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Autore: Leyna_s_heart    14/06/2013    3 recensioni
Questo è un cross-over tra Teen Titans e Young justice.
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Stella e la sua amica Megan arrivano a New York per completare l'ultimo anno di liceo tra amori, gelosie e misteri nel più prestigioso ed esclusivo liceo della città.
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I personaggi sono semplici umani, non hanno nè poteri né strane capacità. Normali adolescenti.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Starfire
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo cinque: Opposti

 

Tara

 

Ogni mattina dall’inizio della scuola mi toccava aspettare Gar che è sempre patologicamente in ritardo con sua cugina e la rossa al seguito.

Da un po’ non è più così.

Gar si sveglia sempre prima e ci porta a scuola molto presto.

Questo va avanti da una settimana per l’esattezza.

Da quando si è scoperto che Rachel Roth ha un ragazzo e lui, adducendo la scusa al fatto che Stella vuole abbracciare l’amica già di prima mattina , voleva assolutamente vedere che genere di rapporto c’è tra i due.

Stella non si è espressa e cito ‘non so proprio nulla! Non ho chiesto!’ , ma per quanto Gar si sforzi di immaginare chissà cosa tra Rachel Roth e quel ragazzino, io so che non c’è nulla.

E’ palese!

Ma Gar è offuscato e di parte quando si tratta di lei.

Ma infondo l’ho sempre saputo..

Lui ha avuto per anni una cotta per lei.

Probabilmente quando si è messo con me pensava di averla superata, ma non è così.

O non del tutto.

Non lo so più neppure io..

“Ciao Tara!”

Becky si stava avvicinando al mio armadietto.

“Buongiorno Becky!”

“Ma cos’hai? Piangi?”

“No no” la rassicurai e mi passai d’istinto la mano sotto gli occhi per sentire che –sorpresa!- erano un po’ umide.

“Sicura di star bene?”

Mi guardava con un aria così preoccupata che dovetti annuire convinta perché si rasserenasse.

“Bene.” Mi sorrise “sei molto più forte di ciò che pensavo.”

“Come scusa?”

“Si, insomma, se il mio ragazzo mi lasciasse solo per correre dalla Roth di certo non la prenderei bene come te.”

“Non mi ha lasciata sola. Me ne sono andata io per prendere i libri.” Mi affrettai ad aggiungere.

“Io non li lascerei soli, sai?”

Non risposi.

“Altrimenti cosa penseranno gli altri di te?”

M’irrigidii. Non mi piaceva che le persone parlassero male di me, per me era importante ciò che pensavano.

“Non voglio che si pensi male di me!”

“Infatti nessuno lo pensa. Anzi! Credo che la Roth dovrebbe vergognarsi! Logan è il tuo ragazzo, mica il suo!”

“Già!” ammisi, coinvolta dal suo discorso.

Ci fu un silenzio.

“Perché non la controlli?”

“Come?”

“Hai capito. Pedinala. Scopri cosa fa, dove va e chi frequenta.”

“Lo stalker è reato e non credo che..”

“Perché no? Non vive come noi, qui nell’ Upper East Side, ma a Brooklyn! Là chissà che gente gira.”

Non sapevo cosa dire. “Non so neppure dove abita..” tentai di farla smettere, visto che l’idea mi stava tentando, anche se debolmente.

“Ecco!” mi porse un biglietto. “Qui c’è l’indirizzo.”

Da un lato avrei voluto trovare qualcosa che la screditasse, ma dall’altra non mi sembrava una buona idea.

“Se la becchi a fare qualcosa di illegale e la filmi o fotografi, potrebbe venir cacciata dalla scuola.” Mi disse con un cenno al cellulare di ultima generazione che mi spuntava dalla tasca della borsa. “Così si risolverebbe il problema alla radice!”

Annuì lentamente. “Hai ragione! Lo farò!”

Becky mi sorrise.

“Grazie.”

“Non mi ringraziare. Sono felice di aiutare un’amica.” Raccolse la borsa griffata. “Ci vediamo a lezione.” E se ne andò.

Strinsi il bigliettino.

“Hei Tara!” mi voltai verso la voce con un sussulto. “Che voleva quella serpe da te?”

