Videogiochi > Devil May Cry
Segui la storia  |       
Autore: _Miokie    21/06/2013    4 recensioni
"Uccido i demoni sulla terra perché quelli nella mia mente non possono morire".
In città è arrivata una ragazza avvolta da un mantello e dai lunghi capelli vermigli.
[Avvertimento per coloro che leggono, la storia che vi accingerete a leggere si rifà agli avvenimenti presenti nell' anime ispirato dalla saga dei videogiochi di Devil May Cry ]
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


-Dante-

Lady se n'è andata non appena ha iniziato a far buio e ci siamo ritrovati io e Beatrix nello studio senza un bel niente da fare.
Ogni tanto le ho chiesto come si sentisse e lei mi ha risposto sempre: -Sto bene, non preoccuparti.-
Eppure mi sembra ancora un po' pallida e debole, il leggero rossore che ha sulle guance di solito non è ancora tornato, però sembra molto tranquilla. Forse per riprendersi del tutto ha bisogno di un po' di riposo ma mi ha già detto di non essere stanca e preferisco non insistere.
Ad un certo punto la sua attenzione è catturata dagli scaffali di fianco alla scrivania, sui quali sono disposti in modo molto disordinato alcuni libri che, a dire la verità, non ho mai aperto in vita mia.
Ne ha scorso i titoli e dopo averne scelto uno ha iniziato a sfogliarlo con attenzione, a giudicare dalla copertina sembra un libro di arte.
-Ti interessano queste cose?- le chiedo indicando il volume.
-Mi piace disegnare- dice semplicemente sorridendo. Richiude il volume e se lo mette sottobraccio.
-E sei brava?-
-Non posso dirlo di certo io, dovresti essere tu a giudicare i miei disegni- Mi ha portato in camera sua e dal borsone ha tirato fuori una cartellina piena zeppa di fogli e foglietti, alcuni strappati da chissà dove e altri riattaccati con lo scotch dopo essere stati trappati in mille pezzi.
Me li fa' osservare bene, certi disegni sono dalle linee ben definite e studiate con meticolosità, altri sono dei semplici schizzi fatti al momento.
-Sono molto belli- ho commentando sfogliando le varie opere. -Hai un vero e proprio talento-
E' arrossita leggermente stringendosi nelle spalle. Quindi è questa la Beatrix che non tutti conoscono, è questo che lei cela sotto il mantello e dietro la lama di una spada che porta il nome di Giustizia. In realtà, sotto la stoffa scura e macchiata di sangue, nasconde una ragazza normale, un po' timida che disegna per esprimere le sue emozioni e a giudicare dai soggetti rappresentati pare non siano tutte allegre e felici: mani insanguinate che stringono con forza una rosa piena di spine, occhi che piangono lacrime di sangue.
Ma uno in particolare mi attrae: una donna, che giuro potrebbe essere Beatrix dieci anni più vecchia, che stringe a sè una bambina dai lunghi capelli, voltata di spalle e della quale non si può scorgere il volto. Tutt'intorno è contornato di macchie scure e rose appassite.
Ho riposto tutti i fogli nella cartella lasciando fuori quest'ultimo. Ora che siamo soli forse può rispondere a qualche mia domanda.
-E' mia madre- mi ha detto indicando la donna e successivamente la bimba -Questa invece sono io, è uno degli ultimi fra i pochi ricordi che ho di lei.-
-Cosa le è successo?- Mi sistemo meglio sul letto per poterla ascoltare più attentamente.
Sospira. -Dante...-
-Senti, posso comprendere che tu non voglia rivivere certi momenti della tua infanzia che a quanto pare non è stata molto allegra, ma io ho bisogno di capirti. Devo capirti.- Detta così la frase suonava parecchio male, perciò dopo essermi schiarito la gola ho continuato: -... Da oggi noi vivremo insieme, sotto lo stesso tetto. E credo che sia abbastanza importante instaurare già da subito un rapporto di fiducia reciproca. E davvero, mi sento un'idiota a fare certi discorsi perché è difficile anche per me fidarmi così facilmente delle persone ma se in questo momento io posso farlo con te, allora puoi farlo certamente anche tu con me.-
