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Autore: LimoneMenta    17/06/2013    8 recensioni
Oscar e Andrè parlano in bagno, mentre Oscar è nella vasca. Entrambi prendono consapevolezza dei propri sentimenti.
Se recensite mi fate felice!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                              15 maggio 17…
Toc, toc, toc.
« Chi c’è? »
« Sono Andrè, Oscar. Posso entrare?»
Oscar sorrise. « Certo, entra »
La porta si aprì con un leggero cigolio e Andrè s’introdusse nella stanza senza far rumore.
Fu subito investito da un’ondata di vapore.
« Il bagno è sempre in pessime condizioni quando lo usi tu, Oscar», le disse ridendo.
Era appoggiata al bordo di un’ampia vasca - tanto grande che avrebbero potuto nuotarci dentro in due - con i biondi capelli raccolti da un sottile pettine, e dava le spalle alla porta.
Per tutta risposta, Oscar sorrise di nuovo ed emise un piccolo sbuffo.
Andrè rimase un momento in piedi a godersi l’atmosfera di quel luogo: mentre il motivo di un rampicante ricorreva su ogni parete, le facciate della stanza erano riccamente dipinte con colori chiari che richiamavano quelli dell’acqua. Nell’insieme dava l’idea di trovarsi sulla riva di un lago.
Una gran finestra posta nella parete illuminava la stanza, creando ombre intricate con i rami degli alberi fuori.
Un lungo appendiabiti appeso alla parete reggeva un morbido asciugamano bianco e su un tappeto turchese, al centro della stanza, era messa la vasca piena d’acqua.
Il suo sguardo cadde sulla figura di Oscar: dopo più di vent’anni, si ostinava ancora a raccogliere i capelli sulla nuca, prima di fare un bagno.
Avanzò nella stanza, superando la vasca, fino a raggiungere una piccola seggiola di legno sui cui si lasciò cadere; poi tornò a fissarla, ignorando la fitta allo stomaco che gli provocava la sua vista.
Galleggiava sul pelo dell’acqua, il corpo ricoperto di schiuma e le braccia abbandonate sul bordo.
La testa era appoggiata al marmo: teneva gli occhi chiusi, come se stesse dormendo, il volto riflesso in un’espressione assorta ed il petto che si alzava ed abbassava lentamente.
Vederla così serena fece sentire Andrè più tranquillo: viveva nella casa di Oscar da quando era bambino e conosceva ogni sua emozione, anche quando tentava di reprimerle.
« Perché non ti sciogli i capelli, Oscar?»
« Andrè, sai che non lo faccio mai. Perché continui a chiederlo, dopo tutti questi anni?»
« Perché dopo tutti questi anni, continuo a non capirne il motivo».
« Èsemplice: non mi piace sciogliere i capelli mentre faccio il bagno».
« Se lo dici tu. Sai, non sarebbe male se mi guardassi mentre mi parli. Sembra che tu stia tentando di ignorarmi»
« Èquello che sto tentando di fare, infatti. Ad ogni modo – disse sollevando la testa e aprendo gli occhi – ora ho aperto gli occhi. Sei contento?»
« Non ancora»
« Cosa altro vuoi, allora?» disse riappoggiando la testa al bordo.
Andrè si alzò dalla sedia. Camminò fino alla vasca e s’inginocchio vicino alla sua testa.
« Sai cosa voglio. Sciogliti i capelli»
 Oscar si voltò: « No».
« Solamente questa volta, Oscar. Solo oggi»
« No»
« Fallo per me. Per favore»
Oscar corrucciò leggermente la fronte e guardò per terra, poi rialzò lo sguardo e fissò Andrè negli occhi.
C’era un’espressione strana sul suo volto, che non gli aveva mai visto: come se la stesse mettendo alla prova e fosse curioso di vedere come si sarebbe comportata.
Emise un sospiro di rassegnazione e si voltò, in modo da dargli le spalle.
Andrè prese tra le mani il pettinino che raccoglieva i capelli, ma attese un attimo prima di tirarlo via: voleva essere sicuro che glielo avrebbe lasciato fare; poi lo tolse piano.
Oscar non si mosse.
Una cascata di mossi capelli biondi scese lungo la sua schiena e rimase a galleggiare sulla superficie dell’acqua.
« Adesso sei contento?»
« Quasi. Vai sotto»
« Come, scusa?» chiese sbalordita mentre si voltava di nuovo verso di lui.
« Vai sott’acqua».
Sorrideva, ma si accorse, che per qualche strano motivo in realtà era serio.
