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Autore: Writer98    07/06/2013    11 recensioni
Un amore travagliato, tormentato. Un amore senza pace. Ma così forte, da superare qualunque ostacolo. Lacrime, pianti, rabbia, sorrisi. Solitudine, nessuno con cui sfogarsi, nessuno con cui parlare. Droga, alcool, autolesionismo. La storia di due ragazzi completamente diversi, così tanto da innamorarsi. Non vivranno una vita facile, per niente. Cosa succederà alla fine? lo scoprirete solo leggendo.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sassaassaasraining

 
  ewweew  Jill  Jill Parker.                                                                                                            asassa weew  Zayn Malik.
 


1.
 



 
Quella mattina a New York faceva freddissimo, e Jill, non aveva voglia di alzarsi. Anche se l'avrebbe fatto, non avrebbe avuto una meta nella quale dirigersi, una meta nella quale andare. Non avrebbe avuto nessuno con cui bere un caffé allo Starbucks, mentre camminavano per la strada, ridendo di qualsiasi cosa, anche dellla più insulsa. Non avrebbe avuto nessuno che l'avrebbe accompagnata sotto casa e che le avrebbe detto 'Ci vediamo staera!', o magari 'Ci sentiamo!'. Niente di niente. Ma doveva alzarsi, affrontare un'altra di quelle inutili giornate che ormai, passava senza ricordare neppure la data, anche se era difficile, perché Natale, si stava avvicinando e a New York, il clima era proprio natalizio.

«Buongiorno.» disse Jill, dando un bacio sulla foto di sua madre e di suo fratello. Ce l'aveva proprio lì, accanto a lei, sul comodino. Così, ogni volta che si girava e rigirava nel letto, perché non riusciva a dormire, perché aveva paura di affrontare quella vita oscura nella quale si era nascosta da sola, l'avrebbe guardata e si sarebbe sentita sicura, perché era come averli accanto, anche se non fisicamente.

Si alzò dal letto, scoprendosi di quelle vecchie coperte che le permettevano di dare  un po' di calore al suo corpo che ormai, sembrava diventato così freddo. L'alito le puzzava di wisky, ma ormai era una cosa normale. Beveva per dimenticare, ma in realtà, i problemi erano sempre lì, davanti a lei, che aspettavano la soluzione giusta per essere risolti. Si diresse verso il bagno e dopo aver lavato il viso e i denti, si vestì. Sempre con gli stessi abiti. Jill non aveva soldi, non lavorava, non aveva nessuno che glieli prestava, che l'aiutava. Le poche cose che aveva erano state comprate nel passato, quando aveva ancora una famiglia, qualcuno su cui contare.

«Ma dove l'ho messa...» mormorò, continuando a frugare nelle tasche della sua felpa, finché non si arrese avendo trovato ciò che cercava. Cominciò a sniffare fino a tre grammi di quella polvere bianca che tutti chiamavano 'cocaina'. Ripulì la punta del naso con il palmo della mano, e, dopo aver rimesso quella bustina nella sua borsa uscì, senza una meta, come sempre.

Era l'Otto Dicembre, Natale era sempre più vicino, guardava le strade, dove cominciavano a scendere i primi fiocchi di neve, e dove dopo a poco a poco ne sarebbe caduta sempre di più fino a divenire una distesa bianca. Guardava i bambini, i ragazzi, con i propri genitori e li invidiava profondamente perché lei non aveva più nessuno, nessuno con cui addobbare l'albero, nessuno con cui scartare i regali la mattina del 25 Dicembre, nessuno con cui festeggiare, ridere, scherzare, nessuno.
E mentre i suoi pensieri vagavano in tutto quello che poteva essere triste e malinconico, cominciarono a scendere alcune lacrime sul suo viso, coperto dal cappuccio della sua felpa nera. E come se le lacrime non bastassero, un lampo, seguito da un tuono diedero inizio a un temporale.

