Serie TV > Grey's Anatomy
Segui la storia  |       
Autore: _Trixie_    19/06/2013    4 recensioni
[Callie/Arizona, April/Jackson, Alex/Izzie, Derek/Meredith]
Una lacrima solitaria cadde nell’acqua, mentre la portata degli avvenimenti la investiva.
Era la regina di un regno che non le apparteneva di diritto, un regno che stava per entrare in guerra per delle decisioni prese in modo affrettato. Non poteva nemmeno permettersi di piangere il marito che un tempo aveva amato, la cui morte era la causa della catastrofe che stava per abbattersi sul Regno di Picche.
Perché l’assassinio di un re poteva essere punita solo con la morte di un regno.
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo VIII
 
Here I stand, helpless and left for dead.
Close your eyes, so many days go by.
Easy to find what's wrong, harder to find what's right. [9]

 
 
Le carrozze partirono sobbalzando sull’acciottolato e Sir Owen incitò i conducenti come se stessero rallentando i cavalli di proposito.
Calliope si sporse dal finestrino della carrozza, urlando per sovrastare il rumore degli zoccoli e delle ruote di legno sulla strada.
«Sir Owen Hunt! Sir Owen!»
Il fante bianco si avvicinò alla regina, regolando l’andatura del suo cavallo.
«Vostra Maestà» disse l’uomo, inclinando lievemente il capo.
«Perché ci stiamo allontanando tanto in fretta? Ho avuto a malapena il tempo di salutare mio padre. Se non mi avessi trascinato via sarei riuscita a convincerlo che tutto questo è una follia. Rimanere ostaggio della Montgomery-»
«Vostra Maestà, scusatemi se vi interrompo, ma ora è essenziale allontanarsi dalla Fortezza Rossa. C’è stata un combattimento, un’insurrezione, dicono che sia stata a causa della Vostra presenza».
Sir Owen spronò i cavalli e tornò ad urlare ordini. Ma Calliope non avrebbe mai potuto dimenticare lo sguardo che aveva letto negli occhi del suo fante. Era perso, con Cristina nella mani della Regina di Cuori e temeva ad ogni respiro di poterla perdere per sempre.
Tutto ciò che ancora lo teneva legato a questo mondo era la speranza di riavere indietro la donna che amava e per alimentare questa speranza e renderla concreta c’erano solo due modi: negoziare al più presto la pace o vincere la guerra se la Montgomery non avesse rispettato i patti.
«Calliope?» disse una voce maschile proveniente da un angolo in ombra della carrozza.
La regina distolse gli occhi dal paesaggio, sullo sfondo vedeva già ciò che rimaneva del Bosco delle Lacrime Rosse.
«Derek Shepherd» sorrise Calliope, ricordandosi dell’ospite che l’accompagnava. Non amava pensare a lui come a un ostaggio, in fondo lo conosceva da ben prima che diventasse re. Era stata Addison a presentarglielo, durante un banchetto di mezza estate.
«Allora, cosa ne pensi?» le aveva chiesto, mentre Derek si allontanava parlottando con George, che allora era già Re Bianco e marito di Callie.
«Sembra un tipo apposto, anche se un po’ cupo, è il Principe di Quadri, vero?» aveva risposto.
Sembrava un tempo così lontano, ora, con una guerra che avrebbe potuto prendere qualsiasi piega e due amiche che si spartiscono un intero mondo, con troppe responsabilità e potere, e nessuno in grado di aiutarle.
«Perché mi hai voluto come ostaggio? Sei cambiata tanto, come Addison? Non eri una ragazza da ricatti, una volta».
«Puoi tornare alla Fortezza Rossa anche ora, se vuoi, Derek»
«Cosa?»
«Addison sa perfettamente che non sarei mai in grado di torcerti un capello, sa che il mio è un bluff e io so che lei lo ha capito, ma lei questo lo ignora» disse Calliope, sorridendo amaramente.
«E allora perché hai insistito tanto per portarmi qui?» domandò Derek, confuso.
«Meredith Grey» disse una terza voce, che fece sussultare entrambi. Nella carrozza non c’era nessun altro, oltre a loro.
