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Autore: drawandwrite    18/06/2013    5 recensioni
Ryan Gray è un normalissimo studente Americano, da poco trasferito in Giappone per studi specifici.
La sua vita viene da subito turbata da un incontro particolare, che lo spaventerà e ecciterà al contempo.
Nel frattempo le vite Di Nozomi, Komachi, Karen, Urara, Rin, e Kurumi trascorrono tranquille.
E così sarà finché la loro strada non si incrocerà con quella di Ryan Gray.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Syrup virò, sfiorando gli strati candidi di nuvole che si condensavano attorno a Lemonade, allungando le astratte braccia morbide a cingerle il corpo minuto. Mentre la chioma dorata veniva carezzata dalla flebile brezza gentile, La ragazza non poté evitare di sentirsi rinfrancata al pensiero che le raffiche di vento impietose, che si riversavano sul Giappone qualche istante prima, ora sembravano essersi riappacificate, assopite e quietate.
Con un sospiro che liberò ogni tensione dai suoi muscoli contratti, lanciò uno sguardo sereno a Rouge, alle sue spalle, che ricambiò lo sguardo con un’espressione altamente irritata e una muta richiesta d’aiuto, velata, forse, da una leggerissima venatura d’imbarazzo.
In fondo la sua scorbutica amica non si era mai ritrovata con una pertica avvinghiata alla schiena, in preda ad una crisi di vertigini.
-Ryan- ringhiò infatti, al limite della sopportazione umana -stringi ancora e quando scendiamo di qui ti spezzo le costole una ad una- sibilò scoccandogli uno sguardo di fuoco da sopra la spalla.
Il ragazzo trasalì violentemente e si ritrasse all’istante; molto probabilmente non dubitava delle parole della rossa, in fondo Rouge aveva dimostrato a tutti che ne sarebbe stata in grado, di schiacciare una gabbia toracica, e con estrema facilità, per giunta, vista la forza fisica che aveva sviluppato negli innumerevoli allenamenti.
-S- scusa- balbettò lui, tentando inutilmente di vincere la tentazione di avvinghiarsi a qualcosa per contrastare il volo brusco e meccanico di Syrup il quale, nonostante lo nascondesse abilmente e non lo desse a vedere, faticava non poco a volare con tre persone a bordo dopo un’estenuante battaglia in volo che lo aveva lasciato senza fiato.
-soffri di vertigini?- chiese ingenuamente Lemonade, cercando il suo interlocutore nello scorcio fra le braccia e il busto di Rouge con sguardo vivace.
Lui abbozzò un mezzo sorrisetto indeciso, quindi si strinse nelle spalle –Non proprio- mormorò –L’aereo non mi ha mai intimorito- concluse in tono timido, quindi volse uno sfuggevole sguardo a terra, e se ne pentì immediatamente, a giudicare dalla sua espressione nauseata e decisamente scossa.
Be’, non si poteva certo paragonare un aereo ad un enorme volatile qual’era Syrup. Lemonade glielo fece gentilmente notare, aggiungendo che anche lei era scesa un tantino sottosopra dalla prima esperienza in groppa all’amico.
-Se vomiti, oltre a non avere più le costole dovrai rinunciare anche all’osso del collo, biondino- lo minacciò Rouge in tono secco e diretto, con sguardo autoritario ed espressione asciutta.
Lemonade non riuscì a resistere e scoppiò a ridere. Probabilmente quel poveretto stava prendendo sul serio ogni minima minaccia sibilata da Rouge, senza sapere che era nel suo DNA essere così scontrosa e macabra nel “consigliare caldamente” a qualcuno di seguire il suo parere.
L’andatura si fece meno brusca e Syrup prese a scendere gradualmente di quota, circoscrivendo cerchi concentrici per avere una visione nitida e ampia del terreno sottostante, in modo da effettuare un atterraggio morbido e misurato.
Syrup non aveva ancora toccato terra quando Rouge si fiondò al di sotto, strappandosi con violenza alla presa, involontaria, di Ryan, il quale, per poco, non venne trascinato nel salto, rischiando seriamente l’osso del collo. Era terribilmente in ansia per la sorte di Dream, dopotutto era pur sempre una sua cara amica di infanzia.
Lemonade, lanciò uno sguardo angosciato a terra, notando che Rouge si era accasciata sulla destra, trascinata a terra dal ginocchio. Non doveva averle perdonato quell’atterraggio improvvisato sul tetto del palazzo, in effetti era stato un gesto più che azzardato: si sarebbe potuta ammazzare. Eppure, per l’ennesima volta, Rouge aveva dimostrato di avere a cuore il suo dovere e la sorte di tutti, nonostante a parole o piccoli gesti fosse riluttante a darlo a vedere.