« Ma per…»
« Per favore. Va’ sotto»
 Oscar gli diede un’ultima lunga occhiata e s’immerse.
Senza fretta, Andrè si tolse la camicia e l’appoggiò all’appendiabiti: lei aveva il fiato lungo, non sarebbe emersa subito.
Tornò al bordo della vasca ad aspettarla; riusciva a stento a vedere dove stava nuotando grazie ai moventi delle bolle sotto cui passava, ma poi…più nulla.
Si sporse per cercarla: « Ehi, Oscar…ma dove sei finita…Oscar, si può sapere dove ti sei…Ehiiiii!»
Un improvviso spruzzo d’acqua gli bagnò tutta la faccia.
« Mi stavi forse cercando, Andrè?»
« Sì, mi hai spaventato. Ma guarda te che modi...»
« Ehi, attento a come parli! Ricordati che sei davanti ad una nobile!» gli disse con aria indignata, poi scoppiò a ridere alla vista della sua faccia sbalordita.
Andrè rimase un attimo intontito, poi scoppiò a ridere anche lui.
Per un momento si era sentito a disagio: era vero, lei era una nobile e lui no.
Era arrivato in casa sua quando era un lattante, insieme alla nonna.
I suoi genitori erano morti e la donna aveva preso il bambino con sé.
Era poi stata assunta dalla famiglia di Oscar come bambinaia e governante, perché la padrona di casa avrebbe presto avuto una bambina, anche se il padre avrebbe voluto si  fosse trattato di un maschio.
Durante il parto, però, c’erano state delle complicazioni e la donna era morta dando alla luce la piccola.
Se ci fosse stata la madre forse le cose sarebbero andate diversamente, ma non c’era, e così il primo regalo di suo padre, invece di una bambola, fu una spada.
Questo segnò l’inizio dell’educazione maschile di Oscar.
La nonna di Andrè li crebbe entrambi come figli suoi, con amore e affetto.
Commosso da quell’affetto il padre di Oscar decise che Andrè sarebbe diventato l’aiutante della figlia.
Oscar ed Andrè crebbero insieme e fin da piccoli si allenarono nei duelli, instaurando così un solido rapporto d’amicizia.
Verso l’età di dieci anni, Andrè s’innamorò di Oscar.
Man mano che i due crescevano, aumentava l’amore per Oscar, tanto che a quindici anni, Andrè si era ripromesso di proteggerla a qualsiasi costo.
Per di più ad Oscar non importava che Andrè non fosse nobile, lei aveva bisogno di un amico, e per lei Andrè rappresentava un amico, un fratello e compagno d’avventura.
Fin da piccoli trascuravano l’etica, adottando un comportamento non sempre corretto.
« A cosa stai pensando, Andrè?»
« Cosa? Oh, a nulla in particolare. Piuttosto: devi smetterla di farmi prendere certi spaventi» disse riappoggiandosi alla vasca.
Le prese i capelli bagnati e se li arrotolò sulla mano, poi li lasciò cadere sul suo petto.
« Andrè?»
« Sì?»
« Perché ti sei tolto la camicia?»
« Perché qui dentro è pieno di vapore e mi s’incollerebbe addosso»
« Andrè?»
« Sì, Oscar?»
« Mi… laveresti la schiena, per favore?»
Andrè sorrise.
« Certo»
Oscar si girò di spalle. Andrè le raccolse i capelli e li poggiò oltre una spalla, poi prese una spugna, la immerse nell’acqua e iniziò a strofinarle la schiena.
All’improvviso qualcuno bussò e la porta si spalancò.
« Perdonami Oscar, ma ho questa pila d’asciugamani e…oh, mio Signore, Andrè! Cosa stai facendo?!»
Andrè tentò di giustificarsi: « Nonna, ecco…io stavo…».
« Non accetto scuse, fuori da qui immediatamente! E a letto senza cena, ci siamo capiti?»
« Ma nonna, io…»
« FUORI!!»
Andrè afferrò la camicia appesa e sparì fuori dalla porta.
Oscar rimase sola con la donna.
« Nonna, Andrè non ha fatto nulla di male».
La donna posò gli asciugamani su un ripiano e s’incamminò verso la porta.
« Con te riprenderò il discorso dopo».
E detto questo, uscì.
Oscar si rigirò più e più volte nella vasca, soprappensiero, finchè uscì dall’acqua sbuffando.
In che situazione si erano cacciati? Per vent’anni si erano comportati allo stesso modo e nessuno aveva detto niente.
“ Perché nessuno sapeva niente” pensò.
 
 
  
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