbastanza :)
Vi saluto tutti singolarmente con tanti bacini e abbracci, sono molto sdolcinata stasera <3

 

  
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