Mi guarda quasi esasperata sistemandosi sul letto a gambe incrociate.
Fa un profondo respiro e mi guarda con i suoi occhi di ghiaccio fissi nei miei.
-I miei genitori sono stati uccisi diaciassette anni fa' da dei demoni.- dice d'un tratto.
-Non ho molti ricordi di loro, so solo che ho gli stessi occhi azzurri di mio padre e i capelli vermigli di mia madre. Mi hanno detto che somiglio in modo impressionante alla mia mamma ed è solo grazie a questo che riesco a rappresentarla...-
-E sei diventata Devil Hunter per vendicare i tuoi genitori?-
Fa' una risata cupa.-No, non sono così sciocca da vivere la mia vita inseguendo demoni a destra e a manca per un torto che ho subito. Il motivo è un'altro.-
-Quale?-
Un altro respiro profondo:-Uccido i demoni sulla terra perché quelli nella mia testa non possono morire.- la sua voce è ancora più tetra della risata di poco fa' e di nuovo nei suoi occhi intravedo un ricordo terribile. Un peso gigantesco per una ragazza così giovane.
La guardo ad occhi sbarrati mentre si fissa le mani strette in grembo.
-Cosa vuoi dire scusa?- Riesco a boccheggiare.
-E' molto semplice. Si tratta di un mio sogno ricorrente, un'incubo per la precisione. Dove rivivo ripetutamente la scena dell'ultima volta che ho visto i miei genitori: il lungo corridoio della mia vecchia casa imbrattato di rosso, le ombre che mi avvolgevano e mi accompagnavano, il mare di sangue dove li trovai, dei demoni nascosti nell'ombra che soddisfatti osservavano il loro operato con i loro occhi maligni e assetati di altro sangue e anime. Mi inseguono da quando sono bambina e non hanno mai smesso di invadere i miei pensieri, non appena cala la notte, nel preciso istante in cui mi abbandono al sonno tutti quei ricordi si rifanno vivi così nitidamente da spaventarmi come la prima volta. Succede che in alcuni sogni sono più immagini in disordine che si susseguono velocemente, ma per la maggior parte delle volte tutto va nell'ordine preciso in cui è successo: da quando percorro il corridoio, a quando trovo la porta semi chiusa macchiata di impronte rosse scarlatte ancora fresche, all'immagine dei miei genitori accasciati al suolo e infine quando mi volto e dietro di me e trovo con i denti digrignati e il viso contorto in una smorfia diabolica, un demone che ancora non ha placato il suo appetito di anime. Non ricordo come feci a salvarmi ma so solo che se avessi esitato un solo secondo di più io... -
Bruscamente il racconto viene interrotto da un singhiozzo e solo in quel momento mi accorgo che sta piangendo. Troppo concentrato sulla sua terribile storia non ho fatto caso alle lacrime che stanno scorrendo copiosamente sulle sue guance e la mano tremante che tiene a coprirsi la bocca.
-Scusami...- dice sommessamente, la sua voce è appena udibile alle mie orecchie e inizia ad asciugarsi le lacrime col dorso delle mani.
Un po' esitante le poggio una mano sulla spalla nuda, lasciata scoperta dalla sottile bretella della canottiera grigia sgualcita che indossa come pigiama. In una settimana non mi sono mai accorto di quanto magra fosse, non ai livelli di anoressia, però è senza dubbio sorprendente che un corpicino così possa combattere contro i demoni. Sussulta di nuovo, scossa dall'ultimo singhiozzo.
Una specie di senso di colpa mi pervade, per averla praticamente costretta a raccontarmi la sua triste storia e per averle fatto rivivere quei terribili momenti della sua infanzia.
-Scusami tu invece, non avrei dovuto insistere.-
Si è voltata con un sorrisetto imbarazzato, nonostante le guance arrossate e gli occhi umidi.
-Lo hai detto tu che dobbiamo fidarci l'uno dell'altro no?-.
Senza neanche accorgermene l'ombra di un sorriso è affiorato sul mio viso.


