The
Seventh:Winter
· PART
7: Holdin’
·
Chapt 19: Blaze
of Glory
“I have always told you some version of the truth."
"VERME
INFAME!" Malekith è riuscito a piegare il
braccio per estrarre la lama dalla schiena e la stringe nel Gauntlet
facendo sfrigolare e sciogliere il metallo, gli occhi due braci azzurre ed un
rivolo di sangue nero a colargli lungo il mento annerito e raggrinzito.
"ALLE SPALLE, COME IL CODARDO QUALE SEI!" Loki
non lo lascia continuare, muove il braccio e fende l’aria con una falce di
ghiaccio diretta al palmo del Gauntlet. "Non mi
pare di combattere contro il più onesto degli avversari" Scatta di lato,
scarta un colpo, scinde il suo corpo in molteplici copie a circondare il nemico
e ne deride il disorientamento. "E d'altronde, da me che ti potevi
aspettare?" un paio di copie si lanciano su Malekith.
Un movimento fluido della sciabola e cadono sul ponte tagliate a metà per
svanire in un'ombra di fumo, senza che le altre copie smettano di schernirlo.
Più Malekith li colpisce e più ridono, prima di
scomparire.
Poi il Re
di Svartalfheim incrocia la lama con il vero Loki, occhi negli occhi. Ed iniziano a combattere.
Thor si è
rialzato in piedi e ha ripreso a respirare senza troppa fatica. Alza la mano a
richiamare il Mjolnir senza distogliere lo sguardo
dallo scontro tra Malekith e suo fratello.
Non si
sottrae allo scontro diretto, eppure
cerca di risolverlo con pochi colpi: Schiva, muta la sua forma, si
teletrasporta, punzecchia l’avversario costringendolo ad usare il Gauntlet.
Sta
giocando d'astuzia, ma questo non rende lo scontro meno degno.
Non è il
passo suicida con cui è andato incontro a Thanos.
Quella si sta svelando alla vista di Thor è l’arte della magia piegata alla
battaglia, senza nessuna mancanza di convinzione o motivazione.
Sentendosi
orgoglioso di suo fratello come non mai, Thor stringe il Mjolnir
in mano ma non lo usa: la sua vita è stata costellata dal trionfo, ora è giusto
che Loki abbia la propria.
"TROLL, ALLA TUA DESTRA!" Steve non
fa in tempo a spostarsi che viene caricato e lanciato per aria da un gigantesco
Jotun che lo afferra per una gamba ed inizia a
rotearlo, usandolo come clava per abbattere IronMan, lanciatosi
in picchiata in suo soccorso. I due rotolano per terra fermandosi solo al
limitare della scogliera, semisvenuti e avvinghiati. A pochi metri Hogun infilza un paio di avversari e poi si concede uno
sguardo perplesso nella loro direzione.
"Saluta
la nostra reputazione, Capitano" Sospira Tony, mentre Steve si puntella
sui gomiti per alzarsi faticosamente: "Ho il vomito" annuncia ad un
palmo di naso dalla faccia dell'altro.
IronMan riabbassa in fretta la visiera
dell'elmo: "Tu sì che sai come mantenere l’atmosfera, eh?”
"Hey, voi due, devo trovarvi
un lubrificante o tornate a combattere?" chiede Barton
all'auricolare.
Steve
piega la testa di lato: non ha capito.
"NOOO!"
Thor è intervenuto nel momento in cui Loki sembrava
più in difficoltà, quando la lama di Malekith gli era
passata talmente vicina da aprirgli una riga scarlatta sul petto. Il movimento
del Re di Svartalfheim è stato talmente veloce che
non è riuscito ad anticiparlo: Si trova ancorato alla plancia del timone con la
spalla trafitta ed immobilizzata dalla sciabola, e suo fratello dalla parte
opposta, ostaggio sospeso a mezz'aria; sul dorso del Gauntlet
brilla di nuovo la Gemma del Tempo.
