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Autore: Engy_1    08/06/2013    2 recensioni
[yaoi]
leggevo una doujinshi, quando ho pensato "anch'io voglio scrivere qualcosa di così commuovente"... vi presento la storia di Daisuke e Kaoru.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passarono prima i giorni, poi i mesi… Kaoru e io divenimmo sempre più complici e stretti. In alcuni casi, mi accompagnò persino al tempio di Fuju per vedermi mentre eseguivo le preghiere.
Ormai ci intendevamo, sapeva tutto di me come io sapevo tutto di lui, o almeno così pensavo. Conoscevamo i più semplici e infimi segreti e, alcune volte, ci scambiavamo abbracci amichevoli, anche se sentivo sempre il cuore scoppiarmi nel petto quando lo stringevo a me.
-          Alcune volte mi chiedo cosa faccia nel tempo in cui non ci sono – domandò Kaoru.
-          Te l’ho già raccontato no? Durante la mattina mi alleno nel dojo per affinare il mio Kyudo, poi studio e infine vengo qua da te! – la voce mi uscì secca, ma in realtà ero estremamente divertito da quanto fosse smemorato.
-          Tu invece! Non me l’hai detto! – pensai in fine.
-          Bhe ecco, io… - il ragazzino si guardò intorno – Ti faccio vedere! – senza preoccuparsene troppo, mi prese per mano,  conducendomi ancora più in su nella montagna.
-          Dove mi porti?!
-          Fidati di me! Seguimi e ti mostrerò! – Kaoru sfoggiò un meraviglioso sorriso, facendomi arrossire – Ecco! – quando lasciò la mia presa, mi resi conto che con estrema semplicità stava salendo su nu enorme albero!
-          Ma come..??
-          Che aspetti?! Muoviti a salire!
-          S-si! – incomincia a salire, anche se il kimono era ingombrante e non mi permetteva movimenti liberi. Misi una mano in un ramo, ma si spezzo facendomi quasi cadere. Per mia estrema fortuna, Kaoru era riuscito a prendermi prima. Lo ringrazia e mi aiutò a salire.
Presi fiato, stanco della faticosa salita.
-          Io faccio questo! – mi voltai dove Kaoru indicava. Da là si vedeva tutta la foresta e in lontananza il mio villaggio.
-          Wow!
-          Io sorveglio questo posto, attento che nessuno lo distrugga.
-          Tu? Ma non sei troppo giovane? – dissi scherzando.
-          Io? Giovane? Ho quasi 300 anni! – Kaoru rise di gusto, mentre io mi bloccai… Avevo forse perso qualche passaggio?!
-          Cosa stai dicendo? –mi resi conto che c’era qualcosa che Kaoru non mi aveva detto. Lui stesso realizzò solo dopo che si era fatto scappare qualcosa.
-          Forse è meglio scendere dall’albero prima di discuterne… - non protestai. Anch’io volevo rimettere i piedi a terra.
-          Adesso… Devi per caso dire qualcosa?! – in quel momento la mia voce suonò stranamente antipatica, eppure non era così che desideravo apparire.
-          Vedi Daisuke… è complicato da spiegare…
Prese un profondo respiro, stando in silenzio, chiuse gli occhi. Si stava concentrando per poter affrontare con me un nuovo, difficile, argomento… Ma inspirata l’ultima d’aria, dal suo soffio nacque un venticello che si tramutò in un vortice di foglie e rami, che lo circondò. Indietreggiai, temendo di finire coinvolto, ma pochi secondi dopo il vento si placò. Dove prima c’era il piccolo e semplice Kaoru, apparve un ragazzino simile a lui, che però portava sulla testa due orecchie pelose e dietro una folta coda bianca. Il suo kimono si era tramutato in un abito che gli assomigliava, però più lungo e di un bianco delicato.
Chi era quella persona?! Non poteva essere…
-          Kaoru..?
-          Vedi Daisuke, io sono uno spirito di questa foresta. Io proteggo questo sacro luogo, tenendo lontano gli umani che possono far del male a Madre Natura.
Mi bloccai, percependo un brivido attraversarmi. Non era possibile!
-          Ma allora tu.. – si, era proprio lui! Lui aveva ucciso…
-          No! Non saltare a conclusioni affrettate! Non te ne ho parlato proprio per evitare che pensassi male! – Kaoru fece dei passi verso di me, ma arretrai. Sicuramente lui era l’assassino!
-          Stammi lontano.. – lo dissi come un bisbiglio, ma alto quanto bastava per farmi sentire.
-          No Daisuke! Non chiedermi di starti lontano! Fammi parlare! Stai completamente sbagliando! – gli tirai un mucchio di fogli secche per non farlo parlare.
-          ZITTO! – ero sconvolto! Perché? Perché lui… doveva essere l’assassino di mia madre?! Proprio la persona che io… La persona? No! Lui era un mostro, un demone della foresta!
