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Autore: keytvd    08/06/2013    5 recensioni
Fra Ian e Nina è finita, ma si sa che quando un'amore è grande la parola "fine" è sempre difficile da pronunciare.
Dopo una lunga estate separati si ritrovano sul set della 5° stagione di The vampire diaries, costretti ad affrontare la loro rottura. Cosa succederà? Riusciranno a ritrovarsi o la loro storia è davvero arrivata al capolinea?
Ho deciso di iniziare questa fanfiction Nian, visto che non si sa ancora bene cosa sia successo fra i due ho fantasticato un po'.
Cap.1
-Presi due lunghi respiri, ricordandomi che io ero la cattiva della storia, che dovevo essere quella forte perchè tecnicamente ero stata io a lasciarlo, così aggrappandomi a queste inutili scuse mi girai e finalmente lo vidi in tutto il suo splendore.
Aveva un paio di occhiali scuri, una semplice t-shirt gli metteva in risalto i muscoli che sembravano decisamente sviluppati dall'ultima volta che l'avevo visto. Un paio di Jeans stretti gli modellavano le gambe. Era semplicemente perfetto.
"C-ciao" dissi e mi avvicinai lentamente
"Ciao" accennò un sorriso leggero, luminoso, ma flebile, non uno di quei sorrisi a cui ero abituata. Forse semplicemente perchè non era più il "mio" sorriso.-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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new4
Cap.4

Pov.Nina

Mi svegliai nel pieno della notte, sdraiata sul pavimento.
Mi alzai in piedi a fatica, cercando di capire cosa fosse successo; mi dovevo essere addormentata immersa fra le lacrime, distrutta dopo che Ian se n'era andato.

Mi trascinai nel bagno e per poco non mi venne un colpo quando accesi la luce.
I miei occhi erano talmente gonfi da non avere più una forma, per quanto tempo avevo pianto?

Mi buttai sotto la doccia, sperando che quell'acqua calda potesse lavare via da me tutta la sofferenza, ma purtroppo lo sapevo bene, mi serviva molto di più che un semplice getto d'acqua.
Restai la dentro per un tempo indefinito, sentivo le gocce d'acqua sul mio viso che si mischiavano alle lacrime, sarei potuta rimanere la per sempre.

Quando i polpastrelli iniziarono a perdere sensibilità, capii che forse era il caso di uscire da quella nube di vapore.

Mi avvolsi in un asciugamano e mi buttai sul letto della mia camera, sperando che il sonno prendesse il sopravvento sulla mia triestezza.





Un raggio di sole si posò sul mio cuscino, svegliandomi dolcemente.
Mi stirai ripetutamente, avevo il collo a pezzi, sicuramente essere andata a dormire con i capelli bagnati non era stata una grande mossa.

Mi costrinsi a fare una piccola colazione, il giorno prima non avevo nè pranzato nè cenato, ma il gusto nel caffè mi diede la nausea, così addentai solo un paio di biscotti, non erano sufficienti ma la fame in quel momento non era la mia priorità.

Indossai un paio di jeans e una semplice maglietta, tanto mi sarei dovuta cambiare sul set, però mi armai di fondotinta e correttore, per cercare di coprire quelle orrende occhiaie, e dare un po' di vita al mio colorito pallido.

Guardai l'orologio, era ora di uscire e affrontare quella faticosa giornata.
Il mio stomaco si contrasse all'idea di dover vedere quelli che fino a ieri consideravo amici, ma soprattutto all'idea di incontrare lui.

Parcheggiai la macchina accanto a quella di Kat Graham,  in parte felice di vedere che era già arrivata. Era la prima persona che volevo affrontare.

Entrai negli studi e me la trovai davanti

"Hey meraviglia" disse sorridendo, ma io non ricambiai

Mi avvicinai a lei e la presi per un braccio, forse con più forza di quella che avrei dovuto usare

"Dobbiamo parlare" le dissi trascinandola in una stanza

Kat non disse nulla, probabilmente aveva già capito

"Nina senti..."