"IDIOTA!"
Ringhia Loki, i muscoli tesi nell'inutile sforzo di
muoversi. "Devi sempre metterti in mezzo, eh? Devi sempre avere la tua
larga fetta di gloria! Ce la stavo facendo da solo, STUPIDA TESTA VUOTA!"
Chiede
perdono, più e più volte, mentre richiama a sé il Mjolnir
caduto. Malekith gli sconsiglia di tentare
un'ulteriore mossa: "Di te mi occuperò dopo. Riprenderemo dal punto in cui
il tuo fratellino ci aveva interrotto" Torna a fissare Loki,
lo fa avvicinare con un movimento della deita e gli
stringe la gola nel Gauntlet: "Il tuo fratellino
che oggi ha mire indiscutibilmente eroiche" schiocca le labbra e le piega
in un sorriso sadico: anche la Gemma dell'Anima si è messa a brillare, il viso
di Loki si sta scolorendo ed il corpo è percorso da
un fremito: "Più o meno le stesse del giorno in cui ci siamo
conosciuti" aggiunge.
"Taci..."
il sibilo di Loki è quasi un gemito strozzato. Evita
lo sguardo di Thor, di secondo in secondo sempre più consapevole, sempre più
rabbuiato, sempre più addolorato.
"Perché
lo sai, Thor, che noi ci conoscevamo già da tempo? Oh. Non gliel'avevi detto, Loki Laufeyson, che avevamo un
accordo? Lui mi avrebbe fatto avere il Gauntlet -
completo, ma tant'è - ed io avrei attaccato Asgard,
ucciso te e tuo padre e dato a lui la possibilità di un gesto eroico per
salvare il Regno e venire acclamato Re e Salvatore e portato in tripudio dalla
folla”.
Thor
stringe le dita attorno al Mjolnir. "È così? È
la verità Loki?"
Lo vede ansimare
nella stretta dell'Elfo Oscuro, e poi abbozzare un sorriso freddo e sostenere
di non sapere: "Qualunque sia la mia risposta, Thor, temo che non potresti
crederci. Non è così? Che io tenti di discolparmi o affermi di aver
attentato nuovamente al trono, quale sarebbe la differenza?"
"Cerchi
di sviarmi con parole ambigue ma non cadrò di nuovo nei tuoi tranelli. Non
questa volta".
Lo sguardo
verde resta fisso sul suo: "Spesso ci sono riuscito" continua
"ma alla fine mi hai sempre scoperto. O io ho deciso di porre fine al
gioco e palesarmi".
"IL
TUO GIOCO SCONSIDERATO HA UCCISO NOSTRA MADRE!" Ruggisce Thor.
"Sì...
la Regina Frigga... un delizioso fuori programma della mia sposa..."
Loki inizia a ridere, tra le due righe umide che gli solcano le
guance. Ride talmente forte da sorprendere Malekith
facendogli perdere la concentrazione:
"La tua sposa?" Le Gemme smettono di brillare per la breve frazione
di un istante e la mano di Loki scatta sul suo polso.
Poi l'alone dorato e quello smeraldo riprendono a pulsare immobilizzandolo di
nuovo. Eppure non accenna a smettere di ridere: "La tua sposa, davvero?" Gli occhi verdi
ora brillano, infossati sempre di più nel pallore spettrale del volto:
"Spiacente di informarti della tua vedovanza."
"TU MENTI!"
"E
allora dov'è ora?" La stretta aumenta: "Ho vendicato mia madre
bagnandone la tomba con il sangue della tua sposa.
E la mia donna, che ha cercato di
uccidere, le ha staccato quel bel collo sottile con un solo colpo
d'ascia."
Quando il
ringhio di Malekith diventa un urlo feroce solo
l'alone verde circonda il Gauntlet. Loki boccheggia, sgrana gli occhi, contrae il torso in uno
spasmo crudele.
