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Autore: Soul Sister    16/06/2013    5 recensioni
Future!Klaine.
Kurt e Blaine sono felicemente fidanzati e convivono da ormai quattro anni nel loro piccolo appartamento di NY, palcoscenico di tutte quelle piccole abitudini che sono andate creandosi col passare del tempo. Abitudini che sono quasi sacre per loro, e che vengono completamente scombussolate quando, durante una manche di sesso celebrativo, Caroline Anderson, la madre di Blaine, si presenta alla loro porta con la pretesa di farsi ospitare per cinque giorni.
Dal primo capitolo:
“Tu non conosci mia madre, Kurt!” esclamò Blaine, dandosi una manata sulla coscia – e facendosi anche discretamente male – per dare più enfasi alle sue parole sussurrate. “Non l’hai mai dovuta tollerare più di una serata al Ringraziamento! Mia madre è peggio di tuo padre – non fraintendere, io adoro tuo padre –ma credimi, potrebbe proibirci di dormire insieme!”
“Quanto sei esagerato, Blaine. Ti pare che ci proibisca di dormire insieme-“
Kurt non finì la frase, che venne interrotto da un leggero bussare alla porta. “Kurt, Blaine, fintanto che sono qui vorrei che foste così gentili da non combinare nulla che io non voglia sapere. E desidererei che teneste la porta aperta, giusto per esserne certa!”
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma?

Capitolo uno.

“Indovina?” esclamò Kurt, spalancando la porta del suo appartamento.

Blaine distolse gli occhi dalle scartoffie su cui stava lavorando per voltarsi verso l'ingresso, dal quale il suo fidanzato era comparso con un sorriso gigantesco, le guance arrossate e i capelli completamente sconvolti; sembrava quasi avesse corso, ma nonostante fosse piuttosto sconvolto, era più bello che mai.

Non sapeva cosa fosse successo, ma doveva essere qualcosa di bello per farlo sorridere così. Blaine decise che qualunque cosa fosse, avrebbe dovuto succedere più spesso.

“Che cosa?” domandò, posando gli occhiali da vista sul tavolo mentre Kurt appendeva il cappotto all'attaccapanni e lasciava ricadere la sua preziosa tracolla firmata sul pavimento.

Prima che potesse anche solo realizzarlo, Blaine si ritrovò improvvisamente il suo evidentemente emozionatissimo ragazzo sulle ginocchia, le sue braccia intorno al collo, e la sua bocca sulla propria a lasciargli un rumoroso bacio a stampo che lo lasciò del tutto - e piacevolmente- frastornato.

“Mi hanno assegnato la parte del protagonista per lo spettacolo di fine stagione!” annunciò Kurt, guardandolo con gli occhi così carichi di gioia e aspettativa che per qualche istante Blaine rimase incantato da tanta bellezza.

“E'..questo è..è magnifico, Kurt!”

Blaine praticamente urlò il resto della frase, avvolgendo immediatamente le spalle del suo ragazzo per stringerlo forte a sé, incapace di spiegare veramente a parole il moto di orgoglio che gli aveva attanagliato lo stomaco non appena aveva realizzato ciò che gli aveva appena comunicato.

Era assolutamente meraviglioso, finalmente Kurt avrebbe avuto l'occasione di mostrare quanto valesse e quanto meraviglioso fosse, ed era così dannatamente fiero di lui.

“Dio, sono così felice..non ci posso credere!” disse Kurt, scoppiando in una risatina incredula.

Blaine si allontanò quanto bastava per riuscire a guardarlo negli occhi e mostrargli quanto fosse emozionato per lui. Gli sorrise dolcemente, lasciandogli una leggera carezza sulla gota arrossata con la nocca della mano. “Te lo meriti. Ti meriti tutto ciò Kurt, perché sei meraviglioso e tutti dovrebbero esserne consapevoli quanto lo sono io.”

“Quanto sei melenso, Anderson.” lo riprese il suo ragazzo, dandogli una leggera pacca sulla spalla. Blaine ghignò. Kurt poteva anche prenderlo in giro, ma lo vedeva da come i suoi occhi si erano illuminati e da come fosse arrossito solo un po' di più che le sue parole lo avevano reso ancora più contento.

“Ma smettila. Ammettilo che dentro stai gongolando come una tredicenne innamorata” ribatté lui, prima di riavvicinare il suo viso a quello del suo fidanzato.