"No senti tu" non la lasciai parlare  "Come hai potuto farmi questo? Io ti consideravo un'amica!"

"Io non so cosa ti ha raccontato Ian, ma non è andata come pensi" disse cercando di giustificarsi

"Ah no, e sentiamo, com'è andata?" incrociai le braccia, cercando di sembrare forte, ma non lo ero per niente in quel momento

"Ian era distrutto, così una sera siamo usciti tutti insieme per cercare di tirarlo un po' su, e il caso ha voluto che nel locale ci fosse una mia amica, così l'ho invitata ad unirsi a noi e..." si fermò per un istante "Nina mi devi credere, se avessi saputo non l'avrei mai invitata, ma le cose sono andate così"

"Sai qual'è il problema? Io non sono arrabbiata con te per avergliela presentata, io ce l'ho con te perchè non mi hai detto nulla!" alzai il tono della voce e in quel momento anche Candice entrò nella stanza

"Nina" disse

"Oh, ecco l'altra complice" dissi sprezzante

"Che?" mi guardò perplessa

"Ti prego non fare la finta tonta, so tutto"

Candice abbassò lo sguardo

"Nina tu devi capire, Ian è nostro amico" disse Kat

"E io cosa sono?" questa volta urlai

Il silenzio calò nella stanza.

I miei occhi iniziarono a pizzicare, ero arrabbiata, ferita, e la voglia di piangere era irrefrenabile.

"Sapete che vi dico, non importa. Almeno adesso so con chi ho avuto a che fare"


Le lasciai la, da sole e corsi via da quella stanza.
Sentivo la testa pesante, e le gambe sempre più molli.
Aprii la porta per uscire a prendere un po' d'aria ma andai a sbattere contro l'unica persona che non avrei voluto vedere. Ian.

"Nina" il suono della sua voce in quel momento era un coltello nel mio cuore

Feci finta di niente, e corsi via da la, senza saper bene dove andare.

Mentre correvo la vista divenne sempre più appannata, finchè non vidi più nulla.





"Nina, Nina!"
"Nina porca miseria apri gli occhi"
"Nina svegliati"

Sentivo una voce lontana, quasi un sussurrò, la testa mi faceva male e gli occhi sembrava non volessero aprirsi.

Sentivo qualcosa che mi sorreggeva, forse le braccia di qualcuno, ma ero talmente confusa da non riuscire a capire bene nulla, così mi lasciai cullare di nuovo dal sonno.





"Qualcuno mi aiuti per favore, ha una brutta ferita, chiamate l'ambulanza"

Ancora quella voce lontana, perchè non riuscivo a svegliarmi?

A fatica schiusi gli occhi e pensai di essere immersa in un sogno, Ian era davanti a me che mi teneva fra le braccia e mi accarezzava una guancia.

"Hey Dobrev, sta tranquilla l'ambulanza sarà qua a momenti" disse sorridendomi

Sorrisi a rimando e mi lasciai cadere nel sonno, paradossalmente stavo troppo bene.





Mi svegliai distesa in un letto di ospedale, da sola.
Mi guardai intorno e finalmente lo vidi, sulla porta che parlava con un dottore.
Quando si accorse che ero sveglia, si avvicinò velocemente a me.

"Ciao" prese la sedia e si sedette accanto a me

Cercai toccarmi la testa dolorante ma lui fermò la mia mano, prendendola fra le sue

"Meglio che non tocchi" disse sorridendo

"Cos'è successo?" chiesi a fatica

"Mi sa che è da un po' di giorni che ti dimentichi di prenderti cura di te stessa"

Le nostre mani continuavano ad essere unite, e in quel momento tutto il dolore sembrava lontano

"Che intendi?"  chiesi ancora

"Sei svenuta e hai sbattuto forte la testa" disse "per fortuna non ci sono danni, solo qualche punto alla testa" disse  e mi accarezzò i capelli con la dolcezza che solo lui poteva avere

"Il problema è un altro Nina, i medici hanno fatto delle analisi, e sei completamente disidratata"

Lui posò lo sguardò sull'altra mia mano e io feci la stessa cosa di riflesso.

