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Autore: TooSixy    09/06/2013    3 recensioni
Nonostante Las Noches sia a tutti gli effetti una città di morti, l'esistenza di una Fracciòn non è mai tranquilla o pacifica. Ma nemmeno per sbaglio.
Basti pensare alle incombenze di tutti i giorni: spiriti minori da cacciare, Shinigami da trucidare, Espada testardi e capricciosi a cui badare… insomma, bisogna essere un po' un incrocio tra un gladiatore e un baby-sitter. E malgrado tutto, diciamocelo, si ha pure la reputazione di essere "creature inferiori", poco più che docili schiavetti al servizio dei propri Espada.
Quando però una misteriosa entità compare a Las Noches, pronta a tracciare la sua scia di sangue perfino tra i pezzi grossi, sarà proprio una Fracciòn a rimboccarsi le maniche per fermarla. Armata della sua determinazione, di un dono tanto prezioso quanto molesto e di una Zanpakuto che si fa beatamente i fatti suoi, Rayen si prepara a combattere per la sua vita e per tutto ciò che le è caro.
E chissà, forse potrebbe scoprire di essere coinvolta in un gioco molto più grande e pericoloso di quello che immagina.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Kurosaki Ichigo, Nuovo personaggio, Shūhei Hisagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XVII. The darkest light
 

« Non avevate nessun diritto di farlo! »

« Non so di cosa tu stia parlando. Ho fatto espressamente richiesta al Capitano-Comandante Yamamoto di poter utilizzare i corpi dei nemici come cavie per i miei esperimenti, e lui non ha mosso alcuna obiezione. »

« Lei non è un nemico! »

« È un Hollow che ha levato la spada contro la Soul Society, quindi è perfettamente classificabile come tale. Adesso piantala di sbraitare, ragazzo, o passerai il resto della tua vita a galleggiare in una fiala. »

Le voci rimbombavano dolorosamente nella testa di Rayen, come se quelle parole le fossero urlate nell'orecchio. Frastornata, la giovane tornò in sé e si rese conto di essere sdraiata a terra, sul fianco. Proprio accanto a lei pulsava una morbida luce rosata, proveniente dai palmi delle mani di una donna. La donna in questione - una Shinigami, a giudicare dalla veste - aveva un viso serio e corti capelli argentei; quando vide l'Arrancar muoversi, le sue dita ebbero un lievissimo fremito.  

« Perché mi stai curando? » bisbigliò Rayen.

« In questo momento sei molto vulnerabile » replicò l'altra senza guardarla. « I test del Capitano Kurotsuchi ti hanno considerevolmente indebolita. Se non riceverai al più presto i dovuti trattamenti, la tua anima potrebbe andare in frantumi e disperdersi. »

Che brutta immagine. « Intendevo dire, perché tu, Shinigami, stai curando me, Hollow? Pensavo che voialtri mi voleste morta. Cosa c'è, vi servo per qualche altro esperimento? »

« Nulla del genere. Il Capitano Ukitake e il Vice-Capitano Hisagi hanno ritenuto opportuno darti una possibilità. »

« Hisagi? » Rayen spalancò gli occhi, di colpo lucida. « È qui? »

« Sì, ma... »

La ragazza cercò subito di alzarsi, ma un forte giramento di testa la costrinse a restare giù. Fu solo dopo diversi istanti che s'azzardò a riprovare, questa volta un po’ più cautamente. Ebbe la buffa impressione di guardare una specie di ring: in un angolo c'erano Kurotsuchi e la sua assistente, entrambi con l'aria piuttosto contrariata; nell'altro c’erano Shuhei, Kuchiki Rukia e un uomo alto dai lunghi capelli candidi, che lei ipotizzò essere il Capitano Ukitake. Questi teneva una mano sulla spalla di Shuhei, come a volergli impedire di saltare addosso a Kurotsuchi. Erano così presi dalla loro discussione che nessuno s’era accorto del suo risveglio.