Anche lei si gettò, avviluppata in un turbine aureo di capelli rilucenti.
Corse da Rouge e la aiutò a rialzarsi; il ginocchio non la sorreggeva, faticava ed era scosso da forti tremiti, sollecitato sotto il suo peso. L’amica le fece un gesto di noncuranza.
-Va’ dallo stangone, prima che si prenda un infarto- borbottò, alludendo alla palese difficoltà del ragazzo nello scendere dalla groppa di Syrup,
Lemonade sorrise e raggiunse Ryan.
 
Aqua sospirò, appoggiandosi allo stipite di quello che doveva essere il residuo di una porta. Non che le importasse più di tanto, in quel momento ciò che le premeva era avere qualcosa a cui sostenersi per non rovinare a terra.
Per far sì che Kokoda, Natsu e Rose agissero, era stata costretta a sfruttare la maggior parte della propria energia, sfoderando un sequenza straziante e mozzafiato di acqua per poter congelare al meglio il ciclone, Impresa che si era rivelata ardua, oltre che estremamente pesante, dal momento che l’aria era coinvolta in un turbinio troppo repentino perché riuscisse  a solidificare all’istante le perle cristalline che Aqua si sforzava di immettere incessantemente.
Fortunatamente i tre erano riusciti a sigillare l’eccesso di flusso rapidamente, nonostante ciò li avesse lasciati spossati e avesse prosciugato ogni loro energia.
Al termine di quell’estenuante compito, Rose aveva perso i sensi sotto i colpi infertale dalla richiesta di energia per il sigillo del ciclone, tornando immediatamente a vestire i panni di Kurumi. Kokoda e Natsu, per buona sorte, erano freschi, riposati e avevano potuto contare sul pieno delle loro energie, attingendo appieno alla loro forza.
Aqua non era stata in grado di identificare interamente lo svolgimento del sigillo, ma qualcosa nelle arti dei tre aveva sguinzagliato una serie di brividi striscianti sulla sua spina dorsale, sviando immediatamente il suo istinto indagatore dal fare domande indiscrete.
Emise un mezzo gemito soffocato, piegandosi sulle proprie ginocchia nell’estremo tentativo di riprendere fiato, rinfrancare i polmoni e i muscoli stanchi, bramosi di riposo.
Una mano sulla spalla la fece trasalire. Si voltò bruscamente, tendendosi automaticamente nell’atto di evocare il Saphire Arrow. Ma si arrestò all’istante, rendendosi conto, non senza una certa nota amara, che stava puntando un’arma contro Dream, scossa, ma ancora abbastanza lucida per poter distinguere terra e cielo. Teneva in spalla Cure Mint, accasciata scompostamente sul corpo dell’amica, apparentemente esanime e priva di segni di vita.
Lo sguardo di Aqua si colmò di lacrime in un secondo, mentre il cuore perdeva un battito e le tempie prendevano a pulsare d’angoscia.
-Sta bene- si affrettò a rassicurarla Dream –ha solo perso i sensi-
Lei tirò un sospiro di sollievo, detergendosi un lieve velo di sudore che le patinava la fronte.
-D’accordo- ansimò. Prese la mano di Dream, le rivolse un sorriso stanco e si assicurò che Kurumi fosse in buone mani, sorretta da Kokoda e Natsu –Andiamo a casa-
 
Ryan aprì gli occhi tersi, tentando di mettere a fuoco le assi del soffitto della Natts House. Quella domenica i ragazzi avevano insistito perché passasse la notte al sicuro tra di loro, visto l’accaduto del giorno prima.
Si passò una mano sul viso, sospirando pesantemente.
Ne aveva abbastanza di essere una preda indifesa, di essere il pezzo di carne pronto per essere sbranato. Era frustrante, gli veniva sfilato il controllo della propria vita e, da come aveva potuto appurare in breve tempo, a Ryan era stato sottratto persino il monopolio del proprio corpo.
Il pensiero della sensazione di smarrimento provata nella biblioteca gli sfiorò la mente, una stilettata di dolore lancinante gli perforò le tempie e un brivido ghiacciato gli morse la schiena.
Scosse il capo, come a voler dissipare pensieri che risvegliavano dolori concreti, una visione astratta di sé che lo inquadrava in un guscio vuoto, preda solo di un vortice gonfio e terrificante.
