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Autore: Evilcassy    15/06/2013    6 recensioni
[Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto.]
E se avessi agito diversamente? Sarebbe cambiato qualcosa?
Sono arrivata alla conclusione che non sarebbe cambiato niente. Quell’uomo – Loki – sarebbe comunque scomparso nel nulla: non era come il tizio nella stanza a fianco, privato dei suoi poteri, sprofondato sino alle ginocchia nel fango e e nell'umiliazione della sua impotenza.
Forse non saremmo morti, non saremmo stati sepolti nella stessa tomba e non ci saremmo svegliati fianco a fianco.
Ma sono certa che ci saremmo ritrovati un giorno o l'altro, in una dimensione o nell'altra, a scambiarci un ultimo bacio.

GreyRaven e Loki, richiamati dalle rispettive nature, decidono di lasciare gli Inferi e di riprendere i rispettivi cammini.
Ma incappare l'uno nelle trame dell'altro è questione di poco, anzi, pochissimo.
[Sequel di THE SEVENTH]
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:Winter

 

·       PART 6: Chasin

 

·       Chapt 18: Hiding the Truth and Crashing Down.

 

Hope is a good thing, maybe the best of things, and no good thing ever dies

 

“Immagino tu voglia gettarti di nuovo nella battaglia.”

“Non posso lasciare i ragazzi laggiù. E neppure tu vuoi lasciare Odino e Thor, vero?”

Loki distoglie lo sguardo dal mio: Ha le mani ancora sulla grata chiusa sopra la nostra testa, uscita di un passaggio segreto che ci conduce fuori dal palazzo, e ai polsi i segni dei sigilli che sono riuscita a spezzare “Non mi interessa”.

“Non è così…

“E che altro dovrei fare, secondo te? Andare da mio pad… da Odino e riproporgli un’alleanza? E che garanzie potrei dargli? Dopo il mio ultimo tradimento è già tanto che non mi abbia condannato a morte direttamente.”

“Guarda che non lo sa” Loki mi fissa stupito. “Non ho detto nulla né a Thor né a lui. Non sa che hai tentato un’alleanza con Malekith. O, per lo meno, non gliel’ho detto io.”

Dallo sguardo confuso che mi rivolge capisco di averlo spiazzato: “E perché mai non l’hai fatto? Avresti avuto il dovere di avvertire, di denunciarmi o di…

“Sì, a rigor di logica. Ma, Loki, non so se l’hai notato: quando si tratta di te, il mio proverbiale raziocinio va completamente in pappa.”

Gli strappo un piccolo sorriso e un bacio veloce: “Tutto ciò ti si ritorcerà contro, prima o poi” mi avverte “non è saggio prendere le mie difese”.

Uno schianto sopra le nostre terre e le pareti del cunicolo tremano e si riempiono di polvere. Urla e rombi al di là della grata si intensificano. Loki mi passa un braccio attorno alle spalle e per stringermi. "Ne parleremo più tardi. Ora…”

“Odino ha già usato le Gemme?” Scuoto la testa. “Quante ne ha in mano?”

Beh… due.”

“Cosa?”

“Le tue due Gemme. Amora aveva preso tutte quelle a nostra disposizione …”

“Avevi detto che …!”

“No. No. Ero stata volontariamente piuttosto vaga a riguardo.”

Ruota gli occhi e sospira. Poi si preme una mano sulla tempia sinistra come se stesse per avere un principio di mal di testa: “D’accordo. Dobbiamo impossessarcene di nuovo. Credo dovremmo ricorrere al trucco dei mutamenti sai, come …”

“Dimenticatelo: sai com’è finita l’ultima volta.”

Storce la bocca: “Già”. Un altro boato, questa volta era proprio sopra di noi. Ci scambiamo un ultimo sguardo: "Questa volta credo che dovremmo quantomeno improvvisare."

Improvvisare. Figurarsi! Come se non credessi davvero che quella testina complicata sia già al lavoro per elaborare un piano.

Potremmo restare qui a discuterne in eterno e fare la fine dei topi senza dare il nostro contributo alla battaglia. Oppure potrei chiudere un occhio -anzi, entrambi - tapparmi il naso e dargli la mia piena fiducia. Prendo un profondo sospiro, lo guardo negli occhi, e appoggio le mani sulla grata insieme alle sue.