« Signori, per cortesia, la situazione è già abbastanza difficile anche senza che ci azzuffiamo tra di noi » intervenne il Capitano albino con fare da mediatore. « Kurotsuchi, credo che la tua idea di trasformare un Hollow in uno Shinigami possa avere dei risvolti davvero interessanti, ma sarebbe preferibile che il processo di Shinigamizzazione non facesse a pezzi l’anima ospite. Se disgraziatamente avessimo perso l'Arrancar... »

« L'avrei sostituita con un altro dei suoi simili senza alcuna esitazione » ribatté Kurotsuchi. « Come ben sai, nulla si raggiunge senza il dovuto sacrificio. La distruzione di uno o due Hollow, per quanto disdicevole, sarebbe una perdita ridicolmente bassa rispetto a tutte le anime che potremmo salvare grazie al mio estrapolatore polimnemonico. Una volta che il mio gioiellino sarà perfezionato, avremo la possibilità di Shinigamizzare una sostanziosa fetta dell'esercito di Aizen e ribaltare le sorti della Guerra d'Inverno. La battaglia si sta avvicinando, Ukitake. »

Una vena cominciò a pulsare sulla fronte di Shuhei, ma Rukia lo anticipò e si fece avanti, seppur con una certa timidezza. « Kurotsuchi-taichou, quest'Arrancar ha affrontato un Espada per proteggere Kurosaki Ichigo. Ve lo posso garantire, l’ho visto coi miei stessi occhi. Non penso che qualcuno che rischi la vita per salvare uno dei nostri possa essere giudicato un nemico, anche se si tratta di un Hollow. E tutto ciò che non è un nemico in questo momento può diventare un potenziale alleato. »

« Sono d’accordo con Kuchiki-san » disse Ukitake con una punta di sollievo, prima di voltarsi verso la Shinigami guaritrice. « Isane-san, a che punto siamo con… oh, si è già ripresa, molto bene. »

Dietro di lui, quattro paia di occhi balzarono su Rayen. Kurotsuchi sembrava quasi indispettito, Nemu era una maschera di distacco, lo sguardo violetto di Rukia era pieno di ansia e quello di Shuhei ribolliva di misto di rabbia e preoccupazione. Rayen li ignorò tutti, concentrandosi invece sul Capitano dalle chiome bianche.

« Io sono Ukitake Jushiro, Capitano della Tredicesima Compagnia. » Sorrise con aria affabile, quasi paterna, come se stesse parlando a un giovane apprendista Shinigami. « Ti chiami Rayen Fie Oneiron, vero? »

La ragazza annuì, circospetta.

« Sono lieto di vedere che tu ti sia ripresa bene. Isane-san ha dovuto sudare sette kimono per tenerti ancorata a questo mondo, quindi spero che più tardi vorrai ringraziarla debitamente. »

La Shinigami dai capelli argentei arrossì. « Ho solo fatto il mio dovere, Ukitake-taichou. »

Rayen fissò Ukitake, cercando di leggere nel suo volto un qualunque segno di crudeltà o menzogna, ma l'espressione dell'uomo emanava solo serenità. Sembrava uno a posto, e il suo modo di fare tranquillo e fiducioso le ricordava un po' il suo primo Espada, Indar Oroitz. Ciononostante, lei non volle fidarsi: sapeva per esperienza quanto le apparenze potessero essere ingannevoli. 

« E adesso cosa succede? » domandò nervosamente. « Immagino che non abbiate nessuna intenzione di offrirmi una tazza di tè e poi lasciarmi andare, vero? »

« Per quanto riguarda il tè va benissimo, ma temo che per il momento non ti sarà permesso di tornare a Hueco Mundo » replicò lui, e nella sua voce sembrava esserci un sincero dispiacere. « Come ha giustamente osservato il Capitano Kurotsuchi, la guerra è alle porte, e non possiamo concederci d’ingrossare le file dei nemici neppure di un solo soldato. Ma non temere, non intendiamo nemmeno giustiziarti o abusare oltre della tua anima. Io e gli altri Capitani valuteremo il tuo caso al più presto; fino ad allora però ti devo chiedere di trattenerti per un poco nelle celle della Sesta Compagnia, senza opporre resistenza. » 

Nelle celle. Rayen strinse i pugni. Insomma, se ora si trovava nel guano fino al collo, era perché aveva avuto il maledetto impulso di aiutare uno Shinigami. E loro come la ricompensavano? Rapendola, usandola come cavia per degli assurdi esperimenti e sbattendola in prigione. Per un attimo considerò l'idea di lanciarsi in un attacco suicida - in fondo, non aveva niente da perdere - ma si sentiva troppo debole perfino per camminare, figuriamoci sostenere uno straccio di combattimento. Beh, sapete una cosa? Spero tanto che un giorno il karma vi fotta, tutti quanti. A cominciare da te, Tutankhamon dei poveri.

