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Autore: Kim WinterNight    09/06/2013    4 recensioni
Spin off dedicata a Elizabeth e Noel, i personaggi che hanno accompagnato Grace e Jeremy nella long fiction 'Jemy'.
Spero che piaccia a chi ha seguito la storia principale, ma spero che piaccia anche a chi la leggerà senza conoscere i personaggi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Jemy'
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Per Elizabeth sarebbe stata la prima volta e non sapeva affatto come comportarsi.

Aveva riflettuto più volte su come sarebbe stato, ma mai aveva pensato che le sarebbe capitato. Era nervosa. Non faceva altro che torcersi le dita delle mani, mentre si fissava allo specchio.

Con mano tremante, afferrò l’eye-liner e se la applicò sugli occhi scuri, sentendosi meglio. Il trucco donava colore alla sua carnagione pallida, le dava l’impressione di risultare più attraente.

Ripose l’oggetto e sbuffò.

Noel le ripeteva sempre che non aveva bisogno di truccarsi, che era bellissima così com’era.

Certo, come no.

Se c’era una cosa che Elizabeth odiava era quando qualcuno cercava di imporle dei comportamenti o atteggiamenti che non voleva mettere in pratica.

Le piaceva truccarsi e lo faceva, prescindendo da qualsiasi cosa il suo ragazzo le dicesse.

Afferrò la borsa in jeans e ficcò dentro oggetti alla rinfusa, distratta dal pensiero del ragazzo.

Più i giorni passavano, più si innamorava di lui. Era così bello e dolce, quando la guardava socchiudendo le palpebre mostrando le ciglia rossicce e lunghe.

Saltellò per la sua stanza, in trepidante attesa del momento in cui si sarebbe stretta a lui. Stargli lontano stava diventando via via più complicato, le faceva male fisicamente, oltre che psicologicamente.

Si diede un’ultima occhiata allo specchio, poi si precipitò giù per le scale.

Sua madre era sdraiata sul divano che si riposava le gambe, dopo aver sfaccendato per tutta la mattinata e gran parte del pomeriggio.

“Mamma, io vado” annunciò Elizabeth, allisciandosi le ciocche color cioccolato che aveva precedentemente piastrato.

“Allora non c’è niente che io possa fare per impedirtelo” borbottò la donna, senza aprire gli occhi.

“Mamma… non ricominciare” protestò la ragazza, scuotendo il capo.

“Mia figlia esce con un delinquente e io non devo protestare!” ribatté sua madre, sarcastica.

“Noel non è un delinquente!”

“No, certo.”

“No, mamma!” gridò Elizabeth, esasperata.

“Ha finito ieri i domiciliari per tentato stupro, è un santo!” ironizzò ancora la donna, mettendosi faticosamente a sedere.

“Ha sbagliato, sbagliare è umano” mormorò la ragazza, sapendo che l’errore che Noel aveva commesso non poteva essere considerato uno sbaglio di poco conto. Tuttavia, lei lo amava e non avrebbe rinunciato a lui, per nessuna ragione al mondo.

“Se lo dici tu!” Sua madre sospirò, incrociò le braccia sul petto e tornò a stendersi sul divano, decidendo di ignorarla.

Elizabeth alzò gli occhi al cielo, girò i tacchi e si catapultò all’esterno, borbottando qualche imprecazione. Odiava quando sua madre si comportava così, non sopportava che qualcun altro giudicasse il suo Noel, solo lei lo conosceva a fondo e sapeva cos’aveva passato. Gli era stata accanto per tutto quel tempo, si era offerta di sostenerlo e di fargli compagnia, di dedicarsi a lui, amandolo e incoraggiandolo nei momenti che per lui erano stati così duri da affrontare.

Immersa nei suoi pensieri, si diresse verso casa Deaver.

Non appena vi giunse, il suo morale si risollevò. Doveva smetterla di pensare a ciò che gli altri le dicevano, doveva farlo per Noel, perché lui era nuovamente libero e quella sarebbe stata la prima loro uscita ufficiale da quando stavano insieme.

L’ansia le attanagliava lo stomaco, rendendola nervosa ancora più di prima.

Schiacciò con forza il bottone del campanello e lo tenne premuto un po’ troppo a lungo, poiché la madre del suo ragazzo apparve sulla soglia con aria interrogativa. Poi, quando la riconobbe, si sciolse in un sorriso e la abbracciò.

“Sono così felice, Liz!” esclamò la donna, tenendola stretta. “Non sopportavo più di vedere Noel chiuso in casa a rimuginare” mormorò poi, scostandosi.

“Non ti preoccupare, oggi usciremo e ci divertiremo, te lo posso assicurare.” La ragazza sorrise, lisciandosi la camicetta azzurra che indossava.

Emma ricambiò il sorriso e la fece entrare.

Elizabeth, che ormai era di casa, si diresse speditamente verso la camera di Noel e bussò.

“Entra pure, Liz!” gridò lui, dall’interno.

Lei abbassò la maniglia e si fece avanti.

Quando lo vide, rimase a bocca aperta: stava in piedi vicino alla finestra, il sole che gli illuminava la pelle dorata, i capelli gli ricadevano morbidi sul viso, gli occhi rivolti all’esterno. Indossava una camicia nera con le maniche arrotolate, un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica.

Elizabeth lo trovò stupendo, non sapendo come altro definire la sua magnificenza.

Non appena Noel si voltò e la vide, schiuse le labbra e sorrise, in quella maniera timida e dolce che lei adorava.