E la apriamo.

 

Per tanto, troppo tempo Odino è stato un Re e non un Guerriero. Ha ancora la potenza dalla sua parte - la Gemma rossa è incastonata nella lama di Gungnir e ne aumenta il potere - ma gli anni ed il dolore hanno fiaccato la tempra e ne hanno piegato la furia.

I suoi riflessi sono rallentati, il braccio meno veloce a falciare gli Oscuri che l'hanno circondato: conscio della sua forza scemata ha lasciato Malekith a Thor e ha cavalcato a fianco dei suoi uomini e combattuto con loro.

Non si è mai sottratto dal fango del campo di battaglia - a costo di perderci un occhio - né alle lame nemiche: la sua sola presenza riesce ad infervorare i soldati asgardiani a non arrendersi e a continuare a battersi con un nemico le cui milizie si sono rivelate nettamente superiori alle aspettative.

"La Gemma della Realtà, Malekith la deve aver utilizzata per aumentare il numero delle sue schiere!" ha ipotizzato il Principe cadetto di Alfheim, prima di cadere al suolo cona la schiena aperta in due dalla sciabola di un Oscuro.

Odino ne ha incenerito l'assassino, prima di voltarsi verso la Nave su cui si riversano fulmini e saette: Thor sta scatenando la sua potenza, che sia contro il Sovrano di Svartalfheim o meno non riesce a capirlo.

È distratto, e basta quell'istante perché la lama di un Elfo Oscuro saetti nel lato cieco del suo viso: una riga di sangue si apre sulla guancia del Padre degli Dei, ma non è che un graffio.

La mano dell'Elfo, tuttavia, rotola a terra staccata dal polso. Odino fa in tempo solo a voltarsi per vedere il soldato nemico tramutarsi in una statua di ghiaccio e frammentarsi in milioni di schegge rivelando Loki, le braccia ancora tese per il colpo appena inferto. Abbassa prima gli occhi che le mani e volta veloce le spalle. "Perdonami se mi sono intromesso tra te ed il tuo avversario".

Il  braccio di Odino si posa su una spalla per trattenerlo e a farlo girare di nuovo ad incontrare il suo volto sorpreso: "Per un Padre non vi è onore più grande riconoscere di aver cresciuto un figlio più veloce del suo braccio".

Alza la lancia a sinistra ed incenerisce il nemico che si stava gettando su di loro, riserva lo stesso trattamento ad un altro, mentre un terzo viene infilzato con vigore. "Ora posso combattere con mente serena: non vi è ragione di temere la morte, quando un uomo combatte al fianco dei propri figli." Loki resta per un istante sbigottito: assorbe le parole di Odino ed il suo sguardo, e per una volta non le eviscera trovarne un'interpretazione occulta ma le lascia libere di scorrere calde dentro di sé, a trovare l'origine del suo potere e ad intensificarlo, tanto quanto la sua azione sembra aver rinvigorito il Re di Asgard.

Raccoglie la falce dal corpo del Principe di Alfheim: al primo Oscuro che si avvicina si apre la gola appena la lama sfiora la pelle.

Per uno caduto a terra altri due compaiono, e questa volta sono schegge di ghiaccio ad essere letali.

I lampi sulle loro teste stanno aumentando, Odino getta un'altra occhiata alla Nave: "Tuo fratello ha bisogno d'aiuto" grida a Loki. "Devi recuperare le altre Gemme!" Stacca la Gemma del Potere da Gungnir e gliela porge, asserendo di non averne più bisogno.

 

Loki guarda il palmo sporco del Padre degli Dei, irrorato dalla luce del rubino. Allunga la mano quasi per afferrarlo, ma all'ultimo momento le sue dita serrano quelle del Re sulla Gemma. "Non mi occorre anche questa tentazione, padre" Deglutisce e scuote la testa: "Posso recuperare le altre Gemme anche da solo. Mi occorre solo..." scruta la Nave e poi cerca qualcosa nel cielo, e quando la trova sfrega i palmi delle mani per formare una palla di neve.

 

TUNK!

"J.A.R.V.I.S.! Analisi dei danni!"

"Signore, questo colpo non ha prodotto lesioni".

"Ma mi ha colpito precisamente dietro alla nuca. Che diavolo era?"

