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Autore: Cronus    15/06/2013    3 recensioni
Pensava di essere il migliore: scelto per diventare il blader numero 1 al mondo, leader degli Starbreaker, famelico fino al midollo, terrificante nel suo essere e spietato come pochi.
Il suo orgoglio era andato in frantumi dopo la seconda sconfitta a distanza di poche ore, era crollato a terra per ben due volte nello stesso giorno, messo in ginocchio da blader più forti di lui per un nulla. Ma lui non sbaglia la terza volta, rinascerà più forte di prima. E nessuno riuscirà più a domarlo, nessuno lo terrà più al guinzaglio.
Perché Damian Hart diventerà un’altra persona.
Caricate i Beyblade, signori, perché il guardiano dell’Ade non risparmierà nessuno stavolta.
3, 2, 1 prontiii…, LANCIO!!!(Beyblade metal masters)
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damian Hart
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La prima cosa che fece, quando arrivò in un centro abitato, fu andare in un negozio e comprarsi dei vestiti nuovi.
New York era a parecchi chilometri da lì. Lo sapeva per certo. Doveva viaggiare un po' per raggiungere la sua destinazione, e l'ultima cosa di cui aveva bisogno era essere riconosciuto.
Optò per abiti comodi e non appariscenti, il tutto per passare inosservato. Diede sempre la schiena alla telecamera piazzata vicino all'entrata, facendo attenzione a non voltarsi, anche per il più semplice dei gesti.
Qualcuno lo stava cercando.
Qualcuno che ancora non conosceva, ma che non sembrava avere scopi pacifici...
Era in pericolo, lo sapeva...
La situazione gli stava sfuggendo di mano. E questo non gli piaceva per niente.
Aveva come la strana sensazione di essere lui la preda stavolta, di essere lui incatenato nell'oblio, senza via d'uscita.
Comprò dei jeans leggermente sdruciti, una canotta bianca e una felpa grigia col cappuccio. Un classico.
Subito cercò il bar più vicino per andarsi a cambiare.
Entrò con indifferenza attraversando l'intero locale per recarsi in bagno.
Un gruppo di cinquantenni che puzzava di fumo e alcol, seduti ai tavoli davanti al grande schermo di un televisore, smisero per un attimo di guardare la partita di baseball e lo squadrarono dal basso verso l'alto.
Una volta da solo si cambiò e mise i suoi vecchi vestiti nella sacca bordeuax.
Uscì dopo neanche un minuto, e si andò a sedere in fondo al locale, lontano da tutto e da tutti, calandosi il cappuccio sulla testa.
Immediatamente, dai tavoli opposti a lui, si alzò un uomo col codino: aveva i capelli rossi, la barba incolta e la pancia pronunciata.