-          Daisuke… ti supplico! Non sono stato io a uccidere tua madre.. è stato lo spirito che mi ha preceduto! Era impazzito e così, dopo aver uccido un’umana, l’hanno abbattuto e io l’ho sostituito! Sorveglio queste montagne da 13 lunghi anni. Sono stato abbandonato dalla mia gente, perché uno spirito incompleto. Mi hanno mandato qua per sbarazzarsi di me – lo guardai, sentendo il cuore esplodermi in petto.
-          No.. tu.. – non riuscivo a parlare.
-          Ma poi sei apparso tu! Sei arrivato in queste terre desolate, dove anche gli animali stanno lontano perché sanno che ci sono io – alzai il volto. Anche lui stava piangendo! – Sei arrivato e sei diventato così importante! Mi hai dato un nome! Mi hai insegnato! Sai quella collana che ti ho regalato la prima volta che ci siamo visti, quando mi hai promesso che saresti tornato? Uno spirito dona un proprio oggetto alla persona con cui sa che potrà passare il resto della propria vita! Con quella collana ti ho donato il mio cuore!! – lo urlò con tutta la voce che possedeva in corpo, facendo alzare gli uccelli in uno stormo nero in cielo. Vibrò persino il mio cuore, scombussolato dalle sue parole. Che avrei dovuto fare… mamma?!
-          Io.. devo andare! – senza neanche guardarlo presi le mie cose e corsi giù per la montagna. Sentii Kaoru chiamarmi, gridare il mio nome. Percepii mille fitte in corpo, le lacrime scendere sul mio volto come un fiume in piena. Il mio spirito era diviso, strappato da un sentimento così bello e meraviglioso che attraeva persino il male stesso.
Tornato al villaggio, mi diressi subito in camera mia. Non volevo sentire e parlare con nessuno. Non permisi a nessuno di disturbarmi mentre mi disperavo sul futon. Era troppo per me! Non avevo così tanta forza per sopportare una cosa del genere.
Uno spirito aveva ucciso mia madre, e che fosse stato lui o un altro, comunque erano creature che vivevano per millenni. In ogni caso non sarebbe mai stato possibile!
Queste parole risuonavano nella mia mente come una cantilena. Doveva consolarmi, ma invece mi struggevano.
Il giorno dopo Akami, mentre ero nel dojo ad allenarmi, venne a trovarmi, essendo stata avvisata da mio fratello maggiore.
-          Tesoro sono qua per parlare. Per favore, fammi passare – la sua voce era come una tisana. Aprii la porta quanto bastava per far entrare esclusivamente lei.
-          Cosa c’è? – le domandai.
-          Che ti è preso?! Mezzo villeggio ti ha visto correre in lacrime, ritornando dalla foresta!
-          Cosa vi interessa?!
-          Tesoro siamo solo preoccupati per te. Non vuoi raccontarmi cosa è successo?! – me lo disse con tanta dolcezza che cedetti. Incominciai a raccontarle di aver incontrato Kaoru, di come sia iniziato tutto. Ciò che fu più difficile da narrare fu ciò che accadde l’ultima volta che lo vidi. Cercai di essere il più chiaro possibile, ma naturalmente Akami aveva capito male e ripeté a gran voce pre crederci:
-          COSA?!? Lo spirito che ha ucciso tua madre è vicino al tempio?! – il fato volle che, proprio mentre cercavo di spiegarle che ciò non era chiaro, mio padre fosse dietro la porta ad origliare. Lo sentii imprecare contro Kaoru. Forzò la porta e incominciò a impazzire e dire scemenze, che bisognava liberare la foresta dallo spirito. Non potei nemmeno spiegare. Quando mi sentì dire che Kaoru non aveva colpa, mi diede uno schiaffo e, fatta uscire Akami, mi rinchiuse nel dojo.
-          No padre!! Padre! Fammi uscire! Non è così!! Kaoru non ha fatto niente!! Padre!! Ti prego!! – le lacrime incominciarono a scendere ancora una volta. Perché tutto si stava storcendo contro di me?!
Kaoru era in pericolo!! Ma come avrei fatto ad uscire?!
Mezz’ora dopo, mentre provavo a forzare la porta con le frecce, sentii la gente gridare fuori dalla porta.
-          Il tempio! Il tempio del dio Fuju brucia! – il cuore mi si fermò!
-          No! Nooo!! Devo uscire da qua!! Devo salvare Kaoru! - Incomincia a sbattere e prendere a calci la porta, fino a quando non si formò uno spiraglio abbastanza grande per permettermi di evadere dalla mia prigione. Presi arco e frecce e corsi su per la montagna. Indossavo ancora  il Kyudogi (il sacro abito per il Kyudo), ma non mi importava!