Scoccò un'occhiataccia a Kurotsuchi, poi tornò a scrutare Ukitake. 

« E comunque che fine ha fatto la mia spada? »  

« L'ho presa in consegna io » disse Rukia. « Te la restituiremo una volta conclusa la guerra, te lo prometto. »

Rayen sospirò. « Almeno il ragazzo, Ichigo, sta bene? »

Un sorriso quasi intenerito affiorò sulle labbra della mora. « Ha dovuto starsene a riposo per qualche giorno, lo stolto, ma se l’è cavata senza problemi. »

« E Grimmjow? L’Espada? »

« Non so molto di lui, solo che è sopravvissuto e ha fatto ritorno a Hueco Mundo. »

Rayen abbassò le palpebre. Certo, se Grimmjow l’avesse rivista probabilmente l’avrebbe uccisa, ma era contenta che fosse lontano dai guai. In fondo era una specie di amico… un amico brutale, animalesco e forse un tantino psicopatico, ma pur sempre un amico.

Permise a Isane di legarle i polsi con un Bakudo e si alzò lentamente in piedi, un po’ barcollante sulle gambe.

Shuhei corse al suo fianco per assisterla, ma lei si ritrasse come se le mani dello Shinigami scottassero. Nell’espressione di lui balenò un lampo ferito.

« Mi dispiace » mormorò.

« Anche a me » ribatté Rayen tagliente.

Lasciò che Isane la portasse via senza un’altra parola.

*

La cella era situata in fondo a un lungo corridoio, un poco isolata rispetto al resto del carcere. Era grande sì e no la metà della sua stanza a Las Noches, e non ospitava altro che una branda e un misero sgabello. Prima di andarsene, Isane aveva cinto la gola di Rayen con una specie di collare, una spessa banda metallica segnata da pesanti scanalature. Non appena la sua superficie fredda era entrata in contatto con la pelle di Rayen, l’energia spirituale della ragazza aveva cessato di scorrere, come se si fosse congelata.  

« Serve a inibire la tua reiatsu » le aveva spiegato Isane. « E sappi che anche le sbarre della cella sono fatte dello stesso materiale, quindi togliti dalla testa l’idea di scappare. »

Oh sì, adesso me la do subito a gambe, aveva pensato Rayen. Mi divertirò come una matta a correre per tutta la Soul Society inseguita da orde di Shinigami assetati di sangue. Anzi, no, me ne torno dritta a Las Noches, dove ci sono un paio di Espada che non aspettano altro che farmi lo scalpo e ritinteggiare i muri con le mie interiora. 

In effetti, era sorprendente la facilità con cui si era fatta dei nemici mortali senza compiere il benché minimo sforzo. In cella avrebbe avuto tutto il tempo di riflettere su questo favoloso talento, oltre che su dove sarebbe andata quando e se gli Shinigami l’avessero lasciata andare. Forse avrebbe potuto tornare nel deserto, anche se l’idea di gironzolare per sempre in mezzo a dune tutte uguali la deprimeva non poco. Magari a un certo punto si sarebbe semplicemente seduta sulla sabbia e avrebbe aspettato che arrivasse qualcuno. Qualche Hollow in cerca di prede facili, oppure il Cacciatore d’Anime in persona – o, come adesso era certa, Ryuuji.

Rayen si distese sulla branda e fissò il soffitto. In qualche modo suo fratello era diventato un angelo sterminatore che ora imperversava per Hueco Mundo falciando Hollow a destra e manca. Ma non aveva perso del tutto il senno, perché l’aveva riconosciuta… quella volta che si stava battendo con Nnoitra, Ryuuji doveva averla riconosciuta, per forza: altrimenti, perché mai avrebbe straziato la Quinta Espada senza fare neppure un graffio a lei?