Kurt mugugnò qualcosa, facendo strofinare delicatamente i loro nasi, i suoi occhi cerulei fissi sulle sue labbra.

“Mh..sai cosa dovremmo fare?” incalzò, invece di rispondere alla provocazione di Blaine.

“Che cosa dovremmo fare?” mormorò questi, stando al gioco, nonostante fosse già sulla stessa lunghezza d'onda del suo talentuosissimo fidanzato.

“Festeggiare.”

“Huh..e hai qualche idea in mente?”

La voce di Blaine era ridotta ad un soffio. Con Kurt così vicino, si sentiva talmente inebriato che gli girava la testa.

“Un sacco.” Rispose Kurt, come se stesse facendo le fusa. “Lascia che te le illustri.”

Blaine avrebbe voluto dirsi molto propenso a quella proposta, ma si ritrovò improvvisamente molto, molto preso nella dimostrazione pratica.

L’aveva sempre detto lui, che le parole era meglio trasformarle in fatti.

Il bacio che si stavano scambiando stava diventando meno sensuale e più scomposto man mano che i minuti passavano; le loro labbra si scontravano con ferocia, i loro denti ogni tanto cozzavano, e le loro mani avevano inevitabilmente cominciato a vagare.

Blaine infilò gentilmente il suo palmo fino a sfilare la camicia dai pantaloni illegalmente stretti del suo fidanzato e sfiorare finalmente quella pelle calda e perfetta che gli faceva perdere la ragione. Kurt, dal canto suo, gettò la testa indietro spezzando il bacio boccheggiando in cerca d’aria, e Blaine ne approfittò per scendere con le labbra a saggiare il suo mento e poi il suo collo stupendo che adorava tanto marchiare.

Dio, tutto Kurt era stupendo, ogni singola porzione di quella pelle d’alabastro era da baciare e venerare, secondo lui. Ed era quello che Blaine aveva tutta l’intenzione di fare. Perché aveva un fidanzato magnifico, bellissimo e che aveva ottenuto il ruolo di protagonista nello spettacolo di fine stagione, e voleva celebrare lui e l’evento.

“Sei meraviglioso.” Ansimò, mordicchiando la pelle sensibile e arrossata che aveva appena finito di torturare e che avrebbe presto preso le sembianze di un evidentissimo succhiotto. “Ti amo. Sono così fiero di te.”

Kurt riprese immediatamente possesso della sua bocca, baciandolo questa volta con più calma, più dolcezza. Fu un bacio che sapeva tanto di grazie e ti amo da morire e a volte mi chiedo se tu sia reale e mentre si perdeva a saggiare la morbidezza e il sapore delle labbra di Kurt, Blaine si ritrovò a sorridere, un po’ più innamorato di prima.

Un bacio che prese intensità col passare degli istanti e che tornò ad essere un ricercarsi di lingua e respiri rubati, e che accompagnò le loro mani mentre cominciavano a slacciare i bottoni delle camicie e sfilare cinture dai passanti.

Fu tra la canottiera intima di Kurt e la t-shirt di Blaine che decisero di alzarsi finalmente dalla sedia per spostarsi su una superficie più comoda. Superficie che si rivelò essere i morbidi cuscini del loro divano, perché la camera da letto era decisamente troppo lontana per i gusti di entrambi.

Kurt si lasciò andare all’indietro quando sentì il bracciolo del sofà scontrarsi contro il retro delle sue ginocchia, portandosi dietro Blaine, che si pose a cavalcioni su di lui, le ginocchia ai lati dei suoi fianchi mentre ripercorreva con dedizione il suo petto con le labbra. Intanto che Blaine lo ubriacava a suon di baci, Kurt fece scorrere le sue lunghe dita lungo tutta la schiena definita di Blaine, portando una mano a strizzargli generosamente il sedere e l’altra a slacciargli i jeans, che erano diventati decisamente troppo stretti e per niente confortevoli.

Blaine si ritrovò a gemere rumorosamente contro di Kurt, che nel frattempo aveva superato la barriera dei jeans e stava sfiorando la sua erezione da sopra i boxer, senza tuttavia decidersi a dargli un minimo sollievo, ma con tutta l’intenzione di farlo impazzire.

“Kur-“ drin.

Entrambi si gelarono, il gemito di Blaine bloccato nella sua gola.

Si scambiarono uno sguardo complice, prima di rotolare di lato giù dal divano e sollevarsi immediatamente, raccattando i vestiti e tentando di darsi una sistemata.

