The
Seventh:Winter
· PART
6: Chasin’
·
Chapt 18: Hiding
the Truth and Crashing Down.
Hope
is a good thing, maybe the best of things, and no good thing ever dies
“Immagino
tu voglia gettarti di nuovo nella battaglia.”
“Non posso
lasciare i ragazzi laggiù. E neppure tu vuoi lasciare Odino e Thor, vero?”
Loki distoglie lo sguardo dal mio: Ha le mani ancora sulla grata
chiusa sopra la nostra testa, uscita di un passaggio segreto che ci conduce
fuori dal palazzo, e ai polsi i segni dei sigilli che sono riuscita a spezzare
“Non mi interessa”.
“Non è così…”
“E che
altro dovrei fare, secondo te? Andare da mio pad… da Odino e riproporgli un’alleanza? E
che garanzie potrei dargli? Dopo il mio ultimo tradimento è già tanto che non
mi abbia condannato a morte direttamente.”
“Guarda
che non lo sa” Loki mi fissa stupito. “Non ho detto
nulla né a Thor né a lui. Non sa che hai tentato un’alleanza con Malekith. O, per lo meno, non gliel’ho detto io.”
Dallo
sguardo confuso che mi rivolge capisco di averlo spiazzato: “E perché mai non
l’hai fatto? Avresti avuto il dovere di avvertire, di denunciarmi o di…”
“Sì, a
rigor di logica. Ma, Loki, non so se l’hai notato:
quando si tratta di te, il mio proverbiale raziocinio va completamente in
pappa.”
Gli
strappo un piccolo sorriso e un bacio veloce: “Tutto ciò ti si ritorcerà
contro, prima o poi” mi avverte “non è saggio prendere le mie difese”.
Uno
schianto sopra le nostre terre e le pareti del cunicolo tremano e si riempiono
di polvere. Urla e rombi al di là della grata si intensificano. Loki mi passa un braccio attorno alle spalle e per
stringermi. "Ne parleremo più tardi. Ora…”
“Odino ha
già usato le Gemme?” Scuoto la testa. “Quante ne ha in mano?”
“Beh… due.”
“Cosa?”
“Le tue
due Gemme. Amora aveva preso tutte quelle a nostra
disposizione …”
“Avevi
detto che …!”
“No. No.
Ero stata volontariamente piuttosto vaga a riguardo.”
Ruota gli
occhi e sospira. Poi si preme una mano sulla tempia sinistra come se stesse per
avere un principio di mal di testa: “D’accordo. Dobbiamo impossessarcene di
nuovo. Credo dovremmo ricorrere al trucco dei mutamenti sai, come …”
“Dimenticatelo:
sai com’è finita l’ultima volta.”
Storce la
bocca: “Già”. Un altro boato, questa volta era proprio sopra di noi. Ci
scambiamo un ultimo sguardo: "Questa volta credo che dovremmo quantomeno
improvvisare."
Improvvisare. Figurarsi! Come se non credessi davvero che quella
testina complicata sia già al lavoro per elaborare un piano.
Potremmo
restare qui a discuterne in eterno e fare la fine dei topi senza dare il nostro
contributo alla battaglia. Oppure potrei chiudere un occhio -anzi, entrambi -
tapparmi il naso e dargli la mia piena fiducia. Prendo un profondo sospiro, lo
guardo negli occhi, e appoggio le mani sulla grata insieme alle sue.
E la
apriamo.
Per tanto,
troppo tempo Odino è stato un Re e non un Guerriero. Ha ancora la potenza dalla
sua parte - la Gemma rossa è incastonata nella lama di Gungnir
e ne aumenta il potere - ma gli anni ed il dolore hanno fiaccato la tempra e ne
hanno piegato la furia.
I suoi
riflessi sono rallentati, il braccio meno veloce a falciare gli Oscuri che
l'hanno circondato: conscio della sua forza scemata ha lasciato Malekith a Thor e ha cavalcato a fianco dei suoi uomini e
combattuto con loro.
