***** Black Star
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Salve tutti, è da parecchio tempo che non
aggiorno questa storia, ormai avrà già
le ragnatele! Chiedo umilmente perdono per aver aspettato così
tanto, questo capitolo ne ha viste davvero di tutti i colori, ma alla
fine è riuscito ad approdare su efp e spero
tanto che sia di vostro gradimento! Ho intenzione di continuare a scrivere
questa storia anche se non garantisco aggiornamenti
veloci, cercate di avere pazienza se potete. Bene ho detto
tutto, non mi resta che augurarvi buona lettura! ^__^
RAGGIO DI SOLE
Cap. 4 PUNTO DEBOLE
Il suo dolce profumo era in grado di stordirlo,
di confondergli le idee beandolo di sensazioni idilliache mai provate prima,
emozioni nuove, a lui sconosciute, lo stavano lentamente invadendo come
il veleno di un serpente. Delicatamente le sue labbra si posarono su quelle di
lei in un breve ma intenso contatto. Cosa non avrebbe dato per far si che tutto restasse così perfetto, avrebbe tanto
voluto prolungare quel bacio, ma, come risvegliatosi da un sogno, si
ritrovò improvvisamente nella realtà.
Cosa stava facendo, era impazzito? Come gli era
venuto in mente di fare una cosa del genere?!
Istintivamente allontanò il suo viso da quello della
ragazza addormentata continuando ad osservarlo in silenzio, trattenendo il respiro quando la vide appena rabbrividire. Forse si stava
svegliando… forse era stato lui a svegliarla?!
- Ce…
Cedric… -
-
S… si Orube? - chiese lui con tono agitato.
-
… passami il caffè… -
Si
tranquillizzò poco dopo rendendosi conto che la ragazza stava parlando
nel sonno. Gli venne da sorridere, era incredibile come lei potesse
essere così dolce e innocua quando dormiva. Allontanatosi dalla poltrona
rimase a fissarla a lungo senza preoccuparsi dello scorrere del tempo sino a quando avvertì qualcosa… una voce!
Non
c’erano dubbi quello era metamondese…
il libro degli elementi!
Il suo
sguardo si spostò istintivamente in direzione
dell’antico volume incastrato alla parete, l’occhio si era
spalancato improvvisamente emanando un pallido bagliore…
la luce, nel liquido baratro, illumina la voce delle
incantatrici!
Pronunciata
quella frase, così come si era spalancato, l’occhio si era
richiuso facendo piombare la libreria nel silenzio.
-
Finalmente il libro ti ha parlato Cedric! – al suono di quelle parole Cedric sobbalzò colto di sorpresa.
- Orube?! Ma… da quanto tempo
sei sveglia? -
- Il tempo necessario per riuscire ad ascoltare tutta la frase
pronunciata da quel libro –
-
Ah… capisco… - abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarla negli occhi, una parte di lui si sentiva in colpa per quello che aveva fatto
pochi attimi prima del suo risveglio.
Forse lo
stare a lungo su quel pianeta aveva finito per avvelenargli il cervello, quanto
avrebbe voluto scappare, allontanarsi da quelle
sensazioni umane che pian piano lo stavano contagiando come una malattia,
perché Orube gli faceva quello strano effetto?
Quale misterioso potere aveva su di lui? Qualcosa di lei lo spaventava, ma non
capiva cosa fosse, bastava solamente un suo sguardo a renderlo vulnerabile,
perché?
-
Certo che è davvero una frase strana! Tu per caso hai capito a cosa si
riferiva? -
-
Non ne ho idea, ciò che è certo è che ci troviamo di
fronte a un enigma da risolvere… - disse con aria pensierosa.
-
Già, hai perfettamente ragione, a quanto sembra non
sarà affatto una passeggiata… ora è meglio che vada a
chiamare le altre, può darsi che loro siano in grado di
risolverlo… -
Stava per
alzarsi dalla poltrona e andare a prendere il telefono quando improvvisamente
si bloccò.
-
Ehi Cedric! Sei sicuro di sentirti bene? Hai
un’aria strana… - chiese notando il suo sguardo basso e la sua
espressione indecifrabile.
-
… mai stato meglio, non preoccuparti… - rispose accennando un sorriso.
- Se lo dici tu… -
Decise di
non insistere anche se si era accorta che in
realtà c’era qualcosa che lo turbava. Quali pensieri contorti stava macchinando la sua mente? Per quale motivo evitava di
guardarla? Cosa era cambiato in lui nel giro di poco
tempo?