“Aspettavi qualcuno?”

“No!” rispose Blaine, infilandosi velocemente la t-shirt e riallacciandosi la lampo dei jeans, grugnendo per la spiacevole sensazione dell’erezione dolorosa contro la zip. “Mh..credo che odierò chiunque ci abbia interrotti.”

Kurt imprecò sottovoce, allacciandosi velocemente la camicia e infilandosela nei pantaloni, mentre Blaine andava a controllare chi fosse.

“Merda! Mia madre!” sibilò tra sé, prima di voltarsi distrattamente verso Kurt. Non appena si accertò che fosse perlomeno vestito, spalancò la porta, stampandosi in faccia un’espressione sorpresa e contenta.

“Mamma! Che ci fai qui?” esclamò, facendo immediatamente accigliare la madre per il tono eccessivamente squillante e cadere letteralmente le braccia a Kurt; e meno male che Blaine voleva intraprendere la carriera dell’attore! Per fortuna si era concentrato principalmente sulla sua musica.

Caroline Anderson fissò sospettosa il figlio, prima di fare un passo avanti in casa e scoccare la stessa occhiata inquisitrice anche a Kurt. Blaine deglutì a vuoto quando notò quanto sconvolto Kurt apparisse, con i capelli completamente spettinati, le labbra gonfie e rosse per i baci e un succhiotto che sembrava urlare appena fatto sul suo collo pallido. Fortunatamente la donna decise di ignorare ciò che palesemente stavano facendo suo figlio e suo genero. “Spero di non aver interrotto nulla.”

“No, figurati!” minimizzò Blaine, cercando di trattenersi dal cacciare da casa sua la sua stessa madre, che era piombata davanti alla porta del loro appartamento proprio in una manche di sesso celebrativo. O quello che avrebbe potuto essere se non li avesse interrotti.

“Molto bene. Non vi dispiacerà se entro.”

“No, si accomodi, prego!” esclamò immediatamente Kurt, facendole cenno di sedersi sul divano; su quello stesso divano dove, pochi istanti prima, stavano per festeggiare. Kurt si sforzò di non pensarci.

Solo in quel momento entrambi i ragazzi notarono l’ingombrante presenza di un trolley con la donna, che li lasciò un po’ perplessi. Si scoccarono un’occhiata complice.

“Mamma, perché hai con te una valigia?” domandò Blaine, andando a sedersi sul bracciolo della poltrona dove si era appena seduto Kurt. Intrecciò le loro dita, giusto per bearsi della vicinanza del suo amore.

La donna osservò impassibile quel gesto, prima di puntare lo sguardo sul figlio. “Starò qui in New York per qualche giorno, ho delle commissioni da compiere.”

“Oh.” Fece Blaine, “E dove starai?”

“Ma qui, naturalmente.” Rispose lei, come se fosse davvero la cosa più ovvia del mondo. “Non avete mica una camera libera per gli ospiti?”

I sorrisi di Kurt e di Blaine crollarono miseramente, come la speranza di poter ricominciare dove si erano interrotti poco prima non appena se ne fosse andata.

*

“Non ci posso credere. Io..non ci posso credere.”

“Blaine, vieni a letto, per l’amor del cielo.” Disse ormai per la ventesima volta Kurt, mentre il suo fidanzato continuava a fare avanti e indietro per la loro stanza; non si sarebbe stupito se avesse creato un solco nella moquette, con la foga con la quale Blaine si muoveva, agitando le mani in aria e passandosele tra i ricci liberi dal gel e l’aria di chi sta per crollare a causa di una crisi di nervi imminente.

Era da quanto si erano chiusi la porta della loro camera alle spalle che Blaine aveva iniziato a strillare a bassa voce tutti i motivi per i quali era deleteria la presenza di sua madre in casa loro. Poco importava che si trattasse solamente di cinque giorni e che fosse stato ovvio per Caroline venire da loro e farsi ospitare piuttosto di spendere inutilmente dei soldi. Il suo ragazzo stava decisamente dando i numeri.

“Tu..tu non capisci, Kurt. Sarà il disastro.”

“Sei decisamente melodrammatico.” Rispose questi. “Vieni a coricarti?”

“Sarà la morte della nostra vita sessuale. Lo sai questo?” Blaine si voltò improvvisamente verso di lui, un tic piuttosto forte all’occhio sinistro. Kurt si lasciò scappare una risata, perché se non altro Blaine era esilarante.

