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Autore: BlackFeath    28/12/2007    5 recensioni
In questa fanfic Conan si ritroverà a dover affrontare l'organizzazione e a proteggere i suoi cari anche con l'aiuto di persone che non avrebbe mai immaginato stare dalla sua parte e allo stesso tempo dovrà affrontare i suoi sentimenti e fare chiarezza nella sua vita.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Vermouth | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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02) UNA STRANA SCRITTA
“Allora Dottor Agasa, affido Conan a lei! Io e Sonoko non rimarremo molto al parco, andremo quasi subito a visitare le città vicine e alloggeremo in una delle ville della famiglia Suzuki. Torneremo a Tokyo fra una settimana, e credo che non potremo vederci molto spesso in questi giorni…”.
“Sta tranquilla Ran! Non è un problema per me prendermi cura di Conan! Tu e Sonoko divertitevi pure quanto volete! Intanto io farò in modo di far passare a questi splendidi bambini un magnifico fine-settimana!” disse Agasa, mettendo una mano sulla testa di Conan e scompigliandogli i capelli. ‘Mpuff, figuriamoci…casomai saremo io e Ai a prenderci cura di te, professore…’ pensò Conan scocciato.
“Molto bene allora! La ringrazio tanto!” disse inchinandosi in segno di riconoscenza, per poi inginocchiarsi di fronte a Conan.
“Mi raccomando, fai il bravo! Ci rivedremo fra sette giorni!” disse Ran, dandogli un bacio sulla fronte cogliendolo alla sprovvista. Arrossì di botto come faceva sempre quando la ragazza che aveva di fronte si comportava così con lui. Infatti era in quelle occasioni che il diciassettenne che c’era in lui aveva il sopravvento. Scosse la testa e si sforzò di parlare come avrebbe fatto un bambino della sua apparente età:
“Stai tranquilla Ran-neechan, farò il bravo!” disse sorridendo, mentre sul suo volto si dipingeva un’espressione bambinesca. Ran sorrise, e dopo avergli scompigliato a sua volta i capelli, si alzò, e salutati gli altri, si allontanò con Sonoko che era appena arrivata. Quando se ne fu andata Conan sbuffò cercando di risistemarsi i capelli alla bene e meglio, facendo sorridere Ai.
“Mmm, che c’è? Sono così buffo da suscitare la tua ilarità?” disse Conan, sbuffando ancora di più. “Beh, caro meitantei, se potessi guardare anche tu la tua espressione in questo momento, faresti lo stesso!” disse Ai ridendo.
“…”.
Ai continuò a sorridere, poi gli si avvicinò di più.
“Va beh, va…ti aiuto io!” disse, per poi sistemargli i capelli. Conan la guardò sorpreso. Lei si limitò a continuare sorridere e a guardarlo per qualche secondo negli occhi, dopodichè si allontanò. Conan la osservò con lo sguardo, mentre le sue guance si dipingevano di un lieve rossore. In momenti come quello non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bello il suo sorriso.
 “Forza Conan! Che aspetti? Noi ce ne stiamo andando!” lo chiamò Genta.
“Ah, si, sto arrivando!” disse Conan, scuotendo la testa per cercare di togliersi dalla mente tutti i pensieri che gli erano venuti in mente in quel momento. Ma cosa gli stava succedendo? Haibara carina? Non era da lui pensare a sciocchezze simili! Però era vero…il suo sorriso aveva un qualcosa di particolare che…
‘Basta! Sarà meglio che li raggiunga altrimenti mi lasceranno indietro!’ pensò Conan, scuotendo nuovamente la testa e mettendosi a correre per raggiungere il gruppetto.
“Allora ragazzi, questo è il nuovo parco divertimenti, che ne dite?” chiese il dottor Agasa quando arrivarono davanti all’entrata.
“Wow!!!!” esclamarono i tre Detective Boys, mentre Conan e Ai lo guardavano a loro volta sorpresi. Era davvero gigantesco!
“E’ fantastico! Ci sono un sacco di giostre mai viste, peccato dover aspettare l’inaugurazione prima di poterle provare tutte!” esclamò Mitsuhiko.
“Sono contento che vi piaccia, ragazzi!” disse un uomo avvicinandosi.
“Oh, Toshiha! Da quanto tempo!” esclamò il dottor Agasa riconoscendolo.
“Hiroshi! Già, è passato davvero molto tempo!” rispose l’altro.