Thor non
riesce a sopportarlo: sfila la sciabola dalla spalla stringendo i denti in un
ringhio di dolore, richiama il Mjolnir e quando lo
stringe tra le dita si lancia su Malekith sfidando
l’energia nera che emana per padroneggiare il Gauntlet.
Malekith si volta per fronteggiarlo, ma deve
allentare la presa sul prigioniero. È quello che Loki
stava aspettando: si piega sulle ginocchia, afferra il braccio con entrambe le
mani e lo tende verso il basso trovando gli occhi di Thor in un muto,
implorante segnale.
Il Mjolnir cala con tutta forza sul braccio dell'Oscuro.
Quando Loki libera il Gauntlet dalla
mano incastrata al suo interno, Malekith sta ancora
urlando, aggrappato al moncherino sanguinante pece. Fissa Thor che tiene il Re
di Svarlafheim sotto tiro con il Mjolnir
con gli occhi scavati e le labbra ancora pallide: "Dallo Odino, dallo a
Padre" geme porgendogli il Gauntlet "Ha
anche le altre due gemme: Può spazzare via le armate nemiche con un solo gesto:
Saprà come fare. Digli che, se è suo desiderio e può permettersi di avere
ancora un briciolo di fiducia nei miei confronti, lo aiuterò ad usarlo per
ricostruire il Bifrost". Thor prende il Gauntlet, lo soppesa e lo studia con lo sguardo, poi torna
a fissare severamente Loki che deglutisce
faticosamente "Non volevo tutto questo. Volevo solo …" Si massaggia
la gola nervosamente, da come muove le labbra sembra avere la bocca secca: "Volevo
solamente vincere. Solo una volta. Provare l'effetto della gloria sulla mia
stessa pelle. L'ho sempre vista riflessa nei tuoi occhi, e ne son sempre stato
solo accecato. Volevo essere io ad abbagliare tutti quanti, per una volta: ma a
me non basta muovere il Mjolnir per vedere a terra i
miei nemici. Rammenti cosa disse Padre quando te lo donò? Che una simile arma
non era adatta a me, e tu mi deridesti facendomi notare che un tuo polso è
grande quanto un mio braccio".
"E
per la tua gloria personale avresti immolato tutta Asgard?"
"L'Avo
di Malekith non ha sconfitto il Padre di Odino quando
era giovane ed in forze e perfettamente in grado di maneggiare le Gemme. Come
avrebbe potuto questo zotico" indica il nemico contorcersi dal dolore
"riuscirci, con il Padre degli Dei e te come avversari? Ma avrei
partecipato. Mi sarei distinto in battaglia, avrei strappato il Gauntlet dalla sua mano e l'avrei usato io stesso. Avrei
vinto io, capisci? L'avrei sconfitto e avrei vinto per una volta, e avrei
goduto i frutti del mio lavoro. Non come per il mio sciocco sacrificio su Midgard."
"Fu
un sacrificio onorevole"
"Inutile:
persi. Persi allora e perdo oggi" Getta uno sguardo al di là del ponte,
tra il fumo della battaglia sottostante.
"E
allora perché ora lo dai a me?"
La sua
risposta è una piccola risata triste: "Perché a me la luce della gloria
proprio non si addice". Si guardano a lungo, prima che un gemito rabbioso
e prolungato sottolinei l'alzarsi di Malekith; Loki gli rivolge uno sguardo seccato: "E' ancora
vivo" constata con aria stanca.
Il volto
sfigurato dell'Oscuro è contratto dalla furia e dal dolore: recupera la
sciabola e dichiara di non essere ancora finito.
Senza
concedergli uno sguardo, Thor raccomanda a Loki di
prestare attenzione: "Può essere ancora pericoloso, non
sottovalutarlo".
"Come?"
"Vuoi
la gloria? A te il nemico da combattere con le tue forze" Raccoglie l'elmo
che è rotolato sino ai suoi piedi e glielo porge. Loki
lo prende tra le dita senza smettere di fissarlo sorpreso. "E' la tua
ultima possibilità. Fallisci questa volta, tradisci questa volta, ed io ti
ucciderò".