Ero attaccata ad una flebo e del liquido fluiva nelle mie vene

"Non ti preoccupare, ti stanno solo reidratando un po', da quant'è che non mangiavi e bevevi qualcosa?" chiese preoccupato

"Da un po', credo" sorrisi debolmente

"Dobrev" il suo voleva essere un rimprovero, ma allo stesso tempo il suo sguardo era pieno di tenerezza verso di me

Era una situazione surreale, se non fosse che ciò che era successo il giorno prima era ben chiaro nella mia testa, in quel momento sembrava che fra noi due non fosse cambiato nulla. Era il mio Ian, sempre pronto a preoccuparsi di me.

Chiusi gli occhi, e respirai piano.

Sentii un calore familiare sulla mia fronte e immediatamente aprii gli occhi.
Le sue labbra erano posate sulla mia testa, e mi venne da piangere.

Cercai di cacciare indietro le lacrime, ma gli occhi lucidi erano difficili da nascondere.

"Menomale che eri la" dissi e lui si staccò da me, guardandomi

Sorrise.

"Questa scena mi sembra molto quella di Elena e Damon in ospedale" rise cercando di smorzare la tensione

"Già" accennai un sorriso

Avrei voluto che le sue labbra si posassero sulle mie

"Sai per quanto tempo starò qua?"

"Oggi pomeriggio ti dimettono, ma hai bisogno di almeno un giorno di totale riposo"

"E le riprese della serie?" domandai preoccupata

"Non è un problema quello, ho parlato con Julie prima, questi due giorni girano le scene dove non ci siamo"


"Capito." abbassai lo sguardo "Ian mi dispiace"

"Pensa a riprenderti, ok?" disse alzandosi dalla sedia

"Senti, vado a firmare un po' di carte per farti dimettere, ok?" aggiuse

"Ian, posso arrangiarmi da sola, non voglio che tu ti senta obbligato..."

"Non mi sento obbligato" non mi fece finire "Il fatto che non stiamo più insieme non significa che non voglia prendermi cura di te in questo momento"

Sarei dovuta svenire più spesso. Sorrisi a quel pensiero.

"Ora vado, torno fra poco" uscì dalla porta e rimasi sola nella stanza.

Avevo la testa pesante, ma il cuore incredibilmente leggero.




Ian tornò dopo un'oretta, ed insieme a lui un'infermiera.

La ragazza mi staccò la flebo dal braccio e mi sorrise gentilmente, poi si rivolse a Ian

"Qui abbiamo finito, se vuole può riportarla a casa"

"Grazie" rispose e l'infermiera ci lasciò da soli

"Bene, possiamo andare allora, ti riporto a casa"

"Posso chiamare un taxi"

"E poi chi la sente tua madre?" rise "No, ti riporto  io a casa sana e salva"



Salii in macchina ancora dolorante, e durante il tragitto rimasi in silenzio, imbarazzata da quella situazione, era da tempo che non salivo sulla sua macchina.

"So a cosa stai pensando" disse spezzando il silenzio

"Ah si?" lo guardai perplessa

"Fa uno strano effetto anche a me, ma passerà"

"Già"  risposi poco convinta.

Arrivammo a casa e lui entrò con me

"Eccoci qua" disse

"Grazie ancora Ian, davvero non serviva"

"Siediti sul divano, ti preparo un the caldo"

Feci quello che mi aveva detto

Lo guardai preparare il the, in quella che era la nostra cucina e un mare di rimpianti mi travolse.

Tornò da me con una tazza bollente in mano, e mi si sedette accanto.