“Scusi dottore, questo signore chi è?” chiese Conan.
“Oh, è un mio vecchio amico, si chiama Toshiha Akamoto, ci siamo conosciuti quando frequentavamo l’università. Sapete, lui è l’ingegnere che ha progettato questo magnifico parco!” spiegò Agasa.
“Wow, che bello!” esclamarono i tre bambini mentre i loro occhi si illuminavano.
“Beh, ti ringrazio Hiroshi, ma non l’ho costruito mica da solo, figuriamoci se avrei potuto farcela senza nessun aiuto! Comunque questi bambini sono tutti tuoi nipoti?” chiese Toshiha.
“Oh, no! Questi tre sono Ayumi, Mitsuhiko e Genta, e sono tutti e tre dei miei piccoli amici” disse Agasa indicando i tre Detective Boys, che sorrisero.
 “Mentre loro due sono entrambi figli di miei lontani parenti. Lei è Ai e vive con me in questo periodo, mentre lui è Conan e abita da altri amici” disse il dottore concludendo le presentazioni. “Ma professore! Si è dimenticato la cosa più importante!” esclamarono in coro i tre Detective Boys, per poi afferrare per un braccio i due falsi bambini e gridare:
“Noi siamo la squadra dei giovani detective! A sua disposizione!” dissero i tre, mentre gli altri due avrebbero tanto voluto diventare invisibili.
“Oh, ma davvero! Siete tutti e cinque dei detective!” esclamò Akamoto sorridendo.
“Si, infatti, signore! E abbiamo anche tutti gli strumenti necessari a svolgere la nostra professione!” dissero i tre tirando fuori le loro spille e i loro orologi speciali.
“Davvero incredibile!” disse Akamoto che all’inizio aveva pensato scherzassero.
“E’ così! Il dottor Agasa ci ha fornito tutto ciò di cui avevamo bisogno, e io, il grande Genta, insieme ai miei 4 assistenti ho risolto svariati casi!” esclamò Genta, non notando che alle parole ‘i miei assistenti’ Mitsuhiko e Ayumi, molto contrariati, lo avevano guardato con uno sguardo che non prometteva niente di buono.
“Ehm, ecco…in realtà Mitsuhiko e Ayumi non sono miei assistenti…” disse il bambino quando se ne accorse, per poi aggiungere, dato che i due continuavano a guardarlo allo stesso modo,:
“…e neanche Haibara e Conan…”. I due diretti interessati intanto, ormai abituati a quella situazione, non avevano neanche fatto caso alle parole del bambino.
“Beh, dato che siete così bravi immagino siate venuti qua non solo per divertirvi ma anche per indagare sull’incidente accaduto poco tempo fa qua vicino” disse Akamoto.
“Eh, incidente? Che incidente?” chiesero i tre bambini.
‘Oh, no!’ Pensò Conan che aveva fatto di tutto per non informare i Detective Boys di quella faccenda.
“Beh, mi riferivo all’incendio avvenuto nei magazzini vicini a questo parco. A causa di esso sono morti anche un tecnico e degli ingegneri molto importanti allo svolgimento dei lavori. E’ per questo che l’apertura è stata ritardata di diversi giorni.” spiegò Akamoto.
“Oh, si! Adesso ho capito! Ne hanno parlato molto al telegiornale. Ultimamente ci sono stati diversi incendi, ma solo nell’ultimo, che ha raso al suo dei magazzini, ci sono state delle vittime! Comunque non sapevo che l’incendio fosse avvenuto qui vicino…” disse Mitsuhiko.
 “E invece si, i magazzini si trovano a pochi minuti a piedi da qui. Appartenevano anch’essi al proprietario di questo parco, e la dentro tenevamo anche degli attrezzi e dei progetti che a causa di quel incendio sono andati in cenere. Questo incidente ha rallentato molto i nostri lavori, ma alla fine siamo comunque riusciti a completarli” disse l’ingegnere.
“Già, e questo è naturalmente e soprattutto merito tuo, Akamoto! In quegli incendi dopotutto sono morti due ingegneri molto importanti per l’avanzamento del progetto, eppure tu in tre settimane sei riuscito a portare tutto a termine, quando sia Yamato che Kiroyama avevano affermato che ce ne sarebbe volute come minimo cinque! Davvero un’ottima dimostrazione di bravura, non c’è che dire!” disse un altro uomo avvicinandosi.