Indar

Era vero. Ryuuji aveva anche ucciso Indar.

Suo fratello aveva assassinato il suo migliore amico. 

Perché? Perché? Perché?

La ragazza infilò la testa sotto al cuscino, come una bambina. Al momento non desiderava altro che l'oblio, puro e semplice. E forse per grazia divina - mentre cercava di districarsi tra i ricordi di Indar e il peso delle ultime scoperte - quello arrivò, sotto forma di un lungo, meraviglioso sonno senza sogni. 

Diverse ore più tardi, quando si risvegliò, la cella era rischiarata da un sottile raggio di luce vermiglia. Lottando contro il torpore chimico che ancora le intirizziva i muscoli, Rayen zoppicò fino alla feritoia aperta sul muro: un fulgido, glorioso tramonto incendiava l'orizzonte, avvolgendo la Soul Society in un delicato alone ramato. Era uno spettacolo così bello, pur nella sua semplicità, che per un attimo le mozzò il fiato. 

Almeno con se stessa doveva ammettere che, per quanto lo detestasse, il mondo degli Shinigami era splendido. Ovunque guardasse, tutto sembrava essere vita e colore. Si sorprese a immaginare come sarebbe stato vivere per sempre lì, sotto la luce del sole, dove l'aria era calda e fragrante e la gente non ti guardava come se fossi il loro pranzo. Sarebbe stato bello, forse, se solo non fosse stata un'Arrancar. 

Rimase a guardare il panorama fino a quando il crepuscolo non si sciolse nella notte, poi, iniziando ad annoiarsi, chiamò una delle guardie che pattugliavano il corridoio. Si trattava di uno Shinigami biondo e lentigginoso, poco più che un ragazzino; qualcosa, nei tratti morbidi e vagamente androgini, gli conferiva un’aria dolce, forse un po’ impacciata.  

« Come ti chiami? » chiese Rayen.

Lo Shinigami arrossì. « Niwa Kondo, signora. »

« Kondo, potresti procurarmi della carta? »

« C-carta? » 

« Sì, proprio carta. Grazie. »

Perplesso, Kondo andò a consultarsi con una guardia dal volto arcigno – probabilmente il suo sovrintendente – poi sparì per qualche minuto. Quando tornò, aveva con sé diversi blocchi di carta di vario spessore.

Per non pensare a Shuhei e al Cacciatore d’Anime e alla guerra e a tutto l’immenso casino che le era rovinato addosso, Rayen si dedicò agli origami, come faceva a Hueco Mundo. Piegare e sagomare la carta la aiutava a rilassarsi. Compose facilmente un airone, un cane, un delfino e una lucertola; soprappensiero, stava per finire di piegare anche una pantera, quando si rese conto di quello che stava facendo e s’affrettò a farla diventare una faina. Optò allora di passare a soggetti più innocui per il suo equilibrio mentale, tipo i fiori.

Mentre componeva un piccolo bouquet di ginestre, all’improvviso alle sue orecchie giunse il suono di voci che discutevano, a breve seguito da passi in avvicinamento. Non erano i passi leggeri e quasi in punta di piedi di Kondo, però: questi erano più decisi, più marcati.

Rayen si alzò in piedi e s’avvicinò alle sbarre. Un attimo dopo, nel suo campo visivo entrò Shuhei. La ragazza s'irrigidì di colpo. 

« Che vuoi? » sbottò. 

« Parlare un po’, tutto qui. » Lo Shinigami sollevò le mani in segno di resa. « Ti va? »

« Francamente, no. »

« Peccato, a me sì. » E s’appoggiò alle sbarre, per nulla scoraggiato. « Il marchingegno di Kurotsuchi allora ha funzionato? Ti ha davvero restituito i tuoi ricordi da umana? »

« In buona parte. »

Un velo di sollievo, misto forse a vergogna, balenò negli occhi di Shuhei. « Mi dispiace di non averti potuto salvare. »

Rayen lo fulminò con un’occhiata. « Non serve fingere, sai? Perché piuttosto non ammetti che non hai voluto salvarmi? Io non significavo niente per te, ero solo un maledetto giocattolo da usare e buttare! »