«Per mille picche smussate, Strecane!» esclamò Calliope dopo un secondo di sbigottimento.
Una testa di cane apparve nel ben mezzo della carrozza, seguita dal resto del corpo.
«Quante teste coronate, in questa carrozza» disse Doc.
«Cosa hai detto di Meredith?» domandò subito il re rosso, sporgendosi verso l’animale.
«Ho riferito alla regina bianca la tua storiella con Meredith» iniziò lo Strecane.
«Non è affatto una storiella!» 
«Il re che si innamora di una Lady di basso rango? È la storiella più antica del mondo. Ma è una storiella che può tornare utile. Tu sei vicino alla Regina Rossa, conosci i suoi piani, puoi unirti a Calliope».
 «E perché dovrei? Addison rimane mia moglie e ha Meredith. Come minimo le farebbe tagliare la testa se-»
«Lei non ha Meredith» disse Doc. «La tua storiella viaggia nella carrozza che ci segue».
«Voglio vederla!» esclamò Derek, incapace di credere alla veridicità di quella storia.
«Non possiamo fermarci, Sir Owen esploderebbe se dessi un ordine del genere» intervenne Calliope. «Derek, sull’antica amicizia che ci lega e che gli eventi hanno  incrinato, credimi, Meredith è al sicuro. Promettimi il tuo aiuto in questa guerra e per negoziare la pace».
Derek Shepherd tacque, rimuginando sulle parole della Regina di Picche. Le carrozze sfrecciarono nel Bosco delle Lacrime Rosse.
«D’accordo, Callie, ti aiuterò. Ma nessuno dovrà saperlo, la mia famiglia è troppo vicina alla Corte Rossa».
«Addison Montgomery non farebbe mai del male a degli alleati, gli uomini di Quadri le servono, se vuole mantenere il vantaggio numerico. I tuoi sono al sicuro».
«Mia madre e le mie sorelle, forse, ma non Amelia. Sarebbe un gioco da ragazzi per Sir Sloan farla fuori per vendetta e farlo passare per un tragico incidente» disse con rabbia Derek.
«La Lady Nera non teme suo marito» disse lo Strecane. «Sir Sloan dovrebbe temere tua sorella, Derek, conosce molti funghi. Anche velenosi, non solo allucinogeni».
«Cosa accidenti vai blaterando, Strecane?» saltò su Derek.
«Oh, nulla» disse Doc. «Ora torno da Meredith, si annoierà in quella carrozza deserta».
«Deserta?» domandò la Regina di Picche. «Strecane, il tuo compito era portare in salvo Arizona. Questa Arizona non è con Meredith?»
«Sfortunatamente nella fuga Arizona è stata distratta dal vostro passaggio e quella titubanza è stata decisiva. Lady Hahn l’ha vista e ha lanciato l’allarme, ma non c’era modo di farla giungere alle vostre carrozze. Owen Hunt aveva molta fretta di partire» disse lo Strecane e, Callie ne era certa, si sarebbe stretto nelle spalle se solo fosse stato un uomo.
«Perciò abbiamo solo la giovane Cappellaia e il triste re rosso con noi?»
«Sì, la condanna a lavorare nelle stalle ha facilitato il compito di farla fuggire» spiegò lo Strecane, sparendo alla loro vista, ma solo per comparire qualche secondo dopo. «Quasi dimenticavo. Temo che Addison sia convinta che voi abbiate rapito Alice e Lady Kepner. Fossi in voi mi preoccuperei per le teste della mie dame. E del Principe di Fiori».
Il volto di Callie sbiancò visibilmente e rimase senza fiato.
Re e regina di due regni in guerra si persero ognuno nei propri ricordi.
Calliope vagava nella casa paterna, ricordando i giorni felici trascorsi in famiglia, le cavalcate nei boschi, le feste che duravano giorni interi, i ricchi banchetti, durante i quali sua sorella Aria non mangiava più di un boccone per pietanza, per non perdere la linea, mentre lei e suo madre facevano a gara a chi mangiasse di più senza scoppiare. Era sempre lui a vincere.