“Oh, presidente!” esclamò  Akamoto, vedendolo. Era un uomo piuttosto paffuto e prossimo ad essere calvo. I pochi capelli che ancora aveva in testa erano neri, mentre i suoi occhi, dello stesso colore dei capelli, erano piccoli e a mandorla. Indossava uno smoking grigio, piuttosto elegante, che però lo faceva sembrare anche più grasso di quello che era. Aveva la tipica aria da uomo ricco e d’affari, accompagnata però da uno sguardo bonaccione.
“Vedo che hai invitato degli amici!” disse il presidente.
“Beh ecco, si. Lui è il dottor Agasa, un mio vecchio amico, e questi bambini sono qui con lui per l’inaugurazione del nuovo parco divertimenti. Hiroshi, ragazzi, lui è il proprietario del parco divertimenti, nonché il presidente della nostra ditta edile. Il signor Yomito Katoshi” disse Akamoto.
“Benvenuti” disse lui.
“Grazie, signore” rispose il gruppetto.
“Beh, credo sia il momento di andare…Akamoto, ci vediamo fra un po’, vorrei parlarti prima di iniziare il discorso. Dottor Agasa, ragazzi, vi aspetto all’inaugurazione” disse Katoshi allontanandosi.
“Scusi, signore, quanto manca all’inaugurazione?” chiese Conan.
“Beh, manca ancora un’ora, perché?” chiese Akamoto.
“Beh, mi chiedevo se potesse portarci a vedere quei magazzini…” disse il piccolo detective.
“A quanto pare dicevate sul serio affermando di voler indagare, eh?” esclamò l’ingegnere.
“Certo!” rispose in coro la squadra dei giovani detective.
“Va bene, adesso vi faccio vedere dove si trovano. Dopotutto sono davvero molto vicini, bastano due minuti a piedi. Seguitemi” disse Akamoto, facendo strada al gruppetto. Dopo un breve cammino arrivarono ai magazzini. Erano completamente bruciati, e le poche pareti ancora in piedi erano completamente nere. Doveva essere stato un incendio davvero tremendo! Tutto il perimetro era circondato da delle transenne e un cartello vietava l’accesso all’edificio.
“Toshiha, sei tu!” disse un uomo vedendo arrivare il gruppetto.
“Si, mi chiedevo, Ryuichi, se potessi farci entrare a dare un’occhiata. Sai, questi bambini sono dei bravi detective…” disse Akamoto.
“Eh va bene Toshiha, per stavolta va bene, ma non mettermi più in condizioni simili” disse l’uomo facendoli passare mentre il suo sguardo si soffermava per alcuni istanti sul gruppetto che accompagnava l’amico.
“Ah, io adesso devo andare, ti dispiacerebbe rimettere a posto le transenne quando finisci?” chiese Ryuichi.
“Nessun problema” rispose Toshiha. Ryuichi si allontanò dopo aver dato un’altra occhiata al gruppetto mentre entrava nel magazzino e aver sorriso.
“Mi scusi signore, chi era quel uomo?” chiese Conan.
“Beh, è un mio vecchio amico, Ryuichi Akano. Adesso è incaricato soprattutto alla sorveglianza del parco, ma fino a prima dell’incendio passava gran parte della sua giornata qui” rispose Akamoto.
“Allora deve essere stato fortunato a non essere stato coinvolto nell’incidente” disse Agasa.
“Beh, si…l’incendio è avvenuto proprio nel periodo in cui Ryuichi era in ferie, ma anch’io sono stato fortunato e forse più di lui…Quando è avvenuto l’incendio ero appena uscito per andare a dare delle indicazioni agli impiegati del cantiere. Purtroppo la stessa fortuna che abbiamo avuto noi, non l’hanno avuta anche gli altri…i miei colleghi ingegneri Yamato e Kiroyama e Kimitaro, un tecnico, non sono riusciti a sopravvivere a quelle dannate fiamme…”.
Conan e i Detective Boys, compresa Ai, iniziarono a guardarsi intorno. Quasi tutto era andato bruciato, erano rimasti all’in piedi solo una scrivania e per metà un piccolo armadio. Il pavimento era pieno di cenere, carte bruciate e altri oggetti completamente irriconoscibili. Conan si chiese se avrebbe mai potuto trovare un indizio collegabile all’organizzazione in quel posto in cui sembrava non essersi salvato nulla dalle fiamme, sempre ammesso che l’organizzazione centrasse in quella storia! Dopo circa mezz’ora erano ancora a mani vuote, non avevano scoperto niente di nuovo, ma ciononostante continuavano a cercare.
