Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: controcorrente    21/06/2013    1 recensioni
Perla ha dodici anni e fa parte di una nobile famiglia. Un giorno suo padre annuncia il matrimonio della sorella maggiore Carlotta con un aristocratico del posto. Attraverso il suo diario, scritto ad un'amica immaginaria di nome Penelope, Perla racconta le difficili traversie di un matrimonio della fine del 1600, i problemi e gli accidenti che possono succedere, con umorismo tagliente tra grasse zie monache, vecchi cicisbei e anziani parenti dai nomi improbabili e dall'udito poco sveglio. Perché in fondo, occorre saperci ridere sopra qualche volta.
Genere: Commedia, Satirico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Benvenuti cari lettori. Spero che la storia continui a piacere. Nel precedente capitolo, abbiamo conosciuto il cicisbeo Enrico ed ora avremo un nuovo sviluppo della storia. A presto!
 
 
TRA LETTERE, SERENATE E FINESTRE SBAGLIATE
 
 
 
Cara Penelope,
la situazione sta precipitando, me lo sento. Ho a volte il presentimento che questo matrimonio non avverrà mai ed il timore di avere mia sorella alle costole è un futuro che io non desidero certo avere.
Carlotta, per il momento, non sa niente. A quanto pare, la collezione di maioliche di zia Mena la sta distraendo non poco ma non posso abbassare la guardia. Quando la sua vanità troverà una soddisfazione, lo spirito tornerà a dare il tormento e, per me, si attenderà un nuovo ed imprevedibile castigo.
Avevo sperato di poter passare questa villeggiatura giocando a biribissi con quel simpatico garzone che zia Mena tiene in gran conto e che somiglia tanto a lei e Messer Francesco. Ha due anni meno di me ma gioca molto bene.
Si chiama Pietro ed è molto simpatico. Quando posso, vado a fargli visita e spesso giochiamo alla ruzzola e ad altri giochi nel cortile della casa...ma capita assai raramente. La signora madre ed il signor padre disapprovano tutto questo perché, per quanto apprezzato, Pietro è pur sempre un servo.
In ogni caso, se speravo di approfittare della villeggiatura per svagarmi con lui, venni presto smentita. Il mio compito di vigilare su Carlotta occupava tutto il mio tempo.
Mia sorella, infatti, non ha apprezzato il cicisbeo che la sorte le ha offerto.
Non gli piace come si muove.
Non apprezza i suoi tentativi di compiacerla.
Non fa che criticare tutte le volte che tenta di assolvere il suo conto.
E'chiaro anche ad una mente innocente come la mia che vuole le attenzioni del fidanzato. Ovviamente.
Lo vedo da come si muove, da come guarda con disperazione Messer Alberto...e lui che fa?
Lui va fuori ad uccellare, a pescare accompagnato da Pietro, a montare a cavallo di uno dei castroni tenuti nella stalla della villa della zia. Tutte attività piacevolissime...che hanno lo spaventoso difetto di essere prettamente maschili.
E così, mia sorella rimane in compagnia del cicisbeo ma non è contenta della cosa...e nemmeno io lo sarei. Posso capire Messer Alberto ma non lo approvo. Anche io trovo insopportabile mia sorella ma non vengo meno all'onere di accompagnarla mentre lui, lontano dagli occhi degli Albieri e dei Della Rovere, ha preso a disertare la procedura del corteggiamento.
Ovviamente, questo particolare non è affatto piaciuto a zia Mena che, dopo aver rimbrottato mia sorella, ha preso in mano la situazione.
Ha fatto chiudere le stalle, adducendo come scusa la necessità di riparare alcuni interni.
Ha portato i fucili ad una manutenzione improvvisa ed ingiustificata ed ha fatto misteriosamente sparire tutte le canne da pesca di un addoloratissimo e indignato Messer Federico, appassionato di quel genere di attività.
A quel punto, le cose sembravano migliorate...ma niente andò secondo le aspettative. Lontano dal giogo dei genitori. Alberto non voleva perseguire comunque la nobile arte del corteggiamento, malgrado i tentativi infruttuosi di mia sorella di compiacerlo.
Per un momento, venni presa dalla tentazione di riferire al mio futuro genero quanto sapevo, oppure chiedere consiglio a Zia Mena...ma non sapevo come fare.
Temevo di non essere creduta e, ancora di più, paventavo il rischio che la mia reputazione stava correndo.
Eppure, si rendeva necessario un rimedio.
Mia sorella cominciava a scontentarsi e sarebbe stato terribile se Alberto avesse scoperto la sua odiosa indole prima della firma delle carte...non potevo permetterlo. Così presi il coraggio a due mani e feci visita a mia zia.
Signora Zia, il comportamento di Messer Alberto mi preoccupa. Mia sorella è sempre più inquieta, dal momento che il primo sta disertando il cerimoniale del corteggiamentoriferii, mentre passeggiavo con lei nel giardino. Poco dopo pranzo, Carlotta, non sopportando il caldo della zona, è solita fare una pennichella ed io ho approfittato della sua debolezza per avvicinare la padrona di casa e parlare lontano dalle sue orecchie sospettose.
Ho notato anche io, cara nipote e pavento che prima o poi mio fratello e le famiglie di entrambi avranno da ridire sulla cosa, scaricando le colpe su di memormorò, agitando il ventaglio tra le mani.
Temo che la signora madre sarà in collera anche con memormorai sconsolata
Mia zia scrollò le spalle.
Sarà scontenta in ogni caso, soprattutto se dovrà sentire le lamentele di vostra sorellaribatté, con un piglio deciso Messer Alberto non ha garbo alcuno verso di lei. Nemmeno la minaccia di essere diseredato è valsa a farlo recedere dai suoi propositi. Ugualmente dobbiamo risolvere il problema.
Discutemmo a lungo, fino a quando non vedemmo mia sorella passeggiare nel parco, accompagnata da Messer Enrico e Messer Alberto. Istintivamente ci bloccammo, osservando con un certo timore, quello strano terzetto. Il futuro sposo di Carlotta pareva insofferente alla presenza della sua fidanzata che invano tentava di attirare la sua attenzione. Messer Enrico, invece, provava in ogni modo a farsi piacere da Carlotta la quale si limitava a rivolgergli sguardi sprezzanti e malevoli. Malgrado questo, il cicisbeo non demordeva...e, per un momento, mi parve di scorgere in questi quella scintilla d'interesse che non ho veduto mai nel viso liscio di Messer Alberto.
Dobbiamo assolutamente risolvere il problemaproferì zia Mena...ma quello che la donna non immaginava era che la situazione rischiava di diventar assai peggiore di ogni nostra più rosea aspettativa.
 