“Niente, tesoro!” nascosi il biglietto nell’agenda. “Mi stava chiedendo degli appunti.” Gar mi guardava poco convinto. “Andiamo, dai! Abbiamo ginnastica con il prof Queen e non vuole ritardatari.” Gli sorrisi al meglio che potevo.

Gar parve dubbioso ancora per un secondo e mi prese la mano mentre andavamo in palestra.

Mi sentii morire, ma lo facevo per amore!

 

 

 

Artemis

 

 

“Artemis, cos’hai?”

La voce di Megan mi distolse –per fortuna!- dai miei pensieri –per la terza volta in cinque minuti-.

“Niente, sono solo stanca.”

La mia amica mi guardò un po’ di storto.

“Ho dei biscotti in borsa, ne vuoi alcuni?”

“Sto bene, grazie. Non sono poi così stanca.” Le sorrisi, ma non dovevo averla convinta perché mi guardava ancora con la coda dell’occhio mentre si cambiava.

Ginnastica era appena finita e ci stavano rimettendo la divisa.

Ero stanca sì, avevo dormito poco sì, avrei bisogno di mangiare un biscotto per riprendermi sì, ma non feci nulla di tutto ciò.

La causa stava in ciò che mi aveva tenuta sveglia metà notte.

Però non volevo pensarci.

E per non dover rispondere ancora alle domande di Megan –che era fin troppo sveglia!-, uscii e aspettai che tutti si fossero cambiati.

Gettai lo zaino accanto a me e guardai fuori la finestra.

Come diavolo potevo aver fatto un sogno del genere??!

Mi meravigliavo di me!

Delle grida attirarono la mia attenzione verso lo spogliatoio maschile.

Mi avvicinai a sentire cosa dicessero, ma proprio in quel istante la porta si aprì e mi ritrovai per terra con sopra di me qualcuno.

Ovviamente non poteva essere un qualsiasi altro individuo di sesso maschile, perché si sa il karma mi odia ultimamente.

Wally West era disteso sopra di me e mi fissava come se qualcosa non gli tornasse.

Il suo viso era vicino, troppo vicino..

Questo mi riportò in mente il sogno di questa notte..

Wally si avvicinava a me, sorridendo e guardandomi come fossi una dea.

Le nostre mani s’incontrarono a metà strada e si strinsero tra loro, i nostri corpi si avvicinarono, ma i suoi occhi erano sempre lì.

Non mi lasciavano. Mai.

La sua bocca era morbida sulla mia, ma ben presto iniziavo a sentire di volere di più.

I nostri corpi si strinsero di più.

Le mie mani gli toccavano le braccia, il petto e poi giù.

Mi piaceva sentirlo respirare forte contro il mio orecchio.

Le sue di mani, invece, mi stuzzicavano i seni, accarezzavano la mia schiena e il mio sedere. Non volevo smettesse.

Volevo di più.

Mi distese sul letto vicino a noi, mi fissò negli occhi con una tale intensità:così piena d’amore e devozione, e sussurrò il mio nome. Una sola volta e io sapevo che me ne sarei innamorata. Per sempre, in modo irreversibile.

Poi..

 

“Artemis!”

Il vero Wally West mi fissava rosso in viso mentre tentava di alzarsi da sopra di me e di coprire i boxer.

Ok, questo è il mio momento. Di’ qualcosa di intelligente!

“Bei boxer, Wally!”

Bene. E questa è la cosa più intelligente che riesco a pensare. Brava! Brava!

Il prof Queen arrivò attirato dal casino dello spogliatoio maschile.

Meglio tardi che mai, direi.

“West! Non importunare la signorina Crock. Fila dentro a vestirti!”

Wally sempre più rosso, corse dentro.

“Tutto bene?”

“Si, grazie prof.”

Megan uscì dallo spogliatoio.

“Magari andate in classe.”

“Si decisamente.” Risposi cercando di non essere troppo acida.

Ci incamminammo e notavo che Megan mi lanciava occhiatine.

“Uff.. Cosa c’è?”

“Dovrei chiedertelo io. Avanti!”

“Ok, te lo dirò, ma devi promettere di non dirlo a nessuno!”

Mi guardai attorno. “Vieni.” Le presi il braccio ed entrai in un bagno, controllai che fosse pure deserto: lo era.