“Non credo che tua madre possa uccidere la tua libido. Nessuno credo potrebbe.” Rispose, sorridendo divertito.

Blaine gli scoccò un’occhiata severa, il sopracciglio alzato e le mani sui fianchi. “Parli come se fossi l’unico che ha impulsi. Ma non sono io quello che ieri sera mi ha calato i pantaloni, e di certo non ero solo su quel divano, oggi pomeriggio!”

Kurt fece un verso seccato, che Blaine prontamente ignorò, ricominciando a marciare su e giù per la stanza e inveire tra sé.

“Non avremo più privacy, e oddio, non avremo più intimità!”

“Possibile che tutto vada a interessare il sesso? Poi tenti anche di far passare me per il ninfomane di turno.”

“Ma non parlo solo di sesso, Kurt!” ribatté Blaine, indignato. “Parlo della nostra libertà di girare per casa come e facendo quel che ci pare e piace, i nostri tempi, i nostri spazi, le nostre cose.”

“Dio, Blaine! Sarà qui solo per cinque benedetti giorni! Non è la prima volta che qualcuno sta da noi! Siamo sopravvissuti perfino ad una settimana con Finn!” Kurt ricordava perfettamente quei sette giorni, in cui avevano avuto pietà del suo fratellastro che era stato cacciato via da un’isterica Rachel Berry nel bel mezzo della sindrome premestruale; era stata una convivenza piuttosto bizzarra, Kurt e Blaine avevano praticamente assunto il ruolo da genitori, ma se l’erano cavata. E se avevano davvero superato una settimana a stretto contatto con Finn praticamente ventiquattro ore su ventiquattro, non c’era nulla che potesse davvero metterli in difficoltà. Specialmente nella vita di coppia e quella sessuale.

“Tu non conosci mia madre, Kurt!” esclamò Blaine, dandosi una manata sulla coscia – e facendosi anche discretamente male – per dare più enfasi alle sue parole sussurrate. “Non l’hai mai dovuta tollerare più di una serata al Ringraziamento! Mia madre è peggio di tuo padre – non fraintendere, io adoro tuo padre –ma credimi, potrebbe proibirci di dormire insieme!”

“Quanto sei esagerato, Blaine. Ti pare che ci proibisca di dormire insieme-“

Kurt non finì la frase, che venne interrotto da un leggero bussare alla porta. “Kurt, Blaine, fintanto che sono qui vorrei che foste così gentili da non combinare nulla che io non voglia sapere. E desidererei che teneste la porta aperta, giusto per esserne certa!”

Blaine si voltò di scatto verso di Kurt con un’espressione da ‘che ti avevo detto?!’, che l’altro tuttavia non colse, troppo shoccato per la richiesta appena fatta.

Okay, forse era una richiesta un pelo…dura da accettare, ma si trattava solo di cinque giorni. Solo cinque giorni.

Tbc...

Okay, non so nemmeno se qualcuno sia arrivato qui. Non so nemmeno se qualcuno aprirà mai questa pagina, ma se mai dovesse succedere, devo dare una spiegazione per questa sottospecie di...cosa? Premetto che mi è venuta l'idea circa alle cinque di mattina - no, non chiedete cosa ci facessi sveglia alle cinque di mattina - e l'ho progettata al cellulare, quindi abbiate un po' di pietà. Le idee venute a quell'ora non possono essere prese troppo sul serio. E in effetti questa storia, se avete letto (se state leggendo qui è ovvio che l'abbiate fatto, credo. No? ) è molto leggera, e non va presa troppo sul serio. Sarà una mini long molto scialla, diciamo. Tutte le estati scrivo qualcosa di pochi capitoli solo per...beh, solo per, ecco. Mi mancava scrivere di Kurt e Blaine, mi mancano loro come l'aria, e niente.

In più ho un fetish per la Klaine casalinga (sono troppo belli. ksjdhsjdhak. Non calcolate i miei scleri.) e infatti ho già scritto una raccolta molto leggera (Struck by Klaining ~ ) su Kurt e Blaine nel loro appartamento. Diciamo che questa storia è scritta sulle stelle linee. I Kurt e Blaine che descrivo sono gli stessi, ormai ne sono affezionata lol.

Vabbè, io spero che vi sia piaciuta. A chiunque sia arrivato qui. Un bacio :*

  
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