"Elaborando i dati dei sensori posso affermare con certezza che il proiettile era composto da H2O cristallizzata, signore."

"E chi può essere talmente stronzo da prendermi a pallonate di neve mentre stermino Teletubbies?"

Cento metri più in basso, sfoggiando anche un sorrisetto quasi divertito Comet esibisce le sue corna, mentre alza un braccio e gli fa cenno di avvicinarsi.

 

"Portami lassù!"

"Cosa?"

"POR-TA-MI SUL-LA NA-VE!"

"VAF-FAN-CU-LO."

"Se non mi porti su quella nave...."

Stark spegne i propulsori appoggiando i piedi a terra, alza la visiera dell'elmo e lo fissa con aria di sfida: "Tu che fai, lo dici a paparino?"

"UOMO DI METALLO! Ti ordino di fare come dice mio figlio!" Odino ha fracassato la testa di due Oscuri facendoli scontrare tra loro. IronMan fissa lui, poi Loki, poi di nuovo il Padre degli Dei: "Da Jerry Springer fareste faville, sapete?" Afferra Loki per la collottola: "Avanti, Comet, questa sarà più veloce della slitta."

 

La schiena che preme contro un'altra e Clint si volta di scatto pronto a scoccare una delle ultime frecce disponibili. Si ritrova la canna della pistola di Natasha ad un centimetro dal suo naso: "Ah, sei tu".

Lei scosta la pistola e fa fuoco, il proiettile passa a fianco della sua testa per forare quella di un Elfo Oscuro che si stava avvicinando: "Come a Caracas, ricordi?"

Il labbro spaccato di OcchioDiFalco fa per piegarsi in un mezzo sorriso che lui impedisce con uno sforzo: "Tranne che per il rhum e le ballerine".

"Avevi detto che non ti interessavano!"

"Mi rammarico ora di non aver approfittato della situazione".

"Sei uno stronzo" Quattro colpi alla sinistra ed  un paio davanti a sé: "Per quanto ancora mi terrai il broncio?"

Sicura della granata tolta con i denti e lancio perfetto: una navicella che passava a bassa quota esplode e si abbatte al suolo a pochi metri di distanza. "Nessun broncio, come puoi ben vedere, collega".

"Non sono una tua fottuta collega" Natasha si esibisce in un calcio rotante che spezza l'osso del collo di un nemico, ne fulmina un altro paio e stende con un pugno in testa quello contro cui sta lottando Clint: "Io sono la tua donna, stupido testone!" Grida furente prima di afferrarlo per il bavero della divisa e premere con forza le labbra sulle sue.

 

"Oh! Barton e Romanoff hanno fatto pace! Capitano, non è che puoi staccarli, non mi sembra il caso continuino a pomiciare rischiando di..."

Barton alza la pistola e abbatte l'avversario che si stava avvicinando con un colpo solo, perfettamente al centro della fronte, senza bisogno di staccare la bocca da quella della VedovaNera.

"A me sembrano in grado di continuare, Stark. E anche se fosse, io non mi azzarderei mai ad osare tanto".

"Ripensandoci..."

 

 

Darcy sospira lasciando cadere il tablet sul letto: "Darei un orecchio per sapere come sta andando là".

La Vice Direttrice ha abbandonato la sua posizione alla finestra e per sedersi solo da pochi minuti, e continua ostinatamente a non rivolgerle la parola. Tuttavia, dopo un lungo momento di silenzio, sguardo sempre fuori dalla finestra le domanda: "Perché un orecchio?"

"Perché ne ho uno leggermente a sventola di cui ne posso fare tranquillamente a meno" la guarda emettere uno sbuffo divertito e si indica l'orecchio destro: "Non sto scherzando, guarda".

La guarda alzarsi dalla sedia e si avvicina al letto per scostarle i capelli dal lato destro del viso: "Solo leggermente, avresti più disturbi a fartelo rimuovere".

Ha dei bei occhi la Hill, sono azzurri e determinati, ma non freddi e insensibili come quelli dell'Agente Romanoff. C'è una piccola cicatrice sul sopracciglio destro ed un'altra sullo zigomo ed è molto tentata di toccarle e chiederle come se le sia procurate. Ma prima che lo faccia davvero la porta della stanza si apre e la Hill scatta in piedi, mentre la testa di Jane fa capolino. "Disturbo?"