-Beatrix-

-Lo hai detto tu che dobbiamo fidarci l'uno dell'altro no?- gli ho rivolto una specie di sorriso nonostante avessi ancora gli occhi inumiditi dalle lacrime e le guance tutte rosse.
In un primo momento Dante è rimasto interdetto ma poi ha ricambiato, i suoi occhi di ghiaccio si sono come sciolti.
Senza pensarci una seconda volta gli ho circondato le spalle in un'abbraccio un po' timido, che lui ovviamente non si aspettava. Dopodiché mi sono alzata in piedi e ho fatto per andare in cucina ma lui mi ha fermato afferrandomi per il polso.
-Ma quindi con chi hai vissuto dopo la morte dei tuoi genitori?- mi chiede.
-Sono stata affidata a mia zia. E ho vissuto con lei fino ai diciassette anni, poi sono scappata di casa lasciandole solo un biglietto dove le ho chiesto di non cercarmi da nessuna parte. Ha accettato la cosa tranquillamente. Adesso le mando una lettera ogni mese e lei risponde sempre. Anche se spesso mi manca una figura familiare.-
-Quindi non l'hai più rivista da quando sei scappata?-
-No, ho viaggiato tanto e non ho mai avuto tempo. Però ora che sono in un posto fisso posso finalmente mettermi da parte qualche soldo per andare a trovarla.-
-Sembri seriamente disposta a lavorare, mi piace questa cosa. Ho fatto bene ad accettarti come socia.-
Ci sorridiamo entrambi. O meglio, io faccio un sorriso ampio, un po' imbarazzato per avermi chiamata "socia", mentre lui il solito mezzo sorrisetto che lascia appena intravedere i denti bianchissimi.
Il mio stomaco, all'improvviso, si è fatto sentire in modo prepotente e di certo in un momento poco opportuno. Sono scoppiata a ridere e sono uscita dalla camera seguita da Dante.
Andiamo a mangiare qualcosa in cucina. Non ci sediamo neanche a tavola, una cena veloce con dei panini fatti al volo. E mentre io rimango poggiata sul mobile sotto la credenza lui sta dall'altra parte della piccola stanza poggiato sul muro accanto alla porta, entrambi mangiamo in silenzio.
-Tu invece che mi dici del tuo passato? Di sicuro è più allegro del mio.-
Soffoca una mezza risata -Non è molto interessante a dire la verità.-
-Menti Dante, ti si legge in faccia che in realtà non hai voglia di parlarne. Ma non posso essere solo io a parlare del mio passato, no? Anche io voglio saperne di più su di te.-
Silenzio.
-Andiamo, hai vissuto quasi il doppio di me. Di sicuro hai più da raccontare e dubito che possa essere poco interessante la tua vita, non è da tutti aprire un'agenzia di sterminio demoni.-
Ha finito di mangiare, spazza via dai suoi vestiti le briciole e fa per andarsene.
-Un'altra volta ok? Per oggi ne ho abbastanza di storie tristi-
Sussulto leggermente, evidentemente mi sono sbagliata a pensare che il suo passato potesse essere meno deprimente del mio.
Lo seguo fuori dalla stanza mentre penso a cambiare argomento.
-Ehm... Abbiamo qualche altra commissione sull'agenda?-
Lui volta appena il viso per scorgermi oltre la sua spalla.
-No, siamo liberi per i prossimi giorni. Ti va di fare qualcosa? Se vuoi ti faccio fare un breve tour della città, così potrai orientarti meglio in futuro.-
-Per me va bene, ma prima che te ne dimentichi devo ricordarti una cosa...-
Si volta con sguardo interrogativo. -Cosa mi starei dimenticando?-
-...I soldi per il lavoro di oggi!-
Un accenno di risata trapela dalle sue labbra. -Tranquilla li ho già ritirati. La tua parte è sulla scrivania in camera tua.
-Perfetto! Allora domani ne approfitto per comprare qualche vestito nuovo.-
La sua risata si trasforma in uno sguardo quasi implorante. -Oh Dio, no...-
-Tranquillo non ci metterò tanto, comprerò lo stretto necessario.-
Il suo viso si rilassa leggermente rimanendo però, ancora un po' preoccupato.
Subito dopo quella breve conversazione ci congediamo e andiamo ognuno nella propria stanza.
Mi butto a peso morto sul mio letto. Ed una strana sensazione mi pervade al pensiero che questo adesso è il mio letto, che questa è le mia stanza e che da oggi vivrò qui, in questa casa insieme ad un uomo albino col nome di un poeta del milleduecento e con il quale collaboro in un'agenzia di Devil Hunter
Mi metto a sedere e rimango per un po' così, con i miei pensieri che vagano.
Non ho idea di come abbia fatto ma alla fine mi sono ritrovata a chiedermi se il muro che divide le nostre stanze è abbastanza sottile per poterci parlare attraverso.
Spinta dalla curiosità, do' un paio di colpi sul muro adiacente alla stanza di Dante.
-Che c'è?- Grugnisce lui dall'altra parte.
-Che figata!-
Un'altro grugnito. -Davvero ti emozioni per delle pareti sottili?-
-No. Però pensa che figata, possiamo parlare tranquillamente senza che uno invada la privacy dell'altro.-
-Non so quanto ti convenga ciò. Non credo ti farebbe piacere essere al corrente di ogni volta che porto una donna nel mio letto.-
Arrossisco violentemente al pensiero di Dante a letto con la prima che capita, per fortuna che non mi può vedere.
-Per fortuna ho il sonno pesante.-
-Ecco brava, ora a nanna ragazzina.-
Gli rivolgo una linguaccia molto poco cortese mettendomi sotto le coperte.
-Buonanotte Dante...-
In risposta ho ottenuto solo il suo russare.


L'angolo di Lilith!
Eeeeee[...]eee ce l'abbiamo fatta anche con questo chapter!! Hallelujah! Avevo paura che non sarei mai riuscita a finirlo... Più che altro perché ad un certo punto mi sono ritrovata con un serio blocco e non sono riuscita a scrivere niente! Ma grazie al cielo mi son sbloccata e ho terminato anche questo.
Ditemi che non vi ho fatto deprimere... n-non era mia intenzione d-davvero!! *va nell'angolo *
Cooomunque spero davvero che vi sia piaciuto, recensite in tanti e alla prossima!

Baci,
Lilith.

P.s.: No... stavolta niente disegno u.u

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Devil May Cry / Vai alla pagina dell'autore: _Miokie