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Autore: sfiorisci    20/06/2013    5 recensioni
Dalla storia:
C’era in ballo il matrimonio dei suoi genitori, così vicino alla rottura, il fatto che Sebastian fosse ancora in circolazione, suo fratello che era stato lasciato e passava tutte le sere ad ubriacarsi, Jace che prendeva fuoco e, come se non bastasse, si era anche innamorata.
Incredibile ma vero, Isabelle Sophie Lightwood, che preferiva camminare con un tacco diciotto sul suo cuore piuttosto che donarlo a qualcuno, era innamorata.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izzy Lightwood, Simon Lewis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il tuo ragazzo è morto
 

Isabelle camminava nella fredda notte di New York, incurante degli sguardi che i curiosi gettavano su di lei. Era sempre stata una bella ragazza ed era abituata agli sguardi che riceveva, in qualche modo ne era sempre stata soddisfatta.
Ultimamente, però, non se ne curava più, aveva troppe cose a cui pensare.
C’era in ballo il matrimonio dei suoi genitori così vicino alla rottura, il fatto che Sebastian fosse ancora in circolazione, suo fratello che era stato lasciato e passava tutte le sere ad ubriacarsi, Jace che prendeva fuoco e, come se non bastasse, si era anche innamorata.
Incredibile ma vero, Isabelle Sophie Lightwood, che preferiva camminare con un tacco diciotto sul suo cuore piuttosto che donarlo a qualcuno, era innamorata.
Non lo avrebbe ammesso mai, ma una parte di lei era costantemente preoccupata per Simon, specialmente adesso che non aveva più il marchio a proteggerlo.
A volte si sentiva così stupida a preoccuparsi, era ovvio che c’era sempre Clary con lui, poi era un vampiro, avrebbero potuto ucciderlo, ma lui si sarebbe saputo difendere.
Izzy scacciò i pensieri dalla sua mente con un gesto della mano ed entrò nel locale. Non c’era fila, probabilmente perché era martedì.
Individuò subito suo fratello, intanto perché Alec era alto, poi perché era l’unico ubriaco scontroso della zona.
«Alec» lo chiamò a voce bassa
Il ragazzo, sentendo pronunciare il suo nome, si voltò.
«Magnus?» chiese stordito. Poi guardò meglio e vide che davanti a sé aveva sua sorella, non il suo ex-ragazzo.
«Tu non sei Magnus» disse evidentemente confuso, aggrottando le sopracciglia.
«No, io non sono Magnus, ma tu sei ubriaco fradicio, perciò ti riporto a casa» gli spiegò usando un tono più brusco di ciò che si aspettava. Alec non poté far altro che annuire e lasciarsi trasportare nel freddo della notte verso l’Istituto.
«Secondo te Magnus mi ama ancora?» chiese a sua sorella.
«Certo che ti ama, ma ha bisogno di tempo per perdonarti» gli rispose lei spazientita.
«E al Presidente Miao manco?».
«Sì, certo» rispose lei irritata.
«Se mi mettessi il glitter Magnus tornerebbe con me?».
Era tipico di suo fratello, quando si ubriacava, cosa che non aveva mai fatto prima, cominciava a fare domande sul perché Magnus l’avesse lasciato e Izzy si trovava a rispondergli sempre alla stessa maniera.
Sbuffò e decise che lo avrebbe ignorato fino a quando non sarebbero arrivati.
Aprì il portone dell’Istituto e si fece aiutare da Jace per mettere suo fratello a letto.
Quando finalmente ci riuscirono, Isabelle sentì di non avere sonno, così decise di uscire di nuovo e passeggiare per le strade di New York. Molte ragazze della loro età non l’avrebbero fatto, ma lei era una cacciatrice, se qualcuno tentava di aggredirla si sarebbe difesa.
Proprio in quel momento le arrivò un messaggio.
“Spero che tu non stia dormendo. In caso contrario scusami, ma vorrei parlarti, chiamami appena puoi” il messaggio era di Simon.
Il cuore iniziò a martellarle nel petto, anche se era cosciente del fatto che Simon non era il tipo che le rivelava i suoi sentimenti o altre cose simili. Per lui l’importante è che lei fosse presente e che gli volesse bene, forse era per questo che ancora non avevano capito che tipo di rapporto c'era fra loro, perché entrambi avevano paura di dichiarare i loro sentimenti.