La ragazza lasciò cadere la borsa sul pavimento e corse ad abbracciarlo, affondando il viso sul suo petto. “Mi sei mancato” sussurrò, inspirando il suo soave profumo.

“Anche tu, piccola” disse lui, ricambiando l’abbraccio.

Si erano visti soltanto il giorno prima, eppure ad Elizabeth erano parsi secoli. In quel momento, tra le sue braccia, si sentì protetta e felice, come sempre accadeva.

Per un secondo, si dimenticò di tutto e si godette quel momento.

Poi, la realtà le piombò addosso: lei e Noel dovevano uscire e lei si sentì nuovamente lo stomaco sottosopra.

Da quando si frequentavano, avevano trascorso le giornate tra le quattro mura della camera di lui, senza poter mettere il naso fuori di casa. Gli arresti domiciliari li avevano isolati dal mondo, dalla società e da tutti.

Ora, invece, avrebbero affrontato il passo successivo. Noel aveva pagato per i suoi errori e avrebbe finalmente rivisto i luoghi che aveva sempre frequentato.

Stavolta, però, al suo fianco ci sarebbe stata Elizabeth che, nonostante l’ansia, era determinata a non abbandonarlo e a farlo sentire a suo agio.

“Dai, andiamo!” la incitò Noel, allegro. “Non ne posso più di stare in gabbia!”

Elizabeth deglutì e recuperò la sua borsetta. Era arrivato il momento.

Il ragazzo la raggiunse e le prese la mano.

Insieme, si diressero verso l’esterno. Salutarono la madre di lui e uscirono.

Noel si fermò appena fuori dal canello, osservando tutto ciò che lo circondava: posò lo sguardo sulle auto che si ricorrevano per strada, sulle case dei suoi vicini, sul cielo terso e, infine, sul viso angelico di Elizabeth, illuminato dal sole del pomeriggio.

“È bellissimo” commentò, respirando a pieni polmoni tutto ciò che gli era stato negato nei mesi precedenti.

Elizabeth non rispose, si limitò ad osservarlo con occhi pieni d’amore e ammirazione. Lo amava. In quel momento lo amava come mai prima: era stupendo, mentre si beava come un bambino del paesaggio circostante.

Trascorse gran parte del tempo ad esaminare ogni particolare del paese, scoprendo dettagli che, a suo dire, non aveva mai notato.

Non appena raggiunsero il parco, Noel si fermò in mezzo all’ingresso.

“Cosa c’è?” gli chiese Elizabeth, stringendogli più forte la mano.

“Non so se me la sento di affrontare i miei amici” ammise lui, tenendo lo sguardo basso.

La ragazza gli si parò davanti e gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarla in viso. “Non temere, ci sono io con te. Non sei solo.”

Noel sorrise debolmente e le lasciò un bacio a fior di labbra. “Grazie” disse. Strinse nuovamente le sue dita e insieme ripresero a camminare.

L’arrivo di Noel fu una festa per tutti: lo accolsero con applausi, grida e battute.

Elizabeth non si sentì affatto a disagio, sapeva di essere nel posto giusto, al fianco di Noel. Aveva promesso che non l’avrebbe lasciato solo e non lo fece nemmeno per un secondo. Si divertì con lui e i suoi amici e fu felice di vederlo ridere.

La serata fu piacevole e sembrò trascorrere troppo velocemente.

Quando i due andarono via, sorridevano entrambi.

Elizabeth si strinse al suo fianco e gli circondò la vita con un braccio. Noel la strinse per le spalle e camminarono verso casa di lui.

“Grazie per essere venuta” disse lui.

“Figurati. Ma, d’ora in poi, dovrai uscire anche da solo con loro, sono i tuoi amici ed è giusto che sia così.”

Noel annuì. “Liz… credi che Jeremy mi perdonerà mai?”

Elizabeth rifletté un attimo. “Secondo me, sarà difficile, ma tu non devi arrenderti. Potrebbe anche succedere, non lo escluderei del tutto.”

“Magari fra cent’anni.” Il ragazzo sorrise tristemente.

Elizabeth si fermò e lo osservò in viso, notando per l’ennesima volta la sua smisurata bellezza.

Lui le accarezzò una guancia. “Sei così bella” sussurrò, con un tono carico di emozione.

“Oh, Noel!” Lei gli gettò le braccia al collo e lo baciò con trasporto, premendo il corpo a quello del ragazzo.

Lui la strinse per i fianchi e approfondì il bacio, incurante del fatto che si trovassero per strada.

Era come se il tempo e lo spazio non contassero più, l’importante era che stessero insieme, non dove si trovassero.

Elizabeth si scostò, cercando di riprendere fiato. “Ti starò accanto, sempre.”

Noel sorrise e le accarezzò i capelli. “Non ti lascerò andare via da me.”

Si scambiarono un altro dolce bacio e ripresero a camminare verso casa.

Elizabeth era felice, tutto ciò di cui aveva bisogno era là e le stringeva la mano.

Il resto sarebbe potuto scomparire e non se ne sarebbe neanche accorta.

Amava Noel e sapeva che questo non sarebbe mai cambiato.

 

 

 

 

 

Ecco a voi il tanto atteso (?) spin off su Elizabeth e Noel, i due personaggi che hanno accompagnato Grace e Jeremy durante la storia principale.

La dedico a tutti coloro che hanno fatto il tifo per questa coppia abbastanza particolare.

Grazie a chiunque si fermerà a leggere, mi fa molto piacere quando qualcuno perde un po’ di tempo con le follie che scrivo!

A presto =)

  
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