Sospirò, aiutandosi con le braccia rizzò il busto e scostò le lenzuola fresche, allargandosi il colletto della maglia con due dita e respirando a pieni polmoni. Lanciò uno sguardo distratto all’orologio appeso alla parete.
Nonostante fosse molto buio, Ryan riuscì a distinguere confusamente le lancette e, dal momento che era ancora molto presto, decise semplicemente di vestirsi, darsi una rinfrescata e attendere il risveglio degli altri accanto al bancone.
Muovendosi in punta di piedi e aprendo cautamente porte e finestre per non emettere alcun rumore, scese nel piano sottostante, assicurandosi di non aver svegliato nessuno.
Ma quando aprì la porta, la luce della stanza lo accecò per un attimo, istupidendolo, e una voce alquanto squillante, o meglio troppo squillante per dei timpani appena strappati da poche ore di sonno disturbato, lo fece trasalire violentemente, facendogli schizzare il cuore in gola.
-Nozomi!- esclamò sottovoce, portandosi una mano al petto per riafferrare lucidità.
Lei diede un gran sorrisone e i suoi occhi brillarono di una luce allegra –Ti ho beccato!- trillò lei assestandogli una pacca sulla spalla e scoppiando a ridere sguaiatamente –volevi uscire senza una scorta- fece, puntandogli contro l’indice e tentando inutilmente di imitare una piega severa.
Ryan inarcò le sopracciglia con aria ironica –Cosa?- fece, corrugando la fronte e lanciandogli uno sguardo scettico.
In tutta risposta la ragazza esaminò con attenzione l’espressione di Ryan –questa l’hai imparata da Rin- affermò con aria saggia, in piena convinzione delle sue parole.
-abbassa la voce- sbottò Ryan, tentando di sviare il discorso che dava il via a numerose vampe di calore mal soppresse sul suo viso –Stanno ancora dormendo- si giustificò, chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle.
Nozomi alzò gli occhi al cielo –si, papà- lo canzonò, abbassando, però, il tono di voce –allora, mi accompagni?-
Ryan le lanciò l’ennesimo sguardo disorientato –dove?-
-alla pasticceria sull’angolo- rispose lei con ovvietà.
Ora si spiegava tutto. Solo una cosa aveva la forza necessaria per indurre Nozomi ad alzarsi dal letto di prima mattina: i dolci.
Il ragazzo abbozzò un sorrisetto divertito, quindi annuì, continuando a fare segno di stare in silenzio. Perlomeno avrebbe allontanato un megafono umano dalle stanze al piano di sopra, assicurando un sonno tranquillo ai compagni, specialmente a Komachi e Kurumi, che faticavano a riprendersi, e inoltre non ne poteva più di rimanere chiuso in casa, non che il giorno prima lo fosse stato, ma, considerando che per tre quarti della giornata era rimasto senza sensi, una buona passeggiata mattutina non gli avrebbe guastato l’umore.
 
Quello che Nozomi non gli aveva detto, è che sarebbero andati in bicicletta. E, dal momento che la sua era comodamente parcheggiata fuori dall’appartamento, la ragazza aveva insistito per dargli uno scomodissimo passaggio.
Fortunatamente il viaggio era stato breve: Nozomi era un gran spericolata, sembrava non aver mai sentito parlare di “freni” e, per di più, aveva una misura alquanto corta dei pedali, motivo per cui Ryan si era dovuto accartocciare sulla sella per non frenare ogni due secondi con l’attrito dei suoi piedi sull’asfalto, cosa che, oltre che a rendere difficoltoso l’incedere, avrebbe potuto staccargli una gamba e, possibilmente, Ryan avrebbe preferito evitarlo.
Una volta riposta la bicicletta accanto ad un lampione, Nozomi schizzò nella pasticceria senza troppi complimenti, infilandosi nella coda di gente che aspettava di essere accontentata.
Ryan preferì rimanere fuori dal negozio, detestava la calca, soprattutto se la gente si lamentava in continuazione per il ritardo dell’ordinazione. Invece decise che si sarebbe seduto fuori dal negozio a godersi una delle poche mattine soleggiate di quell’autunno crudo.
Fece per sedersi, ma quando alzò lo sguardo si arrestò di colpo, pietrificandosi come una statua di marmo. Strinse gli occhi per avere una visione più agevole attraverso le grandi vetrate del bar sull’altro lato della strada.
Ne era certo: all’interno, china sul bancone, intenta in una discussione seria con un ragazzo infilato nella tuta da commesso, c’era Rin, una mano sul mento, gli occhi fissi su un foglio di carta che il ragazzo le stava porgendo, con tanto di penna, e l’espressione pacata e riflessiva.