 
 
 
 
 
 
Avvenne tutto due notti dopo la nostra passeggiata. Dopo aver passato un'altra giornata fastidiosa e logorante, al seguito di Carlotta, mi godevo il sonno dei giusti...non senza qualche perplessità iniziale.
Mia sorella, dopo cena, quando tutti si stavano rintanando nelle proprie alcove, mi aveva avvicinato e, dopo essersi lamentata di alcuni fastidi dovuti alla scelta della camera che le era stata assegnata dalla zia, mi aveva costretto a fare a cambio con lei.
Non mi feci domande allora, benché trovassi strano questo suo lamentarsi. Di tutte le cose che non le andavano a genio, era la prima volta che la udivo lagnarsi del sonno. In ogni caso, mi disposi ai suoi capricci, ben decisa a non farmi prendere dal nervosismo. Molte cose erano accadute.
Messer Alberto aveva ricevuto una lettera da parte del signor Della Rovere e, da quel momento, aveva principiato a mostrar segni d'insofferenza sempre più pressanti, cosa che non era sfuggita a mia sorella la quale, notando la differenza di atteggiamento tra il prima ed il dopo, aveva continuato a scontentarsi. I modi burberi e sgradevoli del fidanzato, che pareva avercela con il Mondo, avevano però portato a delle conseguenze inattese.
Improvvisamente, le maniere di Messer Enrico, caramellose ma meno scorbutiche del fidanzato, non le sembrarono più così fastidiose...o almeno così supponevo. Ne chiesi la ragione a mia sorella...che mi stupì, per l'ennesima volta. Ho osservato che Messer Alberto fa troppo affidamento sul mio amore, pertanto ho deciso di farlo penare un po'...e Messer Enrico si presta al mio disegno con non poco entusiasmo. Chissà che non serva a qualcosa.
Su questo punto, mia cara, non vi erano dubbi di sorta...ma l'apatia di Messer Alberto, privato dei divertimenti e del vigore, lasciavano molto a desiderare sulle capacità strategiche di mia sorella e sulla riuscita del suo tentativo d'ingelosirlo.
E qui mi sbagliai assai.
Quella notte, come ti dicevo, stavo dormendo saporitamente, dopo una prodigiosa scorpacciata di pesci fritti e salsine appetitose, frutto della plebea attività dei borghi vicini. Improvvisamente, il mio sonno ristoratore venne bruscamente interrotto da un suono strano e terribile, simile ad un lamento, così denso e penetrante da farmi saltar giù dal letto di colpo.
Immaginati la paura...essere svegliata così, in piena notte!
Mi guardai attorno con il cuore in gola, cercando nel buio la causa di quel rumore. Quando il velo del sonno venne scostato, mi resi conto che si trattava di una musica, per quanto lamentosa e orrenda potesse essere. Stizzita, mi avvicinai alla finestra...prima di fermarmi.
Ero nella camera di Carlotta e lei mi aveva raccomandato di rimanere lì. La lagna comunque proseguiva ed io non sapevo come risolvere il problema. Alla fine mi avvicinai, non vista, per vedere chi era lo scocciatore, salvo poi pentirmene.
Era Messer Alberto che, con un impegno che non si accompagnava minimamente alle sue capacità effettive, cantava una serenata a mia sorella.
Peccato che non fosse lì.
Ammetto che la Sorte è assai ingiusta.
Il promesso di mia sorella non aveva mai osato un'azione tanto temeraria e, di certo, dopo l'iniziale fase di disinteresse, mai mi sarei immaginata una mossa del genere. Pareva un Orfeo che cantava l'amore della sua Euridice...un Orfeo molto stonato invero.