Anche Derek si era perso nel passato, nel ricordo di una famiglia felice che non poteva più tornare, non dopo la prematura morte di suo padre per colpa di banditi mascherati, di cui ancora non conosceva l’identità e non dopo il suo matrimonio e quello di Amelia. Nonostante Meredith, che gli dava una gioia che non credeva di meritare, lui era un uomo sconfitto dalla vita.
 

***


«Alex si unisce a noi» annunciò Sir Matthew.
«Cosa?» domandò April, confusa.
Avevano trascorso qualche giorno nella tana del Bianconiglio, ma ormai era ora di riprendere il cammino verso il Castello Bianco e risalire dall’Occhio del Gigante.
«Mi unisco a voi» ripeté il ragazzo, brusco. Non era un ragazzo dai modi educati, era rude e di certo non aveva nulla del cavaliere, nonostante Matthew avesse garantito che a suo tempo faceva una bella figura in armatura in sella a un cavallo nero, con il suo sorriso strafottente.
«Non se ne parla nemmeno!» protestò April, stupendo persino Arizona.
L’ostilità mostrata da Lady Kepner nei confronti di Karev, che li aveva ospitati gentilmente nella sua casa, nonostante non fosse spaziosa, era un mistero per Arizona. Evidentemente tra i due doveva esserci della vecchia ruggine, anche se Alex stesso sembrava sorpreso dalla rabbia che April gli mostrava.
«Ci tradirà tutti quanti, come minimo i soldati rossi stanno già galoppando qui per riprenderci. Dobbiamo andarcene e mettere più strada possibile tra noi e questo dannato coniglio! È una maledetta spia al servizio della Regina di Cuori, è un infido verme! Forza, Sir Karev, perché non raccontate ad Arizona del vostro soprannome?»
«Non sono più sir da molto tempo, ormai, Lady Kepner» disse cupo Alex, puntando lo sguardo a terra.
«April, per favore, cosa c’è che non va?» domandò Matthew, accostandosi alla ragazza e arrossendo violentemente.
«Alex Karev serviva nell’esercito di cuori» sputò April, inviperita.
«Anche io, eppure non-»
«Fu il mio aguzzino, nel periodo che passai in cella a causa del coraggio di mio padre, mi prese a calci, mi sputò addosso, mi derise. Alex Karev si assicurò che fossi umiliata, come Lady, come donna, come essere umano. Ecco cosa c’è, Matthew. E ci venderà al migliore offerente alla prima occasione utile, dannazione!» inveì April, infiammandosi in volto e puntando un dito accusatore contro Alex a più riprese. Poi uscì dalla tana del Bianconiglio, sbattendosi violentemente la porta alle spalle.
Matthew guardò smarrito Arizona, che ancora non riusciva a spiegarsi fino in fondo il motivo di tanta ira, e poi spostò il proprio sguardo su Alex, confuso, prima di seguire April e chiamarla a gran voce.
Arizona aveva osservato con attenzione Alex, che dopo un momento di smarrimento, aveva compreso di cosa parlasse Lady Kepner, perché un barlume di conoscenza gli si era accesso in viso, prima di spegnersi e mutarsi in rammarico, vergogna e senso di colpa.
Nella stanza calò il silenzio, interrotto dal tonfo profondo provocato dal pugno che Alex tirò alla parete e che fece sobbalzare Arizona. La ragazza lasciò cadere a terra la tazza di te che aveva stretto con tanta forza da quando April era balzata in piedi.
«Scusate, Arizona» sussurrò Alex, massaggiandosi le nocche e chinandosi davanti a lei per raccogliere i cocci.
«Scusatemi voi, Alex, non volevo» bisbigliò lei, aiutando il Bianconiglio, nonostante i nervi nel suo corpo le urlassero di raggiungere April e Matthew, lontano da Alex e dai suoi pugni. Non si era mai ritenuta una persona coraggiosa.
«Non datemi del voi, vi prego, sono solo il Bianconiglio» disse lui, accennando un sorriso triste.
«Allora non darmelo nemmeno tu, sono solo la Ragazza del Mondo di Lassù».
Alex alzò il viso per incontrare gli occhi di Arizona, finì di raccogliere i cocci e poi si mosse per gettarli nel lavandino, infine, tornò a sedersi di fronte ad Arizona, senza trovare il coraggio di parlare, senza trovare le parole.