“Mmm, ragazzi, sapete dirmi che ora è?” chiese Akamoto.
“Si, certo signore. Sono le 10.30” rispose Genta.
“Mmm, l’inaugurazione comincia alle 11 in punto…sentite ragazzi,  io adesso devo cominciare ad andare, ho ancora dei piccoli particolari da discutere con il presidente” disse Akamoto.
“D’accordo, lei vada pure, noi restiamo ancora a dare un’occhiata” disse Conan.
“Eh? Siete proprio sicuri? Badate che la polizia ha già setacciato tutta la zona, va bene giocare ai detective, ma non credete di esagerare in questo modo?” chiese l’ingegnere.
“Noi non stiamo giocando a fare i detective! Noi siamo dei detective veri!” esclamarono i tre veri bambini.
“Beh, ecco…”.
“Toshiha, facciamo così: tu va pure all’inaugurazione, noi restiamo ancora per un po’ e poi ti raggiungiamo, d’accordo? Ci penso io alle transenne” disse Agasa.
“Beh, va bene, come volete. Io vado, a tra poco!” disse Akamoto arrendendosi e allontanandosi. Passarono diversi minuti, ma la ricerca non aveva ancora dato i frutti sperati. A questo punto a cercare ancora un indizio probabilmente inesistente era rimasto solo Conan.
“Dai, Conan! Adesso basta! Il signor Akamoto aveva ragione, qui non c’è proprio niente!” disse Genta lamentandosi.
“Se tu non vuoi continuare a cercare non sei obbligato a farlo!” ribatté Conan. Non si poteva arrendere, doveva continuare a cercare per poter finalmente trovare una traccia riconducibile a quegli uomini e avvicinarsi al giorno in cui avrebbe potuto riavere il suo vero corpo.
“Uffa, ho fame! Dottor Agasa, non è che avrebbe qualcosa da mangiare?” chiese Genta.
“Beh, certo che no…se vogliamo mangiare dobbiamo tornare all’inaugurazione, alla fine ci sarà un bel banchetto” disse Agasa.
“Che bello! Dai, andiamoci subito!” disse Genta, e gli altri due veri bambini sembrarono d’accordo con lui.
“Voi andate, io rimango ancora un po’ qui” disse Conan.
“Sei certo di voler restare da solo?” chiese Agasa.
“Starò io con lui professore, non si preoccupi, vada pure con i bambini” disse Ai.
“Sei sicura, Ai?” chiese il dottore.
“Si, certamente” rispose lei.
“Ok allora, noi andiamo, a dopo” disse Agasa, allontanandosi con gli altri.
“Come mai sei voluta restare?” chiese Conan quando rimasero da soli. Lei si limitò ad alzare le spalle e a mettersi a sua volta a cercare qualche indizio. Conan rimase sorpreso dal suo gesto, ma poi cercò di concentrarsi nuovamente sulla sua ricerca. Dopo qualche minuto la sua voce lo chiamò:
“Guarda qui, Kudo-kun, forse ho trovato io qualcosa” disse lei.
“Che cosa?!” esclamò Conan alzandosi di scatto a raggiungendola. In un fazzoletto nella mano della piccola scienziatina c’era un orologio che sembrava incredibilmente aver resistito abbastanza bene all’incendio. Conan prese l’oggetto con tutto il fazzoletto e se lo rigirò nelle mani, notando una scritta sul retro. Erano dei numeri, e sembrava che fossero stati tracciati con un oggetto affilato, e sopra di essi vi erano anche altri due segni che però erano illeggibili.
‘Chissà cosa vorranno dire…’ pensò Conan guardando quella strana sequenza, |6278464|.

NOTE DELL’AUTRICE:
E finalmente sono riuscita a postare anche questo capitolo. Spero vi sia piaciuto^^
Ringrazio ancora tutti coloro che hanno letto questa storia, e in particolare dbfan93, Lai e by ila, che sono stati davvero molto gentili a recensire, vi ringrazio molto, e vi auguro ancora di passare delle Buone Feste assieme ai vostri cari! Grazie ancora e al prossimo aggiornamento!
  
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