Gli si avvicinò strisciando i piedi e chiese: - Hey, tu! Vuoi qualcosa da bere?-
- No grazie- rispose alzando di poco lo sguardo -piuttosto sai dove posso trovare una cabina telefonica?-
L'uomo alzò un sopracciglio -sì, qui fuori a sinistra- 
- E sai anche se c'è qualcuno che va a New York, qui?- chiese ancora.
- Tutti vanno a New York qui!- rispose quello -Sono tutti camionisti...- aggiunse poi andandosene.
Fece per alzarsi a andare a fare la sua telefonata, quando improvvisamente dal gruppo di alcolizzati si alzò un borbottio di lamentele.
Puntò lo sguardo sul televisore che era diventato tutto azzurro...
Subito l'inquadratura si proiettò nello studio di un telegiornale locale.
-Interrompiamo i programmi e le trasmissioni in diretta per dare una notizia di primaria importanza: il blader vice campione mondiale in carica, Damian Hart, è ricercato dalle forze dell'ordine per volere del governo americano, riunitosi questa mattina al Pentagono- sullo schermo iniziarono a comparire in sequenza sue immagini e poi un breve filmato della finale con Ginka. - Il ragazzo; infatti, potrebbe essere in possesso di un'ordigno appartenente all'esercito e facente parte di un'operazione top-secret i cui dettagli ci sono sconosciuti. Chiunque lo avesse visto o rintracciato, è pregato di contattare la polizia locale. Ricordiamo; inoltre, che il soggetto è pericoloso e potrebbe essere armato. Vi consigliano la massima cautela... Detto questo grazie per l'attenzione e buona continuazione a tutti.-
Il suo cuore iniziò a battergli forte, e le gambe a muoversi senza il consenso del cervello.
Uscì quasi correndo dal bar, precipitandosi sulla cabina e digitando il numero a memoria.
Al terzo squillo finalmente rispose..
- Pronto?- esordì una voce squillante dall'altro capo del telefono.
- Jack? Sei proprio tu?- riuscì solo a dire.
- Da-Damian????- subito l'intonazione cambiò -che accidenti vuoi?-
- Hai sentito il telegiornale, vero?- domandò con voce piatta.
- S-Sì, cioè...voglio dire....CHE CAZZO STAI COMBINANDO????- staccò la cornetta dall'orecchio per non rimanere sordo.
- Io, io...proprio niente, insomma, ti devo parlare è successo un casino!-
- Beh, me ne sono accorto, parla ti ascolto...-
- Non in quel senso, ti devo vedere! Le linee non sono sicure, fissiamo un appuntamento: ti va bene tra un'ora al East Park di New York?-
- Hey, frena frena frena! Tu adesso dove sei?-
- A tre quarti d'ora da NY.-
Damian sentì che l'amico faceva un respiro profondo.
- Va bene- sbuffò -ma vedi di non farti prendere!!-
- Tranquillo ho Kerbecs...-
- Un motivo in più per preoccuparsi...- furono le sue ultime parole prima di riattaccare.
 