Darcy non sa bene perché, ma le verrebbe da rispondere .

 

 

Fiammata:

Sif, privata dell'avversario verso cui stava per menare il fendente, si sbilancia e per poco non cade in avanti. Mi rivolge uno sguardo furioso attraverso le ciocche corvine sfuggite dalla stretta coda di cavallo.

"E con questo fanno due volte!" La canzono.

"Trovati i tuoi avversari e lascia ad ognuno la propria gloria".

"Permalosa".

"Vieni a dirmelo in faccia".

"Oh, toh, son proprio qui..."

Un lampo e ci pieghiamo nello stesso momento, appena in tempo per venire sfiorate da un colpo d'energia.

Illese.

Beh, praticamente.

La coda di Sif non c'è più. Piccole ciocche corte si appiccicano alla fronte sudata, mentre si tocca la sommità della testa.

Sogghigno. Un piccolo riccio castano si mette a danzarmi davanti al viso. Tocco la mia di testa.

Oh cazzo. I miei capelli! La mia treccia è ridotta in cenere!

Ci voltiamo entrambe verso la provenienza del colpo.

L'Elfo Oscuro alza le braccia in segno di resa lasciando cadere il grosso fucile che aveva in mano, prima di darsela a gambe levate tentando una goffa fuga.

Carichiamo con un urlo feroce e non gli lasciamo scampo.

 

"Hey Addison, bei capelli!"

"Oh, sta' zitto, Steve!"

"No, no, davvero. Sembri molto un po' Ruby Keeler. È un'attrice. Beh, forse era... sai, ai miei tempi era molto famosa".

"Ma davvero? Io mi sento molto Bela Lugosi, parlando dei tuoi tempi".

 

Dopo l'ultimo colpo del Mjolnir schivato da Malekith, la nave si è inclinata in una virata senza controllo, abbattendo una fitta schiera di ricchi palazzi, prima di fermarsi contro le ultime torri superstiti del Palazzo Reale appoggiandosi su un fianco.

Thor para il fendente del Re di Svartalfheim diretto al suo viso e lo allontana con un un calcio allo sterno. Malekith scivola indietro lungo il ponte inclinato, si china in avanti per riprendere equilibrio e pianta la lama della sciabola a terra.

Quello che vede Thor immediatamente dopo è solo un brillio colorato e una forza occulta che lo investe e lo paralizza.

Malekith recupera la spada e si avvicina, il pugno nel Gauntlet sempre teso verso di lui. Fa fatica a governarne il potere, Thor lo capisce dai rivoli di sudore che gli rigano il volto sfigurato, ma mantiene comunque la sua presa salda: "Una delle Gemme in mio possesso potrebbe strapparti l'Anima in un solo istante. Piuttosto umiliante, come morte, per un guerriero del tuo calibro: non preoccuparti sarà veloce ma non troppo indolore".

Thor non stacca gli occhi da lui neppure quando alza il guanto, e la Gemma verde dell'Anima brilla di una luce più intensa. Poi Malekith urla di dolore e le membra gli si sciolgono dall'Incantesimo, facendolo cadere a terra.

Tende il braccio a recuperare il Mjolnir e alza gli occhi verso il nemico: ora che è voltato di spalle può vedere chiara l'impugnatura di una lama da lancio spuntargli tra le scapole. Il Re di Svartalfheim sta già fronteggiando chi l'ha scagliata.

Loki.

 

Dai, ancora un piccolo sforzo, è quasi finita!

Lasciamo ai ‘fratellini’ di Asgard il compito di mazzolare il Villain dell’ultimo livello, ora che anche Odino – forse grazie alla concitazione della battaglia – pare stia perdendo il titolo di Padre dell’Anno.

Come sempre, non mi stancherò mai di ringraziarvi per il sostegno e per l’affetto che mi state dando.

Ricordate, ogni volta che cliccate su TS:W per leggere, un piccolo Jotun sorride! <3

Scherzi a parte, davvero grazie, grazie e grazie.

Alla prossima,

se vorrete,

EC

 

PS: Titolo tratto dalla Canzone ‘Dancer in the Dark’ dei Rasmus e Citazione iniziale cinematografica da ‘Le Ali della Libertà’.

Ciao!

 

   
 
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