La ragazza si alzò e prese un vecchio straccio, lo bagnò e poi tornò a sedersi. Tamponò delicatamente le nocche sanguinanti di Alex, mentre altre ferite, ferite di cui non ricordava altro se non il tipo di sutura necessario per chiuderle, le si affollavano nella mente.
«Vuoi sapere la mia storia, Arizona Robbins?» domandò Alex. «Non è una bella storia».
La ragazza annuì e continuò a pulire la mano di Alex accompagnata dalla voce del Bianconiglio.
 
Ero Sir, è vero, ma della classe più bassa, poco più che uno scudiero. Mio padre sperperò tutto il suo denaro e quello della dote di mia madre prima di sparire per sempre dalla mia vita, lasciandomi una famiglia sulle spalle e nessuna risorsa.
Sir Sloan lo sapeva e mi invitò a corte, promettendomi un ingaggio nell’esercito e più oro di quanto potessi spenderne. Avevo poco più che quindici anni e ovviamente accettai, accecato dalla possibilità di sistemare la mia famiglia, dare un’ottima istruzione a mio fratello, una cospicua dote a mia sorella per assicurarle un buon marito e pellicce calde, vestiti leggeri, cappelli frivoli a mia madre, qualsiasi cosa volessero.
I soldati rossi mi accolsero come uno di loro, mi aiutarono a perfezionare le mie tecniche di combattimento che, nonostante avessi avuto un maestro d’armi da bambino, come tutti i giovani sir e Lord, lasciavano alquanto a desiderare.
Erano vili, violenti e sanguinari e io divenni come loro, per non restare solo e perché questo a Sir Sloan piaceva. Ed era lui ad avermi promesso l’oro.
Quando fui addestrato a puntino, tenuto lontano dalla mia famiglia, divorato dalla fame di guadagno e sangue, venni affidato al comando di Preston Burke.
Qualsiasi cosa il generale Burke ordinasse, io ero pronto ad eseguirla. Lui prendeva ordini dal Fante di Cuori, lui avrebbe potuto mettere una buona parola  riguardo me nell’orecchio di Sir Sloan.
Se Burke ordinava di razziare, diventavo un razziatore, se ordinava di rapire, ero io il rapinatore, se l’ordine era di uccidere, io ero l’assassino. Fui molte cose, sotto il comando di Burke, cose di cui mi vergogno, cose che ancora non riesco a capire come possano essere compiute, cose che spesso, di notte, mi fanno desiderare di non essere mai nato. 
Poi, un bel giorno d’estate, mi innamorai di una ragazza, una delle serve della Fortezza Rossa. Lei non aveva alcun titolo nobiliare, il mio non valeva nulla, non pensai ci fossero ostacoli per noi.
Si chiamava Isobel, Isobel Stevens, ma tutti la chiamavano Izzie. Era bellissima e terribilmente superba.
Difficilmente si trova una donna, nella Fortezza Rossa, che non si sia mai venduta per ottenere qualcosa in cambio: più soldi, più potere, più gioielli per le Lady, un pezzo di pane per non morire di fame, un vestito per non morire di freddo, qualche moneta per comprare l’unguento in grado di salvare il marito, il figlio o il fratello per le più disperate.
Ma non Izzie. Izzie era il chiodo fisso degli uomini della Fortezza Rossa, era la donna che tutti si vantavano di aver avuto, ma che nessuno aveva posseduto in realtà.
Nessuno tranne Sir Sloan. Era una storia che si sussurrava a bassa voce, perché non si parla di Sir Sloan, Sir Sloan può essere solo elogiato.
C’era un bandito, prigioniero nelle segrete della Fortezza, di cui era innamorata. Si chiamava Denny Duquette, figlio di ricchi commercianti che lasciò tutto per qualche scorribanda.
In cambio della libertà dell’uomo, Izzie si vendette a Sloan e qualche giorno dopo Denny tornò a casa dei suoi genitori,con l’unico obbligo di prestare servizio per quindici anni nell’Esercito di Cuori come condanna.
Portò Isobel a casa dei suoi genitori, la riempì di gioielli preziosi e vestiti di seta, sembrava una bella favola per lei, per la ragazza povera che aveva toccato il fondo prima di salire sulla vetta.