"Attenta che scotta" disse passandomela, e le nostre mani si sfiorarono per un istante che sembrò infinito

Sorseggiai il the, e nel mentre alzai lo sguardo su di lui, trovando i suoi occhi che mi guardavano intensamente


"Stanotte resto a dormire qua" disse e per poco non mi andò di traverso la bevanda calda

"C-come?"

"Non ti lascio da sola qua, poi voglio assicurarmi che tu mangi qualcosa"

"Ma Ian.."

"Niente ma, fammi solo fare una telefonata e sono da te"

Si alzò dal divano e tirò fuori il cellulare dalla tasca dei suoi pantaloni.

"Posso?" fece cenno con la testa e capii che voleva andare nell'altra camera

"Certo" risposi.

Go guardai finchè non  chiuse la porta alle sue spalle, e rimasi in silenzio, cercando di tranquillizzarmi, con scarsi risultati.

Dopo poco sentii Ian parlare con un tono di voce molto alto.

"Senti non starò qua a discutere con te, lei ha bisogno di me in questo momento" "No, non significa niente" e  ancora "Senti, le scenate di gelosia in questo momento sono inutili" "Ok, va bene, fa come vuoi, ma non cambia la situazione, io stanotte resto qua" "A domani, ciao"

Prima del previsto Ian riaprì la porta.
Aveva ancora il cellulare in mano e lo sguardo basso, pensieroso.

"Tutto bene?" chiesi

Lui mi guardò e accennò un sorriso

"Si, direi di si"

"Se la tua ragazza è gelosa..." dissi provando fastidio nel pronunciare la parola -ragazza-

"No, non ti preoccupare, le passerà"

"Bene" conclusi poco convinta.

No, non andava bene, era una situazione al limite del'assurdo.


"Nina, non pensare troppo"

Lo guardai, cercando una spiegazione a quell'affermazione

"Cosa intendi?"

"Noi due lavoriamo insieme, e oltre a questo siamo legati da un grande sentimento, anche se poi le cose sono andate come sono andate, io non posso odiarti, sarebbe più semplice, ma non posso" disse sedendosi di nuovo accanto a me

Rimasi in silenzio e lui continuò

"...quindi non farti domande, comportiamoci da persone adulte e lasciamo che le cose vadano come vadano, ok?"

Appoggiò la sua mano sulla mia  e il mio sguardo passò da quell'intreccio ai suoi occhi che guardavano fissi su di me.

Avrei voluto baciarlo, e dentro di me sapevo che anche lui lo voleva, ma non potevo, non ora che lui aveva messo da parte l'orgoglio e si era riavvicinato a me.

"Va bene, lasciamo che le cose vadano come devono andare"





Buongiorno a tutti, vi chiedo scusa se sono passati un po' di giorni dall'ultimo aggiornamento ma ho avuto dei problemi in famiglia.

Detto questo, lo sapete, per prima cosa ci vogliono i ringraziamenti, in particolar modo per quelle persone che recensiscono ogni volta, spero che lo facciate sempre perchè i vostri commenti sono davvero una grandissima fonte di ispirazione per me.

Detto questo passiamo al capitolo.
In realtà non avevo in mente di far succedere ciò che è successo, ma oggi mentre mi sono messa a scrivere è venuto tutto così di getto, e spero di non aver incasinato troppo le cose.
Un riavvicinamento fra i due ci stava, anche perchè come ha detto Ian,  sono obbligati a vedersi ogni giorno a lavoro, e poi parliamoci chiaro, entrambi sono ancora innamorati persi, Ian non avrebbe mai potuto lasciare Nina svenuta per terra, senza fare nulla.
Anche se è tutt'ora ferito,  farebbe di tutto per lei.


E ora vi ho lasciato sul più bello. I nostri Nian passeranno la notte nella stessa casa... cosa pensate succederà?

Cercherò di non farvi aspettare troppo per scoprirlo :)

Bacioni,
Key






  
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