Arrivata a Londra cominciai ad osservare il cielo, era grigio e vuoto, quasi triste. Ritornai poi sul pianeta Terra e la caccia ebbe inizio!

Vediamo... Nathalie, Nathalie, Nathalie...

Quella no, ha la faccia da Lucy, quella da Anne, quella...quella secondo me è un po' fuori... ero nel pieno della caccia quando una donna alta, discretamente magra e dall'aspetto molto curato mi si avvicinò sorridendo:

'Tu devi essere Rebecca, tanto piacere sono Nathalie Mcdonald, tua zia.'

'Oh, non sembri una Nathalie... ehm... volevo dire... il p-piace-ce-cere è tutto mio.'

Mi aiutò a caricare le valigie su un'enorme auto nera dai sedili in pelle (d'uomo?).

Durante il tragitto verso casa non so se fossi più attratta dal bel panorama londinese oppure dal capire il povero essere sacrificatosi al fine di realizzare sedili simili, fatto sta che di ciò che disse zia non compresi assolutamente nulla.

L'auto si fermò nel vialetto di fronte ad una casa a due piani, bianca e con un giardino enorme.

'Eccoci arrivate!'

Non poteva essere vero, sembrava la casa delle Barbie che nonna mi aveva regalato per i miei otto anni.

Dopo un tour panoramico decisi didisfare le valigie. Il grande armadiodella camera da letto avrebbe contenuto due volte i miei vestiti. Un motivo in più per fare compere.

Quando scesi al piano terra trovai zia Nath. Alle pree con la cucina.

Notò il mio arrivo ed esclamò:

'Ehy Becca! Già tutto sistemato?'

'Ehm... si'

'Wow, sei stata veloce! Sto preparando qualcosa per pranzo, ti piacciono i toast?'

I toast? Io di toast me ne mangio 2564836455839 solo per merenda!

'Certo, li adoro.'

Il pranzo fu migliore di quanto mi sarei aspettata. Ci raccontammo un po' delle nostre vite e ci stupimmo per le enormi differenze. Scoprii che gli inglesi mangiano tanto a colazione e poco a pranzo e che zia, pur avendo una cinquantina d'anni, ama ancora fare sport e divertirsi con le amiche. Infine le promisi che un giorno le avrei preparato un pranzo “All'italiana” di quelli che soltanto chi vive in Italia sa preparare.

Dopo aver sparecchiato zia mi informò che la sera stessa ci sarebbe stata una cena-cocktail a casa di una delle sue amiche e che ci saremmo andate insieme. L'idea non mi entusiasmava molto, non perchè non mi piacessero le cene, o i cocktail... o le cene-cocktail (?), ma perchè probabilmente non avrei conosciuto nessuno degli invitati.

Zia prese la saggia decisione di andare a fare shopping per la serata “mondana” .

Dopo essermi fatta una doccia e aver infilato due cose al volo partimmo per il centro della città.

Il cielo si era aperto e un sole un po' spento riscaldava l'aria pomeridiana.

La città era bellissima e i negozi lo erano altrettanto. Al contrario di quanto mi sarei aspettata zia mi fece misurare vestiti giovanili e estremamente colorati, i quali però non mi donavano moltoa causa del mio fisico non proprio da fotomodella.

Alla fine ne trovai uno davvero splendido: era azzurro e stretto in vita, con una scollatura a cuore e cadeva morbido sulla pancetta e sui fianchi.

Quello fu uno dei pochi negozi dai quali uscii veramente soddisfatta.

La scelta delle scarpe non fu complicata come quella del vestito, anzi fu molto semplice. Zia puntò subito sui tacchi, i quali mamma non mi aveva mai fatto indossare, neanche per la cena di fine anno. Ne comprai un paio dello stesso colore del vestito meravigliandomi del commento della commessa:

'Wow, come ti slanciano!'

Fu una delle poche volte (forse l'unica) nella quale diedi ragione ad una commessa.





Spazio autrice.
Ciao ragazze, spero che questo secondo capitolo vi piaccia.
Becca è ancora insicura del suo corpo ma alla cena...
Non posso anticiparvi nulla!
Recensite mi raccomando!
Continuerò al più presto.

P.S.
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