“Non so come partire.” Dissi imbarazzata.

“Dall’inizio.”

Presi un bel respiro. “stanottehofattounsognoeroticoconmeewallyelacosamisconvolgemacomeèpotutosuccedereepoiprimal’hobeccatoinboxerelacosamiturbaènormale?!”dissi tutto d’un fiato.

“Ripeti più lentamente, ok?”

“Uff.. Ho fatto un sogno erotico su Wally stanotte e non so perché! Mi preoccupo! Sarò malata? L’inizio di una lenta discesa verso la stupidità?”

Megan mi rivolse un sorrisetto ma non disse nulla.

“Poi prima mentre aspettavo è sbucato fuori Wally in boxer e mi è caduto addosso. Ma dico io? Che è? Poi la cosa più intelligente che sono riuscita a dire è stata ‘bei boxer’. Bei boxer! Ma ti rendi conto!!”

“Probabilmente la tua mente cerca di dirti qualcosa, non credi?”

“Che voglio fare sesso con Wally?”

Megan arrossì.

“Scusa il linguaggio.”

“Tranquilla.” Mi sorrise lo stesso un po’ imbarazzata.

“Cosa c’è?”

Megan piantò lo sguardo a terra.

“Dai, puoi dirmelo. Fidati!”

“Prometti di non ridere?” mi chiese così a bassa voce che temetti di non averla sentita.

“Certo.” Risposi decisa.

“Ecco io.. Sono ancora vergine.”

“Che problema c’è?”

“Magari vuoi un parere più esperto. Qualcuno che sappia meglio come funziona.”

“Ma lo sono pure io.”

Megan mi guardò stupita.

“Si si, non sembra, ma è così!”

Le sorrisi.

Volevo rimangiarmi le parole, ma non potevo.

Le avevo mentito.

Non ero più vergine da quando avevo 16 anni, ma avrei preferito dimenticare ciò che era successo quella volta.

Non le sarebbe piaciuto saperlo.

“Comunque” Megan cambiò abilmente argomento. “per me devi fare chiarezza sui tuoi pensieri e sentimenti per Wally. Quanti anni sono che litigate?”

“Da tutte le superiori, ormai.”

“Appunto. magari cerca di essere sua amica, no?”

L’occhiata che mi lanciò e il tono con cui lo disse non mi piaceva, ma sorvolai.

“Si può essere un’idea..”

La campanella suonò.

“Ora andiamo. La Lance ci fulmina se arriviamo tardi.” Uscimmo dal bagno. “Wally ed io eh?! Mhm!”

Megan ridacchiò. “Ti rendi conto che lo stai chiamando per nome?”

Mi bloccai.

Oh. My. Gosh.

Non me ne ero resa conto.

“Mi sa che è meglio che gli parli, no?”

Questo non mi aiutava.

Proprio no!

 

 

Conner

 

“A cosa pensi?”

Cassie me lo chiese mentre mi stavo rimettendo in piedi.

Era la mia vice appunto per questo.

“Forse dovrei chiederti s chi stai pensando?” ridacchiò maliziosa.

“Cas, basta!”

“Oh eddai! Sei il pettegolezzo migliore della giornata, dopo quello di West in mutande che gira per i corridoi!”

“Non sono un pettegolezzo!” le risposi lapidario.

“Ok ok, grand’uomo!”

“E poi cosa dicono di me?”

“Ahh, allora ti interessa.”

“No ma voglio sentire le cretinate che sparano in giro.”

Cassie mi guardò negli occhi e poi sbuffò sconfitta.

“Hai ragione. Su di te non girano pettegolezzi.”

Tirai un sospiro di sollievo mentalmente.

Nessuno se ne era accorto allora.

“Ma..”

Il tono di Cassie non mi fece ben sperare.

“..Credo tu mi stia nascondendo qualcosa!”

“No.”

“Un brutto voto? Un problema con la legge? Un video strambo? O..”

Rimasi impassibile.

“.. un ragazza che ti piace?”

Cassie alzò il sopracciglio e le si allargò un sorriso sul viso.

“Oh oh oh. Dai!! Chi ti piace?”

“Nessuno.”

“Ma se sei rosso!”

Non le risposi e richiamai tutti i componenti del club di karate a me e facemmo la cerimonia del saluto.