Shuhei restò basito. « Come fai a pensare una cosa del genere? Avrei dato qualsiasi cosa pur di essere a Karakura quando quell’Hollow ha sferrato il suo attacco. Io ti amavo, Raiha. »

« Ma non dire idiozie, Shinigami! Sei sparito nel nulla, senza dire nulla e senza lasciare nemmeno un cavolo di biglietto. L’unica cretina innamorata persa, lì, ero io, ed è stato il peggior sbaglio della mia vita! »

« Non me ne sono certo andato di mia spontanea volontà » ribatté Shuhei. « Il Capitano Tousen mi ha riconvocato alla Soul Society e ho dovuto obbedire. Ero stato selezionato come ufficiale di seggio e per diversi mesi sono stato tenuto sotto addestramento. »

« Fantastico, ti viene offerto un aumento di stipendio o quello che è e tu subito fai le valigie senza pensarci due volte. Però scommetto che di tempo libero ne avevi. » L’immagine di Shuhei e della meravigliosa Shinigami con la sesta di reggiseno le torturava la memoria. « Perché allora non sei tornato? Di’ piuttosto che qui avevi compagnie più interessanti, e che non te ne poteva fregare di meno di me e di Isshin! »

« Ehi, il viaggio dalla Soul Society al mondo umano non è così facile e immediato come pensi! E poi chi è Isshin? »

Era vero, non lo sapeva. Non sapeva neppure di avere un figlio. Non sapeva che Isshin aveva rischiato la vita a causa della sua trascuratezza. Per qualche ragione, quel pensiero la mandò su tutte le furie.

« Sei un idiota! » gridò Rayen. « Ma cos’hai in quella zucca al posto del cervello, cavoli e marzapane? Possibile che l’idea non ti abbia nemmeno sfiorato, dopo tutto quello che è successo? Nessuna lampadina s’è accesa in quella tua testaccia vuota quando hai incontrato Kurosak… oh! » La ragazza sgranò gli occhi.Kurosaki Ichigo. Ma allora cos’era, suo nipote? Il figlio di Isshin? O forse discendeva da Ryuuji e Asami?

« Cosa? » Shuhei era palesemente confuso. « Si può sapere cosa stai dicendo? »

« Eh? Ah, sì, stavo dicendo che sei un deficiente, e non a torto. Ti odiavo. Mi mancavi. Dannazione, che razza di casino! » Rayen andò a sedersi sulla branda e si prese la testa fra le mani. « Potresti andartene, per favore? » chiese. Di colpo aveva smesso di sbraitare, ma il suo tono pareva a stento controllato. « Credo di stare per impazzire. »

Shuhei rimase in silenzio alcuni secondi. « Dev’essere stato un bello shock, ritrovarsi qui, da sola e tagliata fuori da tutto ciò che conosci. Soprattutto dopo quello che ti ha fatto Kurotsuchi. Troverò il modo di aiutarti, Raiha, e questa è una promessa che intendo mantenere. » 

Lei sollevò il capo, sorpresa. Era sempre lui. Chiunque altro, al suo posto, avrebbe cominciato a sbraitare o si sarebbe ritirato con la coda fra le gambe; solo Shuhei poteva essere così paziente nei confronti di una che fino a un attimo prima gli aveva rovesciato contro una caterva di insulti. 

Ebbe la tentazione di fermarlo, forse persino di scusarsi. Ma non disse nulla, e Shuhei se ne andò senza aggiungere altro.

*

« Benvenuto, Ulquiorra. Mi auguro che tu abbia notizie interessanti. »

L'Espada abbozzò un lieve inchino, poi alzò i freddi occhi verdi sul suo signore e padrone. Come sempre, Aizen se ne stava seduto sul suo trono di pietra, il mento appoggiato quasi casualmente su una mano, una scintilla di spietato divertimento negli occhi scuri.

« Dunque? » lo incalzò.