Ryan osservò con attenzione Rin scostarsi con un movimento secco una ciocca di capelli dietro l’orecchio, quindi appoggiare entrambi i gomiti sul bancone e alzare lo sguardo sul suo interlocutore, domandando qualcosa che giunse muto alle orecchie di Ryan, annullato dalla distanza e dal vetro che li separava.
Persino in quei suoi piccoli gesti quotidiani, Ryan poteva scorgere la grinta graffiante che si dimenava nel petto della ragazza e la sua forte indole ribelle, indomabile come il fuoco stesso.
Nonostante il fresco della mattina indossava abiti leggeri; una maglietta arancione con il timbro di un’associazione sportiva tra le scapole e un disegno stilizzato di una mazza da baseball sull’addome. La felpa, di un blu scuro, le cingeva i fianchi, appesa per le maniche, strette in un nodo serrato. Dal tessuto che le ricadeva su retro, facevano capolino i pantaloni, neri, contornati da strisce bianche che percorrevano l’intero profilo delle gambe, fino a nascondersi nelle comode scarpe da ginnastica bianche.
D’un tratto l’espressione di Rin si ammorbidì leggermente, strinse la mano del commesso con fare soddisfatto e gli sorrise.
Ryan percepì una fitta fastidiosa allo stomaco, quindi fece una smorfia e diede un tenue sospiro.
-Ti ho colto in flagrante, eh?- lo sorprese Nozomi, facendolo sobbalzare per la seconda volta.
-Cosa?- fece lui nuovamente, in tono nervoso venato da impaccio.
La ragazza gli scoccò un’occhiata decisamente poco rassicurante, quindi alzò lo sguardo e con aria sorniona sollevò una mano –Rin!- urlò a pieni a polmoni, agitandosi terribilmente per farsi notare, mentre Ryan si impostava sull’attenti e si irrigidiva sulla sedia peggio di un pezzo di legno.
La ragazza, ancora in procinto di chiudersi la porta del bar alle spalle, lanciò loro un’occhiata distratta, quindi fece un lieve cenno di saluto con la mano, cacciandosi frettolosamente qualcosa nelle tasche dei pantaloni.
-Ryan ti stava spiando- le urlò Nozomi, scoppiando subito a ridere con un pizzico di malizia sulla punta della lingua, arrivando persino a piegarsi in due, mentre Ryan sprofondava sulla sedia e desiderava ardentemente che il terreno si aprisse sotto i suoi piedi e lo inghiottisse di netto. Nozomi gliel’avrebbe pagata, poco ma sicuro.
Rin attraversò le strisce pedonali sistemandosi la felpa in vita –che hai detto?- vociò dal fondo della strada, percorrendo a grandi falcate i metri che li separavano.
Nozomi prese fiato –che … ahia!- esclamò, preda di una gomitata poco cortese assestatale fra le costole da parte di Ryan, arrossito fino alla radice dei capelli e in preda all’agitazione più totale –non la stavo spiando- sibilò a denti stretti, tenendo sotto controllo Rin che avanzava verso di loro. Lei si dipinse un’espressione accattivante in volto –Sei arrossito- lo derise con un sorrisone irritante.
–Non è vero!- protestò lui, ostinandosi a celare l’evidenza.
-Non è vero cosa?- interloquì Rin con tono tagliente, piombata nel mezzo del loro discorso a braccia conserte e l’espressione tipicamente venata di sarcasmo.
Ryan si portò una mano alla fronte, fingendo di riparasi dai timidi raggi di sole, mentre in realtà tentava disperatamente di non dare a vedere il rossore sulle sue gote.
-Che i dolci che ho comprato sono pessimi- rispose Nozomi con assoluta naturalezza, strizzando un occhio a Ryan con aria complice.
Il ragazzo tirò un gran sospiro di sollievo, percependo il cuore riprendersi lentamente da quel colpo basso e le ondate di caldo placarsi gradualmente.
Rin inarcò un sopracciglio con aria scettica, ma non disse altro.
Calò un silenzio alquanto imbarazzante, in cui Nozomi teneva volutamente la bocca chiusa, inducendo Ryan, con occhiate incoraggianti e per nulla spontanee, a dare piede ad una conversazione con Rin, lui, in risposta, gli lanciava occhiatacce eloquenti e cominciò persino a pensare che, in effetti, spezzare qualche costola, di tanto in tanto, non doveva essere tanto male.
-Si può sapere che vi prende?- sbottò Rin con aria scocciata, portandosi le mani a fianchi e facendo passare lo sguardo asciutto da Nozomi a Ryan, in attesa di una spiegazione soddisfacente.