''Almeno c'è qualcuno che piange con me, il cielo.'', pensò Jill fermandosi a guardare le nuvole grigie sparse sopra la sua testa, erano un gruppo di batuffoli grigi, tutti uguali, tutti raggruppati, non erano soli. Persino le nuvole erano più in compagnia di lei. Era lì, ferma, lasciando che la pioggia le scivolasse addosso, immaginando che quelle gocce, fossero i suoi problemi, fossero gli avvenimenti più brutti della sua vita a scivolare addosso, come un temporale, una tempesta. All'inizio è così violento, ma poi si calma, smette e va via. I suoi problemi erano così, c'era solo una differenza, non adavano via, restavano lì.
Cominciò a correre cercando un posto dove ripararsi, solo dopo essere diventata fradicia. Correva, come aveva sempre fatto nella sua vita. Correva via dai debiti che si faceva per la cocaina, per l'alcool, correva via dai tre mesi di affitto arretrati. Correva via da se stessa, dalla sua inutile vita.
Alla fine, trovò un''portoncino'' dove potersi riparare, ma, metà dello spazio era già occupato da un'altra persona. Sarebbe andata via, se non fosse stato per i lampi e i fulmini che aumentavano nel cielo. Non amava, anzi odiava, il contatto con qualcun'altro. Odiava che qualcuno la guardasse, che solo la sfiorasse. Era sempre sulla difensiva, perché ormai non si fidava più di nessuno, nemmeno di se stessa, della sua ombra.
«Mi fai spazio?!?» esclamò Jill  con indifferenza, spingendolo per non farsi toccare, per non farlo avvicinare.
«Certo, non c'è bisogno di fare così.» ribatté quel ragazzo spostandosi per farle un po' di spazio in più. 
Jill aveva lo sguardo abbassato, fissava il pavimento. Non voleva più guardare nessuno negli occhi, perché sono proprio gli occhi in una persona che ti fregano, e lei non poteva più permetterselo. La sua vita era stata rovinata, nessuno l'aveva aiutata, l'avevano solo presa in giro. Promesse, promesse fatte al vento e dopo averla portata a letto, scaricata, lasciata lì, in lacrime, perché si era fidata dell'ennesima persona sbagliata. E non voleva cadere più in quello sbaglio. Si sentiva agitata, al sol pensiero che quello sguardo sconosciuto le cadesse addosso, anche solo per caso. Voleva andare via, ma la pioggia non glielo permetteva.
«Uffa,ne avrà ancora per molto?» mormorò tra sé Jill sbuffando, sporgendosi per guardare fuori.  Il cielo piangeva ancora, chissà per quale motivo. Magari piangeva per non farla sentire sola, per farle compagnia. Magari era sua madre che, dal cielo, piangeva. Piangeva perché non voleva vedere sua figlia in quello stato. Le braccia piene di tagli, l'alito che sapeva di wisky e le tasche piene di cocaina. 
«Credo di sì.» rispose lui, intromettendosi nei suoi pensieri, «Beh, mentre aspettiamo, anche se sei stata maleducata a spingermi e dovresti presentarmi per prima...io sono Zayn, Zayn Malik», le disse facendo una bel sorriso, che scaldò quasi l'ormai gelido cuore di Jillian Parker.
«Punto Primo...» disse Jill facendo un gesto con il pollice, per indicare il numero uno, «Tratto le persone come mi pare, punto secondo,» fece un'altro gesto con l'indice, «non ridere perché non c'è nulla da ridere e punto terzo,» cacciò il dito medio, per indicare il numero tre, «Mi chiamo Jill, Jill Parker» disse fissando le sue dita, per non guardare il suo volto. Zayn rise di nuovo, «Scusami, comunque, piacere Jill.»  disse porgendole la mano, lei non gliela strinse, semplicemente lo ignorò. Lui la ritrasse indietro, senza parole. 
C'era silenzio, nessuno dei due parlava. Lei si era voltata dall'altra parte, fissando il cielo, ancora grigio e nuvoloso. La pioggia non smetteva ancora di cadere e si chiedeva per quanto ancora sarebbe durata quella tortura.

«Perché sei così scorbutica?, io non ti ho fatto niente» disse fissandola. Quegli occhi su di lei la facevano sentire a disagio, e voleva andare via, scappare perché odiava essere fissata dalla gente.
«Non ti conosco! Ma cosa vuoi?!?» esclamò Jill, sospirando, scocciata dall'insistenza di quel ragazzo.
«Niente, niente!» disse, rivolgendo il suo sguardo da un'altra parte.

Le nuvole cominciavano a sparire, dirigendosi chissà dove. La pioggia era cessata, e con essa i lampi e i tuoni. 
«Oh ma guarda un po'!» esclamò Jill guardando il cielo, «Non piove più, e io me ne vado, ciao Zayn!» Jill lo salutò con un gesto, al quale Zayn ricambiò e si allontanò per la sua strada. Nella sua solitudine, nella sua freddezza. Nella sua vita infelice e irrequieta.

Continua.



SPAZIO AUTRICE.

Ciaaaaaaaaaaaao!
Allora bellezze? che ne dite di questo primo capitolo? c:
Io spero che vi piaccia!
Quelle delle due icons è Jill c:! 
Ho preferito mettere icons questa volta, perché
le immagini si prendevano troppo spazio!
Spero non vi dispiaccia.
Detto questo...grazie mille, spero recensiate.
Lots of love, Writer xx.

  
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