« La ragazza, Fie Oneiron, è stata catturata dagli Shinigami, come avevate previsto » mormorò Ulquiorra. « Sembra che non si siano affatto insospettiti della facilità con cui è caduta nelle loro mani. Devono aver pensato che fosse un pesce piccolo, una pedina dal valore troppo esiguo perché voi vi deste pena di mandare qualcuno a salvarla. »

« Molto bene. » Aizen annuì, compiaciuto. « Adesso che il nostro grazioso parassita si trova nella Soul Society ci sono ottime possibilità che incontri il mio vero bersaglio nel giro di pochi giorni. E sarebbe un vero tocco di classe se nel frattempo il signor Kurotsuchi provvedesse un po' a smembrarla. »

« Questo darebbe definitivamente il colpo di grazia al vostro bersaglio » convenne Ulquiorra. « La ragazza ha quindi raggiunto il suo scopo? »

« Lo raggiungerà molto presto, e sono certo che non resteremo delusi. Era da più di sessant’anni che attendevo questo momento. » Aizen gli lanciò uno sguardo eloquente. « A breve però la ragazza non ci sarà più di alcuna utilità, anzi, potrebbe persino esserci l’infausta possibilità che volti le spalle a Hueco Mundo e si venda alla causa della Soul Society. »

« Capisco » disse il suo sottoposto inespressivo. « Mi comandate dunque di eliminarla, Aizen-sama? »

« Gli insetti inutili e potenzialmente nocivi devono essere schiacciati. Ma non è necessario che tu ti sporchi le mani, Ulquiorra… saranno sufficienti i nostri piccoli amici. » Aizen sorrise. « Confido nel fatto che i preparativi di Szayel Aporro Grantz siano completati. »

« Sì, l’esperimento ha avuto successo. Mi permettete di chiamarli? »

Al divertito lasciapassare di Aizen, Ulquiorra si dileguò. Tornò pochi minuti più tardi, accompagnato da Grantz in persona e da una figura alta, celata alla vista da un ampio mantello con cappuccio.  

« Molto bene » commentò Aizen. Saggiò le nervose, brucianti ondate di reiatsu emanate dalla figura e annuì, soddisfatto. « Il corpo di uno Shinigami, la mente di un Arrancar e una reiatsu mista, cuciti insieme in un’unica entità… Un’idea brillante accompagnata a un operato brillante, Grantz. »  

« Vi ringrazio, Aizen-sama. » Grantz abbozzò un lieve, pericoloso sorriso. « Basterà un vostro ordine, e tra pochi giorni il nostro piccolo esercito personale sarà pronto ad attaccare la Soul Society. »

Aizen rise piano. « Perfetto. » 

 

************

 

Ray: *sfoglia il Copione sgomenta* ma, ma, ma... ma io mi licenzio!

Sixy: non dire cavolate, lo so che te la stai spassando ^^

Ray: sigh...

Okay, siamo arrivati in fondo anche a questo capitolo. Grazie per averlo letto, e un grazie speciale ai commentatori e a coloro che hanno inserito la storia tra le preferite e seguite ^^ è un periodo in cui ho le ali tarpate dagli esami, quindi non so bene quando aggiornerò. Portate pazienza, please.

Ne approfitto per allegare PROPRIO QUI un'immagine di Rayen, in una posa naturale quanto quella di uno stendipanni. In futuro migliorerò i bordi.

Come ha osservato Lightning, arrivati a questo punto è abbastanza facile perdere il filo (e la mostruosa lentezza dei miei aggiornamenti non aiuta, immagino XD) quindi provvedo a lasciare qui sotto un riassunto delle puntate dei capitoli precedenti. 

Bacio, 

Sixy

***

 

Rayen Fie Oneiron è l'unica Fracciòn del decimo Espada, Indar Oroitz. Un giorno, Indar viene assassinato da una misteriosa entità, soprannominata dagli Hollow "il Cacciatore d'Anime". Nessuno sa chi sia o come sia fatto, poiché chiunque lo incontri è destinato a morire. Tutte le vittime (ribattezzate Traspasados da Szayel Aporro Grantz, addetto alla loro analisi) sono contraddistinte da una sorta di marchio, una profonda ferita che incide loro la fronte. 

La presenza di uno spirito così forte attira l'attenzione di Aizen. In attesa di nuove mosse da parte del Cacciatore, lo Shinigami ordina di intensificare il controllo di Las Noches e delle zone attinenti e assegna Rayen alla Fracciòn di Grimmjow Jaerguerjacquez, suscitando l'irritazione di Nnoitra Jilga, intenzionato a prendere con sé la ragazza all'unico scopo di avere una donna da schiacciare e soggiogare. 