Ma Sir Sloan non ama il lieto fine. Denny Duquette morì in un misterioso incidente durante lo scontro con una banda ben armata di banditi. Era il giorno prima del suo matrimonio con Izzie.
Lei rimase per qualche tempo a casa dei Duquette, ma quando questi si trasferirono nel Principato di Quadri, lontani dai ricordi del figlio, Izzie non ebbe l’animo di seguirli e abbandonare la vecchia madre, che non voleva lasciare la sua decrepita casa.
Tornò come serva alla Fortezza Rossa, un fantasma grigio e spento, al punto che quasi, quando tornò, stentai a riconoscerla.
La corteggiai, mi respinse, mi odiò, mi sputò addosso parole velenose, ma io non ci badai. Ero abituato ad essere maltrattato. E poi ero innamorato. Le portavo fiori di campo, bigiotteria di poco valore rubacchiata qua e là, una fetta di pane in più da regalare e sua madre e pian piano accettò me, Alex Karev, l’uomo più viscido del pianeta, nella sua vita.
Izzie tornò a sorridere, qualche volta un’ombra le passava sul volto, a causa di Denny, ma stava bene e continuò a stare bene fino a quando la situazione non giunse alle orecchie di Sir Sloan.
Non so quale genere di infatuazione avesse nei confronti di Izzie, ma credo fosse  semplice egoismo. Con le lusinghe, promettendomi promozioni, mi intimò di lasciare perderequella sguattera certo non adatta a un sir, come diceva lui, ma ormai ero sordo da quell’orecchio, troppo innamorato per lasciar perdere.
Mi toccarono i lavori più umili, come fare da aguzzino a Lady Kepner, per proteggere me e Izzie. Abbassai la testa ed ero felice di farlo, per me e per lei.
Era tutto per Izzie, era tutto per amore. Anche a lei toccarono i lavori più umilianti, ma eravamo insieme, eravamo felici.
Finché un giorno Izzie sparì, nessuno sapeva niente di lei, io impazzii.
Solo molti giorni dopo scoprii che Sir Sloan l’aveva fatta giustiziare, accusandola di un furto che ero stato io a commettere, non lei.
Era un piccolo anello, un cerchietto d’argento trafugato a un mercante ospite di Sloan, un certo Samuel Bennett.
Andai da Sloan e gli puntai la spada alla gola, quando i soldati rossi, i miei stessi compagni, mi rinchiusero in una di quelle celle che io stesso avevo passato ore a sorvegliare, persi tutta la mia audacia. Ogni giorno Sloan mi veniva a trovare, prima che mi portassero da mangiare. Sapevo che, una volta che il fante se ne fosse andato, mi avrebbero portato del pane e un bicchiere d’acqua e io avevo fame e sete, sempre.
Fiaccò il mio spirito, cercò di cancellare il ricordo di Izzie e credo che ci riuscì e di questo mi vergogno, mi vergogno di tutto il mio passato.
Quando finalmente mi lasciarono libero, dovetti promettere la mia libertà in cambio. Formalmente rimango un soldato rosso, ma di fatto riferisco alla Regina di Cuori tutti gli spostamenti del Regno di Picche, fin da prima della guerra.
Mi sono comportato da vigliacco per tutta la vita, per questo mi chiamano Bianconiglio. Se non mi fossi venduto alla Fortezza Rossa, a quest’ora sarei morto, morto da tempo. Ma non era la morte a spaventarmi, no, era il dolore, la prospettiva di essere torturato per ore a terrorizzarmi. E così tradii Izzie, torturata e uccisa perché innamorata di me e da me amata. Sono diventato uno dei tanti venduti alla corte rossa, per una vita che nemmeno merito di vivere.
 
La ferita di Alex aveva smesso di sanguinare, ma Arizona continuava a tamponarla con lo straccio, toccata dalle parole del ragazzo.
«Non è vero» disse infine, ritirandosi da Alex, che piegò le dita e nascose una smorfia di dolore. «Non è vero che hai tradito Izzie, la ricordi ancora. E la vita che fai, il pentimento e il senso di colpa che provi, Alex, non sono una punizione sufficiente per gli sbagli che hai fatto?»