 
 
 
 
 
 




- In che senso "è partito"?- domandò Kenta sbarrando gli occhi.
- Se n'è andato, l'ho già detto tre volte!- rispose Amber incrociando le braccia al petto -questa notte è uscito e non è più tornato...non ho potuto fare niente per fermarlo!-
- Beh a me non dispiace affatto- esclamò Benkei addentando una fetta di pane.
- Vuol dire che dovremmo trovare gli altri blader senza il suo aiuto.- mugolò Ginka.
- Io non lo definirei aiuto, ci avrebbe solo intralciato i piani- sputò freddo Kyoya -E ora diamoci una mossa, abbiamo 5 blader da trovare...-
 
 
 
 
 
 
 




Attraversò Central Park e poi si diresse verso la parte Est della città.
Il camionista a cui aveva chiesto il passaggio, l'aveva lasciato da tutt'altra parte e ora era costretto ad attraversare le vie più affollate di New York per raggiungere la sua destinazione.
Camminava con passo veloce, il lanciatore dorato, in parte nascosto dalla sacca che pendeva sulla schiena, che tintinnava contro il metallo dei bottoni dei jeans; e il viso nascosto sotto il cappuccio.
Le strade del centro erano imbottite di telecamere, ma questa volta non poteva farci niente. I colori delle insegne pubblicitarie sui grandi schermi, potevano far venire il mal di testa, se fissate troppo insistemente. L'aria condizionata che fuoriusciva dalle boutique d'alta moda, era un vero toccasana in mezzo ai gas di scarico del traffico e all'afa di quel giorno di luglio.
Alzò di poco lo sguardo da terra, fermandosi, e riconoscendo una costruzione di sua conoscenza.
Senza neanche accorgersene era arrivato davanti alla sede americana della WBBA, il grattacielo spiccava in mezzo a tanti altri grazie all'architettura insolita e alle gradi lettere che capeggiavano davanti all'entrata principale.
Un sorriso amaro gli increspò le labbra mentre fissava le porte scorrevoli da cui un paio di mesi fa era uscito insieme a Jack rincorrendo Ginka.
" Mi sembra sia passato un secolo" pensò.
Forse quelli della WBBA avrebbero potuto aiutarlo, in fondo era l'organizzazione che proteggeva i blader....
Certo blader di ogni tipo, ma non quelli che hanno aiutato uno psicopatico a cercar di distruggere il mondo...
Si era fermato come di colpo, preso dai suoi ricordi, in una dimensione lontana da New York e il suo traffico.
Una persona dietro di lui gli arrivò addosso, risvegliandolo dai suoi pensieri, mentre il cappuccio gli si sfilava dalla testa nel cercar di recuperare l'equilibrio.
Si voltò di scatto per scusarsi, ma gli si gelò il sangue vedendo la divisa da poliziotto.
- Scusa, non ti ho visto- disse subito quello, sfilandosi i Rayban e aggiustandoli sul cappello in pandan con l'uniforme.
Mantenendo la calma, fece per tirar sù il cappuccio, ma l'uomo gli sbloccò il polso a mezz'aria.
- Hey - disse squadrandolo meglio, subito riconoscendo i tratti inconfondibili del viso, i capelli azzurro cobalto e la solita frangia spruzzata di verde - tu sei...- inclinò il capo di lato scorgendo il lanciatore dietro la schiena.
Damian fece impercettibilmente un passo indietro, sempre tenuto fermo dalla presa salda del poliziotto; che diventò più professionale chiedendogli: - Hai un beyblade, posso vederlo?- 
A quella domanda non sapeva cosa rispondere, era sicuro che ormai l'avesse riconosciuto. Se rispondeva di NO l'uomo avrebbe continuato a tenerlo fermo, forse ammanettandolo. Se rispondeva di SÌ avrebbe dovuto lasciare la presa per permettergli ti tirarlo fuori... 
Sapeva che era pericoloso, ma era l'unica soluzione per poter scappare...
- Sì, certo...- rispose.
Come previsto l'uomo lo lasciò.
"ORA!" pensò.
Con uno scatto tirò fuori simultaneamente il lanciatore e Kerbecs, puntandolo contro l'uomo in divisa.
- È meglio se ti giri e inizi correre più forte che puoi, amico...- sibilò, mentre le persone intorno a loro già urlavano e scappavano.
E fu esattamente quello che fece il poliziotto.
Il Guardiano avviò Hades Kerbecs mentre un boato faceva tremare i vetri dei grattacieli e fuoco e fumo mettevano in panico la città...
 
 
 
 
 
 