Rayen non è un'Arrancar particolarmente abile o potente, tuttavia possiede un talento raro, la chiaroveggenza. Sprazzi di futuro si presentano nella sua mente sotto forma di Focus, fugaci visioni che le causano una temporanea perdita dei sensi. Poco dopo la morte di Indar, la ragazza riceve uno strano Focus: vede se stessa in un luogo luminoso, mai visto prima, e pur senza vederli percepisce attorno a sé la presenza di numerosi Hollow.

Rayen e Grimmjow trascorrono la maggioranza del tempo ignorandosi a vicenda. Benché ufficialmente sia un membro della sua Fracciòn, la giovane non se ne sente affatto parte. Nel frattempo, Ulquiorra si reca nel mondo degli umani e riporta le sue osservazioni sullo Shinigami delegato, Kurosaki Ichigo. Grimmjow preme per ucciderlo senza ulteriori esitazioni, ma Aizen comanda agli Espada di aspettare.

Stufo dei modi dispotici dello Shinigami e di quella che lui vede solo come una dimostrazione di debolezza, Grimmjow decide di attaccare di nascosto la città di Karakura per sbarazzarsi di Ichigo e di tutti coloro che possiedono un minimo accenno di reiatsu. Il suo piano coinvolge la sua intera Fracciòn, Rayen compresa. 

Durante l'assalto a Karakura, Rayen si scontra e uccide uno Shinigami, ma subito dopo riceve un altro Focus, che le mostra un ragazzo dai capelli arancioni. Ripresasi dalla visione, scopre che il cosiddetto 'piano segreto' di Grimmjow è stato scoperto e che Aizen ha inviato Ulquiorra a recuperare gli Arrancar superstiti. La Fracciòn del sesto Espada è stata infatti decimata dal Gotei 13, e gli unici ad aver superato la notte indenni sono Grimmjow e Rayen stessa. 

Una volta tornati a Las Noches, la loro disobbedienza viene duramente punita. Aizen fa mozzare un braccio a Grimmjow e lo spoglia del titolo di Espada, dopodiché trasferisce Rayen nella Fracciòn di Nnoitra. Tesla, unico altro sottoposto di Nnoitra, le imprime sul polso il Contacto, un marchio di reiatsu che consente alla Quinta Espada di convocarli in qualsiasi momento. 

Nonostante i tentativi di Rayen di evitare Nnoitra, l'Espada, desideroso di piegarla e umiliarla, riesce a costringerla a misurarsi con lui in un duello pseudo-mortale. Rayen risponde al meglio delle sue possibilità, ma l'abissale differenza tra i loro poteri comincia presto a farsi sentire. Quando Nnoitra è ormai sul punto di prendere il sopravvento, tuttavia, lo scontro viene interrotto dall'apparizione di quello che a prima vista sembra un angelo dall'aria delicata, e che in realtà si rivela essere il Cacciatore d'Anime in persona. Il Cacciatore mette fuori gioco Nnoitra con facilità disarmante, tuttavia svanisce nel nulla senza torcere un capello a Rayen. Grimmjow avverte il brusco calo della reiatsu di Nnoitra e si precipita sul luogo del combattimento, dove trova l'Espada in condizioni precarie e la ragazza sotto shock. 

Alcune ore dopo, Grimmjow e Rayen si ritrovano a discutere del Cacciatore. Quel momento di condivisione, per quanto breve, li avvicina un poco. I due vengono però interrotti da una Nùmero, Loly; questa comunica loro che Aizen ha individuato un'umana dai poteri interessanti, Inoue Orihime, ed è intenzionato a trascinarla dalla sua parte.

Una squadra di Arrancar, tra cui Rayen e Grimmjow, viene inviata nel mondo degli umani. Il loro compito è intrattenere gli Shinigami il più a lungo possibile, mentre Ulquiorra approfitterà della calca per trovare e rapire Orihime. Non appena mette piede a terra, Grimmjow si getta all'inseguimento di Ichigo. Rayen invece incontra Hisagi Shuhei, uno Shinigami che tuttavia sembra restio ad attaccarla e che dichiara di averla già conosciuta nella sua vita precedente, prima che lei diventasse un Hollow. 