Rimasi a sentirlo una buona pezza, non sapendo come fare.
Sembrava che volesse vedere la sua amata ad ogni costo...e compresi abbastanza velocemente la gravità della situazione. Qualora Messer Alberto avesse scorto la mia sagoma, riconoscendola, sarebbe venuto fuori l'inganno di Carlotta...ed io mi chiesi dove quella scriteriata si fosse nascosta, lasciandomi in un simile impiccio.
A quel punto, senza indugio alcuno, raggiunsi il corridoio per andare a svegliare mia sorella e mostrarle quanto il suo fidanzato dimostrasse amore nei suoi confronti. Bussai decisa all'uscio, badando bene a non attirare troppo la situazione...ma mia sorella non rispose e quando provai a guardar dentro mi avvidi che non c'era nessuno.
Ma dove è finita?mi chiesi, non senza preoccupazione.
La zia aveva un buon rapporto con i villici del posto ma la sparizione di mia sorella era un evento tutt'altro che tranquillizzante. Feci quindi per raggiungere la sua camera...quando uno strepito, proveniente da fuori, mi spinse ad affacciarmi.
E vidi Messer Alberto zuppo dalla testa ai piedi, con il liuto in mano e la faccia sbigottita.
Sgomenta fissai il cielo ma le stelle della volta smentirono ogni possibile idea di temporale.
Così imparate a disturbare il sonno!disse una voce maschile palesemente arrabbiata, prima di rinchiudersi di nuovo nella casa.
Ci misi un po' prima di venire a capo del mistero...ed ora posso darvene una spiegazione.
Il mio futuro cognato aveva ricevuto una lettera da parte dei Della Rovere e degli Albieri, nella quale si diceva che presto avrebbero fatto visita alla casa di Zia Mena. Per sincerarsi della nascita dello splendido legame tra i due futuri sposi era stata la spiegazione.
Ovviamente Messer Alberto si era spaventato, dal momento che, essendo il matrimonio inevitabile, non vi vedeva necessità di alcun impegno. Poiché però mancavano pochi giorni al loro arrivo, aveva preso la decisione di andare a far una serenata a mia sorella, confidando nei suoi modi svenevoli e ingenui.
Purtroppo non è mai stato un buon cantante né, tantomeno, un musicista eccelso e, per dei motivi a me ignoti, mia sorella era andata a dormire altrove. Messer Alberto, all'oscuro di tutto questo, aveva così cantato alla finestra giusta senza sapere che era quella sbagliata, strepitando per diverso tempo.
Il suo lamento aveva finito con lo svegliare anche Zia Mena e Messer Federico il quale, angustiato dalle carinerie del cicisbeo, aveva scambiato Messer Alberto per Messer Enrico e, prima che la padrona di casa lo vedesse bene, aveva pensato di vendicarsi del comportamento pressante che quest'ultimo aveva tenuto con la zia, rovesciandogli sulla testa il contenuto del vaso da notte.
 
 
 
Così ebbe fine lo strazio di Messer Alberto...ma una domanda sorge ugualmente: in tutto quel pandemonio di equivoci e travisamenti, degno di una novella d'avventura, che fine aveva fatto mia sorella?
 
Bene, questo capitolo è venuto fuori senza problemi.
Lo avevo in mente da un po' ed ora finalmente è nato. Ci sono delle domande nell'aria e vi informo che ho snellito la trama, togliendo qualcosa. La storia si concluderà a breve comunque. Intanto ringrazio tutti coloro che mi hanno letto e recensito.
 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: controcorrente