Quando Loki si infila l'elmo, il suo sguardo perde lo sgomento e
ritrova la determinazione e tra le dita si forma una cuspide di ghiaccio:
"Questa volta, non tradirò."
Thor volta
le spalle per andarsene mentre Malekith si lancia
contro suo fratello.
La Gemma
dello Spazio e la Gemma del Potere ritrovano da sole il loro spazio nel Gauntlet. Ad Odino non serve neppure impugnare Gungnir: un solo, fluido gesto della mano ed è come se i
nemici superstiti si sfaldassero, bruciandosi in una veloce agonia e riempiendo
l'aria di cenere.
Poi il
pugno di Odino si chiude, e gli orli fumosi dei portali si rimarginano
Nei film,
quando finisce una battaglia, il silenzio è riempito dalle epiche note degli
ottoni della colonna sonora e dalle grida di giubilo dei guerrieri superstiti.
Nelle
battaglie reali, invece, il secondo di silenzio viene subito rotto dai gemiti
dei feriti e chi è in piedi spesso è talmente sfinito da cadere a terra a peso
morto senza avere più la forza nemmeno di esultare.
Capita
così anche questa volta. Appena capisco che è finita, mi accascio a sedere per
terra. Accanto a me, dopo un breve urlo di giubilo con la lama alzata a
brillare nel sole che fende le tenebre, Sif fa lo
stesso. I capelli corti le sono attaccati alla fronte; beh, neppure io devo
essere messa meglio. Si terge il sudore dalla bocca con una mano lercia, sputa
per terra e poi sfila dall'armatura una fiaschetta di cuoio e la stappa con i denti.
Fa per berla, ma si ferma e con un sorriso conciliante me la offre. Domando se
sia alcolica: "La migliore acquavite dei sette regni" mi assicura.
Ringrazio,
me la vuoto direttamente in gola: "Brucia come l'Inferno" esclamo
restituendole la fiaschetta e strappandole un mezzo sorrisetto mentre se la porta alle labbra.
Non ne
esce neppure una goccia.
Mi
incenerisce con lo sguardo.
Temo che
la nostra tregua sia già finita.
“Tradirai. E neppure tra troppo tempo. È
la tua natura, la perpetua cancrena della tua anima.” Malekith
sputa un fiotto di sangue, trafitto dalla sua stessa sciabola: Loki è stato abile e veloce, ha avuto una buona occasione
per disarmarlo e colpirlo e non se l’è fatta scappare. Sovrasta l’Oscuro
affondando la lama sino all’elsa, il fetore del nemico nelle narici da tanto
gli è vicino: “Il mio corpo è maledetto, me lo leggi in viso, mezzo gigante. Ma la tua anima marcisce dentro di te, e ti infetterà la vita per sempre.”
Tossisce,
tossisce di nuovo e uno schizzo di sangue ora brucia sulla guancia di Loki. Sfila la sciabola e colpisce il collo: la testa del
Sovrano Oscuro di Svartalfheim rotola sul ponte
inclinato, supera con un balzo la paratia e cade giù.
E per un attimo,
un solo attimo, Loki si sente leggero.
“Fate
largo, fate largo!”
È un
mormorio che cresce tra la folla e cattura subito la mia attenzione. Finisco di
stringere il laccio attorno alla gamba di Clint per fermare l’emorragia e mi
alzo. Tra i soldati che si aprono in due schiere vedo passare Loki con gli occhi piantati a terra e Thor che regge per la
treccia bianca la testa di Malekith: la alza in segno
di vittoria ed i guerrieri esultano, e per un attimo le loro voci coprono il
lamento dei feriti – meglio così, viste le bestemmie che lancia Clint.
Poi Thor
appoggia la mano sulla spalla di Loki e lo incoraggia
– anzi, no, lo spinge – verso Odino e quando
intercetto il suo sguardo stanco e triste e capisco con un tuffo al cuore che è
a conoscenza di tutto.
