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Autore: larrysharmony    14/06/2013    90 recensioni
«Cazzo…» sussurrai flebilmente, ricevendo un’occhiataccia da mia madre.
«London High School. Certo che ne hanno di fantasia» commentai ironicamente suscitando una risatina divertita da parte di mia madre.
Posteggiò l’auto per poi avvicinarsi al mio viso.
Posò un leggero bacio sulla mia guancia e mi accarezzò i capelli.
«Fai la brava piccola» disse sfoggiando un dolcissimo sorriso, uno di quelli che dedicava solo a me e che tempo addietro anche a mio padre.
Ricambiai il sorriso prima di uscire dall’auto.
Percepii l’agitazione fremere nel mio corpo non appena mise in moto sparendo dietro l’angolo.
Rabbrividii notando che quella più che una scuola sembrava un insieme di più edifici messi insieme, per quando grande era.
Varcai la soglia del cancello bloccandomi all’istante. Non si riusciva nemmeno a notare l’entrata per quanti ragazzi c’erano.
Si preannunciava una giornata molto lunga.
FFTaylor Swift è la protagonista principale comunque
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella classe cadde un  silenzio quasi inquietante non appena il professore si accomodò dietro la cattedra e aprii il suo registro. Infine incrociò le braccia e ci rivolse un sorriso amichevole, un sorriso sincero, non come quello di altri professori con cui avevo avuto a che fare precedentemente, a Lancaster.
«Allora ragazzi. Spero che abbiate passato delle vacanze piacevoli e che vi siate riposati abbastanza perché il programma di quest’anno non è neanche lontanamente simile a quello dell’anno scorso» disse spostando lo sguardo da un lato all’altro dell’aula.
Si alzò un leggero chiacchiericcio che faceva da sottofondo. C’era chi parlottava fittamente con il compagno di banco e chi entusiasta raccontava al professore per filo e per segno ogni avvenimento speciale dell’estate. Io mi limitai ad appoggiare la testa sul banco, posando gli occhi sul viso tenero del biondino accanto a me.
Questo a sua volta, sentendosi osservato, si volt a guardarmi incuriosito per poi aprirsi in un dolce sorriso. Notai che portava l’apparecchio.
«E tu? Come hai passato l’estate?» prese l’iniziativa cercando così di coinvolgermi in una qualsiasi conversazioni.
Con un cenno della mano lo feci zittire. Certo, non volevo allontanare da me l’unica persona che aveva avuto il coraggio di conoscermi ma allo stesso tempo non volevo raccontargli la mia vita passata, lo conoscevo a malapena, di lui sapevo solo il nome.
Il biondo, contro ogni mia aspettativa sorrise timidamente prima di sfilarsi il cellulare di tasca per poggiarlo all’interno del suo astuccio.
«Mi dai il tuo numero?» sussurrò prima di allungarmi il cellulare.
Lo afferrai, digitai velocemente le cifre che componevano il mio numero di telefono, lo salvai nella rubrica per poi passare nuovamente il telefono al proprietario che mi rivolse un altro sorriso radioso.
“Probabilmente il centesimo sorriso” pensai. È sorprendente la dolcezza di questo ragazzo.
L’ora passò velocemente, quasi non me ne accorsi.
Il professor Smith uscii dall’aula trascinandosi dietro il suo ridicolo borsone nero, che ricordava più un borsone da viaggio che da lavoro.
Scossi la testa divertita, suscitando una risata divertita dal biondo alla mia destra.
Annoiava mi voltai ad ispezionare con occhio critico l’intero ambiente circostante. Non che fossero tutti antipatici, semplicemente non volevo avere a che fare con nessuno di loro, tranne Niall.
Scorsi un gruppetto composto da quattro ragazze molto carine e dall’aria simpatica che parlottavano tra loro.
Due file davanti a loro vi erano due ragazze, anch’esse molto carine che sfogliavano una rivista parlottando fittamente. Una delle due, con i capelli lunghi e castani, boccolosi, gli occhi nocciole e il fisico da modella alzò la testa, illuminandosi in un sorriso radioso subito dopo.
Spostai infine lo sguardo alla porta. Due ragazzi fecero il loro ingresso.
Gli analizzai attentamente.
Il primo doveva avere più o meno la mia età. Alto, parecchio alto, fisico asciutto ma scorsi che sotto la maglietta aderente nascondeva degli addominali per niente male, una massa informe di capelli ricci e castani che ricadevano morbidi sulla fronte, gli occhio verdi, non un verde qualunque ma un verde vivo, e infine, per terminare in bellezze delle labbra carnose che il ragazzo bagnò con la lingua suscitando risolini e sospiri da tutto il pubblico femminile presente nell’aula, tranne me ovviamente.
Avvampai per non so quale motivo, abbassai lo sguardo per poi rialzarlo subito dopo.