Non si è
mai sottratto dal fango del campo di battaglia - a costo di perderci un occhio
- né alle lame nemiche: la sua sola presenza riesce ad infervorare i soldati asgardiani a non arrendersi e a continuare a battersi con
un nemico le cui milizie si sono rivelate nettamente superiori alle
aspettative.
"La
Gemma della Realtà, Malekith la deve aver utilizzata
per aumentare il numero delle sue schiere!" ha ipotizzato il Principe
cadetto di Alfheim, prima di cadere al suolo cona la schiena aperta in due dalla sciabola di un Oscuro.
Odino ne
ha incenerito l'assassino, prima di voltarsi verso la Nave su cui si riversano
fulmini e saette: Thor sta scatenando la sua potenza, che sia contro il Sovrano
di Svartalfheim o meno non riesce a capirlo.
È
distratto, e basta quell'istante perché la lama di un Elfo Oscuro saetti nel
lato cieco del suo viso: una riga di sangue si apre sulla guancia del Padre degli
Dei, ma non è che un graffio.
La mano
dell'Elfo, tuttavia, rotola a terra staccata dal polso. Odino fa in tempo solo
a voltarsi per vedere il soldato nemico tramutarsi in una statua di ghiaccio e
frammentarsi in milioni di schegge rivelando Loki, le
braccia ancora tese per il colpo appena inferto. Abbassa prima gli occhi che le
mani e volta veloce le spalle. "Perdonami se mi sono intromesso tra te ed
il tuo avversario".
Il braccio di Odino si posa su una spalla per
trattenerlo e a farlo girare di nuovo ad incontrare il suo volto sorpreso:
"Per un Padre non vi è onore più grande riconoscere di aver
cresciuto un figlio più veloce del suo braccio".
Alza la
lancia a sinistra ed incenerisce il nemico che si stava gettando su di loro,
riserva lo stesso trattamento ad un altro, mentre un terzo viene infilzato con
vigore. "Ora posso combattere con mente serena: non vi è ragione di temere
la morte, quando un uomo combatte al fianco dei propri figli." Loki resta per un istante sbigottito: assorbe le parole di
Odino ed il suo sguardo, e per una volta
non le eviscera trovarne un'interpretazione occulta ma le lascia libere di
scorrere calde dentro di sé, a trovare l'origine del suo potere e ad
intensificarlo, tanto quanto la sua azione sembra aver rinvigorito il Re di Asgard.
Raccoglie
la falce dal corpo del Principe di Alfheim: al primo
Oscuro che si avvicina si apre la gola appena la lama sfiora la pelle.
Per uno
caduto a terra altri due compaiono, e questa volta sono schegge di ghiaccio ad
essere letali.
I lampi
sulle loro teste stanno aumentando, Odino getta un'altra occhiata alla Nave:
"Tuo fratello ha bisogno d'aiuto" grida a Loki.
"Devi recuperare le altre Gemme!" Stacca la Gemma del Potere da Gungnir e gliela porge, asserendo di non averne più
bisogno.
Loki guarda il palmo sporco del Padre degli Dei, irrorato dalla
luce del rubino. Allunga la mano quasi per afferrarlo, ma all'ultimo momento le
sue dita serrano quelle del Re sulla Gemma. "Non mi occorre anche questa
tentazione, padre" Deglutisce e
scuote la testa: "Posso recuperare le altre Gemme anche da solo. Mi
occorre solo..." scruta la Nave e poi cerca qualcosa nel cielo, e quando
la trova sfrega i palmi delle mani per formare una palla di neve.
TUNK!
"J.A.R.V.I.S.! Analisi dei danni!"
"Signore, questo colpo non ha prodotto lesioni".
"Ma
mi ha colpito precisamente dietro alla nuca. Che diavolo era?"
"Elaborando i dati dei sensori posso affermare con
certezza che il proiettile era composto da H2O cristallizzata, signore."
"E
chi può essere talmente stronzo da prendermi
a pallonate di neve mentre stermino Teletubbies?"
Cento
metri più in basso, sfoggiando anche un sorrisetto quasi divertito Comet esibisce le
sue corna, mentre alza un braccio e gli fa cenno di avvicinarsi.
"Portami
lassù!"
"Cosa?"
"POR-TA-MI
SUL-LA NA-VE!"