Mi avvicinai sempre di più, fino al momento in cui, vidi il tempio in fiamme e gli uomini del villaggio e mio padre guardarsi intorno.
-          Padre!! Padre fermo!! – lo raggiunsi, ma non feci in tempo. Gli uomini festeggiavano… e in cuor mio compresi cosa.
-          È morto! Lo spirito che mi ha privato della mia dolce moglie, è finalmente morto!!
Ascoltai quelle parole rimbombare nello scoppiettare del fuoco e nelle urla di gioia delle persone. Non poteva essere sul serio morto. Kaoru non poteva morire così!
-          Padre che hai fatto..? Perché? Lui.. – caddi in ginocchio a terra. Venne in mio soccorso, credendo che mi fossi emozionato per la sua vittoria. Invece le mie lacrime erano per quel ragazzo che avevo amato con tutto me stesso e che ora non c’era più!
“Si, lo ammetto! Ho amato con tutto me stesso Kaoru! Gli ho voluto bene come un fratello e l’ho amato come mio padre ha amato mamma! E ciò che mi strugge di più è che non gliel’ho potuto dire!”
Continuai a piangere per ore, in ginocchio davanti ai resti del tempio, la casa di Kaoru.
-          Non lo riporterai in vita così… - Akami era al mio fianco.
-          Lo so.. – una profonda tristezza si stava unendo alla mia anima. Per la seconda volte, avevo perso qualcuno di davvero importante.
-          Daisuke, andiamo a casa.. – Akami mi prese per un braccio. Mi ribellai senza forze, ma poi mi feci portare via. Che senso aveva stare là, a soffrire, nella solitudine assoluta. Lui non sarebbe più tornato.
Akami mi accompagnò a casa e, grazie al suo aiuto, potei riposarmi senza essere disturbato da nessuno. Mi poggiai sulle sue ginocchia, proprio come mi accadeva di fare con Kaoru e quel ricordo fece sgorgare nuove lacrime.
Alla fine, per l’estrema stanchezza, mi addormentai con in mano la collana di Kaoru, sentendo le sue ultime parole ripetersi infinitamente nei miei sogni: “con quella collana ti ho donato il mio cuore!!”
Anche durante il sonno, fui consapevole di aver pianto. E mi consolava solo avere Akami in quel momento.
 
Andò avanti per tre settimane. Anche se cercavo di tornare il solito freddo Daisuke, il mio cuore non era più in grado di provare assolutamente niente.
Durante gli allenamenti di Kyudo, proprio come voleva il maestro, avevo la mente svuota. Non riuscivo a pensare a niente, ma non ce la facevo a stare concentrato sul bersaglio.
Più il tempo passava, più realizzavo che  Kaoru era davvero morto.
La notte gli incubi mi perseguitavano, senza lasciarmi dormire, e anche di giorno mi sembrava di rivedere Kaoru, oppure le fiamme che l’avevano circondato.
 
Ancora una volta ero nel dojo, ma solo per poter stare in pace. La gente mi perseguitava, chiedendosi cosa i fosse successo, altri invece mi vedevano come il solito Daisuke. Non c’era da stupirsi di ciò.
-          Guardate! Chi sarà mai?! – dalla finestra che affacciava in un giardinetto, sentii la voce della gente esclamare frasi, ancora una volta senza senso compiuto.
-          Buongiorno. Sto cercando il signorino Daisuke! – il cuore mi si fermò. Questa voce, era così debole, eppure mi sembrava di averla già udita. Sentì il cuore battere improvvisamente, come se avesse ripreso a vivere! Abbandonai ciò che avevo in mano e mi diresse verso l’ingresso.
-          Al momento il signorino è agli allenamenti e non può ricevere nessuno. Se vuole lascio un messaggio – la guardia all’ingresso parlò freddamente.
-          No, ho bisogno di dirglielo in faccia. Deve sapere che sono qua! – protestò lo sconosciuto.
-          E chi mi cerca?! –in Kyudogi, mi sporsi sull’orlo della porta. Lo sconosciuto scostò il cappuccio.
-          Un vecchio amico direi – Il cuore si fermò ancora una volta per riprendere un battito scorretto, più forte che mai. Temevo che mi scoppiasse da un momento all’altro.
-          Kaoru.. – riuscì a dire soltanto. Feci segno di farlo passare e appena superata la porta, mi girai per poterlo vedere bene in volto.
Sicuramente era un’allucinazione, una delle tante, anche se questa sembrava così vera. Provai a sfiorarla e invece di scomparire, riuscii a toccarla. Non era aria, ma carne. In un attimo fui preso per la mano e stretto da quelle braccia. Qualcosa non andava, non poteva essere vero. L’avevano visto morire, avvolto dalle fiamme. Lo avevano sentito urlare mentre bruciava.