Scappai – non è una definizione molto virile, ma con Cas non posso far altro- a togliere il kimono  e preparami per tornare a casa.

Uscì dagli spogliatoi rapido.

“Stai scappando?”

Cassie mi aspettava fuori gli spogliatoi con l’aria di chi si stava divertendo un mondo. Alle mie spalle.

“No, ma ho dei compiti da fare. Buona serata”

“Ok.. Allora ci avviamo assieme.” Camminava al passo senza problemi, nonostante stessi accelerando apposta. “Mi vuoi dire chi è?”

“Non so di che parli.”

Negare.

“Della tua cotta?”

“Non ho nessuna cotta.”

Negare.

“Oh certo che ce l’hai!”

“No.”

Negare sempre.

“E’ una delle nuove?”

“No.”

Negare sempre.

“Quale delle due? La rossa o la castana?”

“Nessuna delle due.”

Negare sempre.

“Ho sentito che hai ignorato la castana a chimica, ma poi ogni tanto la fissi. E’ lei?”

“No.”

Negare sempre e comunque.

“Ah! Parlare con te, non è facile!”

“Nessuno ti chiede di farlo, allora.”

Negare. E’ sempre stata questa la mia regola.

Qualunque cosa succeda: negare.

Così non si mostro agli altri ciò che c’è dentro.

Quello li farebbe allontanare per sempre, più delle rispostacce che do.

Uscimmo dalla scuola.

“Hei! Quella non è l’auto di tuo zio?”

Mi avvicinai, ma in auto non c’era nessuno.

Però notai che c’era pure lo zaino di Kara. Che ci faceva lì?

“Cerco Clark e Kara.”

“Si, ok. A domani.” Mi salutò Cassie.

Rientrai a scuola.

 Dove potevano essere?

Avevo una brutta sensazione.

Mi misi a cercare per tutta la scuola: niente!

Rivolsi la mia attenzione alla caffetteria della scuola. Avrebbe dovuto essere chiusa a quest’ora.

“Capisci, ora?”

“Si, grazie per avermene parlato.”

“Attenta a non farti sfuggire nulla. Se il fratellone viene a sapere che te ne abbiamo parlato si arrabbierà e moltissimo!”

“Tranquilla Kara. Grazie ancora, signor Kent.”

“Prego Megan. Sapevo che di te potevo fidarmi.”

Spalancai la porta.

Megan, Clark e Kara sobbalzarono.

“Oh. Conner ciao!” Clark fu il primo a riprendere la padronanza di sé. “Ora andiamo.” Si rivolse alla ragazza. “Arrivederci Megan!”

“A.. Arrivederci!”

“Ciao Megan!”

“Ciao Kara!”

Megan non mi rivolse neppure uno sguardo, mentre mi salutava.

La sensazione che sapesse quella cosa mi faceva star male.

Quindi mi fermai.

“Cosa le avete detto?”

Kara e Clark mi guardarono come fossi un bambino che non capisce e si ostina.

“Non le avrete detto quella cosa, vero?”

Lo lessi nel loro sguardo: gliene avevano parlato.

Senza accorgermi corsi dentro a cercare Megan.

Dovevo fare qualcosa, non sapevo cosa, ma qualcosa!

Sapevo già in che aula era. Infatti la trovai nel laboratorio di chimica.

“Conner..?”

Sembrava preoccupata, spaventata e imbarazzata.

“Cosa ti hanno detto?” mi avvicinai.

“Conner.. Io..” lei indietreggiava.

“Cosa ti hanno detto?” feci un passo avanti.

“Conner.. Ti prego..” lei uno indietro.

Eravamo vicini, le presi il braccio con forza.

Era così sottile e fragile sotto le mie dita.

“Cosa. Ti. Hanno. Detto?”

Mi guardò con infinita tristezza. “Mi hanno raccontato di come sono morti i tuoi genitori in quell’incidente stradale. Di come il tuo altro zio ti avesse reclamato per sé, essendo il fratello di tua madre, di come..” le morì la voce.

“Continua.. racconta tutto.”