"VAF-FAN-CU-LO."
"Se
non mi porti su quella nave...."
Stark spegne i propulsori appoggiando i piedi a terra, alza la
visiera dell'elmo e lo fissa con aria di sfida: "Tu che fai, lo dici a
paparino?"
"UOMO
DI METALLO! Ti ordino di fare come dice mio
figlio!" Odino ha fracassato la testa di due Oscuri facendoli scontrare
tra loro. IronMan fissa lui, poi Loki,
poi di nuovo il Padre degli Dei: "Da Jerry
Springer fareste faville, sapete?" Afferra Loki per la collottola: "Avanti, Comet, questa sarà più veloce
della slitta."
La schiena
che preme contro un'altra e Clint si volta di scatto pronto a scoccare una
delle ultime frecce disponibili. Si ritrova la canna della pistola di Natasha ad un centimetro dal suo naso: "Ah, sei
tu".
Lei scosta
la pistola e fa fuoco, il proiettile passa a fianco della sua testa per forare
quella di un Elfo Oscuro che si stava avvicinando: "Come a Caracas,
ricordi?"
Il labbro
spaccato di OcchioDiFalco fa per piegarsi in un mezzo
sorriso che lui impedisce con uno sforzo: "Tranne che per il rhum e le
ballerine".
"Avevi
detto che non ti interessavano!"
"Mi
rammarico ora di non aver approfittato della situazione".
"Sei
uno stronzo" Quattro colpi alla
sinistra ed un paio davanti a sé:
"Per quanto ancora mi terrai il broncio?"
Sicura
della granata tolta con i denti e lancio perfetto: una navicella che passava a
bassa quota esplode e si abbatte al suolo a pochi metri di distanza.
"Nessun broncio, come puoi ben vedere, collega".
"Non
sono una tua fottuta collega" Natasha si esibisce in un calcio rotante che spezza l'osso
del collo di un nemico, ne fulmina un altro paio e stende con un pugno in testa
quello contro cui sta lottando Clint: "Io sono la tua donna, stupido testone!"
Grida furente prima di afferrarlo per il bavero della divisa e premere con
forza le labbra sulle sue.
"Oh! Barton e Romanoff hanno fatto pace! Capitano, non è che puoi
staccarli, non mi sembra il caso continuino a pomiciare rischiando di..."
Barton alza la pistola e abbatte
l'avversario che si stava avvicinando con un colpo solo, perfettamente al
centro della fronte, senza bisogno di staccare la bocca da quella della VedovaNera.
"A me sembrano in grado di continuare, Stark. E anche se fosse, io non mi azzarderei mai ad osare
tanto".
"Ripensandoci..."
Darcy sospira lasciando cadere il tablet
sul letto: "Darei un orecchio per sapere come sta andando là".
La Vice
Direttrice ha abbandonato la sua posizione alla finestra e per sedersi solo da
pochi minuti, e continua ostinatamente a non rivolgerle la parola. Tuttavia,
dopo un lungo momento di silenzio, sguardo sempre fuori dalla finestra le
domanda: "Perché un orecchio?"
"Perché
ne ho uno leggermente a sventola di cui ne posso fare tranquillamente a
meno" la guarda emettere uno sbuffo divertito e si indica l'orecchio
destro: "Non sto scherzando, guarda".
La guarda
alzarsi dalla sedia e si avvicina al letto per scostarle i capelli dal lato
destro del viso: "Solo leggermente, avresti più disturbi a fartelo
rimuovere".
Ha dei bei
occhi la Hill, sono azzurri e determinati, ma non freddi e insensibili come
quelli dell'Agente Romanoff. C'è una piccola
cicatrice sul sopracciglio destro ed un'altra sullo zigomo ed è molto tentata
di toccarle e chiederle come se le sia procurate. Ma prima che lo faccia
davvero la porta della stanza si apre e la Hill scatta in piedi, mentre la
testa di Jane fa capolino. "Disturbo?"
Darcy non sa bene perché, ma le verrebbe da rispondere sì.