Poi Izzy aveva visto cos’era successo fra Alec e Magnus, sapeva che se si fossero messi insieme lei sarebbe invecchiata, mentre Simon sarebbe vissuto in eterno.
“Non stavo dormendo, non preoccuparti, dove ci possiamo incontrare?” gli rispose.
“Fuori dall’istituto ti va bene?” le chiese poco dopo.
“Va bene, ti aspetto qui” gli inviò.
“Arrivo fra quindici minuti” fu il suo ultimo messaggio.
Izzy andò fuori dall’istituto e si mise ad aspettarlo accanto al cancello.
Era così curiosa di sapere ciò di cui le voleva parlare, che non stava ferma un minuto, camminava avanti e indietro con lo stomaco in subbuglio.
Guardò l’ora sul suo telefono e vide che erano le undici e mezza, l’ultimo messaggio che Simon le aveva inviato risaliva alle undici e un quarto, per cui sarebbe arrivato da un momento all’altro.
Izzy cercò di calmarsi, respirando a fondo più volte.
Arrivò mezzanotte e la sua euforia si era trasformata in delusione. “Come mai Simon mi ha dato un appuntamento se poi non si presenta?” pensò arrabbiata.
Poi però, la delusione sparì, per far posto alla paura: Simon non era il tipo da non presentarsi agli appuntamenti, per cui doveva essergli successo qualcosa. Izzy, in preda al panico, tentò di telefonargli, ma il telefono sembrava staccato.
Ancora più in preda al panico, Izzy corse verso casa di Clary, sicura che lui venisse da lì. Corse senza fiato, fino a quando non vide una persona che le fece arrestare la sua corsa e rimanere senza fiato.
«Sebastian?» sussurrò fra l’incredulo e lo sconforto.
«Ah, Isabelle, quanto tempo che è passato…» rispose sorridendo.
Il suo sorriso faceva paura, sembrava un mostro, un mostro con un sorriso angelico.
«Cosa ci fai qui?» chiese deglutendo.
Era in pericolo, lo sapeva benissimo. Inoltre Sebastian era coperto di sangue e aveva una spada in mano, coperta di sangue anche questa.
«Ti stavo cercando, sai» le rispose, sempre con quel suo sorriso angelico sulla faccia. I suoi capelli, a contrasto con il nero della notte sembravano ancora più biondi, quasi bianchi.
Spaventata, Izzy indietreggiò.
« Perché mi cercavi? ».
È vero che sapeva combattere, ma già una volta  si era ritrovata quasi uccisa da lui, non voleva di certo ripetere l’esperienza. Lui le mostrò la spada che reggeva in mano. Era ricoperta di sangue fino all’elsa. Izzy si domandò chi avesse ucciso quella notte.
« Non capisci? Eppure pensavo fossi intelligente » commentò Sebastian con una nota di delusione e sarcasmo nella voce.
«Questa è una spada d’argento. Il tuo ragazzo è morto, pensavo dovessi saperlo» Izzy sentì un brivido percorrerle lungo la schiena, poi le lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi.
«Cosa hai fatto? Come hai potuto?» iniziò a gridargli.
Sentiva che doveva vendicare Simon, fosse l’ultima cosa che avesse fatto, glielo doveva, perché lei non era stata in grado di proteggerlo come voleva.
Si lanciò contro Sebastian, lui la stava come aspettando; Izzy cercò di colpirlo ma lui, veloce come sapeva essere, schivò il suo attacco e le piantò la spada nello stomaco.
«Forse sarebbe meglio se lo raggiungi» gli disse, togliendogli la spada e andandosene.
 
In quel momento Izzy si svegliò di colpo, sudata, nel suo letto. Istintivamente si toccò la pancia, ma vide con sollievo che non c’era nessuna ferita e capì che si era trattato solo di un sogno.
Solo un sogno niente di più.


Bene, salve a tutti, sono qui con questa OS che è la mia prima Sizzy. Mi è venuta in mente quando ho visto l'immagine quella in cui c'era Sebastian che diceva a qualcuno che il ragazzo era morto, molti hanno pensato a Magnus e Alec, però a me è venuto subito in mente Simon.
Beh, ecco tutto, spero che la storia vi sia piaciuta, fatemi sapere. 
   
 
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