“Di come tuo zio Lex ti maltrattasse e se non ti comportavi bene ti..” un singhiozzo le uscì dalle labbra. “..ti chiudesse in una stanza buia senza farti uscire per giorni, non ti desse da mangiare e ti lasciasse..” una lacrima le rigò la guancia. “..ti lasciasse soffrire, dolorante e morente in quella stanza.”

Il silenzio calò.

Il resto lo sapeva di certo.

Clark mi aveva salvato. Mi aveva preso in affido, appena sveva scoperto le mie condizioni, con lui, Lois e la loro figlia Kara.

Mi allenavo quotidianamente, per essere forte, perché non mi succedesse più nulla del genere, per imparare a sopravvivere.

“Cos’altro ti hanno detto? Manca il dettaglio fondamentale, no?”

Megan piangeva apertamente ormai. Ma io non le lasciavo il braccio.

“Tu.. Tu non hai mai pianto.”

Questa frase mi fece montare dentro una rabbia indescrivibile.

“Esatto! E allora perché stai piangendo ora? Ti faccio male?”

“No. non piango per questo.” Tirò su col naso e mi guardò dritto negli occhi.

Il cuore mi stava battendo a mille.

C’era qualcosa in lei che ti attira inesorabilmente.

Non ha un bellezza eccelsa che attira, né un carattere adorabile, né un’intelligenza fina, ma la sua sensibilità il suo modo di comportarsi con gli altri mi attraeva.

“Io piango per te. Piango al posto tuo.”

Era sottile il modo in cui ti attira a sé, non te ne accorgi finché non ci sei invischiato e non puoi più uscire. Non vuoi più uscire.

“Lo faccio per te.”

“Allora preparati a condividere il mio dolore!”

E la baciai.

Lei si strinse a me, invece di respingermi come pensavo avrebbe fatto.

Mi accettava quindi, per come ero veramente.

Non me la sentivo ancora di dirlo agli altri, ma che lei lo sapesse mi faceva sentire felice per la prima volta nella mia vita.

 

 

Wally

 

Central Park era enorme. Una vera isola verde in mezzo ad una città frenetica, piena di gente che è quasi impossibile imbattersi nella stessa persona due volte al giorno –o anche in una vita intera-.

Quasi.

Quasi, per l’appunto!

“Wally!”

Artemis, tuta e i pod, stava correndo accanto a me.

“Hei ciao Atemis!”

Sperai di non essere arrossito troppo. Solo io ero capace di farmi beccare con i miei boxer peggiori dalla propria nemica – o quello che siamo-.

Ma dico io.. Perché??

Mi fermai.

“Allora..” iniziai.

Di’ qualcosa di intelligente.

“..ti son piaciuti così tanto i miei boxer che ora mi segui?”

Potei sentire tutti i miei neuroni –pochi, credo me ne siano rimasti- farsi un facepalm.

Artemis arrossì, ma si mise a ridere.

“Ma certo che a volte sei pessimo, sai?”

“No, sono solo simpatico!”

“Oh si certo.”

“Hei! Niente sarcasmo!”

“Non era sarcasmo. Ti davo ragione.”

“Io..” mi bloccai.

Eravamo alle solite.

Io dicevo una cosa stupida, lei faceva la sarcastica, le rispondevo, lei rispondeva per  le rime a me e poi iniziavamo a bisticciare.

Era un copione già letto.

“Hai ragione, era una battuta stupida!”

Artemis era stupita.

Mai quanto me. Cosa mi era saltato in mente di dirle così?

Ora potrà prendermi in giro a vita!

“Mi spiace essere sempre così sarcastica.”

Che?

Avevo sentito bene?
Si scusava –più o meno-?

“Bene, abbiamo riscritto il copione.”

“Come?”

“Dicevo che abbiamo cambiato copione. Di solito litighiamo come cane e gatto, ma stavolta abbiamo cambiato.”

“Sarà l’unica volta mi sa.”

“Probabile.”

Camminammo in silenzio.

“Ehm.. scusa se a scuola ti sono caduto addosso solo in boxer. Sarà anche il sogno di molte ragazze della scuola..”

“Cosa?”

“..Ma non il tuo.”

Artemis arrossì tantissimo.

Immaginai fosse per la mia figuraccia.

Anche perché tutti sapevano che aveva perso la verginità con..

“Tranquillo!” la sua voce era di qualche ottava più alta del normale. “Non ci sono problemi.”