Fiammata:
Sif, privata dell'avversario verso cui stava per menare il
fendente, si sbilancia e per poco non cade in avanti. Mi rivolge uno sguardo
furioso attraverso le ciocche corvine sfuggite dalla stretta coda di cavallo.
"E
con questo fanno due volte!" La
canzono.
"Trovati
i tuoi avversari e lascia ad ognuno la propria gloria".
"Permalosa".
"Vieni
a dirmelo in faccia".
"Oh,
toh, son proprio qui..."
Un lampo e
ci pieghiamo nello stesso momento, appena in tempo per venire sfiorate da un
colpo d'energia.
Illese.
Beh, praticamente.
La coda di
Sif non c'è più. Piccole ciocche corte si appiccicano
alla fronte sudata, mentre si tocca la sommità della testa.
Sogghigno.
Un piccolo riccio castano si mette a danzarmi davanti al viso. Tocco la mia di testa.
Oh cazzo. I miei capelli! La
mia treccia è ridotta in cenere!
Ci voltiamo
entrambe verso la provenienza del colpo.
L'Elfo
Oscuro alza le braccia in segno di resa lasciando cadere il grosso fucile che
aveva in mano, prima di darsela a gambe levate tentando una goffa fuga.
Carichiamo
con un urlo feroce e non gli lasciamo scampo.
"Hey Addison, bei capelli!"
"Oh,
sta' zitto, Steve!"
"No,
no, davvero. Sembri molto un po' Ruby Keeler. È
un'attrice. Beh, forse era... sai, ai
miei tempi era molto famosa".
"Ma
davvero? Io mi sento molto Bela Lugosi, parlando dei tuoi tempi".
Dopo
l'ultimo colpo del Mjolnir schivato da Malekith, la nave si è inclinata in una virata senza
controllo, abbattendo una fitta schiera di ricchi palazzi, prima di fermarsi
contro le ultime torri superstiti del Palazzo Reale appoggiandosi su un fianco.
Thor para
il fendente del Re di Svartalfheim diretto al suo
viso e lo allontana con un un calcio allo sterno. Malekith scivola indietro lungo il ponte inclinato, si
china in avanti per riprendere equilibrio e pianta la lama della sciabola a
terra.
Quello che
vede Thor immediatamente dopo è solo un brillio colorato e una forza occulta
che lo investe e lo paralizza.
Malekith recupera la spada e si avvicina, il
pugno nel Gauntlet sempre teso verso di lui. Fa
fatica a governarne il potere, Thor lo capisce dai rivoli di sudore che gli
rigano il volto sfigurato, ma mantiene comunque la sua presa salda: "Una
delle Gemme in mio possesso potrebbe strapparti l'Anima in un solo istante.
Piuttosto umiliante, come morte, per un guerriero del tuo calibro: non
preoccuparti sarà veloce ma non troppo indolore".
Thor non
stacca gli occhi da lui neppure quando alza il guanto, e la Gemma verde
dell'Anima brilla di una luce più intensa. Poi Malekith
urla di dolore e le membra gli si sciolgono dall'Incantesimo, facendolo cadere
a terra.
Tende il
braccio a recuperare il Mjolnir e alza gli occhi
verso il nemico: ora che è voltato di spalle può vedere chiara l'impugnatura di
una lama da lancio spuntargli tra le scapole. Il Re di Svartalfheim
sta già fronteggiando chi l'ha scagliata.
Loki.
Dai, ancora un piccolo sforzo, è
quasi finita!
Lasciamo ai ‘fratellini’ di Asgard il compito di mazzolare il Villain
dell’ultimo livello, ora che anche Odino – forse grazie alla concitazione della
battaglia – pare stia perdendo il titolo di Padre dell’Anno.
Come sempre, non mi stancherò mai di
ringraziarvi per il sostegno e per l’affetto che mi state dando.
Ricordate, ogni volta che cliccate
su TS:W per leggere, un piccolo Jotun sorride! <3
Scherzi a parte, davvero grazie,
grazie e grazie.
Alla prossima,
se vorrete,
EC
PS: Titolo tratto dalla Canzone ‘Dancer in the Dark’ dei Rasmus e
Citazione iniziale cinematografica da ‘Le Ali della Libertà’.
Ciao!