Durante la battaglia, Rayen avverte un'esplosione di reiatsu pressoché identica alla propria. Lei e Shuhei decidono di seppellire momentaneamente l'ascia di guerra; Rayen difatti vuole indagare su quella misteriosa reiatsu e lo Shinigami desidera soccorrere alcuni compagni in difficoltà.

Rayen segue la reiatsu e trova Grimmjow insieme a un ragazzo dai capelli arancioni, lo stesso che ha intravisto nel suo secondo Focus. La giovane Arrancar ha la fortissima premonizione che lei e Ichigo siano strettamente connessi. Guidata dal suo sesto senso e dall'incredibile rassomiglianza tra le loro reiatsu, Rayen s'impone di proteggere Ichigo, anche se questo significa dover affrontare le ire di Grimmjow.

Rayen e Grimmjow si scontrano. La lotta sembra giungere al termine quando al fianco di Rayen si schiera anche Kuchiki Rukia, che congela - e apparentemente uccide - l'ex sesto Espada. Grimmjow però si riprende nel giro di pochi minuti e attacca Rayen, mandandola K.O.

La ragazza si risveglia all'interno della Soul Society, e più precisamente nel laboratorio di Kurotsuchi. Quest'ultimo, infatti, ha cominciato a raccogliere i corpi dei nemici caduti per utilizzarli come cavie nei suoi esperimenti. Una delle sue opere più ambiziose è una macchina in grado di restituire i ricordi umani agli Hollow; una volta perfezionata, ritiene, potrebbe addirittura permettere un processo di Shinigamizzazione e trasformare gli Arrancar in nuove pedine per la Soul Society. La macchina tuttavia è ancora un prototipo e la sua attivazione rischia seriamente di destabilizzare e distruggere l'anima di Rayen, ma la ragazza recupera la memoria perduta.

Rayen, ovvero Kurosaki Raiha, è una giovane contadina che vive insieme a suo fratello Ryuuji e alla loro amica d'infanzia, Inoue Asami, attraverso il clima di paura e di desolazione della Seconda Guerra Mondiale. A Karakura - allora un villaggio - Rayen e Ryuuji non sono visti di buon occhio a causa delle loro oscure origini e del colore inusuale dei loro capelli; quest'ultimo in particolare li porta a essere bollati come ragazzi strani e diversi, maledetti dagli spiriti volpe.

Un giorno, un Hollow attira Raiha con l'inganno e per poco non la uccide. A salvarle la vita è l'intervento di Hisagi Shuhei, giovane leva della Soul Society, ancora fresco di diploma all'Accademia di Shin'o. 

La ragazza e lo Shinigami imparano a conoscersi e con il passare del tempo diventano prima amici e poi amanti. Shuhei però sparisce all'improvviso, e Raiha si dispera, temendo che sia stato ucciso da qualche Hollow in missione; poco dopo, scopre di essere incinta e in seguito dà alla luce un bambino, che lei ribattezza Isshin. 

Alcuni mesi dopo la nascita di Isshin, Raiha avverte la presenza di un Hollow. La giovane si rende conto che ad attirarlo è la pressione spirituale del suo bambino e nel tentativo di difendere lui e il resto della sua famiglia decide di agire da esca, allontanando il più possibile lo spirito da casa Kurosaki. Raiha è però intercettata da Ulquiorra, che attraverso uno specchio di reiatsu le mostra Shuhei - sano e salvo, intento a scherzare con la bella e procace Shinigami Rangiku - e demolisce i sogni, le speranze e i bei ricordi di Raiha. 

La ragazza si sente tradita e abbandonata, e viene invasa prima dalla disperazione e poi da un odio profondo: i suoi ultimi sentimenti umani, prima che l'Hollow al suo inseguimento la raggiunga e la uccida.

Rayen si risveglia e scopre che Shuhei, Rukia e il Capitano Ukitake hanno fatto interruzione al laboratorio di Kurotsuchi per interrompere l'esperimento. In attesa di giudizio, l'Arrancar viene condotta al carcere della Sesta Compagnia. 

[...] Stay tuned :3

 
  
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