«Credo di poterti amare» forse è una frase troppo affrettata. 
Ma devo essere sincero con lui. Scusami. 
Riguardo continuamente quello che ho scritto sul muro pochi istanti fa. 
Non riesco a decidermi. Sarà la cosa giusta da fare? 
Me lo sono promesso ieri. Ho detto che l’avrei fatto. 
E io mantengo le promesse. Ho detto che glielo avrei scritto e così sarà.
«Perciò, ti prego, troviamo un accordo e vediamoci» alla fine aggiungo anche questa frase. Forse così sembra meno azzardato. 
Forse così è più dolce. 
Forse semplicemente spero di spostare l’attenzione a questa frase, spostandola da quella, più intensa, scritta sopra. 

E' sera. Non riesco proprio a dormire.
La sua possibile risposta affermativa mi manda in agitazione, e al contempo il fatto che possa benissimo rifiutare mi fa sentire in trappola. 
Ma io non sono né un tipo riflessivo né un tipo menefreghista.
Se rispondesse negativamente scoppierei in lacrime. 

Mi sveglio con dolcezza, accucciandomi meglio nelle braccia di Sasuke.
Amo il suo calore, le sue carezze leggere.
Amo i suoi baci soffici, quasi eterei, quei baci che nessuno si aspetterebbe da un Uchiha.
E nel torpore di questo sogno fin troppo reale mi riaddormento, pensando forse di essere davvero fra le sue braccia.
Ancora una volta.

In un lampo mi sveglio, mangio e corro alla tana.
Durante il tragitto penso. In questi giorni penso sempre. Non è da me.
Ma il sogno di questa notte mi ha donato per pochi istanti un desiderio da fin troppo ricercato.
Un desiderio che ero riuscito a stipare in un angolo remoto del mio cuore, ma che sento pulsare ogni giorno.
Quel desiderio non vuole rimanere lì al buio.

Ancora al buio dell’alba appena sorta arrivo alla tana.
Il mio cervello si contorce dalla tensione.
I miei occhi vagano senza volersi soffermare sul muro.
Ma quando si decidono a guardare, forse speranzosi, si accorgono che il muro è pulito.
C’è ancora scritta la mia dichiarazione.

«Merda!» mi ritrovo a tirare un calci al muro.
«Credevo di potermi fidare di te...».
Passo tutta la giornata a contemplare con le mente svuotata il muro.

Troppo tardi mi accorgo di un segno che dev'essermi sfuggito. 
E' nell'angolo inferiore a sinistra.
«Ok, Dobe» Un sussulto. 
Il mio cuore perde un battito dopo l’altro.
«Come ti permetti di infangare così quel soprannome? Così mi poteva chiamare soltanto il mio Teme! Non puoi chiamarmi così. Non-non è un’azione contemplata. Non puoi. E basta. Non puoi calpestare il mio ricordo di Sasuke in questo modo. Non devi essere come lui. Lui è unico, lui...» la prima lacrima dopo due mesi di felicità in bilico. «Come ho potuto anche solo credere... di.. di amare...» 
Mi butto a terra, ignorando il dolore fisico. 
Il dolore emotivo è straziante, molto più straziante.
Chiudo gli occhi. Non è così semplice.
«Teme... perché non sei qui con me? Sas’ke... io ti amo. Come ho fatto a credere di poter amare qualcun altro al di fuori di te? Come? Come può qualcuno pensare di prendere il tuo posto? Come potevo pensare io di sostituirti? Ho sbagliato per l'ennesima volta! E sbaglierò ancora e ancora, finché tu non sarai affianco a me!» é davvero troppo per il mio limite di sopportazione. 
Mi basterebbe averti qui, accanto a me, Sas’ke kun.

Angolo dell'autrice:
Non so come dirlo, ma questa storia.. mi fa sempre stare sull'orlo del pianto. 
E' l'atmosfera che si crea intorno a me quando scrivo. Scrivo ascoltando la musica.
Stavo ascoltando esattamente la canzone di cui sopra, e... avevo gli occhi umidi. 
Questo non è per celebrare e rendere chissà che cosa questa storia.. è solo per dire che a me piace tanto.
Forse è il COME me la immagino io che fa emozionare.
In fondo spero che piaccia anche a voi.