-Niente- rispose Nozomi sorridendole con aria angelica, mentre Ryan si passava una mano sul viso e la fulminava con lo sguardo. Lei gli indirizzò un sorrisetto scaltro, iniettandogli nelle vene una buona dose di istinti omicidi.
Ryan alzò il mento con aria di sfida –E’ stata una mattinata fantastica- cominciò in tono ragionevole, tenendo d’occhio l’amica che annuiva, assaggiando un pasticcino alla crema –Nozomi mi ha dato il permesso di uscire dalla Natts House senza scorta-
Per poco la ragazza non si strozzò con il pasticcino, mentre Rin le scoccava uno sguardo di fuoco puro.
-Nozomi- Ringhiò, mentre lei faceva segno di diniego con le mani, tentando inutilmente di riprendersi fra un colpo di tosse e l’altro, ingoiando il pasticcino quasi completamente intero.
Ryan non riuscì a resistere e si fece travolgere dall’ilarità, sghignazzando con un mezzo retrogusto crudele, soddisfatto della propria contromossa.
-Non è vero!- esclamò l’amica, impreparata a quella reazione perfida –Te lo giuro- piagnucolò, mostrando le mani aperte con le dita bene in vista, una distaccata dall’altra.
Rin sbuffò, irritata –Sentite se avete voglia di perdervi gioco … -
-Come va il ginocchio?- la interruppe subito Ryan, cercando di non mettere in guai troppo seri Nozomi.
Rin, leggermente sconnessa dal salto di argomento che non prevedeva alcun nesso logico, fece una smorfia disorientata quindi scrollò le spalle –Bene- rispose solo.
Ryan si accorse che Rin doveva essere di ottimo umore. Non che lo desse molto a vedere, in verità, ma fino a quel momento non gli aveva ancora inveito contro, minacciato di qualche macabra azione o cose del genere …
Nozomi si lasciò cadere sulla sedia accanto a quella di Ryan, imbronciata.
-Ah … - fu il brillante commento di Ryan.
Altro silenzio imbarazzante.
-Come stanno Komachi e Kurumi?- Domandò Rin, lisciandosi la maglietta con fare del tutto disinvolto.
-Meglio- mormorò Ryan in risposta, notando che la ragazza si portava spesso una mano alla tasca della felpa, come a voler confermare che il foglio all’interno fosse ancora lì.
-E tu, sfigato?- domandò lei, secca e diretta.
-S-sfigato?- fece Ryan, leggermente sconcertato dall’inatteso nomignolo scortese, mentre Nozomi scoppiava a ridere molto infidamente.
-Be’- borbottò lei –Non si può certo dire che ti abbia baciato la fortuna, ultimamente-
Touchè.
-Giusto- mormorò lui, impacciato –E’ solo che avrei preferito non sentirmelo dire così sadicamente-
Oh, incredibile. Aveva appena formulato una frase di senso compiuto.
Rin inarcò nuovamente le sopracciglia, quindi si lasciò sfuggire un mezzo sorrisetto divertito –D’accordo- disse –Mi piacerebbe molto rimanere ad assistere i vostri deliri psicopatici- fece, dipingendosi in viso una perfetta espressione mortificata, nonostante fosse palese che stesse fingendo giusto per canzonarli e schernire il loro comportamento bizzarro –ma ho una cosa molto importante da fare- concluse in tono di voce assorto, fremente come se non riuscisse ad aspettare.
I due la salutarono, mentre Rin si ritirava con il consueto cenno del capo.
E allora Ryan si concesse un lungo sospiro, sgonfiandosi come un palloncino.
Nozomi gli lanciò uno sguardo assassino –certo che sei proprio un infame-
-da che pulpito!- esclamò lui, scoppiando a ridere, subito seguito a ruota da Nozomi.
 
NOTE: Si, lo so, lo so, è un capitolo un tantino noioso, non c’è azione, e i personaggi sono pochi. Volevo semplicemente stringere un po’ i rapporti di Ryan che finora sono stati un tantino freddi.
Comunque colgo l’occasione per ringraziare i lettori della mia storia in particolare:
-Besidejustin
-sere99thehedgehog
-Mixxo98
-Laelia_
-LaylaThePirate
-Konan kohai
-Kissenlove
- Fnsrlieamhk
Che hanno aggiunto la storia nelle seguite/ricordate/preferite e che recensiscono i miei capitoli!
Grazie! (lo so, è la terza volta che faccio ringraziamenti come questi, ma, davvero, mi aiutate molto)
Drawandwrite. 
  
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