-          Daisuke! Daisuke! Mi sei mancato così tanto! – Kaoru incominciò a piangere. Quanto avevo sentito la mancanza di quel volto sulla mia spalla. Quindi non era finzione. Lui era davvero tornato.
Le braccia tornarono sotto il mio controllo e in un secondo potei stringerlo a mia volta.
-          Kaoru! Sei vivo! Sei tornato da me! – non riuscii a restare in piedi e lo trascinai con me in ginocchio a terra. Mi sembrava ancora un sogno, invece era là. Lo strinsi, senza riuscire a trattenere le lacrime.
Per quasi un mese mi ero rassegnato all’idea di poterlo rincontrare, rimproverandomi di non avergli mai rivelato i miei sentimenti, di avergli fatto credere che per me era solo amicizia.
-          Mi sei mancato tanto Daisuke! – strofinò le guance contro le mie spalle, come era solito fare quando gli ero mancato e finalmente potevamo incontrarci. Solo questo dolce calore, mi diede la certezza che lui era davvero qua.
-          Anche tu! – lo strinsi tra le mie braccia, facendolo sedere sulle gambe – Anche tu mi sei mancato! Non sai il dolore, il sentimenti di desolazione che ho provato quando, tu… - non riuscivo neanche a pronunciare certe parole.
-          Ma io infatti sono morto! – lo disse ridendo. Lo guardai preoccupato! “No, cosa vuol dire?! Che deve tornare indietro ora?! Proprio adesso che l’ho ritrovato?!” – Mi hanno detto che non sono riuscito a proteggervi, che non sono stato un bravo spirito e che per punizione meritano la pena capitale… Ma hanno detto che ho anche reso felice qualcuno e per punizione mi hanno fatto diventare umano, per dovermi impegnare come una persona normale! – sorrise ancora. Il volto gli si illumina sempre quando sorride in questa maniera.
Stetti zitto per un po’… quindi non sarebbe dovuto scomparire come nelle leggende che mi raccontavano.
-          Daisuke?
-          E dici tutto così? – non so perché ma ero arrabbiato.
-          Cioè?
-          Dici questo con tanta semplicità!! Dopo tutto questo tempo in cui ho pensato fossi davvero morto!! – si ero davvero arrabbiato!
-          Perdonami Daisuke – continuò a strofinare le guance – Però sai una cosa? Sono felice! – lo vidi sorridere leggermente, col lo sguardo un po’ perso.
-          Eh?
-          Lo senti? – mi prese la mano, portandola sul petto – Senti il mio cuore come batte forte? Vuol dire che sono davvero vivo! – mi sorrise, come un bambino che ha appena ricevuto una caramella. Lui, in un certo senso, è un bambino. Il mio bambino, che amo tanto.
-          Da ora in poi… - mi guardò, mentre arrossivo – Staremo per sempre insieme!! Capito?!
-          Certo!
Lo guardai negli occhi, facendogli capire che d’ora in poi un filo rosso avrebbe sempre unito i nostri destini. Gli presi le mani, per sentire ancora il suo calore, la sua dolcezza attraversarmi le membra. Lo vidi arrossire, mentre provò a nascondere il volto nel manto, ma lo bloccai. Gli presi le mani, intrecciando le nostre dita. Lo avvicinai quanto bastava a me e, alzandogli il mento. Era così carino e tenero. Ma soprattutto era mio.
-          Kaoru, ti voglio donare il mio cuore. Posso? – annuì con fare dolce.
-          Tu tanto hai già il mio.
Lo accarezzai ancora una volta e posai le mie labbra sulle sue. Percepii un calore nascere in tutto il corpo, come un sole che illumina immensamente noi due. Sentii il suo respiro farsi prima irregolare, ma con l’andare avanti di scambi di semplici baci, compresi che gli piaceva. Lo avvolsi ancora una volta nella mia stretta per non farlo scappare.
“Sei mio Kaoru, per sempre!”
La mia vita andò avanti insieme a Kaoru che, come un qualsiasi ragazzo, crebbe, divenendo maturo e responsabile. Eppure quel piccoletto che ho sempre amato, non l’ha mai perso.
 
Per aver donato un poco di felicità ad un essere umano, Kaoru fu punito in maniera severa, perdendo tutti i suoi poteri e divenendo un umano.
Per lui però non fu mai tale, ma anzi, una benedizione. Poté passare il resta della sua esistenza con l’uomo che amava con tutto se stesso e che lo ricambiava.
E bhe, non trovate che sia meraviglioso? Poter iniziare e finire la propria vita con la persona che si ama è sempre una grande fortuna. Io per esempio, sono stata strappata dalla mia vita terrena, perdendo mio marito e i miei due figli. Però vedo che stanno bene e che vivono felici con le persone che amano.
Te l’avevo promesso tesoro mio: io sarò sempre con te.
Mamma.
 
FINE
  
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