«Nemmeno mi conosci» sputò il Bianconiglio.
«Mi hai raccontato la tua storia».
«Ad ogni modo, è stato bello conoscerti, Arizona Robbins» tagliò corto il ragazzo, alzandosi e tendendole la mano destra.
«Credevo avessi deciso di venire con noi al Castello di Picche, di farla finita con tutta questa pagliacciata».
Sul volto di Alex si dipinse un’espressione confusa e il giovane lasciò cadere la mano lungo il fianco.
«Sai quello che ho fatto, vuoi ancora viaggiare con me? Cosa ti dice che non ti venderò alla Montgomery?» disse. «Lady Kepner ha ragione, sono un infido verme».
«Le persone cambiano, sir».
«Non sono piùsir».
«Come, sir?»
«Sei insopportabile, almeno tanto quantoquella Alice».
«Io non sono quella Alice, sono Arizona Robbins» protestò Arizona, per l’ennesima volta.
«Lo so, non sei innocente nemmeno la metà di Alice. E non hai i capelli lunghi e fluenti di Alice e nemmeno i suoi occhi chiari, i tuoi sono più scuri. Ad ogni modo la Montgomery è convinta che sarai tu a decidere le sorti della guerra e ti vuole. Finché non sarai tra le sue mani, non stipulerà mai la pace, insisterà per averti sotto la sua custodia. Crede che la Regina di Picche ti possa usare come arma o qualcosa del genere. Da quello che mi ha detto Matthew, sai usare a malapena un coltello, figuriamo una spada» disse Alex scuotendo la testa e tornando a sedersi. «Perciò, nessuno sa chi tu sia».
«Sono Arizona Robbins! E, perché tu lo sappia, non ho intenzione di essere la dannata arma di nessuno!» esclamò la ragazza del Mondo di Lassù, infiammata dalle parole di Alex. Lei non era un oggetto che i potenti di Wonderland potevano decidere di disporre a proprio piacimento.
Il Bianconiglio scosse la testa per caso.
«Nessuno capita a Wonderland per caso, nessuno si perde in queste terre senza un obbiettivo».
I due rimasero in silenzio, ciascuno meditando su sé stesso.
Sobbalzarono quando la porta d’entrata si aprì, rivelando un’irata April e un arreso Matthew.
«Puoi venire con noi, Alex, se lo desideri. Ma non potrai portare armi e sarai sotto la mia sorveglianza» disse il cavaliere, imbarazzato.
«Non è un prigioniero!» protestò Arizona.
«No, lascia stare, d’accordo» acconsentì Alex. «Arizona, posso viaggiare con voi?»
«Certo, ma-»
«Allora riposeremo ancora qui, per questa notte. Ho qualche provvista che potremo portare con noi e faremo rifornimento d’acqua, ma non ho cavalcatura né armi» disse Alex. «Finché si tratta di risalire l’Occhio del Gigante non mi servirà, ma poi sarebbe meglio proseguire il più velocemente possibile, se non vogliamo che i soldati rossi ci inseguano».
«Vedi? Li ha già avvisati!» lo accusò April.
«No, non ho avvisato nessuno, ma sono ben pochi i territori ancora in mano alla Regina di Picche. Non ci devono inseguire, Lady Kepner, non ne hanno bisogno, saremo noi ad andare da loro. Se vogliamo arrivare alla corte bianca, dovremo passare attraverso territori e villaggi sotto il dominio della Montgomery e non posso garantire che ne usciremo indenni».  
 
 
NdA
Ciao a tutti ;D
Allora, iniziamo subito con le precisazioni, la canzone è [9]Dance with the devil (Breaking Benjamin).
Per chi seguiva anche Private Practice il nome Samuel Bennett avrà sicuramente ricordato qualcuno ;D In questo caso è un mercante amico di Sloan, è un ruolo nel quale lo vedo bene, in fondo.
Il capitolo è stato un po’ più lungo del solito e la colpa è di Alex, ma spero che vi sia piaciuto!
Scusate il ritardo nel rispondere alle recensioni, a presto,
Trixie :D

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: _Trixie_