“So che avresti preferito qualcun altro.. Tipo Conner.”

Non mi rispose.

M’irritai un po’. Sapevo che le piaceva Conner.

Come a me piaceva Megan.

Giusto?

“Artemis.. io..”

Lei ridacchiava e scuoteva la testa.

“Wally ti rendi conto che dopo tre anni insieme, iniziamo a chiamarci per nome solo ora?”

Ci pensai su.

“E’ vero!”

“Che tempo di reazione..”

“Hei! Io non faccio caso a queste sottigliezze.”

“Però è così.”

“Già. Ormai siamo amici.” Dissi senza riflettere. Un po’ come al solito.

“Hai ragione.” Disse lentamente lei.

Non dovevo essere l’unico a cui pareva strano.

“Wally.. Io..”

Il telefono le squillò.

 Fece un paio di passi per rispondere.

Amici..

Ero felice finalmente che lo fossimo.

Ma..

Ma c’era qualcosa.

Qualcosa di sbagliato!

Scossi il capo.

No! meglio non sapere!

L’ignoranza è una bella cosa infondo.

Salutai Artemis con la mano, che ricambiò un po’ sorpresa.

Adoravo correre.

Ero veloce.

Ma oggi mi sforzai.

Non volevo pensare ai miei sentimenti.

Volevo correre più veloce del mio cuore.

 

 

Dick

 

La stanza era buia, ma non mi dava fastidio.

Ero abituato all’oscurità e non mi impediva i movimenti, come succedeva a molti.

Infondo il buio nascondeva le cose

Le brutte cose.

Il buio era mio amico. Stasera come sempre.

Ero disteso sul letto. La sveglia accanto al mio letto segnava le 23.26, ma non avevo sonno. Non facevo che pensarci.

Avrei dovuto fare qualcosa di concreto, ma credevo che il semplice fatto che fossero solo pensieri non potesse esser un problema.

Innocenti pensieri.

Innocenti pensieri che sfociavano sull’erotico.

Innocenti pensieri che sfociavano sull’erotico su una ragazza.

Innocenti pensieri che sfociavano sull’erotico su una ragazza che non era la mia.

Stella.

Da quando l’avevo vista il primo giorno non facevo che pensare a lei.

I suoi bei capelli rossi fragola.

Quegli verdi come gli smeraldi.

Quella pelle olivastra.

Le sue labbra a cuore.

Il suo fisico sinuoso e morbido al tempo stesso.

Ma non era solo una cosa fisica.

Mi piaceva il suo carattere, il suo perenne buon umore, quel suo modo di fare da bambina.

Tutto.

Mi piaceva tutto di lei.

I pensieri sono una cosa, ma ciò che avevo fatto la settimana scorsa era peggio.

Avevo baciato Zatanna e avevo pensato a Stella.

Questo mi aveva fatto capire che era ora di smettere.

Il problema era che non sapevo cosa: lasciare Zatanna o dimenticare Stella?

Mi alzai di scatto.

Presi il cellulare e composi il numero che ben conoscevo.

“Hei! Ti fai sentire a volta.”

“Si, sono stato impegnato.”

“Non c’è problema. Se vuoi per domani sera ti combino..”

“No meglio stasera!”

“Non..”

“Subito!”

“Ok… Bene ti ho combinato.”

“A tra poco.”

“Certo.. Fratellino!”

Chiusi la chiamata.

Babs mi avrebbe ucciso probabilmente, ma era l’unica cosa che mi aiutava.

 

 

 

Scusate!!!

Sono tardissimo, lo so.

Però ho avuto problemi in famiglia e ho dovuto aspettare la fine della scuola per poter riprendere, quindi eccoci qui!

Mi spiace per gli errori ma non l’ho rivisto.

Per quanto riguarda la scena –sottospecie di scena- di sesso beh.. diciamo che ne metterò a volte.

Ma niente di esplicito.

Non cambio rating.

Poi indovinate chi sono gli insegnati?

Mi sono sempre scordata di chiedervelo.

Ultima cosa qui Kara è figlia di Clark e Lois, ma in realtà sarebbe la cugina di Clark. Fingiamo ceh non sia così!

Tra due settimane il prossimo capitolo.

 

Snow White Queen

 

  
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