Parecchio carino, oserei aggiungere.
Scossi la testa per riprendermi dal mio momentaneo stato di shock.
Spostai lo sguardo sul ragazzo accanto al riccio.
Qualche centimetro più basso del riccio, i capelli castano chiaro tirati su in una cresta, gli occhi azzurri, molto simili a quelli di Niall solo leggermente più scuri e le labbra sottili. Indossava una semplice maglietta a righe e dei pantaloni rossi, con un buffo risvolto appena sopra le caviglie.
Anche lui molto carino.
I due ragazzi fecero il loro maestoso ingresso.
Niall e la ragazza mora si alzarono correndo nella loro direzione.
“Fanculo Niall, abbandonami pure” parlottai tra me e me.
La mora intanto si fiondò tra le braccia del castano gridando quello probabilmente era il suo nome.
«Lou» starnazzò prima di unire le sue labbra con quelle del ragazzo mostrandoci il magnifico spettacolo che erano le loro lingue unite.
«Bleah» dissi disgustata, sperando vivamente che nessuno mi avesse sentito, non volevo certo crearmi inimicizie il mio primo giorno di scuola, assolutamente.
Inutile. La ragazza bionda che fino a poco prima era intenta a parlare con le sue tre amiche si trovava ora  a meno di un metro da me.
«Posso sedermi qui?» chiede indicandomi il posto vuoto accanto al mio, di cui a dire il vero non mi ero minimamente accorta.
Senza neanche guardarla in faccia annuii, cercando di mimetizzarmi dietro al mio zaino.
La bionda tuttavia non sembrava voler mollare.
Sentendomi osservata alzai la testa trovandola intenta a sorridermi.
«Piacere, Perrie» esclamò allegramente allungando una mano nella mia direzione.
Diffidente allungai a mia volta la mano stringendo la sua.
«Taylor» borbottai a bassa voce. Probabilmente non mi aveva nemmeno sentita.
Era molto bella, i capelli biondi come i miei ma leggermente mossi, gli occhi azzurri e un sorriso capace di mettere di buon umore chiunque.
Ispirava tenerezza.
Ricambiai il sorriso prima di voltarmi nuovamente a guardare verso la porta.
«Il ragazzo riccio si chiama Harry, quello accanto è Louis e quella specie di polipo avvinghiata a lui è Eleanor, la sua fidanzata» disse, probabilmente accortasi della mia strana espressione.
Ridacchiai in seguito alla sua ultima affermazione.
Polipo gigante. Non aveva tutti i torti in fin dei conti.
«È da tanto che sei a Londra?» chiese subito dopo. Curiosa la ragazza.
«No, da qualche settimana» risposi forzando un sorriso.
La ragazza si limitò ad annuire senza aggiungere altro.
In quel preciso istante Niall mi affiancò mettendosi a sedere.
«Scusa, sono andato a salutare…» «Louis e Harry. Tranquillo, è tutto ok» lo interruppi.
Il ragazzo sembrò rilassarsi. Mi rivolse un sorriso per poi voltarsi a guardare la professoressa che aveva appena fatto il suo ingresso.
Intanto tutti gli altri alunni presero posto in quelle che erano le rispettive postazioni.
L’insegnante intanto sorrise prima di presentarsi.
«Allora ragazzi. Sono la professoressa Perkins e insegnerò matematica per i successi tre anni» disse a gran voce, un tono sicuro e autorevole.
Non ascoltai il resto del discorso, troppo intenta a cercare di dormire e recuperare il mio meritato sonno. Impresa ardua dato che Niall non smetteva di punzecchiarmi ogni qualvolta che chiudevo gli occhi. Ci rinunciai per poi tornare a voltare lo sguardo verso Perrie.
Quest’ultima mi intimò con un cenno del capo a guardare davanti a me.
I tre banchi davanti a noi infatti erano stati occupati da Eleanor, Louis e Harry.
Il ricciolino sembrava leggermente annoiato, la testa poggiata sul palmo della mano e lo sguardo perso a fissare intensamente il muro bianco della parete opposta.
Sorrisi divertita cercando poi una posizione comoda da assumere, allungai le gambe sfiorando distrattamente la sedia di Louis e attirando erroneamente la sua attenzione.
Pregai in tutte le lingue che non si voltasse.
Inutilmente, il castano infatti si voltò a guardarmi con un’espressione indecifrabile in viso, un misto tra il curioso e l’irritato.
«Scusa» mi giustificai gesticolando un po’ troppo velocemente con le mani. Dannato nervosismo.
Il castano mi rivolse un sorriso sincero, un sorriso bellissimo, oserei aggiungere.
Abbassai la testa imbarazzata sperando che il ragazzo si voltasse. Cosa che fece subito dopo.
Sospirai sollevata prima di sfilare il cellulare dalla tasca dello zaino.
  
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