“Sei stato
tu ad uccidere il nemico, figlio mio?” Loki annuisce
senza vigore “Di ciò il popolo di Asgard te ne è
grato”.
“Padre!”
esclama Thor, e la sua voce decisa smorza gli entusiasmi dei soldati.
Vedo
Loki strizzare gli occhi e trattenere una smorfia,
mordendosi le labbra pallide. Sembra stia cercando di articolare qualche
parola, forse anticipare Thor e tentare un’arringa in sua difesa.
Istintivamente muovo un passo nella sua direzione, ma una mano mi afferra la
caviglia e mi trattiene: Abbasso lo sguardo su Natasha
che scuote piano la testa., china a terra a sostenere la testa di Clint,
“Non
posso lasciarlo solo” mormoro.
“Non
puoi neppure fare l’Avvocato del Diavolo, al momento. Aspetta”.
Loki ha lo sguardo di suo fratello sulla schiena e dall’espressione
capisco si senta morire: è talmente pallido da sembrare esangue.
“Domandava di esserti di aiuto per la
ricostruzione del Bifrost” afferma Thor.
“Puoi,
davvero?”
“Che
resti nella tua mano, Padre" si raccomanda facendosi avanti e fermando
prontamente la mano del Re che sfilava il Gauntlet.
“Perché
questa diffidenza?” L’occhio di Odino studia lo sguardo del figlio a lungo,
prima di leggere la risposta che mai avrebbe voluto comprendere. Poi fissa Loki, atterrito, e lo chiama ad avvicinarsi: “Vieni qui.
Mostrami il modo di ricostruire il Bifrost.”
“Loki Laufeyson”.
Con
voce atona rimarca il patronimico come nella prima udienza cui ho assistito. Ma
quella volta Odino era sul suo trono dorato, sulla scalinata a simboleggiare la
magnificenza e l'orgoglio arrogante di Asgard, e
guardava il prigioniero in ceppi in ginocchio.
Ora
è nel fango della battaglia appena terminata, l’occhio stanco alla stessa
altezza di quelli assenti e rassegnati di Loki:
“Figlio mio adottivo” Sorpreso da quelle parole, Loki
stringe il labbro inferiore più forte tra i denti mentre attende la sentenza:
“Traditore della tua stirpe e di quella che ti ha accolto. Hai disperso e
recuperato le Gemme del Gauntlet. Invitato il nemico
in questo Regno per poi ucciderlo. Tessitore Inganni, tranelli ed agguati per
entrambe le fazioni. Eppure eroe di Asgard e
giustiziere dell’Oscuro. Come puoi essere tutto questo in un’unica persona?”
E
per la prima volta leggo lo smarrimento più completo nei suoi lucidi occhi
verdi, e la sua risposta mi sembra la più sincera che gli sia mai sfuggita
dalle labbra: “Non lo so”.
“Non
posso non punirti per ciò che hai causato. Eppure non posso negare che questo
sarebbe comunque accaduto” Odino sospira e pianta la lancia a terra. Poi si
sfila il Gauntlet dandolo a Thor per massaggiarsi i
polsi e le braccia dolenti: “Ci hai fatto pagare per la nostra cupidigia, per
la nostra ingordigia e la nostra ipocrisia. Ma dubito che questo fosse il tuo
reale intento. Non ci volevi punire, volevi solo elevare te stesso”.
“Nessuno
può elevarsi al di sopra del Padre degli Dei!” esclama un soldato al mio
fianco. Gli rifilo una gomitata alle costole che lo fa piegare in due e cadere
a terra rantolando e gli rifilo un calcio in aggiuntiva.
“Quale
punizione potrà mai essere adatta alla tua condotta?”
“Forse
una l’ha già avuta” interviene Thor: “Madre è morta per causa sua, dubito che
questo non gli causi rimorso. Sarebbe un mostro se così non fosse"
“Lo
sono comunque”.