Domande,
tante domande bisognose di una semplice
risposta… risposta che non sarebbe mai arrivata.
Pochi
minuti dopo le Guardiane di Kandrakar arrivarono in
libreria e la loro presenza non migliorò di certo lo stato d’animo
di Cedric. Il suo odio verso di loro era
spropositato, ma riusciva a reprimerlo bene anche grazie alla sua arte
dell’inganno che gli permetteva di mascherare alla perfezione qualsiasi
sentimento, solo che quel giorno aveva avuto parecchia difficoltà. A
peggiorare il tutto c’erano gli occhi indagatori di Orube che, in certi momenti, lo fissavano quasi con insistenza al
fine di cogliere ogni minimo mutamento della sua espressione. Per la prima
volta in vita sua si sentiva profondamente a disagio, le mani serrate a pugno
tanto da farsi male alle nocche ne erano la prova.
Doveva cercare di stare calmo dopotutto era o non era Lord Cedric,
si trattava solo di aspettare, una volta riavuti i
propri poteri quelle sensazioni umane sarebbero sparite per sempre, si, era
soltanto questione di tempo.
Tra una
cosa e l’altra la giornata era passata in fretta, il giorno aveva
lasciato spazio alla notte con il suo manto scuro
illuminato di stelle e ovunque regnava un silenzio assordante.
Finalmente
quella notte anche Orube avrebbe potuto concedersi un
meritato riposo, aveva parecchio sonno arretrato e non
vedeva l’ora di stendersi sul divano per poi rilassarsi e chiudere gli
occhi. Non si poteva certo dire la stessa cosa di Cedric
che, dal canto suo, non sembrava molto intenzionato a
cadere tra le braccia di Morfeo.
- E così alla fine anche la grande Orube
ha ceduto alla tentazione del sonno, non ci posso credere! -
- Perché, la cosa ti sorprende tanto? Non sono mica una
macchina! –
- Per
fortuna, cominciavo a temerlo! Pensa è già da quattro o forse
cinque giorni che non chiudi occhio, è un record! –
- Che fai, mi prendi pure in giro, lo sai che non ti conviene…
-
-
Oh scusa non volevo offenderti! – disse lui con una nota di ironia.
-
Mi vuoi provocare? Sai che posso anche diventare cattiva quando ho carenza di sonno?! –
-
Non mi permetterei mai… a proposito, questa notte hai
intenzione di dormire sul divano? –
-
Credo si sia capito, sempre se a te va bene, ovviamente! –
-
Per me non ci sono problemi, solo… - aveva lasciato la frase in sospeso, incerto se proseguire o meno, forse era meglio non dire nulla e lasciar perdere.
- Solo cosa? – chiese lei incuriosita, incontrando i suoi profondi occhi
azzurri.
-
Ehm… solo… non ti andrebbe di dormire nel mio letto…?
Subito la
ragazza strabuzzò gli occhi arrossendo vistosamente.
-
Eh cosa?! Forse non ho capito bene… -
- Non
so cos’hai capito, comunque… diciamo che
se ti va io te lo cedo molto volentieri! –
Orube
lo guardò sempre più sorpresa e la sua espressione era a dir poco
comica.
- Ma scusa tu dove dormirai? -
-
Nel divano naturalmente! –
- Ma sei proprio sicuro… insomma… faresti davvero
questo per me? –
-
Si, ma non ti ci abituare! –
-
Come siamo gentili questa sera, è successo
qualcosa che io non so? –
A quelle
parole lo sguardo di Cedric si abbassò
istintivamente.
- No,
è solo che non mi va l’idea che tu dorma scomoda sul divano e l’indomani
mattina incominci a lamentarti dicendo che hai male di
qua e male di là! –
-
Oh grazie per la premura! A questo punto credo che mi convenga approfittare di
questa “generosa” offerta! –
Era
già da diverse ore che si stava rigirando sul divano alla ricerca di una
posizione più comoda, aveva dormito parecchie volte lì eppure
quella notte non ci riusciva proprio. Chissà se
Orube era ancora sveglia… no, probabilmente era
già nel mondo dei sogni, beata lei! No era
tutto inutile, la sua mente era concentrata su un solo e unico pensiero: Orube!
Guarda
come si era ridotto, si faceva una gran pena, non solo provava delle sensazioni
strane ma ora si preoccupava anche per lei! Dove sarebbe andato a finire di questo passo? Non poteva
fare a meno di pensare a lei, ai suoi occhi così particolari… occhi che aveva scoperto essere il suo PUNTO DEBOLE.