"Mamma! Un gufo!" mentre mi sistemo il papillon sento mio fratello urlare.

Non potrebbe semplicemente entrare in casa? Perché deve sempre urlare?

Normalmente potrei anche sopportarlo, ma oggi non è un giorno normale.

Oggi non sono in grado di sopportare niente.

Il papillon mi soffoca e la camicia mi stringe.

Vorrei solo non dover andare a quella festa, ma non lo dirò mai a nessuno.

Non è nelle mie intenzioni essere diseredato ad undici anni.

Dalla finestra vedo il gufo planare, dritto nelle mani di mia madre.

Dalla finestra vedo il suo volto sbiancare mentre legge.

Dalla finestra vedo quel foglio cadere a terra e lei rimanere immobile.

Poi Rabastan lo raccoglie e lo legge.

Alza lo sguardo verso di me e mi fa cenno di scendere.

Cosa sta succedendo?

Mi fiondo giù dall'imponente scalinata e lo raggiungo.

"Dammi quella lettera, Rab, su." me la porge e vedo i suoi occhi velarsi di lacrime.

"Signora Lestrange,

le inviamo questa missiva per raccomandarle di venire immediatamente al San Mungo, a Londra.

Suo marito ha avuto un incidente ed è in condizioni molto gravi.

Il primario del reparto Lesioni Gravi del San Mungo

Ethan O'Tusoe"

Il mondo si sta fermando attorno a me.

La mia parte di vita felice sta finendo ora?

Essere un Purosangue ed avere un padre che dimostra di amarti non sono due cose sempre collegabili.

Ma nel mio caso sì.

Abbraccio Rabastan, d'improvviso non mi da più così fastidio la sua presenza.

"Madre." dico poi "Dobbiamo andare." lei si scuote d'improvviso dal suo torpore.

"Sì, credo proprio che dobbiamo sbrigarci prima che...prima che..." la sua voce si perde nel vuoto, non ha il coraggio di dire quello che tutti noi stiamo pensando. 

Che dobbiamo sbrigarci prima di non fare in tempo a salutarlo.

Con un po' di polvere, raggiungiamo l'ospedale e da lì è facile raggiungere il reparto che ci interessa.

Il primario è la fuori che ci aspetta.

è un uomo sui cinquant'anni, stempiato e grigio, ma i suoi occhi azzurri sembrano trapassarmi da parte a parte.

"Signora Lestrange, se vuole seguirmi." tutti ci accodiamo a lui mentre apre le porte.

Il tragitto lo percorriamo in assoluto silenzio, guardando tutti coloro che sono lì.

Sembra che qui tutti piangano. Li comprendo perfettamente.

Lacrime cercano di uscire anche dai miei occhi.

Vedo famiglie numerose attorniate ad un letto, una donna immobile di fronte ad un letto ormai vuoto e un ragazzino solo, con nessuno a confortarlo prima di arrivare all'ultimo giaciglio.

Vorrei poter confortare quelle due persone sole, senza nessuno ad aiutarle, ma non appena vedo mio padre scompaiono dalla mia mente.

Disteso in un letto, con una smorfia sofferente sul volto che cerca di camuffare in un sorriso.

Vedo bende tutto attorno al suo corpo, dal collo ai piedi, alcune macchiate di sangue.

Poi alzo lo sguardo.

E mi accorgo dei suoi occhi.

 

 

 

 

A.A.: Questa è una follia che mi gira in mente da un po' di tempo. Questo è solo il primo capitolo e perciò è un po' corto(solo un po') ma conto di allungarli man mano che vado avanti.

Se vado avanti. Nei miei progetti dovrebbe uscire una cosa lunghissima in cui parlo di Roddie e co. (e mi invento un po' di roba) ed anche della coppia slash che credo di avere inventato io.

Se non vi piace lo slash mi dispiace per voi.

Ok, per questa storia dovrete tutti ringraziare SeveraBartySha, sappiatelo, ed infatti la ringrazio anch'io.

Senza la sua recensione all'altra mia storia su hp questa storia probabilmente non avrebbe mai visto la luce su efp.

Va be', basta con questo angolo che sta diventando troppo lungo.

Spero che questo prologo/primo capitolo vi sia piaciuto e, se non vi è di troppo disturbo, lasciatemi una recensione.

Grazie e alla prossima!

P.S.:Spero abbiate notato il mio utilizzo della parola giaciglio.