Quando arrivò all'East Park di New York mancavano due minuti all'appuntamento.
Passeggiò avanti e indietro nervosamente: passò dentro lo stadio, constatando che i segni neri dell'esplosione durante l'assalto a Tsubasa e Yu non se n'erano ancora andati completamente; il grande parco dove lui e Zeo avevano cercato Ryuga, ma senza successo.
Si appoggiò alla ringhiera che da sul campo di atletica.
- Non pensavo che ti avrei mai visto senza il tuo abbigliamento da gara...- una voce alle sue spalle lo fece sussultare.
Si girò guardando dritto negli occhi il suo vecchio amico, nonché ex compagno di squadra.
- E io non pensavo ti avrei mai visto senza trucco!- ribatté avvicinandosi e stringendogli la mano all'altezza del viso.
- Oh, non è vero, un po' di mascara ce l'ho sempre!!!!- rispose Jack inviperito, mentre a entrambi scappava una risata.
- Non cambierai mai, scemo!-
- Cambiando discorso: molto furbo trovarsi all'East Park, non c'è mai nessuno qui a quest'ora....- il ragazzo dai lunghi capelli rosa si guardò intorno. - Allora, mi voi dire che cosa è successo!?- Damian si riappoggiò alla ringhiera.
- E va bene- sospirò Damian estraendo un foglio dalla tasca dei jeans -Tutto è iniziato con questa...- gli porse la lettera che aveva "ricevuto" qualche giorno prima.
- Mmh, che paroline dolci- commentò Jack dopo averla letta -E chi è costui? Cosa c'entra il 625?-
- Sono qui per scoprirlo, 625 era il mio numero di matricolo all'Accademia.-
- Quindi questo tizio ti ha tenuto d'occhio anche quando eri in prova. Anche se non capisco cosa voglia da te...- 
- Beh, a me sembra piuttosto chiaro!- sbottò strappandogliela di mano - Mi vuole morto...- aggiunse poi guardandolo di sottecchi.
- Non è mica detto! Qui scrive che vuole quel qualcosa che ti scorre nelle vene, magari...-
- Sì, magari un prelievo del sangue...- lo prese in giro - è una metafora, mi vuole morto...- fece segno di puntarsi una pistola alla testa.
- Secondo me ti sbagli, forse ti vuole ANCHE uccidere, ma prima vuole qualcosa di ben preciso da te, non ti viene in mente niente che possiedi di non tuo?- 
- Tutto quello che ho, è quello che vedi!- 
- Forse lui e il governo vogliono la stessa cosa...-
- Non penserai veramente che possieda un ordigno militare!- sgranò gli occhi -Magari l'Hades Inc. c'entra qualcosa, a proposito, esiste ancora?- continuò.
- Sì, lavora sotto falso nome come azienda di forniture elettriche, ma dietro tutto c'è ancora Ziggurat...Non so cosa stiano tramando ultimamente, me l'ha riferito Zeo non molto tempo fa. Ogni tanto lo incontro per strada, è sempre in giro.-
Tra i due calò il silenzio.
- Beh! Ora che hai intenzione di fare?- smosse la situazione il blader di Evil Befall.
- Non lo so Jack, n-non ci capisco più niente...- si prese la testa fra le mani - Io non ho fatto proprio nulla di male...Ma sono sicuro che c'entra con la storia di mia madre...-
- Forza, non piangerti addosso e datti una mossa- si incamminò il compagno.
- Hey, dove vai?- 
- A casa mia, no? Non ti lascerò mica in pasto ai poliziotti, hai già fatto troppo casino, adesso chiuderanno le strade e...-
Non fece in tempo a finire la frase che...
- Fermi, prendete il ragazzo...- esclamò una voce alle loro spalle.
Quando si girarono una decina di uomini li stavano puntando contro dei lanciatori carichi, erano in uniforme verde, non erano poliziotti, in testa spiccava un berretto rosso scuro e le iniziale "HD" erano stampate sul petto.
- È meglio se non opponi resistenza Damian, ci servi solo tu...- uno di loro squadrò Jack.
- Oh, merda...- esclamò quest'ultimo.
- Ci mancava solo questa, adesso sono uni tre a cercarmi...- sospirò Damian.
"Ma che diavolo ho combinato per meritarmi tutto questo?" si chiese mentre gli mettevano le manette.













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Ok, come promesso stavolta sono stata abbastanza veloce, no?
Magari il capitolo fa schifo, ma intanto ho migliorato i tempi di aggiornamento...
Lo ammetto non mi piace proprio questo cap e se l'altra volta vi avevo detto che le cose sarebbero cambiate, mi scuso, perchè ho fatto qualche errore di calcolo!!!
Con questo vi dico che dal prossimo capitolo le cose cambieranno ( e stavolta spero di essere di parola)
Ma vabbe almeno qualche lato positivo c'è, c'è JACK!!!! Quanto adoro quel ragazzo, solo lui mi capisce come pochi, spero di averlo fatto più possibile al manga, perchè lui è perfetto così come lo hanno creato!!! (il mio strapazza-amico!XDXD)
ora vi saluto, mancherò una settimana, ma not preoccupation, e a voi che ve ne frega???
Bye bye Cronus
  
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