“Sì.
Lo sei diventato, però: Io non ho salvato che un neonato innocente"
afferma Odino "Ho cercato di essere un padre saggio, ho sbagliato e con
entrambi, eppure sono qui. Nonostante i miei errori, nonostante gli orrori che
ho creato – non mi nascondo più dietro atti di glorioso eroismo guerriero –
sono ancora sulle mie gambe. Colei che non ha errato, con voi due, non cammina
più su questa terra.”
C’è
una lacrima che sfugge alle ciglia di Loki nonostante
i suoi sforzi: riga la guancia sporca lasciando un solco: “L'esilio” sussurra.
“Cosa?”
“Esiliami,
Padre. Non dovrai più temere i miei tradimenti né i miei inganni. Non sono mai
appartenuto a questo popolo, non ha senso che continui a vivere tra le tue
prigioni. Continuerei a tramare per evadere, e ci riuscirei. Non è questa la mia
casa, forse non la è mai stata. Di sicuro non la è più".
Odino
soppesa le parole di Loki abbassando lo sguardo ed
annuisce. “E sia. Heimdall! Apri il Bifrost. Mio figlio ha deciso di percorrere il suo
sentiero.”
Mentre
Loki si volta e cammina claudicante verso il ponte
strattono la gamba dalla presa di Natasha. Mi faccio
largo tra la folla, quasi spintono via di peso Thor e raggiungo il suo fianco.
Prendo il suo braccio e me lo passo attorno alle spalle, lui mi fissa
completamente spiazzato: “Se devi iniziare un esilio, tanto vale che tu lo
faccia con la sottoscritta. Non andrai tanto lontano in queste condizioni”.
“È
una presa di posizione abbastanza netta, Addison. Non
puoi, tu hai…”
“Ciò
che ho, al momento, è un metro di capelli in meno, un trombanemico sulla spalla e
svariati traumi e contusioni”.
Camminiamo
tra due ali di soldati che ci fissano ammutoliti. Passo accanto all’Hulk che ci fissa grattandosi la testa mentre Captain America gli accarezza la schiena sussurrando parole
rassicuranti per calmarlo. Stark si è tolto l’elmo e
mi fissa con le labbra schiuse, poi si volta verso Barton
a terra e gli chiede i cinquanta dollari della scommessa, ricevendo un invito
ad andarsene a quel paese.
C'è
un messo sorriso, sul volto sporco di Natasha, mentre
mi accompagna con lo sguardo.
Anch'io
le sorrido di romando
Forse
non ci sarà bisogno di sforzarsi a spiegare, a richiedere la loro fiducia di
nuovo.
Mi conoscono, ormai.
Mentre varchiamo il portale, Loki trova la mia mano, intreccia le dita e stringe forte:
"Grazie" sussurra.
Ed è andata!
Siamo alle battute finali, halleluya! Questo è il penultimo capitolo: pubblicherò l’ultimo
a metà settimana e l’epilogo il 1° Luglio, il giorno del mio compleanno!
Finalmente Malekith
è morto, eppure Loki non può trovare pace – non potrà
mai trovarla, in fondo. Diciamo che ho cercato un finale agrodolce, spero di
esserci riuscita.
Io comunque non so davvero da che
parte ringraziarvi, e non solo per l’affetto con cui coccolate questa storia,
ma anche per ‘sopportare’ i miei scleri quotidiani su
FB. GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE.
Adie
vi vuole bene e vi offre i suoi marshmallows annegati
nella Vodka di Nat.
GRAZIE.
Vi lascio il mio AKS, è da un po’
che non lo sponsorizzavo: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos
nel caso qualcuno abbia qualche domanda da fare.
Grazie di nuovo e alla prossima, se
vorrete.
EC
PS:
Titolo tratto da ‘Blaze of
Glory’ di Bon Jovi,
citazione iniziale da “Tutto può succedere –Something’s
gotta Give” ed è una battuta di Jack Nicholson.